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Autore: Rosie Bongiovi    18/08/2012    8 recensioni
"Abbiamo cinque nomi, rispettivamente di cinque combattenti tenaci, forti, temuti in ogni angolo della terra.
Cinque combattenti le cui imprese verranno narrate per anni, dai vostri figli, nipoti, cani, gatti, topi e pesci rossi.
Jin Kazama. Kazuya Mishima. Heihachi Mishima. Lars Alexandersson. Paul Phoenix.
Ma cos'hanno in comune questi personaggi? Forse dovrete leggere per capire di cosa si tratta".
Una nonsense che più nonsense non si può, scritta da me, Rosie Bongiovi, e da quel genio indiscusso di Orsacchiotta Potta Potta.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heihachi Mishima, Jin Kazama, Kazuya Mishima, Lei Wulong, Paul Phoenix
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Calò il silenzio nel locale.
"E ora.." disse Lars, sospirando.
"Ora.." continuò Jin.
"Tutti dall'estetista di baffi e barba?" propose Heihachi, entusiasta. I rimanenti scossero le spalle.
"Tanto vale. Andiamo!" concluse Kazuya, uscendo, seguito dagli altri.

La lettura potrebbe causare danni permanenti. Nonsense di Rosie Bongiovi e Orsacchiotta Potta Potta.

 

Ora, gente, chiudete gli occhi per un attimo. Aspettate, forse dopo aver letto.

Ricominciamo.

Abbiamo cinque nomi, rispettivamente di cinque combattenti tenaci, forti, temuti in ogni angolo della terra.

Cinque combattenti le cui imprese verranno narrate per anni, dai vostri figli, nipoti, cani, gatti, topi e pesci rossi.

Jin Kazama. Kazuya Mishima. Heihachi Mishima. Lars Alexandersson. Paul Phoenix.

Ma cos'hanno in comune questi personaggi? Forse dovrete leggere per capire di cosa si tratta.

Ebbene, come ci racconta zio Law, tutto iniziò un soleggiato pomeriggio primaverile.

Quattro combattenti, quattro uomini tenaci, quattro lavoratori instancabili ... quattro emeriti imbecilli.

Dunque, quattro, poiché ce n'era uno, uno soltanto, che si avvicinava debolmente alla rara virtù della normalità. Quello era Paul Phoenix, uomo colto, modesto, raffinato ...

Ah, no, scusate, zio Law ha sbagliato protagonista, quello era il Principe Azzurro di Cenerentola, sì, il babbeo che non combina un tubo per tutto il film, che al massimo si limita a raccattare ciabatte di cristallo.

Ebbene, cinque idioti colossali. Un giorno, i cinque si trovarono dal loro parrucchiere preferito... tutto iniziò lì.

Jin si guardò attorno spaesato e non riuscì a trattenere un urlo che anche Maria Callas si sognerebbe. Kazuya, spalancati gli occhi, gli diede un bel ceffone. "Jin, ma quante volte te l'ha detto papà che non bisogna urlare nei negozi?".

Il povero ragazzo si massaggiò la guancia ed arrossì violentemente, poi abbassò lo sguardo e bisbigliò un "Scusa, papi".

"Meglio. Ora, per quale motivo hai strillato come una femminuccia?" chiese l'uomo.

"C'è qualcosa di diverso in questo posto, non trovate?".

"Jin, io non riesco a vedere niente di strano. E' tutto come al solito" replicò Lars, grattandosi la nuca pensieroso. "Ah, forse ho capito. La badante di tuo nonno che frega i bigodini al parrucchiere?". Il giovane Kazama si passò una mano sulla faccia.

"Nonno, quante volte te l'abbiamo detto che devi licenziarla quella lì?". Heihachi sbuffò.

"Lo so, lo so..".

Improvvisamente, una voce forte e chiara s'intromise nella discussione :

"Bigodini, eh? Ma non lo shapete che shono shtati dichiarati illegali dal 1987 ?" esclamò Paul, con la finezza e la discrezione che lo avevano sempre contraddistinto.

