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Autore: Debbie_93    22/08/2012    1 recensioni
Questa ff, si può considerare una specie di critica o riflessione sul personaggio di Dean Winchester. Penso che dopo ben 5 monologhi arrivi anche a scrivere una cosa del genere... Non so da dove si sbucata, ma spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Perché continuava incessantemente ad andare avanti, senza mai fermarsi. Solo un’anima in cerca di un maledetto posto dove andare. Senza una meta, guardare di fronte a se. Fare delle scelte, che lo portavano vicino al suo scopo. Il suo destino ormai segnato, la sua vita ridotta a brandelli. Distrutta da questo mondo che andava sempre peggio. 
Correre, correre contro la morte per sfuggirle. Fuggire per cercare una soluzione, farsi strada tra queste macerie. Vivere nel rimorso e i sensi di colpa. Non avere un posto dove stare, perché in qualsiasi modo fosse andata ti avrebbe sempre trovato. Il rumore dei suoi passi, il battito del suo cuore e del suo respiro affannoso. La paura lo perseguiva, la voglia di sapere tutto ciò che gli era successo. 
Nel suo cammino incontrava solo che la morte, il dolore, la tristezza di non esser riuscito a cambiare ciò che lo circondava. Aveva una missione impossibile, nessun uomo sarebbe mai riuscito a portarla a termine, ma lui sì. Era stato scelto per grandi cose e avrebbe concluso il suo lavoro ad ogni costo. Non avere più una famiglia, non poter più contare su nessuno e solo su se stesso. Questa solitudine lo stava mangiando vivo, giorno per giorno. Notti passate a riflettere su quello, che aveva veramente senso. Non era la sua vita, stava cominciando a impazzire. Loro l’avevano portato a questi livelli, senza calcolare le conseguenze. Era tutta colpa di una storia cominciata male. Il lento scorrere del tempo rendeva questi attimi un inferno. Una realtà da cui non si poteva scappare, perché in un modo o nell’altro ti avrebbe raggiunto. Potevi continuare a fuggire, ma il passato ti si sarebbe ritorno contro. Non ci potevi fare nulla, così stava andando e ogni momento che passava la tua vita era sempre in bilico tra vita e morte, tra passato e presente. Non serviva ragionarci, il tempo era l’unico vincolo. Quelle decisioni non le avresti mai prese se ci fosse stato un attimo per farti riflettere. Invece guarda dove ti trovi, uno scontro e tu lì in mezzo ad osservare la lenta morte di milioni di persone per colpa di qualcosa al di sopra dell’uomo. Come si poteva andare avanti in questo modo?
Sangue, dolore, urla, denti affilati pronti ad affondare nella tua pelle penetrando nella tua carne e assaporando la tua anima, ormai macchiata. Certo, eri caduto in trappola e cercavi di rimediare, ma il peso da sostenere era troppo pensante. Eri solo un uomo a caccia di spiegazioni. Una ragione a tutto questo non c’era e non ci sarà mai. Come un topo nelle grinfie di un gatto, intrappolato nella tua stessa condizione. Chiuso in te stesso, senza che nessuno ti capisca, perché non ci sarà mai chi ti ascolterà. Eppure continuavi ad andare avanti, cancellando il passato alle spalle. Non c’era altro che la speranza, non l’avevi mai persa e non la perderai adesso. Eri rimasto deluso da tutto e tutti, pensavi che le persone accanto a te avessero capito quanto era importante stare dalla parte giusta, invece era successo tutto il contrario. Tutto in cui credevi era crollato e dissolto in una nuvola di polvere, quanto ancora potevi contare su qualcuno? Pensavi davvero di migliorare? Pensavi che bastasse fare fuori qualche bel demone per rimediare a tutti gli errori che si erano succeduti uno dopo l’altro? La voragine era stata aperta e nulla poteva richiuderla! Ti era illuso di fare la cosa giusta. Eri stato un egoista, pensando solo a te stesso. Certo, la famiglia era sempre al primo posto, ma ti eri chiuso troppo non mostrando quanto eri distrutto e disperato. Questo ti aveva portato a non fidarti di nessuno. Non avere la più pallida idea a cosa stavi andando in contro. Il tuo comportamento ti aveva portato a fare delle scelte dirette e senza pensare alle conseguenze. Giusto, come potevi credere di cambiare questa condizione se prima non pensavi a chi ti stava accanto? Non ne avevi abbastanza? Non ti era bastata la morte di persone a cui tenevi, ma allo stesso tempo questo ti aveva rafforzato rendendoti un uomo consapevole dei propri limiti. L’anima soffriva, più del corpo. Fissare per un istante il quadro della tua vita. Cosa potevi fare? Gli eventi si erano susseguiti talmente veloci senza neanche accorgerti, che la situazione ti stava sfuggendo dalle mani. Avevi raccolto pezzo per pezzo, quello che ti era rimasto. 
A volte pensavi di non farcela più, di essere stufo e distrutto da tutto ciò che ti circondava. Chi ti aveva detto che non potevi rimediare a quello che era successo, gli avevi piantato una pallottola nel cuore. Ripensare alle tue azioni, ti metteva i brividi. Sere trascorse nel cacciare quelle cose maledette, che rendevano questo mondo un vero inferno. Già parlando dell’Inferno.
