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Autore: lellis96    20/08/2012    1 recensioni
un ragazzo e il suo diario
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Caro Diario'
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                                                                                             CARO DIARIO








Caro diario,
io amo la mia ragazza!
So che sei curioso di sapere come mai te lo dico ma per parlartene bisogna partire dal principio. Cioè dal giorno in cui ci siamo visti la prima volta.
 
 
Era il dieci di dicembre, impossibile da dimenticare.
Lei era uscita con la sua cugina e un’altra ragazza che non avevo mai visto, stava aspettando vicino alla fontana dell’acqua solfurea mentre le altre due ragazze erano andate a prendere qualcosa al bar ma era il compleanno di Andrea ed era difficile entrare.
Ero salito un attimo vicino alla fontana per prendere il quod rosso (spero si scriva così) quando l’ho vista: era da sola col telefono in una mano e una sigaretta nell’altra. Non ci potevo credere:  mi sembrava una ragazza tanto seria che non avrebbe mai ceduto al vizio del fumo che a quanto pare è di famiglia poiché il fratello, il cugino e lo zio fumavano. Mi sono avvicinato e le ho detto:
-Non sei un po’ troppo giovane per fumare?- a quanto pare non si era accorta di me perché si spaventò e quasi si bruciò con la sigaretta. Dopo essersi ripresa, finalmente parlò e disse:
-Sono grande abbastanza da decidere cosa fare e cosa non fare. E comunque tu chi sei e che vuoi da me?-
-Sono un amico di Lorenzo, tuo fratello. Lui lo sa?-
-Sì, mi ha visto tante volte che… ma perché parlo con te? Non ti conosco neanche!-
- Beh allora piacere: Nicola.- e le porsi la mano.
Lei non la strinse ma rispose con il suo nome: Micaela.
In quel momento arrivarono la cugina e l’altra amica che le dissero che non avevano trovato niente perché c’era un compleanno. Automaticamente risposi: -Certo oggi c’è la festa del compleanno di Andrea, quel ragazzo che canta nella band.-
La cugina mi rispose acidamente dicendo: - L’avevo capito. Non c’era bisogno che me lo venissi a dire tu.-
Micaela la rimproverò ma subito dissi che non faceva niente. Però pensai: -Ma da dove ha ricacciato tutta questa spavalderia? La vedevo l’anno scorso alla fermata dell’autobus tutta zitta che salutava a malapena. È possibile che sia diventata così in meno di un anno?-
In quel momento se ne andarono e io salutai Micaela che mi rispose con un semplice gesto della mano.
Per molto tempo non la rincontrai più. Poi un giorno poco prima di Natale tornò qui. Uscì con la cugina per le vie del centro. Le incontrai mentre stavano tornando a casa e lo stesso io. Ero appena stato a lavorare con mio padre: puzzavo ed ero tutto sudato. Quando la vidi la riconobbi subito, anche se era di spalle.
La salutai e mi presentai anche alla cugina che si chiamava Azzurra. Parlammo tanto e mi accorsi che Micaela si vergognava di più rispetto alla cugina e questo mi piacque molto.
Era comunque strano che Azzurra (la ragazza che un anno prima non spiccicava quasi mai parola) fosse più chiacchierona rispetto alla cugina. Quando parlava non si riusciva quasi mai a capire cosa diceva per quanto parlava veloce. Infatti le chiesi più volte di ripetere. Micaela parlava a stento e se lo faceva era perché le si chiedeva qualcosa. Quando era il momento per loro di tornare a casa le chiesi il numero. Fortunatamente avevo appena cambiato gestore telefonico. Arrivato a casa mi feci una doccia e chiesi alle due ragazze se andava loro di uscire fuori con me. Mi dissero di no e con mio grande stupore ci rimasi deluso. Non per Azzurra ma per Micaela. Ci speravo proprio.
Le rividi dopo capodanno ci scambiammo gli auguri e ci raccontammo cosa era successo in tutto il tempo che era passato dall’ultima volta che ci eravamo visti: loro avevano passato il capodanno insieme con degli amici di Micaela. Stranamente adesso era Micaela che parlava di più.
Da quel momento vidi le due cugine sempre più spesso a volte uscivo anche solo con Azzurra e parlavamo sempre di Micaela.
Una volta mi chiese a bruciapelo:- Ma a te per caso piace mia cugina?-
-No. Perché me lo chiedi?- le risposi.
- Parli sempre di lei: Micaela di qui, Micaela di qua. Guarda che a me per fessa non mi ci prendi. Si capisce che almeno un po’ t’interessa.-
-E se pure fosse che cambia? Sei forse gelosa?-
-No. A me piace un genere di ragazzo diverso. Non vado matta per i calciatori che si ritirano da scuola a metà del secondo quadrimestre a diciassette anni. Preferisco gente più colta e meno rozza.-
-Ah è così?- e la spinsi piano. Lei pure mi spinse e continuammo così per un po’. Alla fine mi disse:- A me la puoi dire la verità tanto non ti prendo in giro. T’interessa o no mia cugina?-
-In verità sì però non glielo dire. Mi vergognerei a morte se lo venisse a sapere. Ma per caso qualche volta parla di me?-
-Ogni tanto si, ci esce il discorso Nicola.-
-E pensi che le piaccio?-
-non lo so non me lo ha mai detto. Un giorno prova a chiederglielo tu.-
E così avvenne. Infatti, dopo qualche mese, precisamente ad aprile, glielo dissi con queste testuali parole:- Senti Micaè, io ti devo dire una cosa importante però tu mi devi ascoltare attentamente: tu mi piaci e da un po’ anche. Ti volevo chiedere se ti volevi mettere con me però se ci vuoi pensare hai tutto il tempo per farlo. Se al contrario non vuoi possiamo rimanere amici. Che ne dici?-
Lei mi rispose con un bacio. Ero talmente incredulo che le chiesi se era un sì. Lei si mise a ridere e confermò i miei sospetti: il suo era un sì. Da quel momento ci incontravamo sempre o da lei o da me. Ero talmente tanto felice di stare con lei che non ebbe il momento di essere gelosa: non guardavo nessun’altra che lei e questo lo sapeva. Anch’io però non ebbi modo di essere geloso.
 
Ieri le ho detto che la amo dopo tre mesi che stiamo insieme. Lei mi ha risposto che anche lei mi ama. Sono così felice!
 
 
 
Mi dispiace diario ma adesso devo andare. Micaela mi sta aspettando.
Ci vedremo quando mi sposerò.
                                                                                                                                                            
 
 
                                                                                                                                                                                     Nicola 
   
 
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