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Autore: Lauren_Mkenneth    21/08/2012    1 recensioni
"AVETE MAI CANTATO LA NINNA NANNA AD UN DIO!?".. Una pioggia di meteoriti inonda la terra! Qualcosa colpisce in pieno il furgone di Dafne e la fa andare fuori strada, quando si riprende, capisce che un uomo giace ferito... Loki, il Dio dell'inganno, è arrivato sulla terra per portare un messaggio! Ma, a darle una mano per curarlo, ci saranno dei malcapitati attori che si trovano lì per girare un film, uno di questi incredibilmente somigliante al Dio nordico.. e di fatti questa somiglianza non è del tutto casuale!!
(Loki/Sigyn)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Phil Coulson, Sorpresa, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Eyes of the world
 
Lullaby
 

 
 

“C’era un tempo lontano, di cui nessuno a più memoria, in cui tra terra e cielo imperversavano lotte furiose; macchiate dalla brama di potere dell’uomo e dalla  sua inarrestabile voglia di conquista.
Stupide guerre, in cui,in nessuna delle due parti, ci sarebbe stata vittoria. Gli esseri umani: con la loro astuzia ed intelligenza, con le forti armi e l’inesauribile forza di volontà; e gli Idei: dall’alto delle loro torri, al cospetto del mondo, con i loro grandi occhi onniveggenti, con i loro corpi immortali, con le loro anime pure ed eteree.
Le battaglie sarebbero continuate in eterno, senza mai cessare, distruggendo l’equilibrio degli universi!
Così fu, che segretamente i due sovrani di cielo e terra si riunirono, per stipulare un’alleanza, e fermare il massacro che da troppo tempo tingeva i fiumi di sangue.
Donarono le ali agli uomini, la libertà e la conoscenza.
Salirono alle grandi torri, per poter vivere con gli Idei, creature potenti e forti, sapienti e leali; che potevano insegnare loro la storia e le radici del mondo. Ma questo non gli bastò!
Gli esseri angelici, venuti al mondo da queste mani potenti, avevano conservato la loro mente umana; con pregi e difetti, vizi e virtù.
E fu proprio per questo, che la temporanea pace che i potenti spiriti avevano voluto creare, crollo come sabbia battuta dal mare.
L’uomo tradì, com’è nella sua più avida natura fare!
Alcuni vollero guardarsi indietro, per ricordare il mondo che avevano lasciato; altri, avidi di troppa conoscenza, tentarono di rubare i grandi occhi dorati degli Idei.
Portati davanti al grande altare di marmo, uno per uno, vennero marchiati per la loro impudenza. Semplici macchie, di diversa forma, colore e posizione per ognuno; “le voglie degli idei”.
Per ricordare, una volta riportati sulla terra, anche nella generazioni avvenire, il tradimento a coloro che li avevano donato la vita.
Spezzate le bianche ali, senza la possibilità di levarsi al cielo, gli Idei fecero una promessa all’uomo; quella non sarebbe stata la più grande punizione loro infierita.
Da quel momento in poi, avrebbero dovuto ricominciare la loro esistenza, faticando e lottando per la loro stessa vita! In fine il loro percorso avrebbe potuto prendere due svolte: morire, senza essere ricordati e quindi perire per sempre, oppure evolversi, diventando infine demoni, conquistando la vita eterna; dovendo sopportare tutte le catastrofi che il mondo avrebbe oltrepassato.”

 

Era la storia che mia madre mi raccontava ogni sera, da bambina, per farmi addormentare.
La mia ninna-nanna...
Chissà perché lo faceva!
Chissà perché non ne inventava mai una diversa.
Chissà perché non apriva un libro di fiabe: uno di quei bei libri, con bellissime illustrazioni colorate, e con la sua calda voce rassicurante non mi narrava mai una classica storia con lieto fine!
Era una strana donna. Le cose, che per il resto del mondo erano normali (direi quasi “il quotidiano” della vita) per lei erano estremamente complicate e difficile.
Credeva molto negli angeli, ma non nelle normali figure angeliche di cui si parla nei testi sacri.
Per lei gli angeli erano altre forme di luce, strane creature di cui non avevo mai capito bene il senso, ma di cui lei si era sempre affannata a spiegarmi l’esistenza.
Ognuno di noi era stato un angelo in passato, e con volontà, poteva continuare ad esserlo nel presente!
Non era cristiana e non mi ricordo di averla mai vista uscire la domenica per la messa! Ma adorava, ogni qual volta poteva, i suoi Dei nordici.
Quando gli assistenti sociali mi avevano presa, ero molto piccola, ogni mio ricordo di quei periodo vagava in un pozzo nero o veniva continuamente riempito da voci amiche o foto che non mi dicevano granché.
Sapevo solo di essere sola, a quel tempo ero stata un gran bel oggetto di compatimento: una piccola bambina sola, con la madre morta (la cui causa nessuno riusciva a spiegare) e il padre scomparso nel nulla anni prima. Crescendo mi ero scollata quegli sguardi pietosi di dosso, sentendomi libera da ogni gesto caritatevole che la gente mi mostrava solo per pura cortesia, non appena sapeva che ero orfana.
Sapevo che la loro educazione li portava ad essere per forza gentili con me, e questo mi irritava notevolmente, capendo che infondo non importava (giustamente non conoscendo personalmente, ne me, ne la mia famiglia) del dolore che avevo provato, o che forse internamente provavo ancora.
Per fortuna, non avevo nessun parente che mi poteva telefonare incessantemente per piangere con me alla cornetta, e sarei stata troppo piccola per sostenere una telefonata di condoglianze!
Furono costretti a darmi in affidamento ad una famiglia sconosciuta. Per me fu solo una salvezza dal mondo cattivo e oscuro che si stava creando dietro la porta chiusa della mia mente...
 

