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Autore: Setsuka    04/03/2007    3 recensioni
[Gundam Wing] L'intera saga di Gundam Wing (ri)vista in chiave shonen ai, che si focalizza sul rapporto tra Heero e Duo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Duo Maxwell, Heero Yui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quello strano ragazzo -LA NOSTRA STORIA-

di Setsuka

 

La mia prima ficcy su Gundam Wing che sarà  lunga, siate clementi please e commentate. Dedicata a Lake e alla mia mootosan anche se non è una fan di GW; e poi è dedicata a tutte le fan di Duo e Heero (che mi diverto tanto a prendere in giro) e soprattutto è dedicata a tutte le persone che non sopportano Relena dal profondo del cuore visto che è solo una mocciosa monotematica e rompicoglioni… come la sua sorella acquisita: Hilde (anche se lo è di meno della principessina, ma segue le sue orme). Viva Lucrezia e Sally le donne migliori della serie che sono delle grandi! Chi la pensa come me, me lo dica.

Declaimers: i personaggi non sono miei ma della Sunrise

Pairing: HeeroXDuo, TrowaXQuatre(Rareba nella versione italiana), WufeiXSally.

Raiting: PG 13

Avvertenze: è una rovistazione su quasi tutti gli episodi della serie che racconta l’amicizia, che poi diventerà amore, tra Heero e Duo; perciò c’e’ una buona parte dei dialoghi degli episodi originali (mi rifiuto di scrivere quelli italiani visto che sono quasi tutti censurati) e con questo vi auguro BUONA LETTURA! CHIEDO IN ANTICIPO SCUSA X GLI ERRORI E PER L’IMMATURITA’ NELLO STILE

 

CAPITOLO 1:

- QUELLO STRANO RAGAZZO-

 

*****

HEERO P.O.V.

Aprii gli occhi e di nuovo tornai alla realtà e il primo pensiero che formulai su di essa fu che era dolorosa. I miei muscoli erano intorpiditi, ero immobilizzato su una lastra di metallo e le ferite provocate dall’arma da fuoco di quello strano ragazzo vestito in nero sanguinavano e mi bruciavano; niente di insopportabile però, mi ero trovato in situazioni ben peggiori perciò il mio organismo non era traumatizzato e le mie condizioni fisiche, come quelle psichiche erano normali. Le mie condizioni non mi preoccupavano, a preoccuparmi era piuttosto l’esser stato catturato dalla federazione, ora mi trovavo nel loro ospedale e sapevo che presto sarebbero comparsi per farmi delle domande. Non avrei parlato per nessun motivo, neanche sotto tortura. Sperai che non mi somministrassero il siero della verità. Ad esso non avrei saputo come far resistenza. Ero in quella situazione per colpa di quel ragazzo con la treccia avrei tanto voluto… sentii lo schermo alla mia destra accendersi e mi voltai… lui! L’altro pilota di Gundam, la causa della mia cattura, era lì. Lessi il suo labiale, mi stava dicendo che voleva sapere alcune cose da me e in cambio mi avrebbe liberato, voltai la testa e chiusi di nuovo gli occhi. Lo avrei lasciato fare e una volta fuori da quell’ospedale mi sarei tolto di mezzo. Pochi istanti dopo un’esplosione distrusse la parete della camera dove ero prigioniero e quel ragazzino si avvicinò dove ero prigioniero, non sapeva come si scioglievano quelle cinghie, gli facilitai il compito rompendone una con la forza mi ero fatto ulteriormente male ma potevo sopportare bene quel dolore; si stupì del mio gesto ma non c’era tempo, l’allarme era suonato e presto sarebbero arrivati i membri della federazione non c’era tempo per inutili commenti perciò gli ordinai di darmi il suo coltello e in pochi istanti tornai padrone di me e fuggimmo. La nostra fuga fu agevolata dagli esplosivi che il ragazzino aveva innescato in tutto l’edificio. Mi porse un paracadute e lo indossai, saremmo usciti da una grande finestra che dava su una scogliera. La finestra saltò in aria e ci gettammo nel vuoto.

Era quello i mio momento.

