Serie TV > Gossip Girl
Ricorda la storia  |      
Autore: Maddy Pattz    21/08/2012    3 recensioni
Prima ff su Gossip Girl! Ambientata nella 1x17 racconta (o perlomeno tenta di farlo) il rapporto tra Serena, Blair, Chuck e Nate, utilizzando alternativamente il punto di vista dei quattro. Se vi ho incuriosito leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Xoxo Maddy Pattz
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nate Archibald, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chuck’s  Pov

 

<< Chuck mi secca chiedertelo, ma ho bisogno di sapere se hai visto Serena>> mi disse Humphrey palesemente preoccupato per la mia sorellina.

Gli lanciai un’occhiata sufficiente e risposi: << Stanotte non è tornata a casa>>. Il cellulare nella mia tasca prese a suonare, lo estrassi e inarcai le sopracciglia, sorpreso, quando lessi il nome sul display.

<< Hai sbagliato numero Waldorf?>> chiesi accettando la chiamata.

<< No Bass, ma se ti sto chiamando non è certo, per sentire la tua voce. Ho bisogno di sapere se Serena è tornata a casa stanotte!>> rispose sprezzante Blair. Nonostante tutto sentire la sua voce mi emozionò. “Idiota”, mi dissi.

<< Non è tornata a casa stanotte. Pensavo fosse con te>> risposi confuso. Gli occhi di Humphrey saettarono indagatori su di me e la sua espressione si fece concentrata, sicuramente cercava di carpire qualche informazione su Serena dalla mia conversazione con Blair. Gli lanciai un sorriso arrogante e gli sbattei la porta della suite in faccia.

<< No non la vedo da ieri sera>>. La voce le si colmò d’ansia. Francamente iniziavo anch’io a preoccuparmi visti i precedenti di Serena sarebbe potuta essere ovunque e con chiunque, fatta delle peggiori sostanze illegali.

<< Prova a chiedere a Nate se l'’ha vista>> le suggerii calmo.

<< Già fatto, neanche lui l’ha vista. Bass mi secca chiedertelo, ma ho bisogno del tuo aiuto>> replicò restia.

<< Dove e quando Waldorf?>> .

<< Fra un’ora a casa mia ed ovviamente se lo vedi acqua in bocca con Humphrey>> rispose sbrigativa. Percepii dei rumori in sottofondo, sembrava camminasse per strada. << A Serena ci penso io>> continuò decisa.

<< Perfetto. Ci sarò>> la rassicurai. Chiuse la chiamata. Che cosa dovesse fare Blair in quell’ora e in che modo avrebbe trovato Serena erano due incognite per me, ma ero ancora più incerto sul perché le servisse il mio aiuto.

Chiamai il mio autista ed ordinai la limousine.

<< Dove la porto signor Bass?>> mi domandò Arthur quando mi accomodai nell’auto.

<< All’attico dei Wooldrof>> risposi pensieroso.

 

Nate’s  Pov

 

“Tra un’ora a casa mia. Ho urgente bisogno del tuo aiuto. So che i nostri rapporti non sono fra i migliori, ma si tratta di Serena. È nei guai. B”. Lessi il messaggio di Blair con attenzione, soppesando con cura ogni parola e mi sembrava davvero preoccupata per Serena. Che diavolo poteva aver combinato? Con la vecchia Serena, fatta e perennemente ubriaca, simili messaggi erano all’ordine del giorno, ma ora con la nuova ed equilibrata Serena cosa poteva essere successo di così grave da richiedere il mio aiuto?

“Se Serena è nei guai i nostri trascorsi non contano. Ci sarò. N”, risposi.

<< Qualcosa non va?>> mi chiese Vanessa.

<< No, ho solo avuto un piccolo contrattempo. Temo di dover rimandare il nostro appuntamento>> risposi dispiaciuto cingendole la vita con le braccia.

<< Non importa Nate. Sarà per un’altra volta>> rispose sorridendomi.

<< Mi farò perdonare, ma ora devo proprio andare>> dissi frettoloso stampandole un bacio sulla guancia.

<< Okay>> .  Mi salutò con una mano mentre salivo su un taxi.

<< Dove la porto signore?>> mi chiese il conducente.

<< Nella 5th Avenue>> risposi abbandonando la schiena contro il sedile e domandandomi in quali guai si fosse cacciata la mia  bionda amica.

