L’ultima estate& la nostra vita..
Ormai sono passati due anni, chissà se sarà ancora lì ad aspettarmi, chissà se è cambiata, chissà se mi riconoscerà, chissà se ha risolto i suoi problemi e chissà se avrà trovato un altro al posto mio … Queste le mie domande per l’unica, l’unica Amica, che mi ha sempre capito e aiutato, anche se lasciandola nel suo periodo più oscuro non posso giudicarmi un ottimo AMICO!. Scesi dal treno e presi un taxi diretto all’ospedale per raggiungere il motivo che mi trascinava di nuovo qui . .. MIA MADRE . . .
Ormai erano 2 anni che beveva, 2 anni pesanti, che mi hanno costretto a trasferirmi da . . . MIO PADRE . ora la sua situazione stava peggiorando, il Dott. Meson, che per me era come un secondo padre, anzi il primo, anche se non biologico, mi aveva contattato a New York, circa una settimana fa, raccontandomi che era stata trasportata di urgenza all’ospedale a causa dell’overdose procurata da varie sostanze e alcool. L’alcool, quasi mi mancava quella parola che conoscevo dalla nascita.
La vita di mia madre non e mai stata facile, il padre morto in guerra e la madre morta il giorno della sua nascita è cresciuta dagli zii a Urbino frequenta le lezioni ed entrando non so in quale gruppo inizia a bere e a trovare conforto in alcune sostanze. Mio padre la conosciuta all’età di 18 anni e di certo la sua vita non è stata molto difficile, poiché viveva tra il lusso e una famiglia molto unita . Quando i due si misero insieme mamma, finì di bere e lui, di andare con altre ameno per 7 o 8 anni poi cominciò a farsi la donna delle pulizie e l’amante (la segretaria ) dopo il lavoro. Cosi mamma ci ricasco in pieno lasciandomi mia sorella Milly di soli 3 anni da crescere, Almeno fino ai suoi 10 anni dove ha deciso di seguire il padre a New York.
-Mi scusi signorina, mi potrebbe dire la camera 23, dove si trova?
- è in fondo al corridoio
-Molto gentile, grazie
L’odore dell’ospedale non è dei migliori e soprattutto non è un posto molto allegro, i muri erano bianchi, almeno una volta, ora sono ricoperti da una patina giallognola e un po’ di umidità a creato agli angoli un po’ di muffa … Entro nella camera e la vedo li, ancora una volta immobile.
Chris? Sei tu?
-Si, mamma, rispondo anche senza voglia.
Apre gli occhi è mi fissa, i miei riflettono i suoi azzurri, che diventavano sempre più lucidi..
Chris, quando mi sei mancato! si cerco di alzare ma fu inutile, i fili della flebo e il suo fisico non glielo permettevano.
-Non alzarti! Non vedi che sei debole?!
Mi chinai e le diedi un bacio sulla guancia sinistra e una stretta alla mano destra, con delicatezza, perché troppo fragile era il suo corpo per subire anche l’abbraccio più delicato.
Alle mie spalle la porta si aprì e né usci il Dott. Mason che appena mi vide, mi abbraccio e poi mi diede un piccolo scossone, come per riportarmi alla realtà.
-Oh! Figliolo! Quando mi sei mancato! Non vedevo l’ora di vederti! Da quando tempo, che saranno . . . mm!.. poggiandosi la mano sul mento e ticchettando con il dito, 4?
-2
-Ah! Davvero? Sembravano di più, disse sbattendo le mani in un tonfo rumorosissimo
-Comunque, passiamo a cose più serie,disse tirandomi in un posto più riservato, le condizioni di tua madre sono stabili anche se il suo uso di droghe è aumentato, soprattutto dopo la tua partenza (COLPITO)..
-Cosa mi consigli?
-Per ora la teniamo sotto osservazione, sai potrebbe avere una crisi di astinenza poi vedremmo di..
