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Autore: Princess_Klebitz    21/08/2012    2 recensioni
Ok, guarita dalla mia Bowie-Berlino mania, ho pensato di tornare in pista con le idee più sgombre.
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Questo movie.verse si svolge durante i fatti di Avengers; Loki ha perso qualcuno nella sua vita, grazie ai suoi inganni, e qualcuno ha perso Loki per i suoi inganni... Un inaspettato incontro li riporterà a confrontarsi, e vedere se secoli passati lontani hanno cambiato qualcosa, o forse no.
Ovviamente OOC, OC e talvolta IC (più per qualche botta in testa che per merito mio).
Ps: Loki è pazzo. Loco. Ma non è scemo. Per una volta
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Is there something you need from me? 
Are you having your fun? 
I never agreed to be 
Your Holy One

(Barrel of a Gun; Depeche Mode)
 
Stark non si vedeva ancora, anche se era riuscito chiaramente a compiere la sua missione; la battaglia sembrava finita.
Sembrava.
Non c’era più niente da fare, diceva il buonsenso, e anche Nadjne e il Capitano le avevano comandato (più sconfortato Rogers, visto che la Guerriera sembrava diventata di una freddezza inconcepibile), eppure Natasha Romanoff aspettava, ancora animata da un’assurda speranza; dopo interminabili minuti, si decise a chiudere il varco, mentre Thor, gettandole un’occhiata piena di sconforto, si decise a saltare giù dalla StarkTower, a portare Billy a rendere omaggio alla Principessa.
Il giovane non parlava più, da quando la Romanoff  l’aveva disarmato, ma ora che ci badava, nessuno più parlava da quando Stark si era infilato nel varco e non era più tornato.
Qualcosa di sconosciuto stava invadendo anche il suo cuore; non propriamente odio, ma neppure blando rammarico.
Era come se dal silenzio doloroso di Billy scaturisse una corrente che lo stava invadendo: se avesse avuto Loki tra le mani probabilmente non avrebbe tentato di farlo ragionare.
Non l’avrebbe mai ucciso, ma non l’avrebbe neanche lasciato parlare col solito ghigno beffardo e con le sue parole circuitorie; sospettava che invece di parole, sarebbe sgorgato sangue, dalle sue labbra.
Non si sarebbe mai dato pace per aver lasciato che il piano di Loki si fosse steso così a lungo, ed avesse provocato danni così personali ai suoi amici e a lui, da secoli persino, per non contare del disastro che aveva provocato, e che probabilmente aveva provocato nella sua anima.
Arrivarono a terra, dove Rogers li accolse con un cenno, vicino al corpo, adagiato su un cumulo di macerie, con la maggior grazia possibile; anche lui riportava ferite dalla terribile battaglia, alcune anche molto profonde, cui probabilmente era sopravvissuto per la sua natura di supersoldato, ma c’era chi non aveva quella scorza dura.
Rogers era inginocchiato, vicino al corpo di Selene, e guardò Billy, che sembrava guardare oltre, un punto indefinito.
Thor lo tenne per un braccio, nonostante questi avesse accennato debolmente di voler avanzare.
“Sei sicuro di riuscire a camminare?”
“…”
“Lascialo andare.”,sospirò il Capitano, abbassando la testa, e odiando ancora di più quella guerra.
“Come puoi sapere se è giusto?La sua mente sembra perse.”,chiese Thor, trattenendo ancora il ragazzo, che non li stava minimamente ascoltando.
Rogers sospirò, e rialzò la testa, guardando il varco restringersi, pian piano, e incitando mentalmente –e assurdamente, si disse- Stark a rientrare. Lo sapeva.
Lo sapeva perché la guerra era la sua vita, la Guerriera era diventata la sua vita, e d’un tratto capiva come funzionava il loro legame, sia tra compagni che tra sorelle e combattenti.
Si era legato, involontariamente, come capitava a tutti, persino in circostanze come quelle, e non avrebbe potuto spiegarlo, ma doveva essere così.