Chiusi gli occhi, sarebbe stato tutto molto veloce e non avrei sofferto.

 

< Ehi! Fai presto apri il paracadute… vuoi forse morire?! >

 

Si… ora che mi sarei messo a tacere la missione sarebbe stata completata e non avrei ferito nessuno, in fondo ero solo al mondo non avevo nessuno e a nessuno sarebbe importata la mia morte…nessuno…

 

< Dannazione!Come conseguenza avrò degl’incubi tremendi,lo so! >

 

< Heero…NO HEERO! > 

 

No. La mia missione non era terminata. Anche se tardi aprii il paracadute che, anche se lievemente attutii l’impatto con le rocce della scogliera, mi feci ulteriormente male ma, sapevo che avrei resistito ancora. La mia missione non era terminata, proprio così, chissà perché Relena era lì… lei sapeva troppe cose su di me e sulla mia missione non potevo trascurare questi dettagli o la missione sarebbe potuta andare a rotoli e poi c’era quello strano ragazzo chissà perché aveva il mio stesso mobile suite e qual’era la sua missione… c’erano troppi punti oscuri…non potevo ignorarli…dovevo combattere ancora contro di OZ, dovevo combattere per l’indipendenza delle colonie.

La mia caduta cesso quando fui sulla sabbia, mi rialzai deciso e sentendomi dolorante mi chiesi perché avevo fatto questo. Il ragazzo dalla lunga treccia atterro senza problemi grazie a uno strano congegno. Si tolse il berretto nero che copriva parte del suo volto; aveva una lunga frangia e dei singolari occhi cobalto dai riflessi viola e ora quegli occhi mi guardavano con rimprovero.

 

< Capisco che tu voglia ucciderti ma se non riesci a farlo cadendo da quell’altezza ti conviene pensare a un altro sistema >

 

Le sue parole e le emozioni, che trasparivano dal suo sguardo erano evidentemente discordi.

Le condizioni del mio fisico erano peggiorate e anche se non lo davo affatto a vedere era completamente dolorante e non vedevo l’ora di riposare. L’altro pilota si avvicino capendo le mie condizioni e si auto offrii per darmi sostegno facendo passare il mio braccio sopra il suo collo tenendo la presa ben salda; vidi sull’acqua un peschereccio e sentii la voce del mio sostenitore determinata.

 

< Non ti chiedo di fidarti di me o altro ma cerca di capire che ora io sono il tuo unico alleato >

 

Ci allontanammo velocemente da lì e mi disse che sul peschereccio vi erano dei suoi amici, dei quali potevamo fidarci, con quel peschereccio ci saremo diretti dove io avevo fatto affondare il mio Gundam e il suo: Deathscythe.

 

< Sei stato fortunato… oggi il Dio della Morte non lavorava >

 

Lo guardai confuso e notai un sorriso sulle sue labbra.

 

< Cosa diavolo… >

 

< Amico oggi tu non dovevi morire. E’un miracolo che non ti sei sfracellato sulla scogliera; anche se aprendo il paracadute hai attutito la caduta è davvero un miracolo che tu sia vivo. Ma in fondo non mi stupisco… oggi sei stato salvato dalla Morte. Io sono il Dio della Morte. Io sono Shinigami. Tu non  sei morto perché c’ero io con te >

 

< Quante idiozie… >

 

< Che ingrato… voglio vedere come reagirai quando recupererò il tuo mobile suite… oppure preferisci morire? Ti avverto: se devi suicidarti non farlo davanti a me o renderai le mie notti piene di incubi e poi sai ho paura dei fantasmi, anche se gli spari non muoiono perché sono già morti, non saprei proprio come difendermi da un fantasma loro si che sono degli avversari temibili altro che O.Z…. >

 

< Ma quanto parli… riesci a stare un attimo zitto? >

 

< Ti chiamano tutti Mister Simpatia i tuoi amici vero? >

 

< Non ho amici e… Ahh >

 

< Ti sei fratturato la gamba nella caduta, ora rilassati una volta al sicuro penseremo a medicarti. Il mio nome è Duo, Duo Maxwell e per ora che sono il tuo unico amico, come ti ho detto prima, puoi fidarti e ora riposati ne hai bisogno >

 

Vidi un sorriso mesto sul suo viso e sentii pervadermi da una sensazione di calore che non avevo mai provato. La stanchezza si impossessò di me e chiusi gli occhi sapevo di agire erratamente: un vero soldato non deve mai fidarsi di nessuno ed essere sempre vigile, ma ero certo che non mi potesse succedere niente con quello strano ragazzo. Gli dovevo un favore ma per il momento….