La sua faccia si fece più seria e preoccupata,
-E poi vedremmo se è il caso di portarla in un centro di disintossicazione.
La notizia non mi provoco nessuna reazione, ormai ero abituato, un colpo in più non mi avrebbe ucciso.
Lei.par.
I compiti erano finalmente finiti, quelli di scuola, ma la cena era ancora da preparare. Mamma era uscita e Allys, mia sorella, era a un appuntamento con il suo nuovo ragazzo, di cui non sapevo ancora il nome, ma una cosa la sapevo, lo faceva per ingelosire Alex, che amava da quando aveva solo 7 anni, ma lui la evitava!! Dice che lei e come una sorella e quindi tra sorella e fratello non ci può essere niente! Questo rende Allys vendicativa e cattiva cosi da architettare uno dei suoi piani malefici.
Scesi le scale e iniziai a pelare le patate, pensando che forse Sam aveva appena finito il turno e stava tornando a casa, chissà se vuole cenare con noi? lasciai le patate ma appena varcai la soglia della cucina mia mamma gridò e mi dette delle buste pesanti che dovetti correre e appoggiarle al tavolo per non far cadere le uova e il resto. Lasciai mamma all’ingresso e Sali in camera mia e chiamai Sam, era irraggiungibile, cosi lasciai stare tanto l’avrei dovuto vedere dopo mangiato.
Arrivata nell’ingresso, andai in cucina e continuai a pelare le patate.
Amy, dove sei?
-in cucina, sto preparando la cena.
Arrivò in cucina è si appoggiò al lavabo della cucina sorridendomi, il suo volto era migliorato, il labbro era meno gonfio, l’occhio era più aperto e il livido sulla guancia meno visibile, ogni volta che la guardo inizio a provare un odio profondo verso quell’essere che non poteva essere definito uomo e tanto meno padre.
I miei non erano la tipica coppia innamorata, ma quella che si forma per interesse, i genitori di lei volevano un po’ della ricchezza di lui, quindi quale altro modo se no un matrimonio combinato?, lei comunque si era innamorata e sperava che anche lui cedesse al matrimonio e al suo amore, in realtà, lui non l’accetto mai. La picchiava con tutta la rabbia che provava per quella decisione che lui non aveva potuto cambiare, poi tocco a noi, due femmine non potevano dare vita a un maschio e lui da quel matrimonio obbligato si aspettava almeno quello, forse come riconoscenza del suo sacrificio, ma con l’arrivo di Allys e i problemi del parto mamma non poté avere più figli e cosi quell’odio cresceva.
I miei pensieri d’odio furono interrotti da una goccia di olio bollente sulla mano.
-Cazzo! Che male!
Lasciai la spatola per girare gli hamburger cadere nel lavandino e aprì l’acqua fredda per evitare che rimanesse qualche segno.
-Amy! Cosa?
-niente mamma ! solo un piccolo incidente (uno dei tanti!), misi il broncio, ero cosi distratta che tutto il mio corpo era coperto di segni, guardai la mano poi lei si avvicinò e sorrise, forse per la mia espressione da bambina.
-Niente di ché! Se vuoi, ti do un bacino?
Dopo questa frase si mise a ridere sempre di più, poi spostò gli occhi sul frigo, dove C'era l’ultima foto del marito.
-ah! Tesoro mio, come vorrei cambiare il passato e ridarti quello che avresti voluto, senza vedere cose, che una bambina non deve né vedere né subire, io.
I suoi occhi uguali ai miei si stavano rabbuiando, quindi spensi il gas e l'abbracciai e sorridendo.
-Mamma basta con il passato! L’importante è il futuro e quello nessuno può portarcelo via!
Per una volta la mia forza aveva dato dei risultati ottimi, con mio stupore, riuscì a toglierli un po’ di quel velo scuro dagli occhi, poi lei sobbalzo e disse velocemente.
-Stasera abbiamo un OSPITE!