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Autore: La_Matricola    18/08/2012    5 recensioni
riproviamo! questa volta me ne fregherò altamente di come andranno le cose... che vi piaccia o no, io pubblico! punto.
ad ogni modo, perdonatemi questo sfogo, procederei con la trama. Partiamo con Loki. Loki calato in quello che fu il destino di Thor di piombare sulla Terra, privato dei poteri. A differenza del prestante fratello, vedremo come Loki imparerà a cavarsela da umano onorario, e come imparerà a camminare tra gli umani!
buona lettura, e un bacio grande a Commy, che adoro, e che mi spinge a continuare! ti voglio bene, tesoro!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Walking Through Them'
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Un tonfo sordo rimbombò nell'aere terso di quella mattina. Uno stormo di corvi si levò alto nel cielo, gracchiante più che mai, e spaventato da qualcosa. Madeleine, alzò gli occhi al cielo, e guardò incuriosita lo stormo involarsi dalla foresta al limitare del paese. lasciò cadere lo strofinaccio. Non aveva mai visto uno stormo così grosso e agitato. Era successo qualcosa laggiù. Corse fuori sulla strada, e inforcò la bicicletta. Si fermò qualche casa più avanti, e lasciò il suo fedele mezzo di locomozione, sul vialetto con noncuranza. Corse nel giardino sul retro di una casupola classica americana.
 
-Lucky! LUCKY!- gridò, correndo alla staccionata. Un ragazzo dai capelli rossi, sulla trentina, sollevò il viso dal saggio di fisica che stava leggendo, e sistemò gli occhiali.
 
-Maddy?- la guardava con le sopracciglia aggrottate, e il dito indice infilato tra le pagine del tomo.
 
-dev'essere successo qualcosa nella vecchia foresta! Non hai sentito quel tuono? Non sembra verrà a piovere! Vieni, devo capire cos'è stato!- si agitava, scompigliando i capelli biondi a ogni movimento della testa. La felpa overize frusciava mollemente ad ogni cambio di posizione, e rimbalzava quando saltellava ipereccitata. 
-Ti prego, Lucky! Vieni! Non posso andare da sola!- gli chiese, irrequieta, con gli occhi sbarrati e le mani che non riuscivano a stare ferme. Il giovane sbuffò, e posò il libro accuratamente sulla sdraio, inforcò anch'egli la bicicletta e uscì sul viale.
 
-Giuro che se era solo un tuono, ti uccido a...a...librate!- le disse lui, incerto su quale tipologia di arma usare. Maddy rise, e accellerò la pedalata. 
-seguimi!- gli urlò, conducendo il duo. Si addentrarono tra gli alberi, seguendo a ritroso la scia di animali terrorizzati che scappavano in cerca di rifugio altrove. Lucky si guardava intorno, sempre più sconcertato.
 
-dovrò rimandare la data della tua morte, Maddy... Qui probabilmente hai ragione...- le disse, tra un ansimo e l'altro. Finalmente giunsero in un punto in cui gli alberi più bassi e gli arbusti si erano piegati per un violento spostamento d'aria. Davanti a loro, un cerchio di erba piegata, e un giovane uomo steso al centro. Maddy lasciò cadere la bicicletta, e si diresse verso quel figuro sconosciuto.
 
-Maddy!!- le urlò Lucky. Ma lei non si fermava. Rallentò il passo, e si portò vicino all'uomo. Aveva il volto coperto da capelli neri, e la pelle era piuttosto pallida. Era alto, e atletico. Doveva essere forte, dati i muscoli definiti sulle braccia e sul torace. Indossava solamente dei pantaloni aderenti e una maglietta sudaticcia. Maddy si chinò per osservarlo, e Lucky le si fece accanto.
 
-secondo te chi è?- le chiese, bisbigliando. Maddy fece spallucce e scosse la testa. Si guardò intorno, e tornò a guardare perplessa l'uomo steso a terra.
 
-Il problema è...da dove è arrivato? Non ci sono sentieri qui! E perchè le piante sono piegate?- passò qualche attimo a riflettere, infine scattò in piedi. 
-Lucky! Aiutami a portarlo alle biciclette. Lo terrò appoggiato a me sulla canna della bici. Ma devo portarlo al sicuro e al caldo.- esclamò, indicando a gesti a Lucky cosa fare. Il giovane scosse la testa e alzò le mani.
 
-non pensarci nemmeno! Non ti lascerò portare a casa un uomo sbucato dal nulla!- le disse contrariato. Maddy, indispettita, si portò un pugno chiuso su un fianco, e lo guardò con aria di sfida.
 