 

< Grazie… >

 

 poco più che un sussurro

 

< Oh ma allora conosci un po’ di buone maniere e io che avevo perso le speranze… bene ora andiamo >

 

*****

Tra le aride e bollenti sabbie del deserto due Gundam dopo aver portato a termine la loro missione, senza un motivo iniziarono ad attaccarsi, senza armi, solo un scontro corpo a corpo. Nel cuore del mobile suite Sandrock il giovane figlio dei Winner si chiedeva il perché di quel confronto, loro avevano lo stesso obbiettivo e allora perché si combattevano?

 

< Non è Giusto >

 

Non gli piaceva la guerra ma era l’unico modo per portare la pace. Lo era davvero? Il giovane Quatre non lo sapeva forse no, forse si… di una sola cosa era sicuro lui combatteva per l’indipendenza delle colonie e secondo lui solo lottando si poteva raggiungere quel risultato. Era scappato dalla sua colonia, fondamentalmente pacifista, in seguito a una delle numerose liti con il padre. Si era rifugiato sulla terra dove era arrivato con il suo carattere altezzoso e un tantino arrogante, si era trovato insieme alle truppe Maguanac e per capriccio aveva voluto combattere insieme a loro dimostrando quanto valeva alla fine ottennero la vittoria sulle truppe nemiche ma Quatre ottenne moto di più,divenne una persona migliore , tolse quella maschera che portava da molto tempo e divenne un ragazzo dolce e sensibile ammirato da tutti e ottenne l’ assoluta devozione dei Maguanac con la loro completa fiducia rappresentata dagli occhiali da aviatore che Rashid gli aveva regalato. Era felice di combattere con loro, i suoi amici, di combatter per una giusta causa più grande di lui. Questo era ciò per cui combatteva. Era addolorato quando uccideva anche se erano nemici ma la sua causa era ancora più importante di quelle vite. Era persino più importante della sua stessa vita; ma se degli scontri si potevano evitare o erano inutili come quello in cui era coinvolto in quel momento allora era il primo a tirarsi indietro.

 

< Non è giusto >

 

Bloccò il suo Gundam e uscì fuori ribadendo il suo pensiero su quello scontro. Trowa Barton dall’interno del suo Heavyarms guardò sullo schermo il suo avversario Aveva uno sguardo determinato e puro come quello di un bambino ma doveva avere la sua età e come lui combatteva contro O.Z. con un mobile suite simile al suo. Avevano molte cose in comune e allora perché l’aveva attaccato? Si diede mentalmente dello stupido e con vergogna nel cuore uscì allo scoperto a mani alzate. I loro occhi di due verdi differenti si incontrarono ed entrambi lessero in essi dolcezza e tristezza legata al loro passato e alla guerra. Avevano più cose in comune di quanto pensassero. Quatre però vide negli occhi del ragazzo di fronte a sé dell’altro. Mortificazione. Trowa era davvero mortificato per quello che aveva fatto. Il pilota di Sandrock gli rivolse un gentile e candido sorriso.

 

< Abbassa le mani in fondo sono stato io il primo ad uscire allo scoperto >

 

Trowa ascoltò l’altro. Entrambi capirono che tra di loro sarebbe nato un forte legame al quale nessuno dei due ora poteva dare un nome per ora. Le loro vite infatti, come intuirono, sarebbero state legate dal quel momento fino alla fine dei loro giorni.

 

*****

DUO P.O.V. 