“Lei l’avrebbe voluto.”, e fissò Thor negli occhi, che annuì e lasciò Billy, che caduto sulle ginocchia, si rialzò in fretta e raggiunse, insicuro, il cumulo.
I due eroi, allontanatisi di un paio di passi, ripresero a fissare il cielo, dandogli il suo momento.
Billy si abbassò su un ginocchio, portandosi il pugno alla fronte; erano cose che gli venivano naturali come respirare, ora; le prese una mano, piena di tagli e graffi, e osservò, senza quasi respirare, come i capelli mandavano bagliori bianchi, nell’assurdo sole di quel giorno.
C’era caldo, polvere e sangue,  nelle strade, e i capelli della Principessa sembravano un faro per chi dovesse tornare a vivere, in netto stridore col sangue che le usciva dalle ferite, dalla strana angolazione del braccio che Nadjne aveva composto, vicino al corpo.
“Ti hanno già messo su un altare, come la vittima che sei stata…”, mormorò Billy, sollevandole lievemente il viso e portandolo vicino al suo.
“E dire che non ho capito, fino all’ultimo, in quanti modi sei morta, prima di venire qui e… Incontrare me.”, e gli occhi gli si riempirono di lacrime, appoggiandole la fronte alla sua.
Pulì con una mano uno sbaffo di sangue vicino alle labbra pallide, e la baciò, sempre tenendole la testa, e lasciando che la prima lacrima cadesse dal suo viso a quello di lei, pulendole del tutto la ferita.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì, notarono Rogers e Thor, erano viola.
Billy lasciò un sorriso storto, e osservò ancora la sua compagna, col cuore che gli scoppiava; la Romanoff aveva fatto bene a non farlo morire.
Per ora.
Avrebbe dato ogni momento per starle vicino, in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione.
La amava senza sé e senza ma, ed era una cosa che aveva scoperto troppo tardi.
Strinse il corpo inanimato a sé, e la sollevò, ancora in ginocchio, come cullandola, come quando dormivano assieme, e finalmente lei poteva rilassarsi da tutti i segreti, dalle bugie, dalle cose che le avevano portato solo dolore.
Lui compreso.
Sembrava finalmente serena, non bisognosa di lui.
“Se in qualche modo puoi sentirmi… sappi che mi spiace. Ti ho fatto morire più lentamente ma…”,e deglutì le lacrime, asciugandosi quelle che già scorrevano.
“…ti ho ucciso io, alla fine. Ti ha ucciso il nostro amore.”,e, sospirando, si accinse a sollevarsi, respirando la polvere dell’immane battaglia.
“Vorrei che non mi avessi mai incontrato…”, sussurrò, per sé stesso, alzando gli occhi viola al cielo e stringendola a sé.
Thor e Rogers abbassarono la testa, mentre Billy si girava e avanzava verso loro, mentre tutta Selene, dagli innaturali capelli veimgardiani alle vesti, alle ferite, pareva scintillare, in quel beffardo sole estivo, ondeggiando piano, al passo di Billy, a cui si spostarono, aprendo la strada, e che si fermò in mezzo a loro.
“Ascoltatemi, vi dico…”, sibilò, gli occhi viola baluginanti rabbia e dolore, rivolgendosi non solo a loro, ma a tutti.
Thor lo fissò, ma Billy non lo stava guardando.
“E’ morta per noi, che fossimo di questo pianeta o no.”,e si guardò attorno, come se stesse parlando ad una folla in lutto.
Forse era quello che vedeva: il popolo di Veimgard in lutto per la Principessa.
Poi abbassò la testa,e la depositò a terra, tra i due eroi.
“Ma specialmente… E’ morta per me.”,e tutta la sua figura tremò, mentre si rialzava.
“Non lo meritavo.”
E si girò, fissando chissà dove, mentre Rogers e Thor, con un’ultima occhiata, si allontanarono di corsa.
Non volevano abbandonarli, ma sentì anche lui che il varco si era chiuso, e che Stark era riuscito a rientrare a fatica.
Ma anche lui morto.
E maledì quel giorno, maledì sé stesso e maledì il suo amore.
E di nuovo, maledì il giorno in cui si erano incontrati.
