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Autore: sushiprecotto_chan    21/08/2012    2 recensioni
[Zazie/Lag] Spesso si ritrovava ad osservare il suo amico, immaginando d'essere un gatto e potersi avvicinare sempre di più a lui con nonchalance, lasciandosi accarezzare il pelo e strusciando il muso, il corpo e la coda contro di lui, facendosi coccolare fino all'inverosimile, nel modo più sfrontato.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lag Seeing, Zazie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il punto è che sono coccolona ed avida di contatto, che amo dormicchiare addosso alle mie amiche, che ho un amico\fratellino a cui piace dormire sulle mie gambe, che a volte mi capita d'immaginare d'essere un gatto e di farmi accarezzare come tale, che ultimamente il mio gatto mi sta coccolando più del solito e che trovo che anche solo il semplice stringere la mano con un altra persona aiuti a comprendere questa più a fondo; questo è il risultato. Uhm... non dategli troppo peso XD credo anche che ci siano delle ripetizioni e forse degli errori; mi farebbe piacere venirne a conoscenza, se li trovate.
Fluff. Molto fluff. OOC. Siete stati avvertiti.
E' una Zazie\Lag, si capisce. :3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Let me be your kitty; I swear I will not move.

 

 

 

C'erano momenti – Zazie se ne rendeva ben conto – in cui lui doveva trattenersi ed obbligarsi a tenere le mani a posto.

Non era una novità.

Il tutto era cominciato un po' di tempo prima che comprendesse che Lag gli piacesse.

 

Nel loro rapporto c'era sempre stato un po' di contatto fisico – di una qualità e di una quantità da maschi quali erano, s'intende, quindi poca in ambedue i casi, ma c'era. All'inizio non era neppure stato dei più affettuosi: circa una mezz'ora dopo il loro incontro, Lag aveva ricevuto un bel pugno in faccia da nientemeno che Zazie – il quale aveva reagito perché il nuovissimo impiegato statale Lag Seeing, che lui stesso aveva promosso ed elogiato, lo stava strattonando e gli stava lacrimando addosso.

Si era dato dell'imbecille per quel gesto neanche un'ora dopo, quando aveva saputo tutto da Connor, ed ancora oggi se ripensava a quello che aveva fatto gli veniva da darsi dei colpi ben assestati in testa.

Fatto sta che il contatto fisico tra loro c'era sempre stato fin dal primo incontro – e che pensare poi del fatto che la prima volta che si erano visti Lag aveva rischiato di cadergli addosso?! – e la cosa era continuata anche dopo, quando Seeing si era inconsapevolmente vendicato del primo pugno di Zazie dandogli una bella noce sul cranio e tramortendolo in onore della causa d'impedirgli di colpire il dottor Cadavere con la sua Aotoge.

Ma non era finita lì, e il contatto era diventato un po' più piacevole. Piccoli tocchi sulle spalle o qua e là, lievissime carezze a caso, lo sfiorarsi senza volerlo per un attimo... che succedesse per richiamare l'attenzione dell'altro, per farsi forza a vicenda, per puro caso o mentre si fuggiva dalla zuppa ultraschifosa, c'era. Il contatto era presente, e aiutava la loro amicizia e i sentimenti di Zazie, che ogni giorno che passava sentiva sempre di più quel piccoletto mingherlino con gli occhi luccicanti e tanti capelli ingestibili come parte di sé.

 

Poi un giorno Lag lo abbracciò, e quello fu l'inizio della fine.

Era arrossito come un idiota ma aveva finto indifferenza, quella volta, eppure non era riuscito ad evitare di sentire come tutto il suo corpo si fosse rilassato a quel tocco, e come fosse così bello lasciarsi in balia di un semplice contatto con Lag e sentire quel suo strano amico piagnone attraverso la stoffa. Perché gli pareva evidente: con quel semplice stare vicini l'empatia con Lag gli riusciva molto più semplice.

 

Da quell'abbraccio in avanti, Zazie era rimasto avido di contatto.

Ormai non faceva più lo spaccone con Lag, nascondendo se stesso dietro a un atteggiamento che l'aveva sempre protetto e gli veniva comodo. Spesso lasciava spazio all'istinto e permetteva a se stesso di cingere con un braccio Lag e strapazzarlo per bene, un ghigno felice in volto, le sopracciglia rilassate e i canini ben in vista.

Amava quei momenti, perché si lasciava andare e il risultato era abbracciare finalmente Lag – anche se scherzosamente e finendo per dire cose che spingevano l'altro ad offendersi un po'.

Era impaziente che quei momenti accadessero, anche perché aveva scoperto che negli attimi in cui Lag era triste e preso dai troppi pensieri e dalle troppe nubi, quegli abbracci potevano aiutarlo, perché lo rasserenavano e lo facevano pensare ad altro.

Avrebbe voluto ricorrere a quegli abbracci mascherati e sfuggenti più spesso, ma il punto era che non era poi così facile farlo. La maggior parte delle volte mancava l'occasione o c'erano momenti in cui era chiaro che provare a strapazzare o a scherzare con Lag non era adatto alla situazione.

 

Zazie non era mai stato avvezzo a coccole o al contatto fisico – da quando i suoi erano morti non si era più lasciato trasportare con nessuno a fare cose simili, e poi in generale aveva sempre creduto che non fosse nel suo carattere –, e Lag invece sì.