 Avevo recuperato Deathscythe finalmente. C’ era voluto un po’ di tempo visto che era sprofondato per circa 200 leghe ma non era niente di impossibile per il sottoscritto che era un vero e proprio genio. avrei preso presto anche l’altro mobile suite ma, visto che era passata un ora da quando avevo medicato e lasciato riposare quello strano ragazzo, decisi di andare a vedere come stava e se si era risvegliato. Probabilmente pensai che doveva aver fame perciò presi alcuni sandwich e delle bibite e mi diressi verso l’unica stanza dove dormivano i miei amici marinai, in quella stanza per ora vi era solo quel ragazzo poiché avevo chiesto ai miei amici di farlo riposare e loro comprensivi avevano assecondato la mia richiesta. Aprii la porta un po’ incerto e feci capolino nella stanza. Era sul letto seduto e si stava massaggiando la gamba.

 

< Ti sei svegliato a quanto pare! >

 

< Per quanto ho dormito? >

 

< Un’ora circa… hai una contusione alla gamba i massaggi non ti faranno niente; dopo aver trovato il tuo mobile suite andremo in un ospedale lontano da questa città dove no ti riconosceranno >

 

< Ci penso io alla mia gamba… >

 

Guardò le fasciature che gli avevo fatto  dopo aver medicato le ferite d’arma da fuoco e quelle dovute alla caduta, avevo estratto uno dei due proiettili che avevo sparato. Fortunatamente l’altro l’aveva preso di striscio.

 

< Sei stato tu a medicarmi? >

 

< Si, … bhè? Non mi ringrazi? So di non essere un infermiera sexy ma accontentati e poi almeno un ‘grazie’ potresti anche dirmelo dopo tutto quello che ho fatto per te >

 

< Primo: nessuno te l’ha chiesto. Secondo: Tu mi hai sparato e fatto catturare dalla federazione perciò ora che mi hai curato e fatto uscire da quel posto siamo pari >

 

< C-cosa?! ma sentitelo…tsk… e poi quello che ha cercato di suicidarsi e si è ridotto peggio di prima sei stato te! >

 

< Non mi risulta che mi hai guarito la gamba; ora penso io a curarmela >

 

Il suo tono calmo e schietto mi dava sui nervi. Non avevo mai incontrato un tipo così strano prima d’ora.

 

< Che faccia tosta che hai amico! E come la mettiamo con le ferite che ti se procurato durante la caduta? Quelle non erano nel conto, ma io te le ho medicate >

 

Ovviamente il mio tono era scherzoso, ma a quanto pare il mio interlocutore non colse il mio sarcasmo.

 

< Te l’ho già detto: nessuno te l’ha chiesto >

 

< AAH! Che tipo impossibile che sei! >

 

Gli porsi lo spuntino che mi ero procurato per lui.

 

< Mangia così ti rimetterai in forze ora vado a recuperare il tuo M.S. ( sta per mobile suite NdA) a proposito è un Gundam vero? >

 

< Si, come il tuo a quanto pare… >

 

< Pensi che ce ne siano degl’altri? >

 

< Credo di si >

 

< Perciò anche tu  sei stato mandato per la missione di vendetta delle colonie. Da dove provieni? >

 

< L1 >

 

< La colonia Giapponese, se non fosse per il taglio degli occhi non sembreresti affatto Giapponese… io invece provengo dalla colonia americana L2. Ora ti lascio mangiare vado…spero che mi ringrazierai dopo che avrò preso il tuo Gundam >

 

Non disse una parola. Uscii. e mi dirigei a prua per recuperare il M.S. e questa volta il recupero fu più rapido rispetto ai 45 minuti del recupero del mio Gundam. Un quarto d’ora dopo il ragazzo di L1 uscii

 

< Capisco che tu non possa fare a meno della mia piacevole compagnia, ma non dovresti alzarti con la gamba in quelle condizioni; a proposito ho recuperato il tuo M.S. >

 

Mi voltai e lo vidi stendersi a terra con la gamba sulla ringhiera della nave.

 

< … non potresti mostrare almeno un po’ di gratitudine? >

 

Vidi uno spettacolo orribile. Lui con la gamba lesionata tesa sul ferro della ringhiera sul quale faceva pressione con il busto e con le braccia cercava di raddrizzare il suo osso spingendolo verso l’interno e nell’operazione sudava e gemeva per il dolore a denti stretti senza demordere. Era un qualcosa di davvero allucinante e  mi sembrava di sentire il suo dolore, uno spettacolo agghiacciante, ditemi se questo è umano?