"Ecco, ci mancava il motociclista pazzo!" sbuffò Kazuya, alzando gli occhi al cielo.

"Ehi, Fenice, com'è che sei di nuovo ubriaco?" sbottò Heihachi, sfogliando una rivista di Gossip.

"Fenishe, dici? Shuocchezze, nonnino, le fenishi shono ishtinte!" ribatté il biondo, scoppiando a ridere sotto lo sguardo perplesso di Jin.

"Papino, quel signore mi fa paura." si lagnò il giovane Kazama.

"Quante volte ti devo ripetere che il figlio di un Mishima non si fa spaventare da niente e nessuno?" tuonò l'uomo, terminando con un pugno in testa al figlio.

"Ehi, fratellino, hai un ragno sulla spalla." intervenne Lars, candidamente.

Kazuya spiccò un salto talmente alto che andò a sbattere la testa sul soffitto - fortunatamente i suoi capelli attutirono il colpo - mentre Heihachi, che non s'era accorto di nulla, commentava la nuova linea primavera-estate di Gucci.

Jin accennò un colpo di tosse. "Dicevi papà?". Kazuya borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi rivolgere uno sguardo truce verso Lars.

"Aaaah!" urlò questo, andandosi a nascondere dietro la poltrona su cui era seduto Mishima senior. "Papà, Kazuya mi guarda male!". Heihachi, alzati gli occhi verso l'altro figlio, si schiarì la voce e chiuse momentaneamente la rivista.

"Mi avete interrotto durante un articolo su Chanel, non ho parole. Kazuya, oggi niente Power Rangers".

L'uomo sgranò gli occhi e si inginocchiò, portandosi ambedue le mani sotto il mento e sporgendo il labbro inferiore. Le pupille erano ormai diventate lucide e delle lacrime erano pronte a sgorgare e a raggiungere le sue guance.

"T-tu n-non p-puoi farmi q-questo!".

"Ohh, shignor Mishima, io adoooro i Poveri Reggimenti, li guardavo shempre quando i miei capelli erano alti meno di me!" intervenne Paul, per poi annuire con convinzione, manco avesse appena svelato la formula dell'immortalità.

"Te l'abbiamo chiesto, brutto spaventapasseri dai capelli ignobili?" fece Kazuya, cordiale come al solito, rivolto al motociclista.

“Shpaventapasseri? Qui non ci shono shpaventapasseri! Ehi, Kazzuola, secondo te perché li chiamano shpaventapasseri?" ribatté Paul, tranquillissimo.

Jin alzò la mano destra. "Oh, io lo so, io lo so, chiedete a me, chiedete a me!".

"Primo non mi chiamo Kazzuola" tuonò il giovane Mishima, offeso nel profondo. "Secondo: Jin, quante volte ti ho detto di non dare corda agli ubriaconi come 'sto brutto babbione?".

"Scusa, papi ..." mormorò Jin, affranto, e si accomodò accanto alla zio Lars, presissimo dalla millesima puntata dei "Teletubbies", in onda su RaiSfighiz.

"Ehi zietto" disse il giovane Kazama, tentando di richiamare l'attenzione del signor Alexandersson, dandogli pacchette sulla spalla. "Ehi, zio. Zio. Zio. Zio. Zio. Ziooo!".

"Jin! Stai zitto mezzo secondo, santo Paradiso! Non vedi che Lala sta scambiandosi il monopattino con Po? Che cavolo, è una puntata nuova, lasciamela guardare in santa pace!" esclamò, per poi rimettersi il pollice in bocca e riportare lo sguardo su quel televisore.

"No! No, non ci posso credere!" gridò Heihachi, con la sua solita voce possente, in grado di far tremare le vene dei polsi.

"Cosa? Cosa?" domandò Kazuya, mettendosi in posizione d'attacco.