 

 Blair’s Pov

 

Camminavo a passo di marcia per le vie Brooklyn, alla disperata ricerca della mia migliore amica. L’avevo cercata tutta la notte per i locali e gli alberghi di Manhattan e non trovandola ero stata costretta a scandagliare anche Brooklyn. Io Blair Waldorf, regina dell’Upper East Side, a Brooklyn. Se non fossi stata tanto preoccupata per Serena, probabilmente l’idea mi avrebbe fatto rabbrividire per l’orrore e il disgusto. Improvvisamente il mio cellulare squillò, sospirai sollevata leggendo “Serena” sul display.

<< S dove diavolo ti sei cacciata?>> sbottai aprendo la comunicazione.

<< Lei è Blair?>> chiese una voce maschile sconosciuta.

<< Si sono io. Lei chi è e per quale motivo ha questo telefono?>> replicai fredda.

<< Sono John, il barista del Metropolitan. La sua amica ieri sera è stata qui e si è dimenticata il cellulare>> rispose.

<< Per caso ha visto con chi se n’è andata?>> chiesi.

<< Si con tre ragazzi, ma non li conosco>> rispose.

<< Grazie molto gentile>>. Chiusi la chiamata e composi velocemente il numero di Dorota.

<< Dorota ho bisogno che tu mi fornisca un elenco di tutti gli ospedali di Manhattan e dintorni>> ordinai non appena sentii la cornetta alzarsi dall’altro capo del telefono.

<< Subito signorina Blair. Glielo invio per messaggio>> rispose. Passai davanti ad uno squallido pub e seduta a un tavolino accanto alla finestra stava Serena, pallida e palesemente ubriaca.

<< Dorota lascia perdere non mi servono più>>  dissi sbattendo il telefono in faccia alla mia domestica. Entrai nel pub stando ben attenta a non toccare più di quanto fosse necessario. Mi avvicinai al tavolino di Serena e notai che era praticamente addormentata sul lurido tavolino di finto legno.

Avevo visto Serena molto più fatta e bevuta di così, ma mai come quella volta mi parve distrutta. Avendola aiutata già altre volte sapevo bene come comportarmi. La scossi per una spalla chiamandola per nome e i suoi occhi si socchiusero.

<< Hey B>> biascicò riconoscendomi.

<< Su tesoro andiamo>> mormorai aiutandola ad alzarsi. Si appoggiò completamente a me e per qualche secondo barcollai sotto il suo peso, ma poi riuscii a raddrizzarmi e a trascinarla fuori dal locale sotto gli occhi increduli del barista. Uscita dal pub fermai un taxi e caricataci Serena dentro diedi all’autista l’indirizzo di casa mia. In quel momento mi avrebbe fatto comodo la limousine di Chuck e il suo efficiente autista, Arthur. Grazie al cielo arrivata a casa fu il portiere ad aiutarmi a portare Serena in ascensore. Quando arrivai al mio attico trovai Chuck e Nate in piedi, che si squadravano sospettosi. O meglio Nate era sospettoso, Chuck aveva la solita faccia calma ed irriverente.

<< Blair se uno scherzo per farci incontrare giuro che …>> iniziò Nate arrabbiato.

<< Non stavo scherzando Nate. Ho davvero bisogno del vostro aiuto>> lo interruppi seria. << Abbiamo davvero bisogno del vostro aiuto>> mi corressi.

 

Chuck’s  Pov

 

L’espressione grave di Blair parve convincere Nate della gravità della situazione e le sue parole facevano intendere che aveva bisogno che io e Nate collaborassimo.

<< Okay Blair. Qual è il problema?>> sospirò Nate.

<< Venite>> ci disse Blair camminando verso l’ascensore. La seguimmo confusi e  trovammo accucciata nell’ascensore una Serena Van der Woodsen distrutta e ubriaca fradicia.

<< L’ho trovata in uno squallido pub di Brooklyn neanche mezz’ora fa>> disse Blair e una ruga ansiosa solcò la sua bella fronte.

<< Oh mio Dio>> disse Nate. Ci scambiammo un’occhiata d’intesa ed insieme sollevammo Serena, sostenendola ciascuno per un lato.

<< Ma che le è successo?>> chiesi a Blair mentre ci dirigevamo alla scalinata per il piano superiore.

<< Non lo so>> rispose agitata.

<< Serena stai bene?>> chiesi allarmato a mia sorella. Non mi rispose, ma fu scossa da un piccolo conato.