Abbracciava gli altri con l'estrema facilità con cui si metteva a piangere e sua zia Sabrina l'aveva sempre coccolato volentieri.

Forse era per questa diversità di modi ed abitudini che Zazie si era sempre più avvicinato a Lag. E poi gli piaceva così tanto...

Spesso si ritrovava ad osservare il suo amico, immaginando d'essere un gatto e potersi avvicinare sempre di più a lui con nonchalance, lasciandosi accarezzare il pelo e strusciando il muso, il corpo e la coda contro di lui, facendosi coccolare fino all'inverosimile, fino allo sfinimento (di Lag), ovunque, in ogni centimetro del suo pelo, e tutto nel modo più sfrontato.

Il tempo in cui ancora continuava a rendersi conto, giorno dopo giorno, d'avere una cotta lancinante per Lag Seeing era ormai passato da un pezzo, come quello in cui ancora sperava che quello fosse un'interesse o meglio una follia momentanea che prima o poi sarebbe passata.

Ora la sua non la chiamava più cotta perché non le dava più un nome, lasciando solo se stesso provare quel che provava e basta, e magari anche godersi la compagnia e la vista di quel quasi-tredicenne mingherlino ed adorabile.

Detto questo, era felice come una pasqua quando gli capitava un po' di contatto fisico con Lag, cosa di cui non si sarebbe mai saziato.

 

Fu per questa ragione che quella sera, di ritorno da una missione su un carrozzone del Beehive, Zazie si permise di pensare a come sarebbe stato se lui si fosse spostato appena appena dalla sua posizione sdraiata per mettersi abbastanza vicino a Lag – che stava seduto sulla stessa panca, poco distante da lui – tanto da appoggiare la sua testa sulle ginocchia dell'altro.

Poteva fingere d'essere in dormiveglia e posare il suo capo sulle gambe di Lag. Non ci sarebbe stato nulla di male.

La missione era stata stancante per entrambi, i cui corpi ora se ne stavano abbandonati su quella panca, completamente sfiniti. Zazie di solito si sdraiava – se al ritorno affittavano una carrozza per tornare a Yuusari – ma non dormiva mai; eppure quella volta non ci sarebbe stato nulla di strano se si fosse appisolato e se avesse inconsciamente cercato un cuscino, nel dormiveglia, catturando invece le ginocchia del suo amico.

Dopo un paio di minuti si decise. Dopotutto quelle occasioni capitavano di rado.

Fingendosi addormentato strisciò silenziosamente in avanti, fino a che la sua testa non incontrò le gambe di Lag e non si poté comodamente adagiare su di esse. Fu molto cauto. In una sola mossa girò il suo capo ed il suo corpo di lato, verso il resto del carrozzone, perché Lag non gli vedesse la faccia ed il lieve rossore sul naso, le guance e le orecchie – che per sua fortuna erano coperte dai capelli; benedetti capelli! -, poi tirò un lungo sospiro e si finse pienamente rilassato e soprattutto molto, molto preso dal sonno.

Sentì che Lag subito tirò su le braccia, sorpreso e tutto teso.

Poteva immaginare gli occhi sgranati dallo stupore ed il morbido rosso sulle guance ancora da bambino.

Per un attimo temette che lo andasse via, che lo scuotesse leggermente, il corpo teso, e gli sussurrasse il suo nome per svegliarlo e porre fine all'imbarazzo causato dalla strana scena che stava accadendo, ma invece le braccia di Lag tornarono giù ed il suo corpo si rilassò un poco.

Poi successe una cosa assurda e meravigliosa; una mano di Lag si alzò inaspettatamente e si posò sulla testa di Zazie, proprio sui suoi capelli. E poi, piano piano quella mano cominciò ad accarezzare la testa del ragazzo-gatto.

Lag doveva essere imbarazzato da morire, ma dopo un po' lasciò che i suoi movimenti indecisi si facessero continui, dolcemente ritmati come al ritmo di una nenia.

Stettero così per un bel po' e Zazie s'impegnò con tutto se stesso per continuare a fingere di dormire. Giurò per tutto ciò che aveva di più sacro che non importava se ci fossero state delle enormi buche per strada per le quali le gambe di Lag e la sua testa avrebbero finito per fare un gran bel sobbalzo e staccarsi inevitabilmente, o se fossero giunti altri imprevisti: lui avrebbe lottato con le unghie e con i denti per restarsene dov'era e prendere quelle carezze sul capo quasi fosse stato un gatto.

In quel momento Niche li guardò ed, ancora addormentata su Wasiolka, cominciò a grattare con il guantone la sua amica pantera fra le orecchie, dicendo “così, così” e Lag ridacchiò, forse un po' imbarazzato.

Nell'oretta che seguì, Zazie nella sua testa produsse fusa al ritmo delle carezze del suo amico.

Quando giunse il momento dell'arrivo ed i due si dovettero staccare in tutta fretta prima che il conducente del carro venisse ad aprire loro la porta e li trovasse così, inevitabilmente si diedero una craniata.

Cosa che – dolore a parte – rese un po' felice Zazie, che s'immaginò che forse Lag lo stesse guardando, e che rese un po' felice Lag, che s'immaginò che forse Zazie non fosse affatto addormentato, ma che fosse anzi ben sveglio e che non avesse voluto farlo smettere di accarezzargli la testa.

Comunque il mattino dopo i due si ritrovarono entrambi con un bel bernoccolo sulla fronte e quello non fu affatto piacevole.

   
 
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