"C'è un furto? Qualcuno ha ucciso qualcun altro?!" esordì Lei, buttando giù la porta del negozio e fissando i presenti. "Oh, c'è un corpo a terra!" esclamò, tirando fuori dalla tasca un gessetto bianco e avvicinandosi a Lars, che era talmente immobile e rapito dalla trasmissione, da sembrare un cadavere.

"Agente, sì che c'è un furto!" strillò il signor Mishima.

"Un secondo solo ed iniziamo con l'interrogatorio" rispose il poliziotto, mentre girava attorno alla figura di Lars. "Et voilà. E' un amore".

"Agente ma.." tentò di dire Jin. "Ha disegnato una casetta e dei fiorellini attorno al corpo". L'uomo in divisa annuì.

"Esattamente. Non le piace, per caso?".

"No no, è bellissimo. Trovo che sia fantastico. Le immagini sono così nitide che sembrano tangibili. L'osservatore si trova di fronte ad una semplicità tale da fargli dire 'Ehi, è proprio un capolavoro'. Temo che solo Van Gogh sia riuscito in un'impresa simile" gli rispose il giovane Kazama.

Lei lo abbracciò, dopo essere scoppiato in lacrime.

"Nessuno mai mi aveva detto una cosa simile, sono commosso!".

"Agente!" tuonò il signor Heihachi. "Le ho detto che c'è stato un furto".

"Ah sì, giusto" esclamò quello, estraendo un taccuino ed avvicinandosi al signor Mishima. "Mi dica tutto".

"Guardi" disse, mostrandogli una pagina della rivista, sulla quale c'era un prezzo esorbitante accanto ad una cintura di Dolce&Gabbana. "Non le pare un furto vero e proprio?".

Il poliziotto squadrò attentamente la pagina della rivista. "Per mille piatti di noodles, ma è una vera e proprio MAFIA!" tuonò, scribacchiando tutto sul taccuino.

"Mafia? Cosa? Qualcuno mi sta facendo concorrenza?" gridò Kazuya, iniziando a caricare elettricità sulle braccia.

Paul scoppiò a ridere "Hehehe, cosha shtai fashendo, Kazzuola, cerchi di diventare un ripetitore di shegnali radio, mica?".

“E da quando esprime concetti tanto intelligenti ?" domandò Jin, stupito.

“Credo sia l'effetto dell'alcool." spiegò il padre.

Improvvisamente, Lars si rianimò "Vi dispiacerebbe stare zitti ? Portate un po' rispetto per Dipsy: sta facendo una cosa fe-no-me-na-le!".

"Mette fine alla sua inutile vita, facendo un favore al mondo?" tentò Heihachi, speranzoso.

"Ma no, si mette a ballare il Cha Cha Cha!" protestò, indignato, per poi iniziare ad imitare l'idolo nel ballo.

"Ehi, Kazzuola, shecondo te perché lo chiamano Scha Scha Scha ?" intervenne Paul, grattandosi la nuca.

Kazuya assunse un'espressione pensierosa.

"Non lo so, spaventapasseri. E' come se io chiedessi per quale motivo la 'talassoterapia' si chiama 'talassoterapia', no?".

"A dire il vero!" esclamò Lei, tirando fuori un dizionario di greco dalla tasca dei pantaloni. "Deriva dal greco, poiché thalassa, significa "mare". E la talassoterapia ha proprio a che fare con l'acqua marina, no?". Paul cominciò ad applaudire e a fischiare.

"Ma..". Heihachi si alzò, gettando dietro di sé la rivista. "Dove hai preso quei pantaloni, Lei? Insomma, delle tasche simili sono a dir poco ge-nia-li!". Ci mancava solo che le sue iridi prendessero la forma di due cuori.

"Modestamente" iniziò il poliziotto, accarezzandosi i lunghi capelli neri e setosi. “Questi sono pantaloni cuciti a mano dalla mia nonnina cinese, esclusivi!".

"Uh, che bella cosa." si esaltò Lars. "Anche io voglio avere tante tasche, come i Teletubbies! E un monopattino tutto per me !"

