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Autore: Reddi_    21/08/2012    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta com'era sentirsi la sua ragazza, com'era sentirsi amati da una persona per cui hai sempre avuto un' amore platonico, l'amore nel quale tu, o meglio, io ero solo una goccia in quella infinita distesa d'acqua salata chiamata oceano.
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Questa è la mia prima vera e propria one-shot, l'ho scritta per una mia carissima amica, spero vi piaccia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questa one-shot è interamente dedicata ad una mia amica, che è parte del mio cuore, perciò la dedico a lei, Roberta."


Lunedì, 20 Agosto.

Mi sono sempre chiesta com'era sentirsi la sua ragazza, com'era sentirsi amati da una persona per cui hai sempre avuto un' amore platonico, l'amore nel quale tu, o meglio, io ero solo una goccia in quella infinita distesa d'acqua salata chiamata oceano.
Io potevo essere quel sale che gli avrebbe reso meno insipida la vita? Potevo essere quell'amore che lui tanto cercava, ma del quale non si riteneva all'altezza?
Un giorno, ho risposto a tutte queste domande e me ne sono posta un'altra, perchè io? Sì, mi dicevo, tra tutte le anime al mondo, mi dovevo innamorare proprio di Tom Kaulitz.
Eppure, era successo. Ero la ragazza più (s)fortunata del mondo, potevo sentirlo mio e potevo sentirmi sua sempre, dopo che anni lo avevo sognato e ne avevo pianto come non mai.
Ora, ora sono qui, sdraiata su un letto che scrivo su un diario, ancora non smetto di farmi mille domande e di chiedermi come ho fatto ad averlo qui, accanto a me che dormo beato, con la testa sulle mie gambe e il corpo rannicchiato, sul viso è stampata un'espressione angelica e rilassata.
Lo guardo, sorrido e tutto ciò mi fa solo venir voglia di ricordare quando lui, si era dichiarato, quando lui ha detto le famose ''parole magiche'', quando lui è riuscito a trovare quell'amore che lo faceva sentire sè stesso ed eccolo, ora è sbocciato, ora si è innamorato.
Non ho più paura di quella parola, non più, prima è stato un periodo difficile, ricordo tutto ancora nei minimi dettagli e non voglio che nulla venga perduto in qualche parte nascosta della mio cervello, voglio che tutto sia impresso in fogli di carta grazie all'inchiostro.
Era una di quelle stupide giornate piovose.
Amavo la pioggia,quelle goccioline così innocue che battevano insistenti sul terreno cercando di farsi sentire da un qualcuno,un qualcuno che non le avrebbe sentite mai.
Era lo stesso per me, mi sentivo come la pioggia, lui mi aveva abbandonata.
Non ricordo nemmeno più le sue parole, solo mi ricordo che il suo profumo era rimasto troppo impresso nella mia pelle per poter dimenticare tutto quello che c'era stato.
E poi c'erano le fans, che si sentivano lasciate sole, che avevano perso le speranze e io le capivo e sentivo le loro emozioni, perchè un tempo era così anche per me. Ma loro, mi chiedevo sempre a quel tempo, avrebbero mai capito come poteva devastarti e travolgerti il suo amore? Non solo perchè era il sogno di una vita, non solo perchè era Tom Kaulitz, ma perchè ogni minima parte di lui ti mandava in estasi, sempre.
Quindi, suppongo che a quel tempo, ero praticamente ossessionata da lui, forse perchè non avevo ancora chiarito i miei veri sentimenti verso di lui a me stessa.
Tutto era iniziato da quando avevamo iniziato a frequentarci, per sbaglio, tutti gli sbagli sono i migliori, io ero la fan impazzita, e lui invece voleva divertirsi.
Invece, quel pomeriggio, dopo ore di attesa sotto l'albergo dove alloggiava, lui mi aveva presa e mi aveva chiesto di andare a prendere un gelato, così dal nulla. Non ci credevo che Tom Kaulitz chiedeva appuntamenti alle sue ragazze, quel tipo di ragazze per abbordarle.
Ma alla fine non fu così, ci frequentammo, finchè lui era in Italia, ci frequentammo fino ad avere bisogno l'uno dell'altra, sempre, senza sosta, anche quando lui era lontano, non so come, non so perchè lo seguivo. Era il mio incessante desiderio.
Fino a quando lui non sparì e io rimasi sola, con Bill che mi diceva che non mi aveva lasciata sola,diceva che lui mi voleva ancora, che mi amava.
Se mi amava era lì quando ne avevo bisogno,ma lui non c'era! C'era stato pochissimo e non ha mai dimostrato di amarmi.