<< Portatela in camera mia>> ci ordinò Blair e poi rivolgendosi a Dorata urlò: << Dorota mi servono tanto caffè e degli asciugamani puliti>>. Arrivati in camera di Blair appoggiammo Serena sul letto.

<< Che le è successo?>> chiese Nate.

<< Non lo so. Ieri sera è venuta qui, era molto agitata e mi ha raccontato una cosa assurda. Sono salita a prenderle del valium e quando  sono tornata non c’era più. L’ho cercata tutta la notte>> rispose Blair sfilando il cappotto a Serena. Effettivamente ora che la osservavo con più attenzione notavo le occhiaie marcate e gli occhi leggermente rossi.

<< Su forza tesoro, hai bisogno di una doccia>> disse dolcemente Blair a Serena sollevandola, le diedi una mano a trascinarla fino al bagno.

<< Grazie ragazzi. Ora ci penso io>> disse facendo sedere Serena sul bordo della vasca e sfilandole il vestito. Chiusi la porta è rivolto a Nate dissi: << Vado a prendere qualcosa per farla vomitare>>. I conati di Serena ci raggiunsero proprio in quel momento. << Credo non siano più necessari>> mormorai con un lieve sorriso.

<< Perché ho la sensazione che tu te la stia godendo Chuck?>> mi chiese freddamente Nate.

<< Chiamami pure sentimentale>> risposi beffardo, eppure nelle mie parole vi era una verità più grande di quanto volessi ammettere. Mi erano mancati i miei amici, perché nonostante tutti i litigi e le guerre che ci facevamo, era quello che eravamo amici. Litigiosi e spietati alle feste e a scuola, ma pronti a tutto l’uno per l’altro nei momenti più tetri e duri. Avevamo vite apparentemente perfette: soldi, feste, vestiti, limousine, vestiti, viaggi, popolarità, aerei privati, posti esclusivi, piccoli regni su cui dominare, ville e un fondo fiduciario da capogiro. Tuttavia sotto la patina dorata albergavano i più cupi segreti e più minacciosi fantasmi: genitori assenti, anaffettivi, megalomani, indifferenti, con troppe donne nel loro letto, con troppi mariti, con troppo alcool, con troppi segreti, con troppi problemi; la costante sensazione di non essere all’altezza delle aspettative e dell’impero di famiglia; il sentirsi inferiore e il dover rigettare la debolezza in qualcos’altro. Per me l’alcool e il sesso, per Blair il cibo, per Serena la droga, per Nate la fuga.

In tutti quegli anni per riuscire a sopravvivere nel crudele e luccicante mondo dell’Upper East Side avevamo potuto contare solo su noi stessi e sulla nostra amicizia, che non era perfetta, ma sopravviveva, sempre e nonostante tutto. Eravamo stati io, Blair e Nate a tirare Serena fuori dalle stanze dei più squallidi motel di New York coprendola con Lily. Erano stati Blair, Nate e Serena ad impedirmi di esagerare con la droga o l’alcool. Eravamo stati io, Serena e Nate ad accarezzare i capelli a Blair ogni volta che la trovavamo in bagno a vomitare. Eravamo stati io, Serena e Blair ad impedire a Nate di finire in prigione per atti sconsiderati e violenti. E tutti e quattro ci eravamo abbracciati, avevamo condiviso i silenzi, le lacrime mai versate, i rimpianti e le amarezze. Insieme eravamo diventati i rampolli più influenti di New York. Avevamo bisogno della nostra amicizia, soprattutto ora che stavamo entrando in quel mondo degli adulti, che non avevamo mai capito.

Per questo motivo essere lì tutti insieme a tirare fuori Serena dai guai per l’ennesima volta, mi dava la sensazione di essere tornati a un anno prima. Prima che Serena facesse sesso con Nate quando lui stava con Blair. Prima che Serena partisse per il collegio. Prima che Georgina Sparks si dileguasse, con enorme gioia collettiva, per l’ennesima volta. Prima che Nate e Blair si lasciassero. Prima che io facessi sesso con Blair. Prima che io mi innamorassi di Blair. Prima che il Capitano venisse arrestato. Prima che Lily e mio padre si mettessero insieme. Prima che tutti gli avvenimenti dell’ultimo anno ci dividessero.

