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Autore: reina86    20/08/2012    9 recensioni
Quando si commettono degli errori si spera sempre che il conforto del proprio compagno possa lenire le nostre sofferenze... Vegeta aveva sempre potuto contare sull'aiuto di Bulma, ma quando migliaia di innocenti perdono la vita a causa sua tornando ad essere il fiero principe dei sayan, la povera terrestre vacilla sulle proprie intenzioni. I sentimenti di una coppia dilaniata dal dubbio e dalla sofferenza, anche se alla fine l'amore scusa sempre tutto ciò che fa...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il coraggio del perdono appartiene ai forti,
a quelli che hanno imparato a soffrire con dignità,
e ai cavalieri oscuri della fede incrollabile.
Perdonare il male
è come rinascere ancora,
è una gioia scolpita nel dolore,
una terra deserta che torna in vita con una goccia d’ acqua.
Perdono per amore, perdono per coraggio, perdono per fede
sono diamanti dell’animo generoso di chi spera in bene.
Perdono è quasi sempre sofferenza
ma solo chi sa perdonare
entra dalla porta principale nella grandezza.

Forcloud

 

IL CORAGGIO DEL PERDONO

 

L'odore acre della morte e le fiamme che si ergevano alte in cielo dopo il boato creato dalle sue mani assassine, erano le uniche cose che i suoi sensi riuscivano a distinguere tra tutte le urla di terrore della gente intorno.

Corpi bruciati, dilaniati e senza vita di migliaia di innocenti ora si trovavano intorno a lei che scettica e morta dentro non riusciva a credere ai propri occhi.

Fumo nero e vento di morte, solo paura e panico che aleggiavano nei pochi superstiti riuniti in quell'arena una volta adibita per un torneo, ed ora trasformatosi in carneficina.

 

Non mi importa nulla del vostro Mijin Bu, questo scontro per me significa tutto”.

 

Questo scontro per me significa tutto...

 

Gli Aveva sentito pronunciare quelle parole piene d'astio dall'alto degli spalti e il cuore le sussultò nel petto ancora più veloce.

 

E allora lei e il loro Trunks? La sua famiglia, i loro sacrifici per creare un equilibrio a cui Vegeta si era lentamente lasciato andare nonostante i suoi principi e i suoi natali?

 

Come poteva aver dimenticato tutto solo per un istante di gloria e vendetta?

 

Non lo aveva mai visto all'opera cosi crudele e spietato, e per quanto le facesse male ammetterlo, quello che ora vedeva su quell'arena era il sayan di cui si era innamorata, l'alieno che aveva accolto in casa sua e che aveva cercato in ogni modo di ammansire e calmare.

 

La sua natura era solo sopita in fondo alla propria anima e non era mai morta definitivamente, ora doveva ammetterlo. La sola vista di Goku aveva risvegliato in lui la voglia di misurarsi e battersi che aveva accantonato dopo il Cell game, quella resa dei conti era più importante di qualsiasi altra cosa.

 

Ora per la prima volta da quando aveva fatto la sua conoscenza, Bulma aveva realmente paura di lui e dei suoi occhi di ghiaccio...

 

Paura non della morte che avrebbe potuto procurargli, ma del non poter essere più capace di trovare dentro di sé il coraggio di perdonare e offrire una seconda opportunità. Sconforto nel non sapersi più disponibile ad accoglierlo dentro le sue amorevoli braccia e confortarlo come aveva sempre fatto.

 

L'amore per lei aveva avuto il sapore di un cammino costellato di difficoltà, rinunce e umiliazioni. Aveva raggiunto la felicità accanto al suo uomo col dolore e la pazienza che solo una donna innamorata poteva avere, e ora che aveva stretto al suo cuore la sua anima di ghiaccio, sentiva lentamente scivolare dalle sue mani la speranza di una vita serena accanto a lui.

 

Era diventata la vittima innocente di un' ingiustizia che non si aspettava e di una delusione che non meritava.

Se davvero solo i forti sanno perdonare, Bulma sperava con tutto il cuore che il suo sconfinato amore potesse scusare tutto ciò che Vegeta aveva fatto, e tutto il dolore che aveva creato intorno a sè...

 

*****

 

Sei un talento nato e riesci sempre a fare meglio di me, per quanto possa sforzarmi la disparità che c'è tra noi non cambierà mai”.

