Roccaforte di mare

Prologo

Da pochi giorni ero andata a vivere con i miei genitori a casa di mia nonna poiché aveva bisogno di aiuto dopo un incedente che le aveva causato la rottura di una gamba,

Lei viveva in una piccola cittadina marittima poco conosciuta, si chiamava Roccaforte di Mare*, dagli abitante veniva chiamata Rocca.

Era un piccolo paese che si affacciava sul Mar Tirreno, comprendeva circa cinquecento abitanti, non c'erano molte attrazioni, non c'erano molte attrazioni quindi non era frequentato in estate, un po' solo dagli abitanti dei paesi vicini, visto anche che le spiagge erano di una bellezza unica, avrei voluto farle vedere a tutti i miei amici.

C'erano anche poche scuole, pensare che di licei ce n'era solo uno, classico per di più, visto che gli altri erano troppo lontani la maggior parte dei ragazzi frequentavano quello, alcuni però andavano fuori, sopratutto chi detestava il latino e il greco.

Avevo almeno la fortuna di avere il liceo molto vicino a casa, non c'era neanche bisogno di usare l'auto di papà, ci sarei andata a piedi. Mi ci volle un sacco di tempo per convincerlo, era molto protettivo nei miei confronti, sopratutto riguardo ai ragazzi. Mi aveva fatto capire più volte che avrebbe fracassato il cranio di qualsiasi maschio con cui mi vedeva parlare.

 

Dove viveva prima mio padre si occupava di marketing in grossa catena di aziende che aveva varie filiali in tutta città. Aveva ottenuto un trasferimento per essere più vicino a sua madre, ma comunque doveva fare un'ora di viaggio per raggiungere l'ufficio. Mia madre invece insegnava matematica al liceo ma prese un po' di pausa per aiutare la nonna in casa.

Non avevo mai avuto intenzione di cambiare città, ma non ho potuto restare a casa mia da sola, i miei genitori si erano mostrati troppo preoccupati che una ragazza di quattordici anni vivesse da sola e si ribellarono alla mia decisione. Avevo i miei amici, amici con cui andavo molto d'accordo e fu un duro colpo per me dovermi allontanare da loro. Mi regalarono un cellulare con la quale mettermi in contatto con loro, non ne avevo mai avuto uno in verità, erano sempre stati contrari al fatto che io stessi tutto il giorno al telefono, però mi fecero promettere di non stare troppo tempo a parlare con le mie amiche e non avrei dovuto in qualche modo trascurare la scuola.

 

Da bambina ricordo che andavo spesso a trovare mia nonna, sopratutto in estate restavamo per settimane fino al termine dell'estate, abbiamo però smesso di andarci quando ho iniziai le medie visto che io incominciai ad uscire con le mie compagne. Non che non volessi andare a trovarla per qualcosa ma non conoscevo molte persone, a parte le sue vicine di casa che erano quasi sue coetanee, con loro mi annoiavo a morte.

Lei sembrava comprendere le mie ragioni, anche adesso non aveva capito la scelta di papà. Sapeva che per una ragazza della mia età era difficile separarsi dai proprio compagni, mi disse che lei quando era giovane si trasferì lontano per il lavoro di suo padre e quindi disse di capire come io mi sentiva. Aveva cercato di convincere i miei a tornare in città le sarebbe bastato anche solo qualche badante che l'aiutasse con i lavori domestici. I miei non furono d'accordo dicendole che dovevamo stare tutti assieme.

 

Speravo dal giorno in cui mi trasferii di farmi delle nuove amicizie, anche se sapevo che fosse difficile, a Rocca si conoscevano tutti, credevo che nessun si sarebbe avvicinata a qualcuno che veniva da fuori come me, ma mi sbagliavo e presto scoprirete il perché.

 

 

* non mi venivano nomi così ne ho inventato uno, non so se esista davvero, non ho deciso però in quale regione si torvi.