“Vorrei non essere mai stato nella tua vita…”,soffiò, al vento, che muoveva la polvere dalle macerie.
Un turbine passò lui vicino, e parve investirlo, scansandosi all’ultimo momento.
“Vorrei che fossi stata libera.”
“Ora è libera.”
Billy si girò di scatto, quasi cadendo a causa del ginocchio in pessime condizioni lasciatogli dalla Romanoff, pensando allo stesso momento che quella non era la voce di Selene.
Il cumulo di polvere danzante, si era fermato vicino a Selene e aveva preso le sembianze di una donna, in un lungo abito bianco, i capelli simili a quelli della Principessa, ma raccolti.
Qualcosa di quella figura spaventava fortemente Billy, che si tenne lontano, nonostante tutto.
“Avvicinati.”
La voce, come il viso, non sembravano avere traccia di morbidezza, né di elasticità: erano la voce e la figura di un mondo morto, che lo invitava ad avvicinarsi: ciononostante si avvicinò, esitante.
La figura, quasi tangibile, allungò un braccio verso di lui, e, con un’orribile sensazione, gli prese il braccio ferito, e lo sollevò bruscamente.
Billy digrignò i denti, ma non disse niente, non un suono; d’altra parte quel dolore gli confermava che era tutto vero!
La figura gli abbassò ancora, rudemente il braccio, e poi gli afferrò la faccia in una presa ferrea, guardandolo con occhi grigi di polvere ma con un riflesso violaceo, molto attentamente.
“Sai chi sono?”
“No…”
“Non importa. Ma ora dimmi la verità. Rimpiangi di averla incontrata?”,e con la testa, la figura di polvere indicò il corpo di Selene, a terra.
“Io….”
“La verità. Ho compiuto un lunghissimo viaggio per vederti. Il mio ultimo.”
Billy si costrinse a pensare, in quella morsa d’acciaio che sembrava tenere anche la sua testa. Alle volte, quando Anja spariva, per quelli che gli sembravano secoli, e senza dargli spiegazioni, una frase echeggiava nella sua testa, che era comparsa ancora la prima volta, e non lo aveva più abbandonato.
“No… Per altri forse questa è routine. Amano, smettono e amano ancora. Per noi… stare assieme era vera felicità.”,confessò, mentre impediva ad una lacrima di sfuggirgli, e sforzandosi di guardare quel sudario mortuario che era la madre di Selene, senza paura di lei.
Doveva essere stata una donna di notevole bellezza, che il trono aveva reso dura d’aspetto e anche di animo, a giudicare dalle terribili parole che gli aveva rivolto, alla naturalezza con cui parlava della morte della figlia, e come gli si rivolgeva, a lui che aveva appena subito la più grande perdita della sua vita.
Come a leggergli nel pensiero, quello che voleva essere un sorriso, si aprì nel volto della Regina Velma, che lo lasciò.
“Hai paura di me.”
“Sì.”
“Se lei tornasse come me…?”
Billy guardò la figura, spettrale e incombente su di lui, ora, scomporsi e ricomporsi, e Selene, con quella strana espressione Serena.
Chiuse gli occhi.
Alle sue spalle sentiva un urlo di Hulk e.. la voce di Stark!?
Dunque era vivo… Le perdite si contavano solo nel suo campo.
Ma non era il momento di pensare ad altro; doveva pensare e scavare a fondo: aveva la certezza che quella creatura potesse conoscere quel che voleva meglio di lui.
Ci pensò a lungo, mentre sentiva l’inequivocabile voce di Stark lasciarsi andare ai suoi soliti sproloqui,e poi fissò bene negli occhi la donna morta che stava di fronte a lui, e si aprì in un vero sorriso, caldo e solare, anche se doloroso.
“Mi farebbe soffrire. Ma sarebbe bellissimo rivederla.”
E incredibilmente anche la Regina Velma sorrise, veramente, come solo la figlia l’aveva vista fare, da molto giovane.
“Allora la rivedrai. Presto.”
E fece per voltarsi, non degnando di uno sguardo il corpo di Selene, ma girandosi poco dopo.