-in fin dei conti ho 28 anni. Sono adulta. E so menare. E poi siamo in due contro uno svenuto. Come la metti?- Lucky sbuffò nuovamente, e afferrò l'uomo per le spalle, mentre lei  lo prendeva per le caviglie. Lo portarono fino alla bicicletta di Maddy, e lo misero a cavalcioni sulla canna, mentre con un po di fatica Maddy montava sul sellino. 
 
-ci vediamo a casa mia. Stasera. Quando spero si sarà svegliato.- disse Maddy a Lucky, e prese rapidamente la via per la città, seguita dall'amico. L'uomo svenuto ciondolava tra le sue braccia tese sul manubrio. Fu un'impresa portarlo fino a casa, ma ci riuscì egregiamente. 
Imboccato il vialetto, scese delicatamente dalla bicicletta, e sostendendo l'uomo con una mano, riuscì a farlo scivolare dalla canna fino a terra. Appoggiò la bicicletta del garage, e tornò ad occuparsi di quel tizio venuto dal nulla. Lo afferrò sotto le ascelle e sollevandolo un po' da terra, lo trascinò fino in casa e da li, sul divano. Gli fece impacchi freddi, e li posò sulla fronte. Scostando i capelli, si accorse di quanto quell'uomo fosse bello. Aveva i lineamenti marcati, ma eleganti. Aveva un viso fine, e un'espressione nobile. Il tutto corredato da un fisico mozzafiato. Maddy sorrise soddisfatta, scrutandolo nei minimi dettagli. Si alzò a riportare la ciotola dell'acqua ormai intiepidita nel lavandino, quando percepì un gemito sommesso. Si era svegliato. Lasciò cadere la ciotola nel lavabo e corse nuovamente al capezzale di quell'uomo.
Strizzava gli occhi e si portava, lamentandosi, ripetutamente le mani alla fronte. Sibilò, aspirando l'aria, e finalmente aprì gli occhi. Maddy ne rimase folgorata. Erano due pozze limpide, azzurre come l'acqua di un lago glaciale. E trasparivano dolore. L'uomo dagli occhi blu si guardò intorno, smarrito, e infine guardò lei. La squadrò un paio di volte, aggrottando le sopracciglia nero pece come i capelli.
 
-...e tu chi sei?- le chiese, con una voce profonda e lievemente roca. Mai Maddy aveva udito voce più bella e importante. 
 
-io sono Madel...- non fece in tempo a finire la frase che l'uomo la zittì con un cenno della mano.
 
-è un nome umano. Dimmi. Mi trovo sulla terra?- le chiese. Maddy inclinò il capo e rise, divertita.
 
-sta scherzando?- gli chiese, sorridendo. L'uomo le rivolse uno sguardo irato e infastidito.
 
-osi ridere di me, umana?- aveva pronunciato "umana" con disprezzo. Maddy smise di ridere. Quell'uomo faceva seriamente. Forse era malato di mente. Era schizzofrenico. Poteva farla fuori se era un serial killer. Decise di assecondarlo. Abbassò il capo in segno di rispetto.
 
-no signore.- iniziò. -soltanto non ho il piacere di conoscerla, eccellenza!- concluse, con tono riverente e quasi sottomesso. L'uomo si mise seduto, e la guardò sollevando la testa, con aria fiera e sostenuta.
 
-io sono Loki, principe di Asgard, figlio di Odino, fratello di Thor, dio del Tuono e del Fulmine.- Loki? Odino? Thor? Certo che se aveva manie di grandezza, più in grande di così non poteva pensare. Paragonarsi agli dei addirittura. Che alla fine paragonarsi a Loki non era nemmeno un gran paragone. Il mondo sapeva cos'era successo qualche mese prima, in nord America. Loki aveva dimostrato l'esistenza degli dei uccidendo più di 80mila persone in due giorni, e tentando di assoggettare il mondo. Di colpo, un'illuminazione percorse il cervello di Maddy. Da quando era bambina, sapeva ricordarsi i volti di chi incontrava come minimo due volte nella vita. E sapeva associarli a nome e cognome. Una memoria fotografica insomma. Che spesso le era venuta in aiuto. E anche in questo caso. Alzò lo sguardo sull'estraneo, e riconobbe in una visione d'insieme, le fattezze del dio Loki in persona. Deglutì nervosamente, e per evitare ulteriori casini, si inginocchiò al cospetto del dio. Loki sorrise. Se l'aspettava in fondo, era un'umana, ed è la recondita natura umana il voler essere assoggettati a qualcuno. Era il loro destino quello di inginocchiarsi, da quando sono nati. Sono fatti per essere comandati. 
 
-potente Loki, come posso servirla umilmente, mio signore?- cominciò Maddy. Aveva paura. Davanti a lei stava l'uomo che aveva ucciso migliaia di persone. E lei era li in ginocchio. Loki soffiò rumorosamente. 
 
