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Autore: Eliza    02/03/2007    0 recensioni
L'arrivo della carrozza da Monterrey porta editti del Vicere e un nuovo residente per Santa Elena. Chi dovrà preoccuparsi di più, il Colonnello Montoya o la Regina? (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scena 1

Scena 1

"Voglio che il colpevole sia catturato, Grisham. Può sembrare una cosa da niente adesso, ma questo tipo di comportamento porta solo a crimini peggiori. Non lascerò che le donne della comunità siano trattate in questa maniera."

"Sono soltanto spariti dei guanti, signore."

"Sono *sette* paia di guanti, e l'ultimo è scomparso dal comodino di Dona Juanita. Il ladro sta diventando più audace. Chi sa cosa sparirà la prossima volta?" Montoya guardò il suo capitano e si abbandonò ad un sospiro drammatico. Grisham sapeva che era dipeso dal proprio ampio sorriso, ma non era riuscito a resistere. Tutta questa faccenda dei guanti stuzzicava il suo senso dell'umorismo.

I due uscirono dal cortile delle rose, diretti in piazza, mentre il Colonnello consultava i rapporti che si era portato dietro. Grisham, in attesa di ricevere ordini, ne approfittò per guardarsi intorno. Un facchino stava scaricando un'incredibile quantità di bagagli da una carrozza e il capitano non riconobbe la donna che parlava con Tessa Alvarado. Forse era una sua amica. Questo gli avrebbe reso ancora più difficile corteggiarla: ora aveva delle scuse reali per non passare del tempo con lui. Si rivolse a Montoya. "Signore, voi sapevate che qualcuno verrà ospitato alla hacienda Alvarado?"

"La Senorita Alvarado non mi informa di..." ma il commento di Montoya gli morì in gola, quando questi alzò gli occhi per prendere nota del nuovo arrivo. Strinse le labbra in una linea sottilissima, chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Quando li riaprì per fissarli sulla donna misteriosa, lo sguardo che le lanciò avrebbe potuto ucciderla sul colpo. Riprese a respirare, accompagnando il tutto con una serie di imprecazioni, alcune delle quali erano sconosciute anche ad un soldato di carriera quale era Grisham.

Chiunque fosse capace di produrre una tale reazione nel Colonnello meritava la sua attenzione. "Chi è quella?" chiese cautamente il capitano.

"Mia moglie."

Era l'ultima cosa che Grisham si sarebbe aspettato di sentire.

Nel breve tempo che gli occorse per raggiungere la donna, il capitano vide Montoya trasformarsi dal rude soldato cui era abituato, al raffinato gentiluomo che il resto del pueblo conosceva. "Sabina. Che sorpresa inaspettata." Montoya prese la mano di sua moglie, la baciò velocemente, e la lasciò andare senza indugio.

Sabina fece una rapida ispezione del marito e, a giudicare dalla sua espressione, Grisham avrebbe detto che era stata superata per un soffio. "Luis. Ti trovo bene."

"Devo fare le presentazioni?" domandò Montoya, accennando a Tessa.

"Mi sono presa la libertà di presentarmi alla Senora Montoya," spiegò lei, che tratteneva a stento l'eccitazione per questa scoperta inaspettata. "Non sapevo che foste sposato, Colonnello. Non avete mai menzionato una moglie."

Grisham quasi fece una smorfia al commento malizioso di Tessa, ma , in effetti, lei non aveva potuto assistere alla reazione iniziale del Colonnello. Come al solito, Montoya rispose con falsa naturalezza, "A volte, quando qualcuno è separato dalla famiglia, è meno doloroso non parlarne. Solo il ricordo è spesso causa di patimento." A parte Montoya stesso, Grisham fu il solo a notare il piccolo sorrisetto malvagio che apparve sulle labbra della Senora in risposta al suo commento.

"Mi occupo dei bagagli, Colonnello," annunciò Grisham, che preferiva essere fuori tiro quando la bomba sarebbe stata innescata. Poteva già vedere la miccia accendersi dopo il primo, breve scambio di opinioni.

