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Autore: Papillon_    20/08/2012    17 recensioni
“Adesso sono di fronte alla bambina. Lei mi guarda con quei suoi occhioni bellissimi...la voglio toccare con il mignolo. Lei me lo afferra saldamente, come a dirmi sono qui, non ti lascio più. E per me non c'è motivo di lasciare andare questa mano.”
Nella piccola serie “Cinquanta sfumature di Christian” ritengo non sia giusto che manchi il momento in cui lui incontra Mia per la prima volta. Perché incontrarla è significato parlare, liberarsi, e incominciare ad amare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mia per sempre
Di ZeR0_NeL_cUoRe
 
 
L'amore non si sente, l'amore non si sa
Un cuore che va lento domani correrà
L'amore non si sente, l'amore non si sa
E se lo vuoi capire, non si nasconderà
 
 
La mamma oggi è ancora più bella del solito e sorride timidamente, come per nascondere a sé stessa una gioia che va al di la di quello che io, coi miei occhi da bambino, purtroppo non riesco ancora a capire.
E' bellissima. Non mi stancherei mai di pensare che la mia nuova mamma è bellissima perché lo è e lo sarà sempre, e questa cosa non si può cambiare. Io non glielo dico quanto è bella perché non riesco a parlare ma se fossi in Lelliot glielo direi. Lui parla. Per cui glielo deve dire. O forse glielo dirà anche, magari tutte le sere, prima di andare a dormire: e forse io non lo sento e non lo vedo. Ma anche se non lo vedo e non lo sento, perché non dovrei crederci?
Sono sulla soglia del bagno al secondo piano, mentre osservo la mia nuova mamma che si mette una cosa strana e appiccicosa sulle sopracciglia. Mentre lo fa storge la bocca in una smorfia buffa. Ma la mia mamma è bella anche se fa la faccia buffa. E' bella sempre, lei. Anche quando mi sgrida. Anche se ammetto che non mi sgrida quasi mai, perché in quelle rare volte che lo fa scappo e piango fino a che mi manca il fiato e lei mi chiede sempre scusa, senza toccarmi.
Ecco, adesso le sue sopracciglia sono ancora più lunghe. Mi fermo a guardargliele e mi ritrovo a sorridere. Quanto è bella! E poi, adesso, quei peli strani che secondo me sono inutili sono tanto lunghi, e io mi chiedo come facciano a non aggrovigliarsi quando sbatte le palpebre. Probabilmente se lo facessero l'aiuterei a riaprire gli occhi. Non sopporterei che la mia nuova mamma non aprisse gli occhi, proprio come faceva lei.
Adesso afferra un strano tubetto dorato, fa girare la punta e come una magia esce un pennarello rosso. Ma è così strano! E' più grande di un pennarello. Se lo mette sulle labbra. E' ancora più bella.
Si volta e mi sorride, e io stringo la mia copertina.
Papà arriva e entra nel bagno. La afferra da dietro la schiena abbracciandola e io penso che gli abbracci del papà siano così belli e caldi. Ne voglio uno anche io. Ma per adesso no, mi ripeto, non voglio essere abbracciato. Niente abbracci, abbraccio solo la mia copertina.
-Sei bellissima, Grace. Vero che la mamma è bellissima, Christian? - chiede papà, sorridendomi. E io faccio segno di sì con la testa. Vorrei gridare a tutto il mondo che la mia mammina è bellissima ma non ci riesco. Allora scuoto più forte la testa facendo sempre di sì: così se la scuoto di più, vuol dire che è più bella.
Papà ride e la mamma si volta e gli da' un bacio sulla bocca. Quando si baciano sulla bocca mi sento strano. Mi viene da ridere, lo stomaco mi brucia e vorrei coprirmi gli occhi con le manine. Penso di essere matto. Devo essere matto perché quando loro si baciano a me viene voglia di fare tutte queste cose. Non è normale.
C'è un motivo se oggi siamo tutti così agitati e ci siamo alzati presto e la mamma si mette tutte quelle cose sulla faccia. Sta per arrivare una sorpresa. Io sotto la copertina ho dei vestiti asciutti e puliti, ma ho troppo freddo per lasciare stare la copertina. Sono vestito bene. Forse sono bello anche io come la mamma e come il papà. Ma non lo so se sono bello perché nessuno me lo ha mai detto. Forse non sono bello perché sono cattivo.