“Sono stata felice di vederti. Il mio ultimo viaggio è stato ripagato.”
Billy si inginocchiò, con un pugno sulla fronte, e quando si rialzò, non c’era più.
Venne raggiunto dagli altri, con Hulk che portava un malconcio ma vivo Stark, appena dopo, per consolarlo, forse, o per trattenerlo, ma li accolse con un sorriso appena accennato, che li tranquillizzò.
Ascoltò come Stark fosse sopravvissuto, ma non permise a nessuno di toccare Selene.
Vi fu un momento di silenzio alla fine, che ruppe Thor, che lo osservava molto attentamente.
“Non abbiamo ancora finito.”
Rogers annuì, in coppia con Hulk, e Stark sospirò, poco convinto.
“E dopo…shawarma per tutti,eh?”
Si avviarono verso la StarkTower, e Billy sollevò Selene.
“Ti rivedrò presto, pare, amore mio…”, sussurrò, e la strinse a sé, avvicinandosi a Thor, che lo guardava mesto.
“Ti faccio le mie condoglianze, Billy di Midgard. Ti prometto che Loki stavolta non la passerà liscia.”
“…io dico…che sarebbe anche ora…”
Entrambi si guardarono, e abbassarono lo sguardo assieme, mentre gli altri si giravano stupiti e persino Hulk lasciò cadere Iron man, che lanciò un impropero.
Selene stava ad occhi aperti, più sveglia che mai, e li fissava tutti con un debole sorriso, ma con gli occhi spalancati e vigili, seppure interrogativi.
Stettero tutti in silenzio per un secondo, finchè Stark non riuscì a rimettersi in piedi e le prese, con malagrazia, una mano.
“Oh…bentornata dal mondo dei morti, Principessa! Non so te, ma io non mi sono divertito… In compenso sapevo che ce l’avresti fatta. Ogni volta che ti risvegli, io ne pago le conseguenze!”
Prima che Billy o Rogers o Thor riuscissero a parlare, Selene investì di energia Iron man, che per un attimo ballò il tip-tap sul posto.
“…dicevamo, sull’essere fulminati?!”
E tutti, persino Billy, risero, mentre un sorrisetto campeggiava sulle labbra della Principessa, che fissava Stark, ancora frastornato, ma con l’armatura incredibilmente ricaricata, seppure in modo non ortodosso.
“Se ogni volta deve friggermi, la preferivo morta…”, borbottò, girandosi e partendo a razzo verso la sommità della torre.
*
Nadjne era lì, pareva, da ore.
Si era seduta, con lo Scettro attivo, e covava solo pensieri di morte.
Loki era apparentemente inoffensivo, nella sua fossa nel cemento dove l’aveva semi-sepolto il bestione verde, cosciente non si sa a che livello, ma ciò non le bastava.
Doveva guardarla negli occhi.
Doveva implorare la sua pietà e poi affogare nella disperazione perché gliel’avrebbe negata.
Doveva MORIRE nella disperazione, e lavare la sua follia nel sangue della lucidità che gli avrebbe fatto riprendere, prima di morire veramente.
Ma prima DOVEVA riemergere, tornare in superficie, e non voleva più che tornasse una persona ragionante.
Voleva che tornasse quell’essere malefico che aveva imparato a conoscere così bene.
Quando accennò a respirare si alzò, e poggiò delicatamente a terra lo Scettro.
Non era suo, e non l’avrebbe usato; d’altronde non ne avrebbe avuto bisogno.
Loki accennò a muovere una mano, e si spostò silenziosamente verso la finestra-parete sfondata, accennando ad un elegante movimento per far apparire le sue lame.
Ma sbattè in qualcosa.
Qualcosa di solido.
E quando si girò, pronta per ogni evenienza, Steve le afferrò i polsi.
“E’ tutto finito, ora…”,le sussurrò, e la baciò, senza nemmeno preavviso e, incredibilmente, da parte sua, senza vergogna.
Certi gesti dovevano essere veramente liberatori, perché dopo pochi secondi, quando spostò la traiettoria dagli occhi esageratamente azzurri del Capitano, rimase per la prima volta nella sua vita a bocca aperta, facendo girare anche Rogers, sorridente.