Montoya annuì. "Ottima idea, Grisham. Sabina, posso presentarti il Capitano delle guardie, Marcus Grisham?Capitano, Dona Sabina Ortiz Montoya."

Grisham chinò la testa sulla mano della donna, e lei rispose con un cenno educato. Poi, il capitano si allontanò e chiamò un paio di soldati che trasportassero effettivamente le valigie, mentre lui continuava ad ascoltare l'interessante conversazione.

"Se mi avessi informato dei tuoi piani, avrei dato disposizioni per il tuo arrivo. Scoprirai che io vivo in modo molto spartano."

Grisham intercettò gli occhi di Tessa ed entrambi sollevarono le sopracciglia. Poi, con un sorriso, la ragazza interruppe il momento di condivisione e si girò a parlare con Marta. Sabina, intanto, si era messa sottobraccio al marito e si stava dirigendo al suo alloggio.

"Ho deciso velocemente, non c'è stato il tempo di scrivere. Per quanto riguarda la sistemazione, sono sicura che posso renderla accettabile."


Scena 2

Sabina Montoya era un mistero troppo interessante per non essere investigato, quindi Tessa aveva convinto Marta a tornare da sola a casa con i rifornimenti. Era sicura che avrebbe trovato un passaggio per tornare all'hacienda più tardi. E, nella peggiore delle ipotesi, Grisham avrebbe colto al volo la possibilità di restare solo con lei. Finora, Tessa era riuscita ad evitare i suoi numerosi tentativi di corteggiarla, ma il capitano era tenace e stava diventando impaziente. Una piccola concessione da parte sua era d'obbligo a questo punto. Era disperata quando gli aveva dato il permesso di corteggiarla e adesso non riusciva a trovare il modo di revocarlo senza che lui si arrabbiasse...o sospettasse qualcosa.

Tessa sapeva esattamente dove iniziare a cercare informazioni e Vera era al suo solito tavolo nel patio coperto della Cantina. "Tessa, non mi aspettavo di vedervi oggi. Unitevi a me." Quando Tessa sedette, si rese conto di venire studiata molto attentamente. Infatti, appena si mise comoda, l'altra si avvicinò, "Ditemi. Secondo me morite dalla voglia di condividere qualche segreto."

Tessa sorrise. Se c'era qualcuno che poteva avere informazioni sulla Senora Montoya, quel qualcuno era Vera. "In effetti, Vera, speravo che voi poteste dire qualcosa a me."

Vera tornò a ad appoggiarsi allo schienale e strinse gli occhi con sospetto. "Riguardo a cosa?"

"Voi eravate a Santa Elena quando arrivò il Colonnello, no?"

Evidentemente non era quello che la Senora si aspettava di sentire, perchè sbatté le palpebre un paio di volte, prima di ricomporsi, e rispose con un sorriso. "In realtà no. Io e Gaspar abbiamo viaggiato sulla nave seguente, appena dopo le nozze. Gaspar ha conosciuto il colonnello pochi giorni prima che lasciasse la Spagna, tramite conoscenti comuni. Perchè vi interessa?E' stato più di quattro anni fa."

"Ha mai menzionato il fatto di avere una moglie in tutto questo tempo?"

Vera sollevò le sopracciglia. "Non che io ricordi, ma forse Gaspar ne sa di più...No, me l'avrebbe detto. Perchè mi domandate di una moglie?"

Tessa gongolò. Era davvero stupido, ma si sentiva come se avesse vinto un premio per sapere qualcosa prima di Vera. "L'ho appena incontrata."

"No!" Vera si avvicinò di nuovo, gli occhi azzurri che danzavano alla prospettiva dello scandalo. "Dove è successo?Non è possibile che ha vissuto in California tutto questo tempo senza che nessuno lo scoprisse. E perchè la segretezza?" 

"Credo sia rimasta in Spagna, almeno a giudicare dalla sua reazione nei confronti del paese." Vera annuì. Anche lei avrebbe riconosciuto quell'espressione di disprezzo che Tessa aveva notato. "E per la segretezza, beh...Diciamo che il loro primo incontro è stato...controllato."

Vera sollevò un sopracciglio e la sua bocca si piegò in un sorrisetto compiaciuto. "Non tutti i matrimoni sono come il mio. E cinque anni di separazione sono molti. Com'è?"

