Erano più di quattro ore che se stava seduto a terra sommerso dai libri.
Reborn l'aveva obbligato a cercare nei vecchi archivi della famiglia Vongola informazioni necessarie riguardo ai Simon, giusto per saperne di più in vista della battaglia tra i loro Gear.
Sbuffó, alzandosi per l'ennesima volta e salendo sulla scaletta di legno per raccogliere l'ultimo pacco di libri (enormi volumi pesanti il doppio di lui); mentre era intento a leggere, qualcosa attiró la sua attenzione.
Sommerso da altri volumi, c'era un a specie di diario, da dove spuntavano alcune foto e parecchie lettere.

«E questo?»
Notó la firma di Primo ad un lato della copertina, sorprendendosi del fatto che avesse lasciato delle testimonianze scritte.

"Non dovresti esserlo, Decimo"

Balzó in piedi, guardandosi attorno.

«P-primo?!»
Percepì Giotto sorridere, perció si calmó.

"Vedo che hai trovato un vecchio diario"

«Ehm…già. Posso leggerlo?», domandó a bassa voce, aspettandosi un rifiuto.

"Se vuoi. Ma c'è un altro modo per farti conoscere la storia"

«Cioè?», domandó Tsuna accorgendosi di parlare da solo. Che quella comunicazione telepatica fosse stata opera sua?

"Chiudi gli occhi. Addormentati"

Senza ribattere, Tsuna chiuse lentamente gli occhi, lasciandosi trasportare dal sonno.

"Sono pronto"

"Bene"

•

Una ragazza siede tranquilla sulla sabbia, con le gambe distese e i lunghi capelli dorati sciolti.
Le si avvicina un ragazzo biondo, sorridente: ha le maniche della camicia arrotolate sopra il gomito, mentre i pantaloni sono rigirati poco sopra la caviglia.
"Hai risolto?"
"Certo"
"Sono contenta"
Lei rimane a guardare il mare di fronte a se, chiudendo gli occhi.
"Riesco a…sentire le tue fiamme, Giotto"
Il biondo annuisce, e improvvisamente diventa serio.
"Probabilemente vorrai delle spiegazioni—"
"No"
"Cosa?"
La ragazza di volta verso di lui, un sorriso dolce sul volto.
"Sono felice se lo sei anche tu"
"Ma…il fatto di ieri…"
"Non importa. Ho superato quel momento"
Lei si alza in piedi, ripulendo il lungo abito azzurro dalla sabbia; Giotto le si avvicina, abbracciandola.
"Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Era proprio qui, su questa spiaggia"
"Come potrei dimenticarlo? Se non sbaglio quella sera ti dichiarasti", afferma la ragazza con un sorrisetto divertito sul volto.
Giotto arrossì lievemente sulle guance, distogliendo lo sguardo.
"Non essere timido"
"Timido? Io? Il sole ti ha dato alla testa, Arianna"
"Ma smettila"
Si sorrisero, avvicinandosi l'uno all'altra, intrecciando le mani.
"Ti amo"
"Anche io ti amo. E ti proteggeró, ance se ció mi costasse la vita"

•

Tsuna si sveglió di colpo, ancora con il diario di Giotto fra le mani.
«Chi era quella donna?»

"La mia adorata Arianna"

«A-arianna? Tua moglie?»

"Esatto"

Tsuna aprì il diario, leggendo la prima pagina con un tono di voce relativamente basso; accanto a lui, sentiva la presenza di Giotto, che ascoltava paziente.

« “Oggi Asari ci ha costretti a scendere in spiaggia, dato che non avevamo missioni particolari da svolgere. Ed è qui che l'ho vista: bellissima, una ragazza alta e snella dai lunghi capelli dorati e due bellissimi occhi verdi; si chiamava Arianna. Che bel nome. Abbiamo iniziato a parlare di cose inutili, del tipo che libri preferivamo leggere, per poi confidarci dei segreti che fino a quel momento sarebbero dovuti rimanere tali: mi disse di suo padre, un alcolista, che la picchiava tutte le sere quando sia lei che sua madre si rifiutavano di dargli i soldi per comprare l'alcol. Allora lei scappó di casa, rifugiandosi da una ragazza anch'essa fuggita dalla casa paterna. Da parte mia, le raccontai di aver fondato un gruppo di vigilanti, che dovevano impedire che cose del genere accadessero. La pregai di dirmi ora dov'era quel bastardo, ma lei si rifiutó, dicendo che per quanto lei gli volesse bene, poteva anche autodistruggersi; pochi giorni dopo, infatti, il suo corpo venne ritrovato mutilato e imbottito d'alcol, e Arianna e sua madre si trasferirono lontano da qui. Per tanto tempo pensai di non poterla rivedere mai più, finchè un giorno non fu lei a trovarmi: era ancora più bella di prima, una donna, vestita con abiti pregiati, perchè sua madre si era risposata con un ricco mercante di spezie a Genova, al nord. Mi disse di essere passata a salutarmi, perchè si sarebbe trasferita nel nuovo continente, o probabilmente in Asia; non avrei mai potuto sopportare una vita senza Arianna, perció la convinsi a rimanere da me. Lei accettó, per la mia gioia, e tutt'ora mentre sto scrivendo queste pagine, lei è qui, seduta davanti a me davanti al camino, intenta a leggere un libro„ »

Non appena Tsuna terminó di leggere, notó una fotografia in basso a destra della pagina.
Per poco non gli venne un colpo.

«M-ma è uguale a Kyoko-chan!», esclamó il castano, sentendo in lontanza la risata di Giotto.

"Quando dicono che la storia si ripete…a quanto pare abbiamo gli stessi gusti, Decimo"

Tsuna splancó la bocca per la sorpresa, per poi alzarsi e prendere il diario con se.

«Primo?»

"Si?"

«Potresti raccontarmi…ecco…la storia della famiglia?»

Seguì un attimo di silenzio, poi la voce solenne di Giotto irruppe nei pensieri di Tsuna.

"Ne sarei felice, Decimo"























 

Angolo Autrice


Salve gente!
Rieccomi con un'altra COSA.
Ci vorrà più tempo per caricare i capitoli, e chiedo umilmente perdono '___'
Come sembra la storia? :3
Dal primo capitolo in poi si alternerà il passato e il presente, okay? :D
Alla prossima, erbivori


Arianna