Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Donixmadness    20/08/2012    4 recensioni
La mia prima MelloxNear!! Wow!! Sono emozionata, è la mia prima yaoi e con il raiting giallo. Mi raccomando spero che siate indulgenti!!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le assi di legno del parquet cigolavano stizzite. Piedi nudi marciavano furibondi imprimendo le proprie orme. Una chioma dorata dondolava bellicosa ed irritata. Gli occhi di Mello erano iniettati di odio. Veleno. I suoi turchesi assumevano sempre una forma acuminata e pungente,    che rendeva il ragazzo capace di perforare chiunque con il suo sguardo.
Chiunque, tranne lui. Near .
L'impassibile, l'insondabile ragazzo dagli occhi di pietra. Il numero uno della Wammy's House.
Il biondo era sempre stato orgoglioso del suo primato in tutto l'istituto, finché due anni dopo il suo arrivo alla casa giunse l'albino. 
Da quel momento in poi la bile prodotta dal suo fegato non divenne altro che acido, e nelle vene cominciò a scorrere veleno.                                      
Il solo sguardo, o minimo pensiero rivolto a Near gli faceva bruciare le interiora, il suo sangue ribolliva furente.                                                            
Anche quel giorno l'ennesima sconfitta: lui il migliore, ancora secondo. Era rinomato come l'eterno secondo, e si avventava su chiunque facesse commenti a sproposito, o menzionasse vagamente la questione. La sua rabbia infantile lo coinvolgeva a tal punto che rischiava seriamente di diventare pazzo.                                                                                                                                                                                                                                        
Fortunatamente non era completamente solo, c'era Matt il suo unico e fidato amico. Il solo ragazzo in tutto l'istituto a cui non importava la graduatoria. E ovviamente c'era lei
La sua deliziosa e amata cioccolata. L'unica a rendergli  un po' dolce la vita. 
Anche mentre camminava - nel suo caso sarebbe meglio dire calpestava- per il corridoio, mordeva vorace la barretta marrone, ma la sua espressione non si acquietava. Aveva una strana luce omicida negli occhi: doveva farla pagare a Near. Se non poteva essere il primo negli studi poteva almeno sopprimerlo con la forza fisica. Sì, per una volta voleva umiliarlo,
per una volta doveva essere a lui sottoposto.                                  

Ghignò con nauseante compiacimento, mentre un altro pezzo di cioccolata andò ad incastrarsi fra i denti.                                                                                
Giunse alla stanza del nanetto. Una porta bianco panna con una N gotica incisa sopra. Il bianco. Scialbo, squallido. Quel colore gli dava repulsione, perché gli ricordava Near. Non seppe  quale sottospecie di angelo ammonì l'istinto di sputarci sopra. Alla fine senza neanche bussare abbassò la maniglia della porta ed irruento la spalancò con un calcio. Forse sperava davvero di spaventare l'albino, di farlo sussultare in qualche modo.
Ma eccolo lì, lo vide. Attorniato dai suoi giocattoli, pupazzi, robot, macchinine; rimase inerme. Immobile accucciato sul pavimento, accanto al suo letto. Con un fruscio di stoffa si voltò soltanto per guardare il suo "ospite". I suoi profondi onici non facevano altro che mettere in soggezione Mello, il quale digrignò feroce. Doveva aspettarselo da lui. 
Il ragazzo tornò a concentrasi sui suoi giocattoli, ignorando completamente il biondo. Con l'indice cominciò ad attorcigliarsi una ciocca bianca e solo allora esordì:                                                                                                                                                                                                                  
-Mello, benvenuto. A cosa devo questa visita? - apatico come sempre, ma in grado di infondere spilli avvelenati di sadismo.
Nonostante la voce monocorde, a Mello non sfuggì quella punta saccente e superiore. La furia stava prevalendo sulla ragione.
Gli bastava guardare l'albino per saltare su tutte le furie. Chiuse brutale la porta sbattendola, e girò la chiave della serratura. Ghignò perfido.
Near percepì tutto, ma liquidò con l'ennesima indifferenza.                                                                                                                                            
-Sono solo venuto a farti i miei complimenti per la tua ennesima vittoria!! Bravo! - lo incitò con un mezzo applauso. Si avvicinò alla figura bianca rannicchiata, sovrastandola con la sua ombra. Near non si voltò. Era stanco di assistere ai suoi melodrammi, e si chiedeva quando avrebbe cessato di logorarsi. Mello non indugiò un minuto di più e prese l'albino per la camicia, sollevandolo pericolosamente da terra.
Voleva guardare i suoi occhi terrorizzati, volva sentire il suo corpo tremare, la sua bocca gemere pietà.
Puntò i suoi zaffiri negli onici  profondi del ragazzo. Sguardi incatenanti. Che si ancoravano. L'aria che sapeva di sfida, l'ennesima lanciata dal più grande.                                                                                                                                                                                                                                                  
-Allora? Di' qualcosa genio!!!- sputò il biondo iracondo.                                                                                                                                                    
-Devo dedurre che sei venuto qui per sfogare le tue frustrazioni. Fallo pure.- la sua voce, orribile e fastidiosamente placida stordì le orecchie di Mello. I timpani la tramutarono una frase canzonatoria e sprezzante. Oramai il biondo non connetteva più, scalciò i giocattoli con un piede, i quali lo intralciavano e buttò Near sul letto schiacciandolo con il suo corpo. L'unica cosa che voleva in quel momento era cogliere la soddisfazione di vederlo umiliato. Schiacciava e continuava a premere con il suo corpo bollente di furore, per indurre l'albino a un minimo di sintomo di soffocamento.