La mamma dice delle cose che non capisco al papà e lui dice di sì. La mamma si mette qualcosa in tasca e ride. Poi il papà la prende per mano e si incammina verso di me, va oltre la soglia e la mamma mi si ferma di fronte. -Vai tu, Carrick; bisogna mettere le scarpe a Elliot. Credo sia in camera sua.
La mamma si mette in ginocchio e adesso sono alto come lei. Sorrido. Sono alto come la mamma. E' una cosa strana perché io sono piccolo e lei è grande. Ma non so perché, quando lei si mette in ginocchio e sembra alta come me io la sento più vicina. Come se non potesse mai lasciarmi. E poi, da qui, capisce tutto quello che le voglio dire. Perché i suoi occhi sono nei miei. Non le sfugge niente e io posso dirle quello che voglio con gli occhi.
-Sei agitato? - chiede. Afferra con la mano la mia copertina all'altezza del petto e la apre. Sta tanto attenta a non toccarmi e io vorrei ringraziarla perché lo fa.
-Ma quanto siamo eleganti, Christian! - mi dice, prendendomi la manina. Le mani me le può prendere, non mi da fastidio. Credo non mi dia fastidio da Natale. Sì, è stata la prima volta che mi sono fatto prendere la mano dalla mamma.
Con la mano nella mia mi fa fare una piroetta e io rido. Com'è strana la mia voce! Però è bello ridere. Fa male la faccia quando si ride troppo. Ma anche se io rido poco la faccia mi fa male uguale. Forse perché non sono abituato.
Poi affonda una mano nei miei capelli. Quanto è soffice, morbida e calda la sua mano: se fossi più coraggioso vorrei che mi toccasse anche le braccia. E il petto. E vorrei che mi abbracciasse. Ma non posso. Non voglio ed è troppo presto e ho paura.
-Allora, sei agitato? - domanda di nuovo. Faccio segno di sì con la testa. E' da una settimana che la mamma e papà aspettano questo giorno. E' solo sabato, o meglio, sembra un sabato qualunque. Lelliot dorme fino a tardi perché non c'è scuola. Io mi sono alzato presto e ho giocato con l'elicottero. Poi il papà mi ha chiamato in camera e mi ha detto di cambiarmi. E adesso sono qui con la mamma.
E' stato un periodo strano, quello dopo Natale. La mamma è stata tanto, tantissimo al telefono. A volte mi veniva fame e le tiravo la gonna con le lacrime agli occhi mentre lei parlava al telefono. Lei metteva giù subito e mi calmava afferrandomi il volto con le sue mani. E poi mi cucinava la pasta. Quella al formaggio.
Il papà passava intere giornate nella vecchia stanza di Lelliot. Sì, perché non so perché ma Lelliot adesso si è trasferito nella stanza vicino alla mia, e in quella sua vecchia non c'era più niente. Il papà passava ogni ora, ogni giorno in quella stanza. Ci andava vestito di stracci e tornava col muso sporco di bianco. Poi sono venuti dei signori che hanno portato dentro la stanza un letto e dei mobili...tutti rosa. A me piace il rosa. Mi ricorda le unghie che la mamma si fa ogni tanto. Se le colora di rosa. E il rosa le sta bene.
Ma allora...perchè devo essere agitato? Forse ho combinato qualcosa che non andava e la mamma e il papà non mi vogliono più. Stringo la mia copertina. E se davvero non mi vogliono più? No. No. No! Me lo avrebbero detto.
Qualcuno è venuto a prendermi. Come quella volta, come quando quella brutta signora vestita di blu mi ha strappato dal pavimento e dalla mia mamma cattiva e mi ha portato via.
La mamma asciuga una lacrima che è caduta con il pollice. Sto piangendo! Non devo piangere. Non sono debole. Ho solo paura. E quando ho paura non so perchè ma mi viene da piangere. Sarà perché sono matto.
-Shhh. - fa la mamma. Che dolce la sua voce, mi accarezza anche se sta solo parlando. -Shhh. Va tutto bene, cucciolo. Oggi è un giorno speciale. Non si piange nei giorni speciali. Lo sai perché è un giorno speciale?