 

Nate’s Pov

 

Scorsi una nota di malinconia nelle parole di Chuck e ciò mi sorprese, ma non ebbi il tempo di riflettere sul reale significato delle sue parole, perché Blair uscì dal bagno con una Serena profumata di fiori di pesco ed avvolta in un pigiama azzurro di seta.

<< Mettetela a letto>> ci disse Blair sospirando stancamente. Presi Serena in braccio e la adagiai sul letto di Blair, che si premurò di rimboccarle le coperte.

<< B ho sonno>> mugolò Serena rannicchiandosi sotto le coperte.

<< Ora puoi dormire tesoro>> la rassicurò dolcemente Blair. Quando si comportava così con Serena sembrava quasi materna, aggettivo che solitamente mal si accompagnava con Blair Waldorf.

<< Ma B vi devo raccontare una cosa>> obbiettò debolmente Serena chiudendo gli occhi.

<< Lo farai quando ti svegli, okay S? Non ti preoccupare non andiamo da nessuna parte. Siamo qui per te>>. Le dita di Blair le carezzarono la fronte e il respiro di Serena si fece più profondo e regolare. Si era addormentata.

<< Andiamo di sotto>> suggerì Chuck a voce bassa. Annuimmo e, badando a non fare rumore, scendemmo al piano di sotto. Mentre attraversavamo il salone per raggiungere i comodi divani di pelle bianca, Blair ebbe un capogiro e barcollò, immediatamente Chuck l’abbracciò per sorreggerla.

<< Stai bene?>> le domandò preoccupato.

<< Si. Sono solo stanca ed affamata>> rispose Blair tenendo gli occhi chiusi. Era pallida e stringeva le labbra, sembrava nauseata.

<< Vuoi che ti prenda in braccio?>> chiese Chuck con voce ironica per stemperare la sua preoccupazione. Anche io ero un po’ preoccupato per Blair, del resto era pur sempre una mia amica.

<< Spiritoso Bass, davvero>> replicò altezzosa Blair recuperando rapidamente il suo controllo e scivolando fuori dalla presa di Chuck. Fece qualche passo verso il divano, ma di nuovo le vertigini la colsero e sarebbe sicuramente caduta se Chuck non l’avesse prontamente presa in braccio come se fosse una bambina. La stringeva con delicatezza, senza malizia.

<< Dicevi Waldorf?>> la prese in giro.

<< Che sto benissimo>> sbuffò lei appoggiando la testa contro la spalla di lui.

<< Certamente, infatti le persone che stanno benissimo svengono. Lo sapevi Nate?>> chiese ironico Chuck camminando verso il divano in stile impero.

<< Ovvio>> risposi con una risata ritrovando il piacere di scherzare con Chuck. Lui mi sorrise e per un attimo fu come se tutto non fosse cambiato.

<< Bass, Archibald siete due idioti patentati!>> sbuffò Blair mentre Chuck la adagiava sul divano.

<< Sempre dolcissima, vero?>> la stuzzicai mentre Chuck si sedeva accanto a me. Teneva gli occhi puntati su Blair e non gli avevo mai visto guardare nessuno come guardava lei, era tenero.

<< Cosa ci dovrà raccontare Serena?>> si interrogò pensierosa Blair.

<< Non ne ho idea, ma sospetto vagamente che c’entri Georgina>> rispose Chuck.

<< Chi la stronza psicopatica?>> chiesi perplesso e con una nota di disprezzo.

<< Proprio lei>> assentì Chuck.

<< Vado a preparare del caffè e dei panini per Serena, né avrà sicuramente bisogno>> mormorò Blair alzandosi.

<< Dovresti mangiare qualcosa anche tu Blair. Sei stata in giro tutta la notte per cercare Serena e sei a pezzi>> le suggerì Chuck e nella sua voce vi era una strana dolcezza, di solito assente.

<< Certo>> sbuffò Blair dirigendosi verso la cucina.

<< Ti diamo una mano>> dissi alzandomi e seguendola.

<< Non metterci i cetriolini sott’aceto e neanche la senape>> disse Blair fermando Chuck, che insieme a me stava imbottendo panini.

<< Ma tu non stavi facendo colazione ed io e Nate i panini?>> chiese esasperato Chuck lanciando un’occhiata a Blair, che facendo dondolare le gambe come una bambina si gustava delle fragole.

<< Si, ma devo assicurarmi che facciate le cose per bene>> rispose lei con il suo classico cipiglio alla Queen B.

<< Sei la donna più irritante di questo pianeta>> sbuffò Chuck.