“Papiiii, Lars non mi vuole prestare il suo monopattino immaginarioooo!" si lamentò Kazuya, sbattendo le palpebre.

"Alt, alt, non si possono possedere monopattini immaginari senza l'apposita patente immaginaria, è contro la legge!" intervenne il poliziotto, sfoderando il suo distintivo.

"Legge? Mai shentita ... che parola shtrana!" esclamò Paul, felice ed orgoglioso di aver appreso una nuova, difficile parola.

"E come facciamo ad avere la patente, agente?!" chiesero in coro Kazuya e Lars.

"Eh, l'esame è molto difficile. Praticamente dovete dire.. Trentatré trentini tutti e trentatré trotterellarono giù per la montagna di Trento e trotterellando.. E.. Un attimo, non me la ricordo. Vabbè, ma superato questa prova, c'è la seconda! Consiste nel saltare su un piede solo e cantare un pezzo degli Iron Maiden. Ah, dimenticavo..". Lei, per creare la giusta atmosfera di suspense, estrasse, sempre dalla tasca dei pantaloni, uno stereo. Premette il pulsante per far partire il disco che c'era all'interno, e si scatenò una terribile risata sadica: quella di Brian Fury. Passati tre interminabili secondi, spense il lettore e proseguì. "Poi dovete attraversare a nuoto una vasca di coccodrilli".

"Un momento, non mi spiego una cosa" intervenne Kazuya, un po' spaesato.

"Mi dica".

"Per quale motivo bisogna saper dire quello scioglilingua per ottenere la patente? E' inutile!".

"Ah beh, invece serve saper attraversare a nuoto una vasca di coccodrilli" aggiunse Jin, con le sopracciglia arcuate.

"Vedi che fai sempre osservazioni inopportune?" esclamò il padre, alzandosi e dandogli un altro ceffone. "Cosa fai se cadi da una rupe - e il nonno sai che lancia spesso persone da un burrone - e ti ritrovi in un fiume pieno di coccodrilli ed il tuo monopattino immaginario, eh? Me lo dici??".

"Ma è ovvio" fece Heihachi, rispondendo alla domanda del figlio. "Usi il monopattino immaginario per accoppare un coccodrillo e ti procuri una borsetta in pelle di coccodrillo fashionissima, e gratis, per di più!".

"Mi spiace, nonnino, ma cacciare coccodrilli è stato dichiarato illegale dal millenovecentoequalchecosa. In fondo, non interessa a nessuno la vera data, no?" fece Lei, candidamente.

“Hehehe, chisshà come mai tutte queshte coshe shono diventate illegali!" esclamò Paul, sbellicandosi dalle risate. "Prima i bigodini, poi i coccodrilli, in che razza di mondo shiamo finiti?".

"Vi prego, un po' di creanza" sibilò Lars, dopo aver ammirato il capolavoro del poliziotto. "Iniziano i Barbapapà, ho bisogno di silenzio assoluto!".

"Ehi, papi, perché li chiamano "Barbapapà" e non "Barbamammà", secondo te?" azzardò Jin, ricevendo l'ennesimo scappellotto.

"Mi sa che a forza di essere preso a botte ti stia rimbecillendo di brutto, Jin!" tuonò Kazuya "E' OVVIO : quante mamme con la barba conosci?".

"Donna barbuta, sempre piaciuta" protestò il poliziotto, debolmente.

"Huhahah, io adoro lo pollashtre con la barba." ghignò Paul, completamente partito.

"Tra l'altro" aggiunse Heihachi. "Hanno aperto un nuovo centro estetico in centro, dovrebbe essere favoloso. Fanno la ceretta per barba e baffi, dovremmo provare!".

"Nonno, tu sei l'unico che ha i baffi. Qui tutti i nostri faccini sono privi di peli e candidi come il culetto di adorabili neonati" replicò Jin, gonfiando il petto d'orgoglio. Ah no, come non detto, doveva solo digerire.

"Neonati? Com'è che oggi shcopro l'esishtenza di parole coshì shtrane?" biascicò Paul, arcuando le sopracciglia e squadrando il giovane Kazama.