A quanto pare riuscì nella sua operazione e come niente fosse si rimise in piedi.

Era riuscito a far ritornare il suo osso dov’era… c-cioè capite aveva spostato il suo osso neanche fosse un santone indiano! La persona che avevo davanti era un mostro, mi metteva i brividi. Sospirai.

 

< Rimettere a posto un osso rotto con le proprie mani, credo proprio che tutto questo non mi porterà a niente di buono >

 

La mezz’ora seguente sotto gli ultimi raggi del sole mi occupai di mettere il gundam di quell’essere sopranaturale sul ponte. Sia il suo che il mio M.S. non erano in buone condizioni, fortunatamente avevo previsto quali parti si fossero danneggiate e avevo ordinato i pezzi che mi servivano prima di far incursione nell’ospedale a salvare quello strano ragazzo, li avremmo riparati entrambi in qualche giorno, magari alcune parti avremmo dovute comprarle ma ce l’avremmo fatta senza troppe difficoltà. Mi diressi verso il Gundam del ragazzo di L1 sul quale lui era seduto con il laptop in mano con il quale stava vedendo i danni del suo M.S. e le parti da aggiustare.

 

< Ehi!...EHI! Ti stò chiamando! Ma perché non vuoi fare amicizia con me?! Io sono così gentile da offrirti la possibilità di riparare il tuo M.S. e tu nemmeno mi consideri >

 

< Non voglio far toccare a nessuno il mio M.S. Questo è tutto >

 

 < Starai scherzando! Ti ho anche fornito i pezzi di ricambio! Nemmeno il più grande ingegnere potrebbe apportare le riparazioni senza di essi. Le macchine non sono come te che ti aggiusti le ossa da solo! Capisci cosa voglio dire?... uff…perché mi sono preso la briga di salvare questo quì?! Non è socievole, è scorbutico e sta sempre zitto. Basta, basta! Sei così tetro che ti converrebbe rinunciare ad essere umano… >

 

< EHI! >

 

Il suo tono era non so perché scocciato ( Forse perché sei una macchinetta alla quale non si scaricano le batterie?NdA)

 

< Che c’è? Ormai è tardi per chiedermi aiuto.. >

 

< Fa un po’ di silenzio >

 

< Si, si chiedo umilmente perdono per il fastidio >

 

Il computer interno del suo Gundam ricevette un e-mail e l’essere sopranaturale si precipitò a leggere l’ e-mail e io chiesi cosa succedeva. Era una nuova missione, doveva distruggere un mezzo di trasporto nemico trasportava un carico di Gundanium la missione era distruggerlo ovviamente; il nemico si stava facendo astuto, anche lui voleva costruire dei Gundam per contrastare la nostra schiacciante forza?

 

< …ricevuto entrerò in azione domani mattina >

 

< E come pensi di riuscirci con il M.S. in queste condizioni? Non ce la farai mai.. >

 

< Parla per te posso farcela benissimo >

 

< Si, si chiedo umilmente perdono per le mie parole ardite! >

 

Se avesse fatto un solo errore sarebbe finito a pezzi, non aveva nessuna possibilità d’errore. Le nostre missioni erano simili e tutto ciò era stranamente singolare.

Dopo un po’ i miei amici mi invitarono a cenare assieme a quello che credevano fosse il un mio compagno. In realtà non avevamo molto in comune al livello personale io ero un comune mortale mentre l’altro un essere sopranaturale che si aggiustava le ossa da solo ( è rimasto scioccato poverino, è un trauma che si porterà appresso per tutta la vita NdA). Io decisi di cenare… avevo una fame mentre il ragazzo di L1 non toccò cibo tanto era preso con le riparazioni al suo Gundam. Dopo cena rimasi un po’a fare conversazione con i miei amici, sono sempre stato un tipo socievole e dopo la singolare conversazione con quello strano ragazzo avevo bisogno di parlare con altre persone normali come me; poi verso le 22:00 fui vinto dalla stanchezza e mi recai sul mio letto.

