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Autore: piercethebony    19/08/2012    2 recensioni
La nascita delle mie bambine.
Oddio che giorno che è stato. Ricordo che ero su quelle sedie della sala di aspetto dell’ospedale ed ero nervosissimo. Sentivo che per una volta, una cosa della mia vita stava andando nel verso giusto. Avrei avuto le mie bambine, le mie due donne che non mi avrebbero mai abbandonato. Tu eri lì seduto vicino a me Gee. Mi dicevi di stare tranquillo, che sarebbe andato tutto bene. E poi mi ricordavo che non ci saresti stato tu a crescere con me le gemelle. E il mondo mi è crollato addosso. Mi ero creato una bella illusione preso dalla felicità del momento.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIES


“Se ami qualcuno lo devi lasciare libero o devi lottare fino alla fine per quella persona?”
Ho questa domanda in testa da quando mi hai detto che avevi conosciuto una ragazza. Mi hai iniziato a parlare di lei. Mi hai detto che era la bassista di un gruppo di cui nemmeno ricordo il nome, che anche lei era laureata in belle arti e che secondo te era molto bella e che ti stavi innamorando di lei.
Io in quel momento stavo fumando e quando ho capito quello che mi stavi dicendo, per la prima volta in vita mia non ho voluto sentire mai più il sapore di una sigaretta, volevo solo scappare via e piangere. Mi sono voltato verso di te, ho fatto un sorriso –finto- e poi sono scappato via. Dopo non so quanto tempo mi sono ritrovato a casa e piangevo, piangevo fottutamente. Per la prima volta quel giorno mi sono sentito sbagliato. Perché lei era un’artista come te, era bassista figa che non aveva paura di far vedere quello che era e perché era donna. Era perfetta per te e io ero sbagliato. Però non c’era nessuno quando la notte venivi da me piangendo perché ti sentivi solo, perché pensavi che la tua vita fosse tutto un grandissimo sbaglio. Non c’era nessuno quando ti ho trovato in bagno con una bottiglia di vodka nella mano sinistra e una lametta nella destra.
Però forse per te in quel momento non contavano quelle cose, perché lei era bella, perché lei era un’artista e una bassista figa.
Io ero e sono un povero chitarrista sfigato che non sa qual è la cosa giusta da fare.
Quindi per questa volta ti lascio libero.


E’ arrivato il giorno del tuo matrimonio. Quella domanda ancora ce l’ho in testa, ma ancora non ho avuto il coraggio di fare niente e adesso è troppo tardi. Specialmente adesso. Io, Mik e Ray siamo i tuoi testimoni, però io non ho il coraggio di venire da te a vedere quanto sei nervoso, ma allo stesso tempo felice. Non ho il coraggio di venire lì e vedere quanto sei bello. Così ho aspettato in chiesa il momento in cui il mio piccolo cuore di essere umano sarebbe morto. E ricordo ancora bene quando Lindsay entrò in chiesa. Avevi ragione, era bellissima,  ma io in quel momento volevo solo ucciderla e piangere fino a morire. Non so nemmeno come ho fatto a non scappare da quella chiesa e a stamparmi un finto sorriso tutto il giorno. So solo che il giorno dopo ne avevo pagato tutte le conseguenze.
Lei è quella giusta.
Io sono quello sbagliato.
E anche questa volta ti lascio libero.


Questo, invece, era il giorno in cui ho fatto il più grande errore della mia vita. Stavo per sposare Jamia. Sinceramente non ricordo perché l’ho fatto, credo che mi ero detto che meritavo anche io una vita con una persona che mi avrebbe amato e lei in quel momento mi sembrava l’unica. Quindi ero lì, mi stavo per sposare e avevo ancora in testa quella domanda. A interrompere il mio flusso di coscienza sei stato tu. Mi avevi fatto un grande sorriso e poi mi avevi abbracciato. Mi sentivo uno schifo, sentivo che stavo facendo la scelta sbagliata. Dopotutto, tutto nella mia vita era sbagliato. Mi venne in mente quando eravamo in quella stanza d’hotel schifosa e tu mi abbracciasti dicendomi che era merito mio se stavi meglio. Mi stava scendendo una lacrima tu l’avevi vista e pensavi che fosse una lacrima di commozione da pre-matrimonio. E io stavo morendo ancora. Mi sposai con in faccia un altro sorriso finto. Ricordo che ero in viaggio di nozze e alla radio facevano una canzone che diceva “So it’s true what they say, if you love someone you should set them free.” Il mondo ce l’aveva proprio con me.
Lindsay era quella giusta.
Io ero quello sbagliato.
E ancora ti lascio libero.


Poi c’è stato il giorno in cui è nata Bandit.
Mi ricordo benissimo quando mi hai detto che Lindsay era incinta. Nei tuoi occhi c’era una strana luce, eri contento e allo stesso tempo un po’ spaventato. Era una cosa nuova per te, sicuramente non te lo saresti mai aspettato.
Il mio povero cuore invece veniva di nuovo rotto in mille pezzi. Devo dire però che un po’ ero felice per te, non ti avevo mai visto così. Solo un po’ però, perché mi sentivo di nuovo sbagliato, perché noi due non avremmo mai potuto avere un figlio e io non avrei mai visto quella luce nei tuoi occhi verdi.
Per una volta ho sentito che la nostra vita era giusta così e che era giusto che io stessi così male, perché sono sbagliato.
E cosa avrei potuto dirti in quel momento? Che stavo malissimo, che quella bambina mi stava rovinando ancora di più la vita? No ho deciso che l’avrei amata come se fosse stata mia e non mi sono mai pentito di questa decisione.
Lindsay giusta, io sbagliato.
Sei libero Gee ancora.
 
 
La nascita delle mie bambine.
Oddio che giorno che è stato. Ricordo che ero su quelle sedie della sala di aspetto dell’ospedale ed ero nervosissimo. Sentivo che per una volta, una cosa della mia vita stava andando nel verso giusto. Avrei avuto le mie bambine, le mie due donne che non mi avrebbero mai abbandonato. Tu eri lì seduto vicino a me Gee. Mi dicevi di stare tranquillo, che sarebbe andato tutto bene. E poi mi ricordavo che non ci saresti stato tu a crescere con me le gemelle. E il mondo mi è crollato addosso. Mi ero creato una bella illusione preso dalla felicità del momento.
Poi mi dissi che non dovevo rovinare tutto, cavolo erano le mie bambine e le avrei amate sempre, come amavo Bandit, anzi di più.
Ed è stato proprio in quel momento che ho capito una cosa.
Io ti avrei sempre amato e non mi importava se tu avevi la tua vita con un’ altra persona, perché io ci sarei sempre stato con te.
Quindi anche se ti lascio vivere la tua vita, in qualche modo continuo lo stesso a lottare per te.
Non ti lascerò mai solo, Gee, mai.


Come potete ben notare, perché se siete arrivati fino qui avete letto (<3), in questa fic c'è Frank che si fa le seghe mentali. Tanto amore per lui. 
Gee ovviamente fa il finto tonto. Poi la frase in inglese è una canzone degli You me at six, se volete ascoltarla si chiama Fireworks... e niente, volevo solo ringraziare tutte le persone che hanno messo le altre storie tra le ricordate o preferite e anche chi ha recensito. 
Detto ciò spero che questa vi sia piaciuta e siate magnanime/i lasciando un commentino magari.
Baci, Juliet.
  
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