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Autore: Titinina    20/08/2012    1 recensioni
Questa ff è dedicata a Fedeluca, che devo ringraziare per ogni chiacchierata fatta insieme, è stata lei a spingermi e ad incoraggiarmi in questa nuova avventura. Ma giusto per essere corretti: questa è sicuramente una "What if?". Una cosa che caratterizza il rapporto di Ryo e Kaori, secondo me, è che lui continua a fare lo gnorri nei confronti di Kaori perché sa che, in qualunque caso, lei lo aspetterà sempre e comunque. E a questo giro mi sono ribellata! Sicuramente i personaggi saranno meno IC! A prestissimo! ^__________^ Titinina
Genere: Erotico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Le luci della città erano sotto i loro piedi, come se loro dominassero, guardavano insieme quello spettacolo, l’aria fresca estiva li investiva, rinfrescandoli dall’arsura, accarezzando i loro volti rilassati.

Lui le lanciava sguardi eloquenti, la voleva, la bramava come un lupo che vede la sua preda.

Era da mordere, da gustare, come lei stava facendo con la fragola che si era appena portata alla bocca, vedeva le labbra di lei dischiudersi sul frutto, mordere delicatamente e infine chiudere la bocca sul frutto, succhiandone la polpa.

Era dannatamente erotico.

Lui le lanciò un sorriso disarmante, di quello che poteva farti disfare le ginocchia, e lei immediatamente arrossì, non senza esserne lusingata.

Con gesti fluidi, prese i due flauté di champagne dal tavolino e ne porse uno a lei.

- Brindiamo
- A cosa?
- Mi pare ovvio. A noi, qui insieme.

Lui avvicinò il suo bicchiere a quello di lei, il tintinnio risuonò nella terrazza, sembrava il suono del brio che tra i due si era creato, il liquore chiaro, frizzante e fresco, scendeva nella gola, sciogliendo la sete, pizzicando la lingua.

Lui schioccò le labbra apprezzando lo champagne, lei lo guardò, aveva gesti eleganti e virili, la guardava come nessuno l’aveva mai guardata e, cielo, quando sorrideva, quella fila di denti bianchi sembravano un invito in paradiso.

Si era presentato da lei elegante, impeccabile, donandole un mazzo di rose rosse, e le aveva detto che la rappresentavano al meglio: lei rossa come il fuoco, la passione, odorava di primavera, di gioia.

Le aveva detto queste esatte parole, rimaste impresse nella sua memoria. Aveva fatto bene ad accettare l’invito. Stava bene, stava finalmente bene, dopo tanto tempo.

Si scostò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, lui la vide e subito si avvicinò mimando il suo gesto, cercando di sfiorarle la pelle del viso con le sue mani e sorridendo di quel contatto.

- Ti piace qui?

Le soffio caldamente vicino all’orecchio, creando dei brividi passionali e pericolosi per tutta la sua schiena.

- Si, molto.

Le rispose lei sottovoce.
Lui si avvicinò ancora di più, poggiando la mano sul suo fianco, sentiva il tessuto leggero e infine il calore della sua pelle da sotto i vestiti.

- Ti ho già detto che sei bellissima questa sera?

Arrossì di colpo, sotto l’effetto del complimento, abbassando la testa.

Lui le portò le dita sotto il viso, alzandole il mento e inchiodando gli occhi scintillanti di lei nei suoi.

- Non nascondermi il tuo viso, Kaori.
- Io…
- Shh… non sentirti in imbarazzo. Tu sei bellissima e non devi nasconderlo, almeno non a me.

Kaori sgranò gli occhi, il suo stomaco si riempì di farfalle. Si sentiva fluttuare nell’aria.

- Ti va di ballare?
- Si.

La musica del piano bar avvolse dolcemente le loro membra, si allacciarono l’un l’altra, lei portò le mani sul collo di lui, mentre i loro corpi si fusero insieme, come se fossero nati per stare così insieme, come se non avessero fatto altro nella loro vita.

La strinse sulla vita con le sue mani, proprio al di sopra della curva del suo sedere, e l’accompagnò nella danza con naturalezza, guidava le fila di quel corpo sinuoso.

- Non sapevo fossi così gentiluomo.
- Ci sono tante cose che non conosci di me, ma ho intenzione di fartele scoprire tutte.
- Davvero?
- Se me lo permetterai, sì.

La frase era piena di allusioni, visto che lui gliela aveva sussurrata di nuovo all’orecchio, a lei si mozzò il fiato, ma cercò di non farlo vedere e sorrise.

Lui gustò il sorriso del suo viso, non avrebbe mai sperato di vederla così, tra le sue braccia, e quel sorriso gli era sinonimo di una speranza, del desiderio di far sbocciare quella passione che lo dilaniava dal momento in cui l’aveva vista.

La musica continuava, mentre lui le carezzava leggermente la schiena.

- Come hai fatto a trovare questo posto?
- Lo sai, ho mille risorse.
- La vista è magnifica.
- Ti ci porterò tutte le volte che vuoi, Kaori.

L’accompagnò alla balaustra della terrazza, per mostrarle il panorama, stringendole dolcemente la mano.

- Questa città è sorprendente.
- Sì, è incredibile, ogni angolo nasconde una bellezza, ma bisogna avere occhio per trovarla.
- Io c’è l’ho di sicuro.
- Perché?
- Ho la migliore opera di Tokyo qui al mio fianco.
- Ci stai prendendo gusto a farmi diventare rossa.
- Sì, sei squisitamente bella, così, in imbarazzo.

L’abbraccio d’impulso, con una forza virile e gentile, Kaori spalancò gli occhi di sorpresa.

Lentamente, lui avvicinò il suo viso a quello di lei.

Il rossore sulle sue guance aumentò dandole quel tocco di innocenza che la caratterizzava, ma non si tirò indietro.

La lieve brezza li investì di nuovo, mentre le loro bocche si schiusero in un bacio gentile.

Le loro labbra si incontrarono, sapevano di fragole e champagne, quel bacio era l’inizio di una scintilla che non si sarebbe spenta facilmente.

Assaporare le labbra di lei era come sfiorare la seta, la strinse ancora di più a lui cercandola con le mani, in un viaggio alla scoperta della sua sinuosità, saggiandola con la bocca, per catturare la sua anima, gustandola con la lingua, per farle conoscere il piacere.

E lei si fece guidare da quella danza che le era sconosciuta, dalla bocca turgida di lui, che le stava facendo esplorare un angolo di paradiso.

Il respiro era corto, e di nuovo i corpi si allacciarono con più forza, cercando di inspirare ognuno nel fiato dell’altro, lei gettò le mani nei capelli morbidi di lui, soffocando un gemito, fino a quando non morse dolcemente il labbro, approfondendo sempre di più il duello delle loro bocche.

Quando ripresero fiato, gli occhi si schiusero, le ginocchia sembravano molli, ma si sorrisero, sapendo che in fondo si erano desiderati e cercati tutta la sera.

- Sei meravigliosa, Kaori. Non ho mai conosciuta una donna come te.
- Mick……

E Kaori si perse di nuovo negli occhi azzurri che l’avevano incantata tutta la sera.
   
 
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