19/08/2012
8 recensioniNote: la verità è che mi dispiace non pubblicare per tanto tempo, quindi, ecco, questa cosa l'ho scritta qualche notte fa e non è niente di speciale. Non mi dispiace del tutto, perchè era da un po' che volevo scrivere qualcosa del genere, senza tanti fronzoli (*cough* e senza tanto impegno *cough cough*, quindi eccola. Prendetela com'è, spero vi piaccia in ogni caso.
Disclaimer: nessuno mi appartiene, non mi pagano e non è vero niente di quello che ho scritto. E sappiate che tutto ciò rende la mia vita molto, mooolto triste.
On their way home
"Prendimi la mano", vorrebbe dirgli.
"Prendimi la mano e andiamo via di qua.
Andiamo dove vuoi, sul serio, andiamo dappertutto.
O possiamo rimanere.
Sederci al sole.
Bere qualcosa, fare due chiacchiere. Cose normali, sai.
Possiamo scrivere una canzone qua, adesso, e cantarla e dimenticarla e poi scriverla tutta da capo.
Ma se vuoi stiamo in silenzio.
Se vuoi, se ti va, mi puoi prendere la mano?
Mi puoi dire che ti basto?
E quella volta, vedi, quella volta non volevo.
È stato così stupido, sono stato così stupido...
Posso rimediare? Ci vuole poco.
Dammi la mano, ché andiamo dove vuoi. Ti porto in un bel posto.
Non lo conosce tanta gente, è carino, come una volta.
Ci si sente a casa.
Ci si sente come d'estate, con il sole e il vento e il mare e tutto il resto.
Come quando mi prendi la mano.
Prendimi la mano e basta. La facciamo finita qua.
Non ne parliamo più, mai più, una volta e poi via.
Una volta e ce lo dimentichiamo, o facciamo finta di dimenticarcelo.
Non lo diciamo a nessuno.
Non lo dico neanche a te, guarda, adesso appena non te lo aspetti giuro che ti prendo la mano e non ti mollo più.
Non ti mollo più finchè non siamo al mare. Fino a che non siamo a casa.
"Oh, Cristo santo, ma perchè è così difficile?"
"John? C'è qualcosa che non va?"
John si schiarisce la gola, poi sorride un sorriso forzato, si gratta la testa.
Scrolla le spalle, tanto per darsi un tono.
Fa finta di non vedere Paul che lo guarda.
Tira un calcio ad un sassolino.
Si schiarisce la gola un'altra volta.
"Tutto a posto, grazie."
Paul lo fissa ancora un po', scosta una ciocca di capelli che gli va negli occhi.
Sposta il peso da una gamba all'altra, pensieroso.
Poi sorride di nuovo e dice: "Dammi la mano."
"Dammi la mano, andiamo dove vuoi."
Dice: "Dammi la mano, John. Andiamo a casa."