Faccio no con la testa mentre lei ha ancora una mano sul mio viso.
-Perchè arriverà una sorpresa molto speciale che ti piacerà. Oh, cucciolo, lo spero che ti piacerà.
Non piango più, ora. Si è fatto tutto tranquillo. Lelliot fa finta di volare per il corridoio e io e mamma ci voltiamo a guardarlo. E' vestito bene anche lui, ma lui non ha quei colori sulla faccia. Nemmeno papà ha le labbra rosse, ce le ha solo la mamma.
Che strano.
-Allora, – la mamma si volta ancora verso di me, mentre sento i passi del papà e Lelliot sulle scale – piangerai ancora nei giorni speciali?
Dico di no con la testa muovendola tanto. E' un no molto potente perché ci credo davvero.
-Bene. - e si avvicina piano piano. Mi irrigidisco. Ancora piano piano e ed è vicina vicina. Appoggia la sua fronte alla mia. Mi sorride. -Posso darti un bacio, cucciolo?
Non riesco a muovermi. Non mi ricordo che cos'è un bacio, ma non ho paura. E poi sono contento che mi abbia chiesto il permesso di fare una cosa. Non voglio che le persone decidano da sole cosa fare. Voglio essere io a decidere se loro possono farlo oppure no.
Glielo grido con gli occhi. Va bene, mamma. E lei mi bacia dolcemente sulla fronte.
E' stato bellissimo. Non mi ha fatto male. Anzi, ha fatto tanto bene e subito sembrava quasi facesse male! Era morbido. Sapeva di tenerezza. Sapeva d'amore.
Le afferro un polso mentre si sta alzando così si riabbassa. Con un dito le tocco la bocca rossa e dopo mi tocco la guancia. Voglio un bacio lì.
Lei ride, ride e sembra quasi che piange ma infine me lo da. Ed è ancora più bello di quello di prima. Fa meglio della pasta, dell'elicottero con cui gioco, delle carezze sui capelli. Rido anche io. Adesso mi indico la bocca.
La mamma si asciuga una lacrima ma continua a sorridere. -No, Christian, lì non posso. I baci che vengono dati lì sono segreti, sai? Te li può dare solo una persona speciale. Ma quando sarai grande, Christian.
I suoi occhi brillano, e, anche se non li posso vedere, credo che lo facciano anche i miei. Lì la può baciare solo il papà! Che bello, e che fortunato il mio papà. Ma forse un giorno anche io troverò qualcuno a cui dare un bacio lì. Ogni volta che voglio.
La mamma tira fuori dalla tasca il tubetto dorato magico e si rimette un po' di rosso sulle labbra. Poi mi prende per mano e scendiamo le scale, mentre io ancora sto sorridendo.
 
Siamo in cucina. Io e Lelliot siamo seduti sul divano, invece mamma va avanti indietro per la stanza e il papà la guarda da una sedia intorno al tavolo. Nessuno parla e io sento solo l'orologio che fa tic tac. Tic tac. Mi metto a contare quante volte lo fa. Tic Tac. A centoventi suona il campanello.
-Elliot, rimani qui con Christian. - ordina il mio papà, e loro scompaiono nel soggiorno. Lelliot sbuffa. Credo non gli piaccia stare da solo con me. Tic tac. Passa tanto tempo. Sento la mamma e il papà che parlano dal soggiorno ma non capisco cosa dicono. C'è una voce di donna che non conosco. Tic tac. Il tempo sembra non finire mai.
Poi finalmente la porta della cucina si apre. Papà si mette di lato e la tiene spalancata. Guarda davanti a sé, dove probabilmente c'è la mia mamma. Poi guarda noi. Ed eccola che arriva, la mia mamma. Ma in braccio ha qualcosa.
E' un bambino.
Ha i riccioli biondi ordinati che lo fanno sembrare uno scapestrato. Ma aspetta, in mezzo alla testa ha una specie di fontanella di ricci. C'è un nastrino rosa. Com'è bello il rosa su di lui. Ha due bellissime guance rosa. Ha una manina in bocca e se la sta mangiucchiando. Sorrido. Ha una bocca bellissima, a forma di cuore. E poi vedo i suoi occhioni color del cioccolato. Sono enormi. Sono miei, perché sta guardando me.