Per ero stanco però non riuscii a prender sonno. Avevo tante domande che mi ronzavano nella testa: quel ragazzo e io combattevamo per l’indipendenza delle colonie e avevamo entrambi dei Gundam, macchine rare, avevamo delle missioni simili ma non comuni, il professor G non mi aveva mai parlato di altri compagni e infatti il pilota di L1 mi era diffidente ma la missione di distruggere O.Z. era la stessa e allora perché non collaborare? Mi sarebbe piaciuto far amicizia con lui, aveva qualcosa che non mi permetteva di ignorarlo e poi mi chiedevo se c’erano altri ribelli come noi e se si cosa facevano e dov’erano e poi O.Z. stava prendendo del Gundanium, voleva creare dei Gundam? E perché chi lavorava nelle fabbriche di Gundanium permetteva a O.Z. di prenderlo, chi ci lavorava non erano nostri alleati? E allora perché ci ostacolavano…ahh che mal di teste, non ero in grado di rispondere a queste domande! Decisi di alzarmi per vedere cosa stava facendo quel tizio e mi accorsi che a mezzanotte stava ancora lavorando con il suo fedele laptop alla mano, esclamai su come faceva a trovare tutta quell’energia io ero distrutto anche se non riuscivo a prendere sonno! Gli augurai la buonanotte e come immaginavo non mi rispondè. Mi ritirai con l’intenzione di dormire scacciando tutti quei quesiti che per ora non avrebbero comunque trovato risposta.

 

La mattina seguente alle prime luci dell’alba sentii dei rumori meccanici provenire dal ponte. Due dei miei amici pescatori si alzarono e si diressero nella direzione dei rumori, assonnato decisi di seguirli forse era… una folata di vento ci investì, era la versione shuttle del Gundam di quel ragazzo. Incredibile in una notte era riuscito ad aggiustare il suo M.S.! Aveva svolto in una nottata il lavoro di giorni! L’avevo detto che quel ragazzo era un essere sopranaturale!

Diedi voce al mio entusiasmo e alla mia ammirazione per quello strano tipo.

 

< Non riesco a crederci! Quello sa il fatto suo; ha riparato il suo M.S. in una sola notte… >

 

Avrei voluto sentire dei commenti dai miei amici che appoggiassero i miei, o quanto meno me li aspettavo, invece una notizia mi arrivo come un secchio d’acqua ghiacciata tirata a una persona appena uscita da una sauna.

 

< Ehi ce l’ha fatta sotto il naso; ha preso i pezzi di ricambio da questo M.S. >

 

< COSA?! E io che gli ho fatto anche i miei complimenti! DANNAZZIONE! >

 

*****

Intanto su una colonia il vice ministro degli esteri Darlian si era recato, con la figlia a un’importante convegno su una colonia scortato dal colonnello di O.Z. Lady Une. Durante il convegno O.Z. aveva attentato alla vita del vice ministro, la figlia: Relena , era andata in suo soccorso ma era un testimone scomodo per O.Z. e Une aveva ordinato di ucciderla, ma per fortuna la ragazza era stata portata via da dei ribelli delle colonie che con lei avevano portato anche il padre di quest’ultima. Darlian era una persona importante per il futuro delle colonie, ma a quanto pare i suoi giorni erano arrivati al termine e perciò, con tutto il fiato che aveva in corpo disse alla figlia chi lei era veramente: lei era Relena Peacecraft principessa del regno pacifista di Sank Kingdom e non era la sua vera figlia. Inutile dire lo shock della ragazza che terrorizzata cercò di scappare da quei coloni che volevano aiutarla. Armata di pistola cerco di sfuggire a loro inutilmente, venne bloccata. In quel momento fece la comparsa il dottor J, lo scienziato creatore del Gundam Wing pilotato dal giovane Heero Yuy. Negli occhi di Relena l’anziano vide molto di Heero, quei due avevano qualcosa in comune, la determinazione sicuramente; perciò decise di aiutare la quindicenne a fuggire da lì. Durante il percorso verso l’aereoporto Il dottor J raccontò molte cose che riguardavano la guerra, Heero e la sua missione; cose che Relena e la maggior parte delle persone e, in particolare i terrestri ignoravano. Come calcolato, quando l’auto che scortava il dottore e la principessa arrivò a destinazione, l’anziano aveva raccontato tutto quel che doveva dire a Relena. La giovane terrestre chiese il motivo per la quale l’aveva aiutata e il dottore le disse che lei gli ricordava Heero…