***

Il campanello, che avvisava l’entrata di un cliente, si animò di colpo, per due volte, facendomi sobbalzare.
Non sapevo perché mi erano tornate in mente certe cose, quei vecchi pensieri e quelle brutte immagini di quando si erano presentati i due assistenti sociali a casa; subito dopo la notizia della morte di mamma.
Soprattutto, non riuscivo a capire perché alcuni momenti della mia d’ infanzia, somigliavano a buchi neri, come carta bruciata di una pergamena e invece riuscivo a ricordarmi quella storia ridicola così bene!
Non comprendevo tante cose del mio passato e presente.
Come, per esempio, che i miei mi avessero lasciato la casa, l’emporio e il furgone e poi, l’avvocato l’aveva sottolineato come una cosa molto importante; il ciondolo di mia madre.
Certo! Era un qualcosa che mi avrebbe fatta sentire più vicina a lei, e da quel giorno lo mettevo sempre, ma mi era parsa esagerata l’enfasi con cui, quello strano avvocato: Phil Coulson, mi aveva passato l’oggetto.
Forse ero io, quella esagerata!
La coppia che era appena entrata nell’emporio, si stava aggirando per gli scaffali mano nella mano. Ridacchiando e parlando sotto voce.
Li lasciai perdere, lanciando solo una piccola occhiata con la coda dell’occhio a dove si stessero andando ad imbucare, e tornai a mettere a posto le riviste dietro al bancone, seguendo l’ordine che usavo sempre.
Dopo qualche minuto vidi il ragazzo venirmi incontro e poggiare i gomiti sul ripiano di legno.
Sembrava un po’ fatto e non mi sarei stupita se venisse da me in cerca di qualche liquore.
Purtroppo ne girava di roba nei dintorni, anche se la nostra era una piccola città e quasi tutti gli abitanti si conoscevano; conoscevano anche i vizi dei loro figli, ma li lasciavano annegare piacevolmente nell’alcol e la droga fino al primo shock.
Le corse all’ospedale erano abbastanza frequenti.
«Quanti anni hai?» gli chiesi prima che avanzasse ogni pretesa.
«Ti volevo chiedere solo dove sono i preservativi, non voglio fare nulla di illegale!» mi rispose lui, con un sorrisetto malizioso sulle labbra, che gli avrei volentieri fatto passare.
Sospirai.
«Non vedi che questa è solo una semplice drogheria!?»
E non nel senso che stai meditando tu, ragazzino idiota! mi affrettai a pensare.
«Nel mio emporio non vendo di queste cose, devi andare alla farmacia all’angolo!» cercai di indicargli la posizione, ma dubito che sarebbe riuscito ad arrivarci.
Solo allora notai che il suo sguardo era strano!
Era perplesso, concentrato, aveva un’aria quasi intelligente, ma nello stesso tempo sembrava fosse completamente imbambolato.
Nei suoi occhi lampeggiava una piccola luce blu, un blu così acceso che pareva gli si fosse accesa una fiammella fosforescente nelle pupille.
Allungai una mano e la feci passare più volte davanti al suo sguardo, che non mutò assolutamente.
«Oh. Mio. Dio! Ma cosa ti prende!?» chiesi a me stessa, anche se mi rivolgevo ad una persona che non sarebbe mai stata in grado di rispondermi.
Il ragazzo scosse la testa, e tutto tornò come prima... in qualche attimo! Come se non fosse mai accaduto!
«Hai detto la farmacia?» chiese in tono un po’ assonnato. «Ok, grazie!»
Io ero rimasta dietro il bancone, immobile e sconvolta, con le mani che stringevano così forte lo scuro legno da lasciarne i segni.
Biascicai un si come risposta, ma lui non mi sentì neppure. Prese la sua amica per mano e la tirò fino a l’uscita.
«Bello quel ciondolo!» disse lei, spalancando gli occhi, alla vista del monile appeso al mio collo; prima di sparire dietro l’uso facendo tintinnare di nuovo il campanello.
Fui portata con lo sguardo al ciondolo.
 
Lo presi tra le mani che avevano incominciato a tramare; era diventato blu, brillava intensamente come gli occhi di quel ragazzo.
Brillava.
E giuro, non l’aveva mai fatto!

 

continua...
 

 

Angolo d’Autrice ≈

Ciao a tutti, questo è il primo capitolo di una storiella che medito da un po’ di mettere su carta per chi vuole leggerla.
Spero che piaccia a chi ha la mente aperta, perché ci sarà da divertirsi. Non vi voglio anticipare nulla, solo che volevo da tanto fare questo incontro tra terra e cielo!
Dafne non è una sottospecie di Jane Foster, ci tengo a precisarlo, anche perché a me quel personaggio è sempre stato un po’ antipaticuccio.
Bene, basta così non vi voglio dire nulla di più… Grazie a chi recensirà la mia storia e spero di riuscire a farla crescere in fretta! Ah, leggete anche “The curtain rises” se vi va, l’altra mia fanfic su Tom.
(p.s. Avete già capito chi sono gli attori vero?) :)
Baci. Lauren.

   
 
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