Come al solito,ero sdraiata sul mio letto, la mano quasi appoggiata alla pancia e guardavo fuori dalla finestra all'orizzonte, alla ricerca di qualcosa,di qualcuno.
Non riuscivo a togliermelo dalla testa,nonostante il male che mi aveva fatto, quel male al cuore che sentivo costante, che non andava mai via.
I miei pensieri vennero spazzati via dalla porta, qualcuno stava bussando.
-Chi è?- dissi piano,con una voce simile a un sussurro.
Nessuno rispose, questo mi fece andare in bestia, allora mi alzai contro voglia e andai alla porta,quasi sfiorando la maniglia la aprì.
No. Perchè? Vattene, dovevi andartene. Era lì davanti a me, era tornato. Tom era tornato.
Aveva il viso perfetto come sempre, gli occhi color nocciola erano fissi su di me, mi guardava stranito come se io fossi cambiata.
Io cambiata? Certo ed era colpa sua, a quel tempo pensavo che tutto era colpa sua, ma non era vero.
I suoi occhi incrociarono i miei, dimenticai tutte quelle cose, li analizzai come meglio potevo, perchè come sempre erano impenetrabili, chiusi a chiave, non riuscivo a capire cosa provava.
Era così con i suoi occhi, niente di lui era un mistero per me, tranne loro, contornati da ciglia perfette che ogni tanto sbattevano giù per via di un vizio dell'organismo umano.
Scesi giù con lo sguardo, mi soffermai sulle labbra. Erano socchiuse, quasi si formava un sorriso, uno di quei sorrisi che mi facevano dimenticare di respirare, mi toccai il petto come d'istinto.
Respira Sara, respira. Lui ti aveva fatto del male non meritava di essere amato da te, lo amavo? Davvero?
-Scusami..- Mi disse tutto d'un fiato.
Rimasi con una faccia da deficiente, mi aveva detto scusa! Il suo orgoglio dov'era andato a finire? Ma non potevo perdonarlo così, lui non se lo meritava, doveva soffrire almeno quanto avevo sofferto io, con quella relazione asfissiante, che ti faceva mancare il respiro.
-No,è tardi!- sentii le lacrime calde scendere sul viso, ecco piangevo. Perchè mi aveva fatto questo?
-Non piangere piccola, ti prego..- mi disse piano, con un sussurro con la sua voce profonda, lo rendeva così sexy.
Amavo la sua voce, ogni sua parola mi faceva sentire meglio, ogni cosa di lui mi colpiva. Ogni cosa era entrata dentro me e non era uscita più perchè lo amavo, si.
Mi accarezzò e sentì un brivido lungo tutta la schiena, mi asciugò le lacrime con i pollici.
Le sue mani delicate sapevano come muoversi sul mio viso, senza farmi del male, senza sentire davvero il suo contatto sulla pelle.
Mi contornò la vita con il braccio e mi strinse a sè delicatamente, quasi come se io fossi un tesoro. Il suo tesoro.
Lo lasciai fare, anche se ero arrabiata con lui, mi convincevo che lo odiavo anche se non era vero.
Lo amavo più di qualsiasi cosa al mondo, lo amavo più della mia vita. Lui era diventato la mia vita cazzo, lo dovevo ammettere.
Tra le lacrime cercai di parlargli.
-Perchè te ne sei andato? Perchè mi hai lasciata da sola? Perchè,perchè!- dissi piano, tra un singhiozzo e l'altro.
-Dovevo chiarirmi le idee, ho provato un sentimento strano da quando ti ho conosciuta.-
-Se io ero importante per te,avresti risolto i tuoi problemi con me! Ti avrei aiutato..adesso non serve più. Ho cercato di convincermi che ti odiavo ma niente.- Presi fiato lentamente,come se ci riuscissi a malapena.
-Io..io..Ti amo.-
Rimase scioccato,mi guardò, poi si staccò da me e si girò dall'altra parte.
Da lì, potei ammirare il suo profilo perfetto, non c'erano delle vere parole per descriverlo.
Si voltò verso di me. Mi guardò negli occhi, poi, parlò così lentamente che percepì la sua voce per poco.
-Ho riflettuto tanto su questo.-
Non risposi. Mi prese il viso con le sue mani, lo avvicinò al suo e mi baciò.
In quel momento sentì così tante emozioni dentro me, non riuscivo a capire più niente. Sentivo il calore delle sue labbra in contrasto con la freddezza pungente del suo piecing sulle mie labbra.
Mi sentì benissimo. Mi sentivo innamorata. Mi sentivo felice dopo tanto tempo. Mi sentivo sua, dopo tanto troppo tempo.
E così, anche noi due, anche io e il famosissimo chitarrista dei Tokio Hotel ci eravamo innamorati.
Avevamo scoperto due nuove parole. Imparato a pronunciarle, imparato a viverle.
Avevamo imparato a dire, ''ti amo.''

Sara e il bell'addormentato Tom, che dopo leggerà le mie memorie, le nostre.

   
 
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