<< E tu l’uomo più idiota>> replicò Blair.

<< Cielo la piantate di battibeccare?!?>> esclamai. << State diventando insopportabile per le mie orecchie e quelle di Dorota>>.

<< Vado a vedere se S è sveglia>> disse Blair tornando improvvisamente seria.

<< Vengo con te>> dissi.

<< Chuck i panini sono nelle tue mani, sappi che se li avveleni ti seguirò fino all’Inferno e ti darò il tormento per l’eternità>> disse minacciosa Blair.

<< Prospettiva allettante>> rispose Chuck con la sua solita aria maliziosa. Salii prima di Blair e quando arrivai in cima sentii le porte dell’ascensore aprirsi e la voce di Dan Humphrey chiedere: << Blair, dov’è Serena?>>.

<< Non è qui Humphrey>> mentì Blair con naturalezza.

<< Non è vero, voglio vederla>> replicò deciso Dan.

<< Serena non ti vuole vedere Dan, mi dispiace>> dissi scendendo spedito la scalinata ed andandomi a posizionare sul primo gradino, alla sinistra di Blair.

<< Forse mi sono perso un capitolo della mia soap preferita>> disse Humphrey confuso, ma sarcastico.

<< I panini sono pronti>> disse Chuck facendo la sua comparsa nella stanza con un vassoio carico di panini ed incurante della presenza di Dan.

<< O forse due>> aggiunse confuso osservando Chuck con stupore. << Voglio vedere Serena>> ripeté deciso camminando verso di noi.

<< Non ti vuole Humphrey, sparisci>> esclamò freddamente Chuck raggiungendo la scalinata e sistemandosi alla destra di Blair.

<< Levatevi dai piedi>> sbottò Dan allungando una mano per spostare Blair, l’elemento più fragile della nostra barriera. Il braccio di Chuck schizzò tra il corpo di Blair e il corrimano, come a farle da scudo. Il messaggio nei suoi occhi fiammeggianti era chiaro: “Non osare toccarla o farle del male, se no farai i conti con me”. Non avevo mai visto Chuck così protettivo con qualcuno. A pensarci bene Chuck non si era mai comportato con nessuno come si comportava con Blair. Con Blair era dolce, protettivo, tenero, preoccupato, malizioso, seducente, ma sempre estremamente rispettoso. Quando la guardava sembrava quasi adorarla con lo sguardo. Fu in quel momento che capii. Chuck Bass, il ragazzo più ricco e don Giovanni di New York, si era innamorato di Blair Waldorf.

 

Blair’s Pov

 

Il braccio di Chuck si frappose fra me ed Humphrey quasi a volermi proteggere.

<< Humphrey vattene>> sibilò Chuck furioso.

<< Bass spostati>> replicò Dan dandogli uno spintone.

<< Toccami ancora una volta e rimpiangerai in eterno il giorno in cui hai conosciuto Chuck Bass>>.

<< Cosa sta succedendo?>> chiese la voce impastata di Serena, la quale fece la sua comparsa in cima alle scale avvolta nella mia vestaglia di sera viola.

<< S dovresti essere a letto a riposare>> le dissi preoccupata mentre scendeva lentamente le scale.

<< Sto bene B, sul serio>> mi sussurrò quando mi raggiunse.

<< Serena>> la chiamò Dan. La mia migliore amica si voltò e deglutì ansiosa.

<< Non devi parlarci se non vuoi>> mi affrettai a rassicurarla.

<< Devo>> mormorò febbrilmente. Ci superò e raggiunse Dan. Si allontanarono da noi e parlarono per svariati minuti, in cui lei gli raccontò di averlo tradito e in cui lui la lasciò. Dan se ne andò poco dopo, ferito e deluso. Serena si voltò e aveva gli occhi pieni di lacrime.

<< Perché gli hai mentito?>> le chiesi lanciandole un’occhiata penetrante. Conoscevo Serena Van der Woodsen troppo bene e da troppo tempo per non capire quando mentiva.

<< Perché …>> balbettò, << Oh B … >> singhiozzò abbracciandomi.

<< Hey va tutto bene tesoro, stai calma>> la rassicurai battendole leggera una mano sulla schiena.

<< Credo che sia ora che tu ci racconti la verità Serena>> disse Chuck con decisione.

<< Non dovremmo forzarla, se non se la sente …>> replicò Nate.