E' una bambina, e sta guardando me. E' mia.
La mamma piange e il papà le cinge la vita con un braccio. -Elliot, Christian, lei è la vostra nuova sorellina.
Balzo in piedi. Lelliot non dice niente e mi segue. Strano che non parla, lui parla sempre. La bambina mi sta ancora guardando. La saluto con la manina e lei ride. Non ha i dentini! Però è così bella. E quando ride le brillano gli occhi. Il cuore mi fa male. Questa bambina è la cosa più bella che abbia mai visto. Ed è tutta mia. E' mia sorella...starà per sempre con me.
-Ti piace la sorpresa, Christian? - chiede la mamma, mentre ancora sta piangendo. Papà le da' una bacio sulla tempia.
Faccio segno di sì con la testa e tendo le manine. Voglio vederla da più vicino. Voglio toccarla. E' un desiderio forte che pulsa e che non riesco a controllare. Toccarla per me diventa improvvisamente più importante della mia ostinata paura di non farmi toccare: non mi importa se mi prendono in braccio. Voglio vedere la bambina e la voglio toccare.
Papà mi viene a prendere. E' spaventato, credo, dal mio cambio di decisione. Sono un bambino che cambia idea facilmente, lo ammetto. Le braccia del papà mi afferrano saldamente e io smetto di respirare. Sono in alto, sono molto in alto. Ma non fa male. E' bellissimo. Così continuo a respirare.
Adesso sono di fronte alla bambina. Lei mi guarda con quei suoi occhioni bellissimi...la voglio toccare con il mignolo. Lei me lo afferra saldamente, come a dirmi sono qui, non ti lascio più. E per me non c'è motivo di lasciare andare questa mano. E' la prima volta che mi lascio toccare da qualcuno così facilmente e senza sussultare. Perché io adoro questo meraviglioso bocciolo e lo proteggerò per tutta la vita, lo so, lo so già. Le voglio tanto bene già adesso. E lei rimarrà sempre con me. Starà sempre accanto a me perché è mia, lo sarà per sempre.
-Allora, Mr Grey, come chiamiamo il tuo terzo figlio? - chiede la mia mamma.
-Io lascerei decidere ai bambini, Grace, che ne dici?
Mia per sempre.
-Mia. - mormoro. Lelliot, papà e mamma si voltano tutti verso di me con la bocca spalancata. Sembra che abbiano smesso di respirare.
-Mia. - ripeto, con voce piccola piccola, ma dolce e decisa.
Papà mi da un bacio sulla guancia e io rido. -Mia! - stavolta ho parlato forte. Ho parlato. Ho parlato per la prima volta. E ho detto mia...perchè questo piccolo cucciolo mi appartiene.
-Mia Grey. - sussurra la mamma guardando la bambina. -Direi...direi che è perfetto. Mi piace...Mia.
La mamma e il papà ridono, e mi ritrovo a ridere con loro. Anche Lelliot ride! E quando papà mi fa scendere mi sorride e nei suoi occhi non c'è paura. Sono così contento.
La mia Mia. Sì, è proprio un nome azzeccato.
La mamma mi dice di sedermi sul divano e io obbedisco, e poi mi mette Mia tra le braccia. Com'è leggera! Si mette a giocare con la mia copertina e ride. Lei ride, rido anche io, poi Lelliot si siede vicino a me e ride anche lui.
Vedo il papà che da' il suo bacio segreto alla mamma. Arrossisco in silenzio ma continuo a guardarli.
-Sei felice, Grace? - le chiede sulle labbra.
Lei chiude gli occhi. -Ho trovato l'amore e sono sposata con un uomo bellissimo. Sono riuscita ad adottare Elliot, Christian e Mia. Il mio secondo figlio oggi si è fatto prendere in braccio da mio marito e ha parlato per la prima volta.
Riapre gli occhi.
-Sì, Carrick. Sono felice.
Che bello stare qui. Mi viene da piangere. Voglio che tutto questo non finisca mai.
Perché sono felice come non lo sono mai stato in vita mia, e voglio che tutto questo continui. Questa è la famiglia più bella del pianeta.
Ringrazio quella buona stella che ha fatto si che mi trovasse. 
   
 
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