Non un fiato da parte di Near , che si limitava a guardare le illusioni di Mello.                                                                                                                    
-Allora piccoletto? Non dici niente??!! - domandò spudorato e canzonatorio, nella speranza di suscitare la minima reazione nell'albino.                                                
Per quanto fosse impassibile nei confronti dei gesti impulsivi ed infantili di Mello, percepiva distintamente il calore del corpo del ragazzo sul suo. Era totalmente infuocato, lava fusa su di lui, ma non bruciava gli accaldava solo le giovani membra. Ma Near sarebbe rimasto comunque freddo dentro. Il ghiaccio che non si scalfisce.  Tuttavia, solo in quel momento si rese conto di quanta rabbia e rancore coltivava Mello dentro di sé, e quello sarebbe stato il giorno in cui la diga avrebbe ceduto.
-Come ti ho detto, se devi esorcizzare le tue frustrazioni, fallo pure.- ribadì senza battere ciglio. Una bambola vuota che lasciò un senso di tristezza negli occhi di Mello, ma poi questo riprese colto da un senso di repulsione e cominciò a stringere il collo del piccolo.                                        
-Ne sei sicuro Near? Sai potrei ucciderti - canzonò minaccia il biondo.
Per la prima volta Near ghignò di scherno, irritando un Mello già a dir poco furibondo: -Se mi avessi voluto uccidere lo avresti già fatto, non ho ragione Mihael? - sussurrò il suo nome con un filo di voce, sputando superiorità. Il biondo non resse un simile affronto e si fiondò con ferocia alla bocca dell'albino. Famelico intrufolò la sua lingua, cercando quella del piccolo.
Near si sarebbe umiliato. Near si sarebbe pentito di averlo sfidato . Near avrebbe perso.
Le labbra di Mello si ancorarono con foga a quelle sottili e vellutate di Near. Erano così delicate che bastò un morso a farle sanguinare.
Un rivolo scese per la gola, una goccia cremisi si adagiò sul colletto immacolato della camicia di Near. 
Il biondo non capiva più niente. Il suo scopo era umiliarlo, giusto?  Allora perché non provava piacere nel farlo. Non volle dare ascolto a questi presentimenti, non avrebbe mai accettato di arrivare secondo anche in quell' occasione.
Staccò il contatto con il bianco, voleva godere nella sua espressione disorientata,  o quanto meno disgustata.
-Allora? Adesso non dici niente?!  
Nulla. Vacuo come prima.     
-Per quanto tu ti sforzi, non riuscirai a increspare il mio viso in un'espressione. Per quanto tu ti logori e ti illudi  non ci riuscirai.                                        
Mello assunse dapprima un atteggiamento isterico, fu colto da un lampo. Nella sua mente si fece strada un altro pensiero.                                  
Divenne improvvisamente torvo e austero. Non scompose la sua posizione : era ancora a cavalcioni sull'albino, con una mano poggiata sul letto e l'atra che tirava un lembo della camicia sguaiata.
-Near. - lo chiamò serio -Questo significa che subendo stai anche tu esternando le tue frustrazioni, immolandoti tu stesso.                                            
Stai mortificando il tuo corpo per punirti, o meglio per costringerti a provare un minimo di emozione. Non è così?
Near rimase in silenzio, buttato su quel letto con lo sguardo ghiaccio di Mello che attendeva una risposta.
-Sì, Mello. Si chiama masochismo.
-Tsk! Mi fai più schifo di prima!!- sentenziò acido quelle parole, rialzandosi e rimettendosi in piedi. Al contrario, Near era rimasto sul letto ancora inerme. Osservando con lo sguardo la figura di Mello allontanarsi disgustato, prima di riaprire la porta si girò sprezzante puntando 
le sue fameliche iridi turchesi negli onici vacui di Near: - Io non sono uno strumento per completare il tuo puzzle!!
E così dicendo sparì sbattendo la porta. Near si sollevò flebile dal letto, non si tastava neanche il labbro sanguinante e gonfio di dolore.
Si scostò leggermente, ma poi la vide. Sul suo letto era adagiata la barretta di Mello. Avvolta nella carta stropicciata e ancora mangiucchiata.
Spinto dalla curiosità la prese. La squadrò un attimo, poi le dita sottili ne scartarono il rivestimento argentato.
Li riconosceva i morsi nervosi di Mello, i denti voraci che si avventano su qualsiasi cosa sia commestibile. Anche le sue labbra.
Avvicinò la barretta alla bocca e ne tirò un piccolo morso. Un momento e un fuoco sconosciuto si accese dentro di lui: il piacere dei sensi. 
Sciolse delicato il cioccolato in bocca, per assaporarne ogni essenza. Fu la prima volta che Near provò il piacere della gola. Ora poteva capire perché Mello andasse matto per quella roba. Inebriato dal dolce e l'amaro allo stesso tempo, con la punta della lingua tamponò con la saliva il 
labbro ferito saggiandone il sangue. Fu tutto era chiaro. Rimase un attimo perplesso, ma poi incurvò le labbra in quello che poteva definirsi un sorriso. Stava rivivendo il "bacio" avuto con Mello.
L'indice iniziò a torcere una ciocca ribelle.
-Oh Mello, come al solito sei sempre troppo impulsivo ... ma devo dire che non è divertente senza di te.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Donixmadness