<< No Nate. Chuck ha ragione>> lo interruppe Serena staccandosi da me ed asciugandosi con un gesto brusco le lacrime.

<< Ci sediamo?>> proposi sprofondando nel divano di pelle bianca. Serena si sedette accanto a me, Chuck nella poltrona accanto a noi e Nate si appoggiò alla colonna di fronte.

<< Io non c’è la faccio>> mormorò Serena. << È troppo brutto>>.

<< S siamo i tuoi migliori amici>> dissi, ed era vero. << Puoi dirci qualunque cosa>>.

<< Blair ha ragione Serena. Nessuno di noi è un santo>> si intromise Nate.

<< Io ho fatto sesso con lui sul sedile di una limo>> dissi accennando con un gesto della mano a Chuck.

<< Diverse volte>> confermò Chuck.

<< Io ho fatto sesso con te mentre stavo con lei>> disse Nate e guardando Chuck con rimprovero aggiunse: << Una volta>>. Guardai Chuck con rimprovero e lui, con quell’aria da ragazzino impunito, disse: << Ma io sono Chuck Bass>>. Come se essere Chuck Bass giustificasse ogni sua azione. Sbuffai e mi concentrai nuovamente con Serena, che finalmente ci raccontò di Peter, di Georgina e del vero motivo per cui era andata in collegio. Quando terminò il racconto eravamo preoccupati e sconvolti e per la prima volta nella mia vita non sapevo cosa fare o come comportarmi. L’unica cosa che mi venne in mente fu di abbracciarla. Singhiozzò forte contro la mia spalla e dopo brevi istanti Nate si sedette sul bracciolo del divano abbracciando Serena da dietro, Chuck fece la stessa cosa con me. Ci trovammo stretti in un enorme e consolatorio abbraccio collettivo.

<< Andrà tutto bene Serena>> sussurrò Chuck con convinzione e il suo fiato caldo mi carezzò il collo.

<< Ha ragione>> confermai godendomi il calore del corpo di Chuck contro il mio.

<< Come potete esserne sicuri?>> chiese Serena con voce tremolante.  

<< Be’ siamo i ragazzi migliori dell’Upper East Side>> scherzò Nate strappandole una breve risata. << Ti aiuteremo S>> aggiunse serio.

<< Mi sembra di essere tornata bambina, quando nei momenti difficili ci stringevamo in questi abbracci soffocanti>> sospirai.

<< Abbiamo sempre vinto e vinceremmo anche stavolta, perché siamo amici e siamo uniti>> disse Chuck. Le sue parole erano sincere e vere, perché ancora una volta eravamo Blair, Serena, Nate e Chuck contro il mondo ed insieme non potevamo perdere. Georgina Sparks preparati, perché la tua rovina è vicina.

 

“ Pare che S sia nei guai e che come sempre C, B e N siano pronti a tirarla fuori. Ma chi sarà a terrorizzare così tanto la nostra bionda preferita? C’entra forse una moretta di nostra conoscenza che è misteriosamente ricomparsa a New York? Cara G, cosa sai di Serena Van der Woodsen? E C, B e N riusciranno anche questa volta a vincere salvando la nostra cara S? Vedremo!

In attesa di aggiornamenti, sapete di amarmi.

Xoxo Gossip Girl”.

 

Angolino dell’autrice:

È la prima one-shot che scrivo su Gossip Girl e sono estremamente nervosa all’idea di pubblicarla. Ho deciso di ambientarla nella 1x17, una delle mie puntate preferite della serie, perché in questa emerge il rapporto di amicizia che lega Blair, Serena, Chuck e Nate. Del loro rapporto amo molto il fatto che, nonostante tutto ciò che si infliggono, riescano a rimanere amici, alleandosi e sostenendosi nei momenti più cruciali. Essenzialmente ho cercato di attenermi alla puntata, ma non ho potuto fare a meno di inserirvi alcuni accenni Chuck/ Blair di mia invenzione. Li adoro insieme, credo siano la coppia migliore di Gossip Girl. Spero di aver rispettato il carattere dei personaggi, soprattutto quello di Chuck che come personaggio è abbastanza complesso.

 Naturalmente i personaggi della serie non mi appartengono e la storia non ha alcuno scopo di lucro.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, indipendentemente dal fatto che il vostro parere sia negativo o positivo.

Grazie in anticipo a chi leggerà e commenterà.

Xoxo Maddy Pattz 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: Maddy Pattz