Little girl...

Guardo la persona che dovrebbe essere la mia prima vittima. Ma come? Come posso riuscire ad ucciderla, io che ho nove anni? Non posso certo batterlo con la forza. L'astuzia rimane l'ultima, l'unica carta che posso giocare. Fare leva sulla compassione. Pensare come la propria preda non è certo un male, no?

Mi accuccio in un angolo ben visibile e comincio a far scendere le lacrime sul mio viso. Niente di più facile. So farlo benissimo. Sono solo una bambina, ho dovuto trovare un modo per sopravvivere in mezzo a tutti quegli assassini.

L'uomo mi vede e mi si avvicina. Parlando in inglese, dice:-Little girl, little girl, why are you crying?

Nonostante io abbia tradotto benissimo le sue parole, faccio finta di non aver capito e continuo a singhiozzare. “Uccidilo!” mi grida la ragione, ma io rimango ad ascoltare le parole che dice. -Inside your restless soul, your heart is dying. Little one, little one, your soul is purging of love and razor blades. Your blood is surging.

Perché capisco ogni parola? Perché mi lascia un tatuaggio marchiato a fuoco dentro? Io non lo conosco. Lui non conosce me. Non ha motivo di non aggredirmi, mentre io sto ferma.

“Uccidilo!” mi grida questa volta Gin, la sua voce esce dall'auricolare che mi hanno messa prima di spedirmi in quest'arena di sangue. Se muore lui, rimarrò viva ma sarò un'assassina. Se muoio io, probabilmente mia sorella farà la mia stessa fine. Uccidi o muori, insomma.

“Prendi la pistola e premi il grilletto.” questa volta è Vermouth a parlare, e lo fa con una freddezza che non può lasciarmi indifferente. Potrei non farlo e scappare, vendicare i miei genitori. Ma c'è mia sorella. È l'unica persona che mi è rimasta, la mia unica famiglia. Non ho altra scelta.

-Little girl, little girl, your life is calling the charlatans and saints of your abandon.

È possibile che io abbia più paura di lui? Evidentemente sì. Continuo ad ascoltare le sue parole, e una paura distruttiva prende possesso della mia mente. Come ha fatto a capire le mie intenzioni?

Non ho scelta. Sono obbligata a farlo. Ma mi stupisco della rapidità con cui la mia mano prende la pistola, della sicurezza con cui le mie dita scivolano attorno all'impugnatura.

Quando sto per premere il grilletto però comincio a tremare. Dovrebbe essere così facile, prendere la mira. Dovrebbe essere così facile, sottomettere una persona che non è neanche armata. Ma poi, mi chiedo, cosa può esserci di facile nell'uccidere?

Guardo negli occhi quella che dovrebbe essere la mia vittima. Ma io mi sento la preda, non la predatrice.

-Run away.-dice l'uomo con voce chiara, facendomi sussultare per la sua sicurezza. Io non sono sicura di riuscire a parlare senza sentire la mia voce incrinarsi per la paura.

Prendo un ultimo respiro e sussurro:-I'm sorry.

Chiudo gli occhi mentre abbasso il grilletto. L'ho fatto piano, ma lo sparo si sente comunque con chiarezza. Mi giro per non guardare il sangue che scorre. Ma lo vedo comunque, sotto forma di macchie rosse sulla punta delle mie scarpe.

“Ben fatto, Sherry.”

È quella voce, quel nome, quello che ho visto a far scattare in me un tasto che speravo di non premere mai. Sono un'assassina. Un'assassina.

The sky is falling.

Ho paura di quello che sono diventata.

Mi sembra di risentire la voce dell'uomo che ho appena ucciso, ma questa volta ha un tono di accusa e di disprezzo. “Your bloodshot eyes will show your heart of treason. Little girl, little girl, you dirty liar you're just a junkie preaching to the choir.”

Corro via, scappo. Ma non posso scappare da me stessa.

Sono passati dieci anni. Dieci anni dal mio primo omicidio. Mi sento ancora male a ricordarlo, perché tutto mi ritorna in mente con una spaventosa vividità. Ricordo ancora ogni singola parola, ricordo la voce, ricordo... tutto. E per quanto mi dica di essere stata costretta a fare quello che ho fatto, non riesco a farmi passare il senso di colpa. Vedo ancora quelle macchie vermiglie.

“The traces of blood always follow you home like the mascara tears from your getaway. You're walking with blisters and running with shears so unholy sister of grace.”

Voglio piangere, ma non ci riesco. E non riesco nemmeno a capire perché. Quando finalmente le prime lacrime riescono a rigarmi le guance vengo interrotta da una porta che si apre.

-Che succede?

Non rispondo, ma non ce n'è bisogno. Shinichi capisce e si siede vicino a me.

-Shiho...- già mentre sussurra quella parola, capisco che sta succedendo qualcosa di incredibile.

Parole confuse, ma non senza senso, riempiono la mia mente. “Run away from the river to the street and find yourself with your face in the gutter you're a stray for the salvation army.”

Mi abbraccia. Mi sento quasi a casa.

-Va tutto bene... ora non sei più con loro...- bisbiglia mentre mi stringe.

Sono a casa. Sono a casa. Anche se non ho più un posto dove andare.

“There is no place like home when you got no place to go.”

_________________________________________________________________________________

Angolo autrice

Buonsalve! Eccomi di nuovo qui, con una delle canzoni più strameravigliose dei Green Day nelle orecchie ^^

Io amo questa canzone, e il testo è così adatto a Shiho *-* E poi lei è anche il mio personaggio preferito u.u

Fa troppo caldo per scrivere qualcosa di sensato, quindi evito di allungare troppo l'angolo autrice per evitare di sparare qualche cassata (sì, siciliana).

Spero che la storia vi sia piaciuta!

Alla prossima,

Ethel