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Autore: Kurita    19/08/2012    1 recensioni
Premessa: Questa fic è stata scritta per ringraziare una persona importante per me, che mi è sempre stato accanto nei momenti difficili. Spero vi piaccia. Buona lettura a tutti. :D
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di uno sconosciuto
 

Tutto ebbe inizio una notte come tutte le altre. Una notte che profumava di dolcezza e serenità.
Assaporavo la tranquillità di quel posto, mi faceva stare relativamente bene. Avrei preferito vivere li nel buio della notte all’ombra di tutti e di tutto. Le lacrime iniziavano a  scorrere incontrollate sulle mie gote come acqua da un ruscello. Un pianto che non riuscivo a fermare neanche volendo. Era diventato tutto così difficile, più crescevo più tutto diventava complicato da sostenere. Mi inginocchiai sulla sabbia guardando il vuoto. Volevo restare li. Io e il mare, con l’acqua che mi bagnava le ginocchia. Uscii il mio diario dalla tasca della giacca. Iniziai a scrivere e gettarvi all’interno tutta la rabbia che avevo in corpo. Rabbia che non riuscivo più a contenere. L’inchiostro della penna lasciava una scia indelebile come sangue sulla pelle. Le lacrime cadevano sul diario bagnando ogni singola parola come se da quelle parole dovessero crescere frasi piene di odio e rancore verso di loro tanto da avvinghiarli come un serpente fa con la sua preda.
Calai la testa sulla sabbia. Rialzandola vidi ciò di cui veramente avevo bisogno…
Tornai a casa con gli occhi gonfi e il naso rosso mi coprii il naso con la sciarpa, non volevo vedere la loro soddisfazione a vedermi star male. Feci un cenno con la testa ai miei e salii in camera mia. Continuai a scrivere il mio diario.
Per tutto il resto della notte restai sveglia pensando allo schifo in cui vivevo.
Non ero in programma mi dissero il giorno del mio compleanno. Una frase che non scorderò mai e poi mai e che porterò dentro di me con disprezzo pronta a riutilizzarla se servisse. Mio fratello trattato con rispetto e amore era libero di poter andar a femmine e rubare. Io ero la pecora nera non in programma, venuta per sbaglio, per errore. Non mi stupì più di tanto una frase di questo tipo. Avevo già capito di essere un’ errore un peso in più da sopportare. Ed ecco per questo che decisi di fare le valigie e fuggire lontano, magari avrei trovato qualcuno che mi amasse davvero, che mi accettasse, che sapesse cogliere i lati positivi di me e credetemi ve ne sono molti anche se forse nessuno se ne rese conto.
Con gli occhi gonfi di lacrime scesi le scale di corsa, a tarda notte, mi voltai indietro per guardare un’ultima volta il mio nido, il posto in cui ero nata, trattenendo le lacrime uscii chiudendo la porta alle mie spalle. Fu l’ultima volta che la vidi.
Mi rifugiai inizialmente in un piccolo casolare vicino la spiaggia dormendo su di essa. Amavo l’odore che emanava, un odore di salsedine che non scorderò mai. Mi addormentai con il sorriso sulle labbra, contenta di non essere più giudicata per ciò che facevo che dicevo o che guardavo, mi sentivo libera di respirare senza essere osservata.
Il giorno successivo il sole mi guardò alle prime ore del mattino, era così bello e caldo, un calore che non avevo sentito mai che mi avvolse in un abbraccio.
Feci una passeggiata in riva pensando se qualcuno mi stesse cercando, forse mi ritenevo ingenua ma ci speravo almeno un pò.
In fondo notai un gruppo di persone che ridevano fra loro. Sorrisi. Le loro risate erano così sane e giovani che mi sentivo un’estranea al mondo, quando sentii sulle mie spalla una mano posarsi delicatamente, mi voltai di scatto, spaventata. Era un ragazzo  con un grosso sorriso stampato in volto. Mi chiese se andava tutto ok. Senza nemmeno accorgermene mi vidi inginocchiata in riva con l’acqua che mi aveva bagnato sino lo stomaco. Ero troppo immersa nei miei pensieri da non accorgermi che le mia gambe avevano ceduto. Mi aiutò a rialzarmi. Era molto gentile e disponibile. Si presentò, gli occhi gli brillavano erano di un blu intenso, rischiai quasi di affogarvi. Si chiamava Rob.
Parlammo a lungo. Mi fece ridere di gusto era molto scherzoso. Per la prima volta stetti veramente bene. Mi sentivo presa in considerazione, trattata da persona.
Erano i suoi occhi a parlare. Sinceri, innocenti, giovani. Senza saperne il motivo sentivo di provare affetto. Forse affrettato ma sentivo che mi faceva stare molto bene. I cattivi pensieri svanivano come nuvole spezzate dai raggi del sole.
Camminando mi fece molte domande. Mi sfogai non saprei spiegarlo con certezza ma mi fidavo come se già lo conoscessi da anni. Mi sentivo parecchio impacciata quando mi guardava ma mi sentivo al centro dell’attenzione con lui. Fu il primo giorno della mia vita in cui risi così tanto da avere i crampi allo stomaco. Mi ero dimenticata completamente chi fossi. La mia vita iniziò quel giorno accanto a lui…
 

 
 
 
Note dell’autrice:
Questa Fan Fiction è stata scritta per ringraziare una persona in particolare a cui devo molto. Spero vi piaccia è stata scritta davvero con sentimento. Sono questi i momenti in cui mi viene voglia di scrivere.
Michele ti amo <3  *3*
Buona lettura :D

 
  
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