 

*****

Tra polvere e fiamme emergevano due Gundam: Wing e Deathscythe. Sapevano entrambi i piloti che prima o poi si sarebbero incontrati, ma non credevano così presto. A quanto pare avevano ricevuto la missione comune di distruggere quella base di O.Z. Tra polvere e fiamme stavano i due mobile suite delle colonie in campo dove erano tangibili morte e distruzione. Wing puntò il suo cannone in direzione del Deathscythe, un lampo di delusione paso negli occhi cobalto del pilota americano che si trasformò subito in rabbia.

 

< Sembra proprio che noi due dobbiamo scontrarci >

 

Disse Duo in posizione di difesa. Improvvisamente il suolo sotto il Gundam nero franò facendogli perdere l’equilibrio e il cannone del Wing si azionò e sparò.

 

< NOOO… >

 

*****

Il professor J avendo capito i sentimenti della giovane Darlian volle rivelarle quello che sapeva sul cuore di Heero come per darle speranza e gli rivelò chi era quel ragazzo con l’espressione da duro.

 

< Vedi Heero è un ragazzo dal cuore gentile, ma lui è completamente dedito alla sua missione… >

 

Con tono altezzoso disse ,guardando il cielo, con la speranza di poter vedere la persona che era riuscita rubargli il cuore, lo sguardo e i pensieri.

 

< Lo so >

 

*****

Duo aprii gli occhi, era ancora vivo si girò e alle sue spalle notò un unità Taurus al solo completamente distrutta quel ragazzo… si voltò.

 

< Ti ho restituito il favore > 

 

Sentì poi uscire delle risa di gusto dal Gundam che rapidamente volò via tra le urla furiose di Duo.

 

< DANNAZIONE TI PRENDERO’! >

 

Heero lasciò che le sue labbra si distendessero per un sorriso rilassato,deciso, e diede voce ai suoi pensieri.

Che però non furono uditi dall’altro pilota.

 

< Sono proprio curioso di vedere se ci riuscirai comunque… ci conto >

 

Ormai sapeva che lo avrebbe rincontrato ancora e che il suo destino era legato a quello strano ragazzo, non sapeva come e perché ma era certo: i loro destini erano legati.

 

*****

La macchina scura del dottor J ripartì e l’anziano iniziò a riflettere ad alta voce.

 

< Sei talmente assorto dalla tua missione Heero che anche se incontrerai una persona da amare, la tua anima gemella, la proteggerai in silenzio, nell’ombra, facendo finta di niente, senza farla accorgere di nulla anche se fosse davanti a te lei non si accorgerà di nulla ma neanche tu… neanche tu se la incontrerai ti renderai conto dei tuoi sentimenti e tra di voi ci sarà un amore silenzioso e taciturno che verrà rivelato solo più avanti dopo tanto tempo che trascorrerete insieme… >

 

L’autista preoccupato per i farfugliamenti  dello scienziato chiese se andava tutto bene e ridendo l’uomo rispose:

 

< Si tutto apposto… sono solo blateramenti di un povero vecchio >

 

 

To be continued…

 

P.S. : allora piaciuta? Lo so sembra la trasposizione scritta dell’anime con delle piccole espansioni e sarà così per un po’ di capitoli ma sempre un po’ di meno andando avanti. Voglio commenti mi raccomando! E’ la prima fiction che avevo scritto e non riflette proprio il mio stile, rispetto alle RoyXEd che ho fatto e’ immatura, ma dopo TANTA fatica e TANTO lavoro mi sembrava un peccato non pubblicarla, ditemi se vi piace e la continuo ma vi avverto’ saro’ MOLTO lenta. Leggete le mie RoyXEd nel frattempo che sono (a mio parere) piu’ belle.

 

10- 08-2006

   
 
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