"Non le ho parlato abbastanza da formare un'opinione. Montoya l'ha presentata come Dona Sabina e mi è sembrata una vera nobildonna. E' una bella signora, poco più bassa di voi, capelli e occhi scuri, pelle chiara--non deve aver passato molto tempo sul ponte della nave. Sono sicura che la vedrete presto di persona, Vera."

Tessa era così concentrata nella conversazione che l'intrusione di una voce maschile la fece sobbalzare. "Forse domani, Senora, se convincerete il vostro stimato marito ad accettare il mio invito a cena." Il Colonnello Montoya si inchinò ad entrambe e poi spiegò. "Mia moglie è stanca del viaggio, ma so che la società di Santa Elena è difficile da trattenere quando si tratta di fare le presentazioni." Sorrise a Tessa, e lei abbassò gli occhi alla menzione del suo comportamento poco adeguato. "Quindi sto preparando una festa per domani sera. Spero che possiate partecipare."

L'imbarazzo di Tessa non durò a lungo. "E' un invito generoso, Colonnello, grazie, sarò felice di accettare."

"Io e Gaspar ci saremo," rispose Vera, con la sicurezza di una moglie viziata.

"Molto bene. A domani, Senora. Senorita."

Le donne attesero che Montoya si allontanasse prima di avvicinare di nuovo le teste.

"Tessa, devo andare a casa. Mi serve qualcosa da indossare e devo dare a Gaspar la notizia." Vera stava raccogliendo velocemente le sue cose. "Non vorrà crederci." e prima che Tessa avesse il tempo di salutarla, era uscita dalla cantina e stava attraversando la piazza.

Leggermente stordita, cosa che le accadeva spesso dopo un incontro con Vera, Tessa decise di restare e finire il vino che la Senora le aveva versato. Doveva pensare a come affrontare il capitano per quel passaggio a casa, senza incoraggiarlo troppo.

"Vi trovo di nuovo a bere da sola, Tessa. Sapete che non è più necessario." Marcus Grisham sedette di fronte a lei, dopo una richiesta appena accennata, e senza aspettare la sua risposta.

"Non ero sola, Capitano. Almeno non da molto. E' piuttosto strano, ma all'improvviso la Senora Hidalgo ha sentito un irresistibile desiderio di tornare a casa dal marito." Appena queste parole lasciarono le sue labbra, Tessa capì che era la cosa sbagliata da dire, perchè Vera era l'unica cosa che poteva frammettersi tra lei e un tentativo di corteggiamento del capitano.

Fortunatamente, Grisham conosceva Vera molto bene. "Doveva spargere la voce che la moglie di Montoya l'ha finalmente raggiunto, no?Venite alla festa, domani?"

Non era una vera e propria domanda, Montoya stava trasmettendo le sue brutte abitudini al capitano. Giustamente, lei rispose con una frase che non era proprio una risposta. "Sono stata invitata."

Grisham esibì per l'occasione i suoi modi più affascinanti e le prese la mano. La guardò negli occhi mentre la baciava, un po' troppo ardentemente per un luogo pubblico e per i gusti di Tessa. "Mi concedete l'onore di accompagnarvi?"

Il primo istinto di Tessa fu di rifiutare, ma questa poteva essere l'occasione che stava aspettando. Ci sarebbero state poche persone, quindi se ne sarebbero accorti subito se Grisham avesse tentato di restare solo con lei. Vera sarebbe stata presente, e questo lo avrebbe esortato a comportarsi bene (aveva già fatto arrabbiare la sua amante abbastanza nell'ultimo mese). E poi, poteva avere quel passaggio. "Vorrei pensarci, Marcus. Il tempo di arrivare a casa dovrebbe essere sufficiente e, se mi accompagnate, potrete avere la risposta il più presto possibile." e gli indirizzò un sorriso dolce, come indizio della risposta.

"Torno subito," disse lui, posandole un'altro bacio veloce sulla mano, prima di andar via praticamente di corsa. Tessa sorrise tra sé. Forse avere un corteggiatore non era così male dopotutto.

  
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