"Spaventapasseri, guarda che sei stato un neonato anche tu" disse Kazuya, che ormai aveva detto addio alla sua pazienza e l'aveva rimpiazzata con una bella dose di depressione.

"Kazzuola, ma che vai dicendo? I neonati shi sharanno ishtinti come le fenischi o sharanno illegali come i bigodini, giusto, agente?" chiese rivolto al poliziotto, guardandolo con aria sognante. Non perché fosse improvvisamente rimasto abbagliato dalla bellezza dell'uomo dai lunghi capelli invidiati persino da Rapunzel, ma perché cominciava a non capire più nulla e Morfeo lo stava trascinando via con sé.

Oddio, non che di solito ci capisse qualcosa..

"Ahimè, un sacco di cose sono estinte, al giorno d'oggi" spiegò Lei, portandosi una mano sul petto e scuotendo il capo, addolorato. "Non solo i neonati e le fenici…".

"Ma anche i saldi!" esplose Heihachi, indignato, mentre cambiava canale e si immergeva nel Media Shopping. "Guardate qua, ABRocket alla bellezza di 99 euro! Non serve ad una mazza, quell'aggeggio, eppure continua ad essere venduto!".

"Papà, uffa, adesso non saprò mai se Barbabarba ha vinto la partita a dama contro Barbabella!" piagnucolò lo svedese, affranto.

"Prova a chiedere su Media Shopping." propose Kazuya, sarcastico, ordinando quattro Martini ad un cameriere che passava di lì.

Paul sghignazzò, pronto a partire per il mondo dei sogni. "Media Shopping, che brutto canale! E' lì che hai comprato il Gene del Pollo Violashtro, eh, Kazzuola?".

E, mentre il diretto interessato lo mandava a quel paese, Heihachi sbottò, indignato. "Porta rispetto per il Gene Demoniaco che scorre nel sangue dei Mishima!".

"Ma nonno, tu sei l'unico sfigato della combriccola non può trasformarsi in Devil." protestò Jin, educatamente, ricevendo l'ennesimo ceffone.

"Jin, come ti permetti? Parlare così a tuo nonno? Guarda che..".

"Oh no, adesso lo dice.." bisbigliò Lars, mettendosi una mano sulla fronte.

"Tanto lo sappiamo che non cambia mai minaccia.." mormorò Kazuya, sospirando.

"Guarda che ti butto giù da un burrone, eh?!" tuonò Heihachi, mentre Lars e Kazuya si scambiavano uno sguardo complice.

"Lo sapevo" commentarono all'unisono.

"Che volete dire?" chiese poi il vecchio Mishima, incenerendo con lo sguardo i due figli.

"Pà, guarda che non riesci ad essere minaccioso con le mollette di Hello Kitty e l'asciugamano rosa sulle spalle" gli fece notare Kazuya, tentando di smorzare una risata divertita.

"Oh, adesso ti faccio vedere io chi è minaccioso!" strillò, togliendosi delicatamente le mollette dai capelli e scagliandosi contro i due, mentre Paul urlava: "Rissha, rissha, rissha!".

“Oh, un momento, le risse sono illegali dal 1968!" esclamò Lei, per poi essere trascinato nello scontro.

"STOOOOOOOOOOOOOOOP!" urlò un uomo, comparendo nella stanza. L'allegra famigliola si bloccò immediatamente, guardando la persona che era appena entrata. Questa guardò con fare disgustato la porta rotta, il pavimento pieno di gesso e tutte le riviste di gossip rovinate. "Posso sapere cosa sta succedendo??!" chiese poi, mettendosi le mani sui fianchi.