Stark, incredibilmente vivo, Hulk, che sbuffava silenziosamente, la Romanoff con un sorriso imperscrutabile sulle labbra e lo scettro di Loki in mano, Barton con una freccia incoccata, come al solito, Thor con il suo martello che…
Sorrideva e aveva una mano sulla spalla di Billy che…
Teneva Selene!
VIVA!
“PRINC…ahumgh!!”, fu zittita subito dalla grande mano di Rogers, sempre sorridente, ma che poco dopo la sollevò, e con un cenno le fece segno di andare da lei.
“Principessa…”,sussurrò, e la abbracciò, quasi più per testarne la solidità e la realtà che per la felicità. “Sei viva! Non… non… sei…”
“Morta. Il mio cervello spiaccicato in giro.”,la prese in giro Selene, riprendendo il suo senso dell’umorismo.”Come vedi, no.”
“Ma…”
“Fatti una risata Nadjne, che magari dopo vieni mangiata da un Chitauro.”, la incitò Billy, sottilmente velenoso, ma splendidamente felice.
“Tu… cosa… cosa è successo?”
“Non lo so…”,ammise Selene, tenendo anch’essa d’occhio i brevi movimento di quasi-coscienza di Loki.
Poi il suo sguardo si puntò su Billy.
“Ho sognato mia madre.”
“Davvero?”, rispose lui, con un’enorme faccia di bronzo.
“Parlava con te. E qualcosa mi dice che non era un sogno.”
“Chissà…”,disse serafico lui. “Di certo mi sarebbe piaciuto conoscerla.”.
E le sorrise, recuperando una pistola dalla fondina della Romanoff e mettendo il colpo in canna.
“Saremmo andati d’accordo.”
*
Quando Loki, a fatica, riprese i sensi, si tirò a fatica fuori dal suo buco.
Quei maledetti midgardiani!,avevano osato trattare lui, un Dio, a quelle condizioni!
Oh, anche lui era stato uno stupido ad averli sopravvalutati per lungo tempo, ma avevano finalmente capito chi comandava; la ferraglia ambulante era stata mandata a morire, da loro stessi, e lui stesso aveva mandato personalmente all’altro mondo, magari nel suo –e si concesse una risatina, annaspando nel cemento- quella stupida di Selene.
Va bene, si era preso una batosta, e anche forte…
Ma dopo quelle perdite, aveva di certo vinto.
Forte di quelle convinzioni, tornò a sforzarsi di uscire dal terreno, quando il silenzio, troppo persistente sia per una battaglia che per una vittoria, lo immobilizzò.
E si girò.
E si trovo il suo scettro e lo Scettro dell’anima puntati, assieme alla lance di Veimgard.
Si permise di non strabuzzare gli occhi e di non chiedere niente, ma fissò Selene dritta negli occhi, tra Nadjne e Natasha.
“Non ti pare che stia diventando una consuetudine, questo modo di incontrarci, Principessa?”
“No… Non ci siamo mai incontrati in compagnia…”,e spostandosi di poco, le tre ragazze, gli fecero vedere il resto della banda, nella quale persino Thor non brillava di amore fraterno, ma di astio feroce.
“A questo punto, allora… credo che accetterò quel drink.
*
 
Ok, ho mentito. Cioè, no, non ho mentito consapevolmente! Oddio, io pensavo fosse l’epilogo, ma poi… ho avuto un’idea (malsana e cretina dirà qualcuno…), e rimando l’epilogo al prossimo capitolo…
Ora, ringrazio chi si è appassionato, di nuovo, alla storia, e a chi legge anche se non lascia commenti. Questi ultimi capitolo sono stati piacevoli da scrivere, lo ammetto. Ma so che non è come li volevo comunque, e perciò me ne vado dietro le quinte per il VERO epilogo, assieme alla mia candela profumata ed al bianconiglio ed alle sue erbe strane. Spero sia tutto piuttosto IC, semmai fatemelo sapere (seee… come no!)
baci
   
 
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