TORNERO’ AD AMARE
Guardo il cielo.
C’è la luna questa sera.
La luna piena.
Ti è sempre piaciuta la luna
piena.
Ed è stato proprio sotto una luna come questa, che ci
siamo conosciuti.
Ed è sempre sotto questa luna, che ci siamo rivisti,
molto tempo dopo.
Me lo
ricordo bene.
Come potrei dimenticarlo.
Come potrei dimenticarti.
Eri bellissima: ti stagliavi
immobile nel riflesso della luna, i tuoi lunghi capelli argentati mossi dal
vento.
I tuoi occhi azzurri, color
del ghiaccio, esprimevano tutto il tuo disprezzo mentre
mi guardavi.
Eri l’unica che aveva il
coraggio di affrontarmi.
Eri l’unica a dirmi ciò che
pensavi senza paura.
Eri l’unica che osava
insultarmi.
Forse perché anche tu eri una
principessa.
Forse, perché eri un lupo
artico, come mia madre.
Forse perché ci conoscevamo
da sempre.
O più semplicemente, perché era il tuo carattere.
Già, eri davvero cocciuta.
Cocciuta e testarda.
Ricordo che quella sera mi insultasti,
calma e sprezzante,
come nessuno aveva mai osato fare.
Mi disprezzavi.
Forse, perché non ero poi così
diverso da te.
Eravamo simili in tutto.
Solo dall’aspetto si capiva
che avevamo molte cose in comune.
Entrambi con i capelli
argentati, la pelle chiara,
ed entrambi, con una luna blu sulla fronte.
L’unica differenza erano i nostri occhi.
I tuoi, color del ghiaccio, i miei, ambrati.
Eri davvero bellissima.
Quando ti rividi in seguito,
cavalcando velocemente il tuo cavallo bianco,
pensai che un angelo fosse sceso sulla terra.
Quando mi parlasti, fredda e insensibile, cambiai idea.
Ma era così che ti dovevi mostrare, vero amore mio?
Fredda e dura.
In fondo, eri il comandante
dell’esercito.
Del mio esercito.
Tu, la donna più bella e
irraggiungibile del mondo,
a capo dell’esercito dei cani.
Eri davvero incredibile.
Ti ho sempre ammirato.
Anche se all’inizio,
non sopportavo la tua arroganza.
Io, il principe dei demoni,
insultato ed umiliato da una donna.
Conoscendoti però, scoprii
che era tutta solo apparenza.
In realtà, tu eri dolce e
sensibile,
simpatica e solare.
Ricordo ancora la prima volta
che ti sentii ridere:
sembrava il canto di un usignolo.
Provavi subito qualcosa per
te,
ma non lo capii subito.
Iniziammo però ad andare
sempre più d’accordo.
Litigavamo certo,
ma la tua presenza era importate per me.
Ti credevo imbattibile,
impossibile da scalfire.
Rimasi quindi sconvolto quando, quella sera,
entrasti in camera mia
e ti buttasti fra le mie braccia piangendo.
Tremavi e singhiozzavi,
non ti avevo mia vista così fragile e vulnerabile.
Provai subito l’impulso di
proteggerti, e ti abbracciai.
Tuo padre sarebbe arrivato
presto, per riportarti a casa.
Avrei fatto di tutto per
proteggerti.
E così feci.
Quando lui provò a portarti
via, io mi intromisi.
Ti tenni stretta a me:
ero disposto a battermi contro di lui pur di averti al
mio fianco.
Non successe niente,
ma tu rimasi con me.
Quella notte,
tornasti nella mia camera,
e fu la notte più bella di tutta la mia vita.
Accanto a te,
scoprii cosa voleva dire amare,
cos’era la felicità.
Ci sposammo dopo poco tempo,
e all’inizio fummo felici.
Amore mio, non sai quanto mi manchi….
In quegli anni vissuti
insieme,
il ghiaccio che attanagliava il mio cuore si sciolse.
Imparai a sorridere
e a godermi la vita.
Ti amavo così
tanto…..
Ma sottovalutai tuo padre.
Era un uomo molto potente,
e noi ci eravamo messi sulla sua strada.
Quando tu partisti,
io non mi preoccupai.
Eri il comandante
dell’esercito,
(sebbene fossi mia moglie non avevi rinunciato ad esserlo)
e ti capitava spesso di andare in giro per controllare
che tutto fosse in ordine.
Ci salutammo con un bacio.
Non sapevo che sarebbe stato
l’ultimo.
Dopo qualche giorno mi arrivò la voce
di un attacco al nostro esercito
da parte di un demone potentissimo.
Avevo una strana sensazione.
Quando ti raggiunsi, era ormai troppo tardi.
I soldati erano stati tutti
uccisi.
E tu…….
Ti vidi e il mio cuore si
frantumò.
Eri immobile, un taglio
profondo al torace.
I tuoi capelli argentati
danzavano nel vento,
ed i tuoi occhi chiusi per l’eternità.
Quando mia avvicinai, vidi la tua spada spezzata.
Come al
solito, avevi combattuto fino alla fine.
Strinsi dolcemente il tuo
corpo fra le braccia.
Eri fredda, terribilmente fredda.
Ti riportai a casa,
e ti posai sotto un albero del giardino di casa.
La nostra casa.
Eri bellissima,
nella morte come in vita.
E lo saresti sempre stata per me.
Quando ti
seppellii,
il mio cuore morì con te.
Non ho mai voluto nessun’altra al tuo posto.
Nessun’altra con cui passare i lunghi anni che ancora mi
restano.
Nessun’altra, avrebbe mai potuto prendere
il tuo posto.
Rin mi chiama piano.
Ti sarebbe piaciuta amore
mio.
Questa piccola e tenera
bambina, ti sarebbe piaciuta.
Forse è per
questo che l’ho salvata.
Ho fatto ciò che avresti fatto tu tesoro.
Spero che tu sia fiera di me.
Sto cercando di continuare a
vivere,
ma è dura.
Tremendamente dura.
Mi manchi, mi manchi terribilmente.
Mi incammino con Rin al mio seguito.
Io ci sto provando, amore
mio,
ma la mia vita senza di te è senza senso.
Da quando non ci sei più,
ho smesso di sorridere.
Il mio cuore è tornato di
ghiaccio.
Ma ora, nessuno potrà più scioglierlo.
Almeno, non fino a quando non
ti rincontrerò.
E ciò succederà, amore mio.
Magari ci vorrà molto tempo,
ma noi ci rincontreremo,
e allora nessuno ci dividerà mai più.
Aspetterò che quel momento giunga.
Crescerò questa bambina come
se fosse nostra figlia.
E quando ci rivedremo,
sarai fiera di tuo marito.
Sì, amore mio, aspettami,
perché io ti ritroverò.
Ti ritroverò, e allora,
il mio cuore potrà di nuovo amare.
Sotto questa luna,
sotto questo cielo,
io e te,
di nuovo insieme,
potremo tornare ad amare.
____________________________________________
Salve! Ho deciso di scrivere questa one-shot per provare a capire perché Sesshomaru si comporta
così.
Perché è così freddo e insensibile.
Io sono convinta che lui
possa amare e che provi dei sentimenti.
Solo che deve essergli
successo qualcosa di terribile nel passato.
Questo è il mio parere, e la mia ff.
Spero che
vi sia piaciuta. Ditemi che ne pensate!