Non dimentichiamo cosa avevi combinato laggiù. Tutte quelle povere anime, che torturasti senza pietà. L’apprendista perfetto per fare una strage d’innocenti. Eppure ti eri svegliato da quell’incubo tremendo, cercavi di rimuovere quella cosa che ti ossessionava giorno e notte. La mente aveva raccolto ogni singolo momento trascorso laggiù, ti provocava dolore e persino quando dormivi non ti lasciava in pace. Poi arrivò quello che in qualche modo ti salvò. Certo tu non avevi mai dimenticato, eppure dovevi svegliarti e aprire gli occhi. Non potevi passare la tua eternità a convivere con sensi di colpa, che ti laceravano il cuore. Ma quanto impugnavi la tua arma, rimuovevi tutto e facevi fuori quei dannati bastardi senza pietà. Ti era stato detto come facevi a sopravvivere a tutto questo, ci avevi riflettuto per trovare una risposta, ma non la trovasti. In verità cercavi di sotterrare tutto quello che ti faceva star male e non importava in quale modo, pensavi solo a continuare. Sapevi che prima o poi sarebbero tornati quei momenti atroci. 
Ti era stato offerto aiuto. Una possibilità per riscattarti, per porre fine a tutto questo. In fondo non avevi alternative, non avresti mollato per nulla al mondo, perché era questo che contava. 
Una soluzione c’era per fare in modo, che tutto sarebbe andato nel verso giusto. Ormai tutto stava candendo a pezzi, ma la tua volontà di superare tutto questo era viva e non ti saresti arreso facilmente. Ti saresti sacrificato per gli altri, avresti fatto tutto il possibile per proteggerli.
Quell’anno era stato orribile. Sì. Almeno ti eri fatto una famiglia, avevi un lavoro, ti era fatto una nuova vita. Forse era meglio così. L’unica cosa che contava era di stare accanto alle persone a cui tenevi e su questo nessuno poteva dire nulla. Eri felice e anche soddisfatto, ma sofferente dentro. Perché non avevi mai dimenticato, quando successe quel fatto. Tenevi ogni possibile strada per rimediare al danno, ma non serviva a nulla. Niente poteva riportare indietro la persona a cui tenevi veramente. Eppure continuavi. Si poteva considerare l’anno più  bello della tua vita, passato in tutta tranquillità senza preoccupazioni per il ex lavoro, ma solo una vita normale come una persona normale. Eppure qualcosa non funzionava. Il timore di essere braccato, ti tormentava.
La tua auto messa da una parte, la tua compagna di viaggio che non ti aveva mai tradito. Lì coperta da un telo, aspettava solo il giorno in cui avresti ripreso in mano la situazione e tornassi alle tue origini. Questo non poteva accadere, perché avevi promesso e l’avresti mantenuto. Non deludere le persone che amavi faceva parte di te. Il problema era un altro.
Non avevi pensato che le cose potessero tornare come prima o forse ci avevi anche riflettuto. Certo, la storia non poteva andare avanti in questo modo, perché in ogni caso i sensi di colpa ti perseguiva ovunque. Infatti era successo esattamente senza nemmeno accorgertene, ti eri trovati i tuoi incubi proprio davanti al naso. Anche se era frutto di un illusione. La questione era un’altra. Era ricomparsa la persona, che avevi tentato inutilmente di tirar fuori. L’impatto di vederla era stato talmente forte da renderti incredule a quello che vedevi. Sorpresa delle sorprese! All’inizio sembrava quasi una benedizione, ma all’improvviso le cose si erano stravolte, perché la cosa imponeva di tornare a quello che eri. Dean, ti eri fatto una vita e questo probabilmente non ti bastava perché pensavi in continuazione al tuo lavoro. Era un ossessione a cui non potevi trovare rimedio, per qualunque cosa facevi. Probabilmente questa era una condanna. Non era proprio cambiato nulla, solo il fatto di essere consapevole dei proprio limiti e delle proprie speranze.
La storia faceva il suo corso e nuove cose si celavano dietro a tutti quei misteri.
 
 
Mary era morta, John anche. Sam ti era rimasto, almeno per quel poco che ti restava. Già! Bastava che succedesse il finimondo e voi venivate separati. Uno dipendente dall’altro. Vi siete preoccupati l’uno dell’altro, vi siete coperti le spalle e non avete mai ceduto. Neppure di fronte alla maledetta Apocalisse.
Così la storia era andata avanti, la trama s’infittiva e le cose stavano precipitando. 
Vi hanno usato per arrivare ai loro scopi, solo perché eravate destinati a combattervi e questo essenzialmente era una cazzata. 
Ti sentivi coinvolto in qualcosa di grande, al di sopra della tua portata, perché era tutta una realtà colma d’illusioni. Non pensavi di arrivare a tanto. La tua anima era stata macchiata, la tua mente persa in ciò che non aveva mai avuto un senso. Eppure andavi avanti, sicuro di superare tutto.
   
 
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