 

Kakaroth era solo un guerriero di terzo livello, un suo infimo e inutile suddito, e forse non avrebbe mai capito la sua volontà di farsi controllore da Babidi.

Per una volta dopo molti anni doveva far rivivere quella sua parte malvagia e cinica con la quale aveva convissuto per decenni prima del suo arrivo sulla terra. La sua indole era sempre stata quella, e ora forse avrebbe ottenuto il pieno della sua potenza mantenendo immutato il suo innato orgoglio e la sua voglia di vittoria.

 

Come fare però per non sentire quella voce assordante chiamata coscienza?

In che modo mettere a tacere quel fastidio che gli attanagliava le viscere da quando l'unica donna che avesse mai imparato ad amare gli aveva insegnato la differenza tra il bene e il male?

Lei avrebbe sofferto moltissimo conoscendo le sue reali intenzioni, e poi a Trunks cosa avrebbe raccontato di quel sayan tornato dall'aldilà e votato a suo nemico giurato già da quando suo figlio non aveva ancora emesso il suo primo vagito su quella terra?

Sarebbe stato più facile farsi controllare da un mago inutile e senza midollo ma con grandi poteri magici, solo per perdere quei freni inibitori che lo tenevano in catene e diventare nuovamente ciò che era sempre stato...

 

Era tornato ad essere il fiero e crudele principe dei sayan, e si sentiva come mai prima d'ora: forte, potente ed invincibile.

E allora perché dentro di sé la sua coscienza mordeva la sua anima con un tempismo senza paragoni?

Perché nonostante avesse ottenuto il suo più grande desiderio non riusciva a godersi quel momento di soddisfazione ?

Perché portare proprio ora alla mente quel meraviglioso color del cielo?

 

 

Mi dispiace io non ti credo... non puoi essere davvero contento di te stesso, ne sei sicuro Vegeta”?

 

Maledetto bastardo di un sayan, aveva capito tutto e e glielo aveva detto apertamente, senza temere la sua reazione e la sua ira.

 

Cosa ne sapeva lui del suo amore per lei e per il loro Trunks ancora non lo aveva compreso del tutto.

Kakaroth non sapeva niente della sua vita con loro e mai lo avrebbe saputo.

Non sapeva dei suoi sforzi per diventare sempre più umano e adattarsi a quella insulsa vita sulla terra.

 

Aveva rinunciato a tutto pur di vedere la sua famiglia felice e serena.

Tutto ciò che per Kakaroth era stato naturale e fisiologico dalla sua nascita, per lui era stato uno stillicidio infinito e doloroso, che giorno dopo giorno gli aveva tolto la linfa vitale eliminando ogni singola traccia del suo essere sayan.

 

Pensava di aver dedicato totalmente la sua mente al loro scontro ed invece non era stato cosi.

Era stato lui con la sua voglia di vendetta a liberare quel mostro che tanto aveva preoccupato anche gli esseri superiori del loro universo, e ora avrebbe messo fine a tutta quella sofferenza, ma da solo ed una volte per tutte.

 

La sua famiglia correva un rischio troppo grande per poter continuare la loro resa dei conti.

 

L'avrebbe colpito di spalle, fingendo una tregua che per lui non ci sarebbe mai stata o almeno non prima di ammettere quella superiorità di cui tanto si era lamentato durante la sua vita.

 

Il loro amore veniva prima della sua gloria e della sua vendetta, li aveva delusi già abbastanza e forse l'unico modo per redimere la sua anima sporca e corrotta, sarebbe stato quello di far scorrere il suo sangue solo ed esclusivamente per saperli vivi e sereni sul pianeta che tanto aveva odiato.

 

Tutto pur di saperli vivi e sereni, anche bruciare nelle fiamme eterne dell'inferno...

 

*****

 

Tra mille altre voci avrebbe riconosciuto la sua che ora si ergeva fiera e orgogliosa tra i meandri sconfinati della terra per elemosinare l'aiuto degli abitanti di quel pianeta che aveva precedentemente odiato con tutte le sue forze.

 

Quel dolore al petto che le aveva stretto il cuore sentendo il suo uomo in pericolo e le lacrime versate alla notizia della sua morte, erano nulla al confronto alla gioia di saperlo vivo e paladino della giustizia.

