Far away
 
 
 
Ero dovuta partire per la Sicilia con la mia famiglia obbligatoriamente. Non mi avrebbero mai lasciata da sola a casa per tutta l’estate e dovevamo vedere la nostra seconda casa a Catania. Ero fidanzato con una delle persone migliori che potessi mai incontrare: Andrea.
Era ormai un mese che stavo lì, a centinaia, migliaia di chilometri da lui. Naturalmente ancora non c’eravamo lasciati volevamo vedere se riuscivamo a stare bene anche a distanza. Ero un po’ gelosa a dire il vero: lui stava lì in montagna con tutti le ragazze che c’erano d’estate mentre io ero circondata da ragazze amiche di mia cugina. Però mi fidavo di lui.
Un giorno, però, mi fece una sorpresa: venne a trovarmi in Sicilia per qualche giorno. Era riuscito a convincere la madre a portarlo lì in vacanza. Quando me lo disse non ci potevo credere.
Il giorno tanto atteso arrivò ed io ero sempre più agitata. Non vedevo l’ora di rivederlo. Ero andata a prenderlo all’aeroporto. Arrivò l’aereo ma lui non si vedeva. Iniziavo seriamente a preoccuparmi! Dopo un po’ qualcuno mi abbraccio da dietro e mi fece alzare. Stavo per urlare dallo spavento ma mi accorsi che era lui e la mia faccia terrorizzata si trasformò in una faccia sorpresa. Non mi aspettavo questo. C’erano i miei genitori e quindi per rispetto non ci baciammo davanti a loro. Il giorno dopo lui mi disse:
“sai mentre ero sull’aereo ho sentito una canzone stupenda. La tua canzone preferita dei nickleback: far away. Pensavo alle parole della canzone e capii che erano le stesse cose che sto pensando io adesso.”.
“quali parole?” chiesi curiosa.
“ you know/ that I love you/ I have loved you all along /and I miss you/ been far away for far too long/I keep dreaming you’ll be with me/ and you’ll never go/ stop breathing if/I don’t see you anymore.
So che il mio inglese non è perfetto ma è esattamente ciò che provo. Mi sei mancata troppo!” e mi baciò. Io, naturalmente, risposi al bacio e dopo un po’ quando ci staccammo per riprendere fiato gli dissi: ”Anche tu mi sei mancato tanto.” E gli sorrisi.
Dopo un po’ di tempo in cui non facevamo altro che baciarci mi disse all’orecchio: ”Ti amo piccola”.
Anch’io ti amo. Però non mi chiamare più piccola: mi da un fastidio tremendo e lo sai.”.
 “Appunto ti ho chiamata così” e mi cacciò la lingua.
 Io lo rincorsi per vendicarmi però non riuscivo a raggiungerlo.
Dopo un po’ mentre stavamo a giocare per un po’ senza pensare ai passanti si fermò e mi disse: “a parte gli scherzi io ti amo sul serio .” e mi sorrise. Io gli sorrisi a mia volta e riprendemmo a giocare.