-siete troppo stupidi, umani, per poter essere dei buoni servi. Farò da solo.- fece un gesto per ottenere dell'acqua nel bicchiere che aveva di fronte, ma non accadde nulla. Maddy guardava, perplessa. Loki ripetè e ripetè quel gesto, ma nulla. Di colpo, ricordò la sentenza di Odino, in cui lo privava di armi e poteri. Era inutile. Quanto un umano. Si lasciò andare alla disperazione. Lasciò cadere il braccio mollemente sul divano, e si appoggiò con la schiena all'indietro, sollevando una nuvoletta di polvere e profumo di vaniglia. 
 
-mio signore, qualcosa non va?- chiese Maddy, preoccupata per quello che stava succedendo. Loki gemette.
 
-è anche inutile che ti inginocchi, Madeleine. È questo il tuo nome?- maddy annuì.
-odino mi ha condannato a vagare tra di voi, senza poteri ed armi. Sono uno di voi ora!- disse sconsolato, alzando le braccia in segno di resa. Maddy si alzò molto lentamente, e si sedette sull'altro capo del divano. Aveva troppa paura della reazione di Loki se lei avesse osato sedersi al suo fianco. Lui si alzò e si accostò alla finestra, guardando di fuori. Si voltò verso di lei, con aria incuriosita.
 
-Dove ci troviamo, umana?- le chiese. Maddy si alzò in piedi e aprì la porta d'ingresso, mostrando con un cenno la strada a Loki.
 
-Siamo a Toronto. In canada. - Loki aggrottò le sopracciglia, e Maddy sbuffò. Sembrava di parlare con un bambino.
 
-appena sopra il luogo in cui ha combattuto qualche mese fa, sua eccellenza.- aggiunse, con fare annoiato. Loki esclamò un oh! mormorandolo, e uscì cautamente dalla casa, come un animale indifeso. Sembrava un cucciolo in esplorazione della nuova abitazione. Si guardava intorno, e camminava piano. D'un tratto partirono gli spruzzatori automatici nel giardino, e Loki trattenne a fatica un gemito spaventato, ma indietreggiò di qualche passo. Si voltò a guardarla indicando lo spruzzatore. Maddy sorrise, divertita e intenerita al contempo. Un omone potente come lui si lasciava spaventare da uno spruzzatore minuscolo.
 
-è un'irrigatore...è un piccolo spruzzatore d'acqua, piantato nel terreno. Serve per far crescere l'erba verde e non farla seccare.- gli spiegò, addossandosi allo stipite della porta, con le braccia incrociate. 
Lucky sbucò dal viale, affannato sulla bicicletta, e appena giunto da lei, la lasciò cadere rumorosamente in terra. Loki si eresse in tutta la sua altezza. Aveva deciso che il problema spruzzatore sarebbe stato rimandato. ora c'era il problema "altro umano". Lo guardò con fare sprezzante, e allungò una mano davanti a se, fermando il giovane.
 
-Ti ordino di fermarti, umano!- pronunciava sempre quella parola con lo stesso tono altezzoso e schifato con cui si era rivolto a Maddy. Lucky inclinò il viso e sistemò gli occhiali.
-In ginocchio!- ordinò ulteriormente Loki. Lucky non obbedì, e anzi, osò schernire il principe di Asgard.
 
-senta signore, si calmi...se ci dice da dove viene...- gli propose accomodante Lucky. Loki piantò saldamente i piedi a terra, e strinse i pugni.
 
-Io sono Loki, principe di Asgard, figlio di Odino, fratello di Thor, dio del Tuono- ricominciò la manfrina. Maddy, dato lo svolgimento della situazione, corse accanto a Loki, e lo afferrò delicatamente per la maglietta.
 
-Loki, signore, se entrasse un attimo in casa, potrei portarle qualcosa di rinfrescante da bere. - gli propose in tono servizievole. Loki lasciò perdere l'umano. Anche quello era a data da destinarsi, come l'irrigatore. Seguì invece Maddy in cucina, e si accomodò su uno degli sgabelli, al bancone. Maddy gli portò dell'acqua con ghiaccio e andò a sedersi accanto a Lucky sul divano. Lui la guardava con un aria irata, mista a curiosità e preoccupazione.
 
-Vorresti spiegarmi?- le chiese, indicando Loki con un cenno della testa. Maddy si voltò a guardarlo: stava spiluzzicando le noccioline nella ciotola, e le guardava come fossero aliene. In effetti per lui lo erano. Sorrise e tornò a guardare Lucky, che la fissava con insistenza.
 
-Allora?- le chiese.
   
 
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