Una è troppo poco, due sono tante, quante principesse nel castello mi hai nascosto , TI VOGLIO BENE..
 
Quello era il suo punto debole.
Il suo tallone di Achille.
Guardarlo negli occhi.. sapeva che sarebbe stato un gesto inutile, volto solo a farla soffrire.
 
Te lo dicevo anche se non spesso, TI VOGLIO BENE, me ne accorgevo prima più di adesso..
 
Si costrinse a continuare a spazzolare i lunghi capelli setosi e neri come la notte.
Già. Come la notte…
Come era stato bello giacere là, tra le sue braccia, protetta dal calore del suo corpo e cullata dal suono del suo respiro, quella notte. Ma lei era una donna, una donna adulta e vaccinata.
Caparbia. Forte.
Ma quella notte si era sentita soltanto Morgana la ragazzina. E le era piaciuto.
 
Tre sono poche, quattro sono troppe, quante quelle cose che hai rinchiuso nel castello, TI VOGLIO BENE..
 
Aveva volto gli occhi altrove per troppo tempo per accorgersi che la sua indifferenza non aveva fatto che aumentare quel sentimento che la rendeva debole. Così debole!
Spazzolata..
Lo amava.
Spazzolata..
Lo aveva sempre amato.
Spazzolata..
Sempre lo amerà.
Si guardò allo specchio ed appoggiò la spazzola di legno sul mobile. Cos’era lei in quel momento? Era la strega, era la donna, la ragazzina…
Ma un pensiero la trafiggeva, impedendole di trattenere le lacrime che scorrevano sul volto così impassibile. Era la traditrice?
 
E nonostante tutte le attenzioni, TI VOGLIO BENE, dall’altro ieri invece da domani non lo so..
 
La strega non avrebbe permesso ciò che era successo quella notte.
La donna avrebbe solo chiuso gli occhi e lasciato fare l’amante fino alla fine, rimanendo impassibile.
La ragazzina si era abbandonata alle braccia calde e sicure del futuro Re.
Ma aveva interferito anche la traditrice?
Sconvolta da questo pensiero si asciugò le lacrime in un batter d’occhio e si voltò verso il letto.
Dormiva. Dormiva tranquillo Artù.
 
e ti sono debitore di emozioni, è che al mondo non ci sono solo buoni, magari questo lo sapevo, ma è diverso, viverlo sulla tua pelle come ho fatto io con te..
 
Improvvisamente, mentre lo guardava teneramente, una fitta al ventre la fece sussultare.
Sua sorella non avrebbe mai voluto. Aveva concepito.
Il futuro re di Camelot, successore di Artù?
O solo la perenne minaccia del loro amore?
Artù dormiva, lontano dai suoi sbagli. Che cosa aveva fatto? Adesso chi era realmente? Sarebbe diventata anche madre.
Madre..
Una famiglia era quello che aveva sempre desiderato. Ma Artù non era destinato a sposarla.
No, a sposarla, no. Ma.. ad amarla forse sì. Quella notte l’aveva posseduta.
Ognuno aveva donato le proprie forze per far parte dell’altro.
Era più di quanto desiderasse per rimanere legata ad Artù.
 
E fu la vita a farci unire e poi pagare, una canzone può anche non parlar d’amore.. e ora con tutto il mio cuore te lo dico.. anche se da due settimane non sei più .. MIO AMICO!
 
Un legame indissolubile, dunque.
Cosa avrebbe fatto del bambino?
Lo avrebbe reso potente, autorevole. Non avrebbe mai fatto sapere ad Artù di avere un figlio.
Lo avrebbe partorito al sicuro, lontano da sguardi pericolosi; poi lo avrebbe portato a corte.
Si, sarebbe stato figlio di Morgana la strega , ma nessuno avrebbe saputo la paternità del Re.
Pericoloso.
Ecco come l’avrebbe reso.
Pericoloso.
<< La Signora>> si lasciò sfuggire dalle lebbra inermi.
<Signora>> sussurrò mentre lasciava Artù avvolto nelle coperte e nei futuri dubbi.
<> mormorò uscendo dalla stanza << ti attende un destino più grande di te, Pendragon. Odierai tuo figlio?>>