-E'
la stessa giornata di sempre.
Sono
tre giorni che piove. Pare che l'acqua non voglia smettere di
scendere.
Io
sono qui, alla finestra, a guardare le gocce piovane cadere a grande
velocità, senza sosta.
Il
ticchettio contro il vetro mi porta a pensare, a cosa non so. A lui,
a me, a noi. Alla scorsa notte.
E'
sempre così preoccupato del fatto che possa farmi male.
Io
gli dico di non preoccuparsi. Che non ho paura. Che sto bene, mi fa
stare bene.
Ma
ha sempre quell'espressione colpevole, da cucciolotto.
Non
vuole farmi soffrire: perché dovrebbe? So che non ne sarebbe
capace.
Dall'aspetto
potrebbe sembrare rude, selvaggio; ma a me dà solo una
sensazione di
gradevole sicurezza e protezione.
Sono
innamorata? Lui lo è di me? Da come si comporta lo potrebbe
essere e
se non lo è, allora perché mi stringe sempre a
sé e si preoccupa?
Mi
giro. E' appena entrato nella stanza.
Mi
guarda: è così fottutamente bello.
Sexy.
Possente. Lo voglio.
Sto
ferma, come ogni qualvolta che me lo ritrovo davanti: sembra che i
miei muscoli si contraggano solo alla sua vista!
Respiro
veloce, il cuore sta accelerando, lo stomaco danza: saranno questi i
sintomi dell'amore?
Si
avvicina e a me tocca alzare la testa perché è
troppo alto.
Mi
sfiora la mano facendomela dondolare.
Mi
tira una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi fissa. Io non riesco
nemmeno a sbattere le palpebre per quanto è penetrante il
suo
sguardo.
Pare
voglia dirmi qualcosa, ma si limita ad abbracciarmi e ad appoggiare
il suo mento sulla mia testa.
Lascio
andare la mia faccia nel suo petto. Un odore di dopobarba mi attrae.
E'
buonissimo.-