"Uhm, salve, dr. Bosconovitch!" fece Lars, cercando di ritrovare un contegno. Si avvicinò a Lei, frugò in una delle innumerevoli tasche ed estrasse una bomboletta gel, che si spruzzò sui capelli biondi. Sempre dalle tasche, estrasse una boccetta di profumo, 'Caliente come un calorifero', e se ne spruzzò un po' in bocca. Sempre dalle tasche dei pantaloni dell'agente, estrasse uno smoking argentato. Frugando ancora, ne uscì una cabina completa di specchio a forma di cuore e di tendina firmata da Pingu in persona. "Faccio in un attimo", annunciò, e sparì dentro la cabina.

"Ammettilo, spaventapasseri: hai fatto bere della birra a mio fratello!" gridò Kazuya, prossimo alla pazzia.

"Birra? Dove? Datemi la birra, DATEMI LA BIRRA!!!" starnazzò Paul. Lei mise una mano nell'ennesima tasca e ne estrasse un boccale pieno di birra Moretti.

"Toh, non dovrei dartela perché è ILLEGALE e sei già messo malaccio di tuo, ma se muori per carenza di alcolici va a finire che mi denunciano per omicidio premeditato".

"Non ho capito una parola ma grashie lo shtesso, sbirro!" esultò Paul, alzando il bicchiere e brindando alla propria salute. Era sempre stato estremamente altruista, già.

Quando Lars tornò lindo e pinto, Heihachi domandò, stupefatto "Ehi, ma che diavolo fai tutto tirato a lucido?".

"Hahaha, "diavolo" ... Divertente, nonno, stai migliorando a battute" si complimentò Jin, applaudendo. Se non ricevette il millesimo sberlone fu solo grazie allo zio, che si affrettò a spiegare: "Ma no, niente di che, nel caso passasse per di qui Alisa …".

"Le pupille a cuoricino di Cupido non sono un buon segno." considerò Lei, che si concesse una birra, nonostante la legge. "Comunque, dottore, non ci ha ancora detto cosa ci fa qui!".

Il dottore li guardò, indignato.

"Ma come che ci faccio qui! Io sono il proprietario di questo negozio! Voi venite a farvi fare i capelli da anni, ormai! D'altronde, sono l'unico nel quartiere che sa pettinarveli sfidando le leggi di gravità, no?". I sei si lanciarono occhiate confuse.

"Ma.. Lei non lo sa che è ILLEGALE sfidare le leggi di gravità??" saltò su Lei, estraendo il distintivo e rimettendoselo nelle tasche, progettate da Mary Poppins in persona. "Dottore, lei è in arresto per aver infranto la legge gravitazionale!" annunciò, mettendogli le manette ai polsi e trascinandolo fuori dal negozio.

Calò il silenzio nel locale.

"E ora.." disse Lars, sospirando.

"Ora.." continuò Jin.

"Tutti dall'estetista di baffi e barba?" propose Heihachi, entusiasta. I rimanenti scossero le spalle.

"Tanto vale. Andiamo!" concluse Kazuya, uscendo, seguito dagli altri.

 


Note delle autrici:

- Orsacchiotta Potta Potta -

Che dire, sono emozionata, raga *^* Perchè è il mio primo esperimento "in coppia", diciamo, e devo dire che ne sono soddisfatta! Il merito è di Rosita, cicci belli, perchè tutto è partito dalla sua testa tanto geniale quanto pazza - cosa che ci accomuna con mooolto love - e per questo la ringrazio con tutto il cuore. Grazie, davvero ç___ç *abbraccia Rosie* Senza di lei, non mi sarei mai buttata in un nonsense del genere, ma è stato FANTASTICO ! *3*"

Grazie cara <3


- Rosie Bongiovi -

Non so se ne uscirete vivi, ma io e Giulia siamo veramente fiere di questa pagina demenziale, scritta di getto su Skype. Tra l'altro, oltre l'amore per Tekken, a quanto pare entrambe necessiteremmo di fare un salto in un manicomio, ma vabbè, ci piace pensare che non sia così u.u 

Non posso fare altro che ringraziarla per aver accettato di scrivere questa nonsense con me e ringraziare anche voi, che leggerete e che, magari, recensirete la nostra follia!


Due bacioni,

da Rosie e Potta.

 

  
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