 

Aveva chiesto l'aiuto dei terrestri con umiltà e amore. sollevando dall'incarico, anche se solo per una volta, quel nemico di cui era diventato un alleato fedele. Per anni aveva accumulato dentro di sé l'odio che aveva appesantito il suo cuore di risentimento e rancore. Aveva compreso la forza della coesione e la potenza dell'amicizia, per la prima volta lottava per qualcuno e non per qualcosa.

 

Per la prima volta sarebbe tornato sulla terra da vincitore e non da sconfitto...

 

*****

 

Camminava su quel pavimento immacolato e candido con l'espressione corrucciata e orgogliosa di sempre. Passo dopo passo li aveva visti tra gli altri, li osservava sorridere felici e commossi trepidanti per il suo ritorno.

Non aveva occhi che per i loro sguardi limpidi e azzurri, tutti gli altri erano solo personaggi che di lì a poco sarebbero scomparsi come ricordi lontani per abbandonarsi totalmente al loro amore e al loro conforto.

 

Quanto suo padre si fosse sbagliato lo aveva capito solo quel giorno doloroso e travagliato...

 

Era stato magnifico dare la vita per le persone che più aveva amato in vita sua e che avevano ricambiato quei sentimenti pur sapendo chi fosse stato e cosa avrebbe sempre rappresentato per tutta la sua vita.

Combattere per qualcuno era il modo migliore per vincere e dimostrare cosa un guerriero innamorato della propria donna e del proprio figlio fosse capace di fare.

 

Se fosse tornato indietro avrebbe probabilmente commesso gli stessi errori di sempre, ma sarebbe stato felice di morire altre mille volte pur di scoprire quella gioia che ora gli bruciava il petto sentendosi parte integrante di qualcosa.

 

Il sorriso di un figlio che ora gli andava incontro con un affetto ed un orgoglio smisurato, e le lacrime di una donna che aveva saputo amarlo nonostante le sue origini sanguinarie.

 

Erano quelle le cose per cui avrebbe lottato d'ora in avanti, quelli i sentimenti da cui si sarebbe fatto guidare, solo ed esclusivamente se lei avesse avuto il coraggio di perdonare...

 

*****

 

Osservarti nuovamente è la gioia più grande che abbia mai provato in vita mia...

Vedere nostro figlio correrti incontro felice e sereno è per me un regalo inaspettato che la vita mi ha donato nonostante il mio cuore difficilmente avrebbe creduto in un tuo cambiamento cosi radicale...

 

Hai dato la tua vita per noi e messo da parte il tuo orgoglio per il bene dell'intera umanità.

Poco importa se ora mi sei distante e mi guardi di sottecchi arrossendo lievemente per aver dato la mano a Trunks che ti guarda estasiato come dopo tutto sto facendo anch'io.

 

Per lui non sei solo il guerriero forte e invincibile che ha salvato il pianeta, ma sei e sarai sempre un padre che ammira e a cui vuole assomigliare con tutte le sue forze.

 

Tanto tempo fa sei stato per me il Vegeta che mi ha umiliata per essere solo una banale e debole terrestre, sei stato l'uomo che mi ha sedotta e abbandonata incinta di un figlio che non volevi, e il guerriero che ha rinunciato alla sua famiglia per inseguire stupidi sogni di vanagloria.

 

Qualunque cosa accada però non dimenticare che sei e sarai sempre l'uomo che ho scelto di amare fin dal nostro primo giorno insieme...

 

Il Vegeta che ha scelto di rimanermi accanto dopo aver affrontato la morte del nostro Trunks durante il Cell game, e l'uomo che ha dato la vita per me e il nostro bambino.

 

Puoi anche non guardarmi e non abbracciarmi come ora fanno tutti quanti perché comunque conosco il tuo cuore e la tua anima meglio di chiunque altro, mi appartieni e cosi sarà per sempre per tutti gli anni che la vita vorrà donarmi.

 

Avrai sempre me e Trunks dalla tua parte, avrai sempre un posto speciale nel nostro cuore cosi come nelle nostre anime, perché il vero amore non sarà mai solo dimenticare ma anche trovare il coraggio di perdonare...

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Grazie immensamente a tutti voi che leggete sempre le mie storie lasciandomi commenti e recensioni stupende. Se scrivo è soprattutto per quanti di voi mi sostengono e per le persone magnifiche che ho conosciuto durante questo bellissimo cammino.

Vi adoro, Donatella.

   
 
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