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Autore: KatnissClaire_Somerhalder    22/08/2012    1 recensioni
Dal capitolo cinque:
"Si chinò su di me e mi baciò con leggerezza. Stava accadendo, sapevo finalmente chi scegliere; la mia mente correva, sapevo per certo cosa volevo, poiché davanti a me c’era una vita che non potevo rifiutare, che non potevo attendere, per questo, le stavo correndo incontro."
Questa è la mia prima FF, non esitate con le critiche. Spero vi piaccia :3
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Non so se ce la faccio.
- Sì, invece. Ce la fai.
Abbozzai un sorriso storto alla sacca di sangue che mi stava davanti. Ero terrorizzata.
- Coraggio, non è poi così male.
Avvicinai l’involucro della busta alla bocca e sentii questa formicolare: il mio istinto bramava sangue umano; ne avevo bisogno, avevo fame. Mi feci coraggio e ingoiai un sorso di liquido rosso; tossii all’impazzata dopo averlo solo assaggiato e buttai a terra la busta quasi disgustata, ma senza rendermene conto percepii un desiderio dentro di me, che mi fece prontamente riafferrare la sacca. Assaporai e prosciugai fino all’ultima goccia di sangue. I canini affilati discendevano perforandomi le gengive e il mio sangue scorreva attraversando tutto il mio corpo, andandosi poi a concentrare sul mio volto. D’improvviso caddi a terra e chiusi gli occhi di scatto. La mia vista divenne a poco a poco più affilata e il mio udito si fece più acuto: riuscivo a sentire i rumori più lontani, più lenti. Divenni sempre più forte, con i pensieri più chiari: mi sentivo diversa, come se fossi rinata. Quando mi rialzai il mio cuore prese il volo e sentii delle scintille gironzolarmi nello stomaco. Poi riaprii gli occhi, riuscendo finalmente a capire ciò che ero diventata: una creatura indomabile.
 
                                                                                                                                                                         ***
 
Mi guardai allo specchio e osservai la persona riflessa in esso: chi era quella? Di certo non io. Indossavo una gonnellina corta nera, una maglietta bianca scollata e degli stivaletti con il tacco. I miei capelli erano lisci come al solito, eppure mostravano una lucentezza mai vista in loro; mi incorniciavano il viso di porcellana truccato pesantemente. Ero veramente bellissima.
- Accidenti, se l’avessi saputo ti avrei trasformata prima tesoro!
Damon, appoggiato allo stipite della porta di camera mia, mi stava guardando con gli occhi sgranati e sulle labbra aveva stampato un sorriso malizioso. In un secondo si avventò su di me e mi cinse i fianchi: mi baciò con passione e desiderio e io ricambiai la sua voglia sfrenata. Lo buttai sul letto e incominciai a privarlo del comando: avevo il potere su di lui in quel momento, riuscivo a tenerlo a bada, a sottometterlo. Lo amavo e lo avevo sempre amato, e in quel momento volevo dimostrarglielo al meglio.
Incominciai a togliergli i vestiti e velocemente privai me stessa di quest’ultimi – tanto non erano molti, feci piuttosto in fretta –. Lo amai al massimo, sempre di più, non riuscendo più a fermarmi.
Quando fummo sazi dei nostri desideri carnali cessammo di fare l’amore. Lui si addormentò, forse stanco o molto più presumibilmente confuso dal fatto che io avessi preso il comando della situazione; non era abituato a questo cambiamento, anche se avevo notato che sembrava essergli piaciuto.
Nonostante tutto quanto non riuscivo a sentirmi completamente appagata, sentii che mancava qualcosa. Mi alzai di soppiatto – ormai riuscivo ad essere silenziosa – e mi rivestii. Andai di sotto e uscii furtivamente. Appena misi piede fuori una’ondata di odore di tabacco mi invase le narici; inspirai sempre di più fino a sentirne il sapore in bocca. Sfrecciai in un men che non si dica in avanti e tagliai la strada a parecchie biciclette, che non riuscirono a spiegarsi il perché di quell’improvvisa folata di vento. Mi fermai di colpo ad un incrocio, quando sentii l’odore di prima provenire da uno stretto vicolo chiuso; notai un uomo di mezza età appoggiato al muro fumare e tracannare alcool da una bottiglia di whiskey. Appena roteò gli occhi e mi vide mi fischiò con tutto il fiato che aveva.
- Ehi bella, vieni qui, dai! Che ci fai lì tutta sola? Ti sei persa?
Sorridendo maliziosamente per confonderlo avanzai, spinta da una forza interiore mai provata prima: la voglia di uccidere, squartare, divorare.
- Stavo cercando la strada che porta al parco, puoi aiutarmi?
Mi avvicinai sempre di più, cercando si aumentare la mia innocenza ai suoi occhi. Lui si staccò dalla bottiglia e mi venne incontro.
- Sei lontana dal parco, stai per andare fuori città. E devi stare attenta a fare queste strade, potresti incontrare dei malintenzionati, soprattutto vestita così!
Si avventò su di me, ma per sua sfortuna non riuscì a bloccarmi al muro, come aveva previsto prima di attaccare. Gli presi i polsi e gli girai le braccia, lo scaraventai contro il muro freddo e affondai i canini nella sua carne fino a sentire il sapore del sangue in bocca. A ogni fiotto di sangue che mi attraversava la gola sentivo di diventare sempre più forte, quasi invincibile. Prosciugai l’uomo prima di avere il tempo di fermarmi: ma il problema era proprio il fatto che non lo volessi. Fremevo per sentire il sapore del sangue nella mia bocca, per udire le urla della mia vittima e gustarmi anche le sue lacrime.
Mi staccai dal suo collo soddisfatta, presi il corpo e lo gettai nel cassonetto vicino, infine spensi la sigaretta ancora accesa pestandola. Mi diressi nel bar più vicino e appena entrai, noncurante delle occhiate e degli apprezzamenti dei vari clienti, andai di corsa in bagno. Mi pulii la bocca e i lati del viso dai residui di sangue, mi sistemai i capelli ed uscii. Il barista mi avvertì che dato che avevo usufruito del bagno avrei dovuto consumare qualcosa al tavolo o al bancone, così decisi di bermi un bicchiere di bourbon. Tutto questo faceva molto Damon, o meglio, il vecchio Damon, quello che una volta disprezzavo e non accettavo per le sue scelte. Ora riuscivo a capire che cosa si provava ad uccidere le persone, a bere il loro sangue, al senso di appagamento che ti riempiva il cuore e la mente subito dopo averlo fatto.
Soggiogai il barista e uscii senza pagare il conto, in fondo non me ne importava nulla. Tornai a casa correndo e raggiunsi la mia meta in poco tempo. Entrai in camera mia dalla finestra, notando che Damon non era più a letto. Mi tolsi velocemente scarpe e gonna, indossai le infradito e mi buttai sul letto. Vidi il mio ragazzo varcare la soglia un attimo dopo e guardarmi in modo strano.
- Dov’eri?
- In bagno.
- Oh. Perché ti sei rivestita, furbetta?
- Scusami, pensavo che avessimo finito di contemplarci a vicenda, ma evidentemente per te non è stato abbastanza. Forza, vieni qui allora.
Si buttò sopra di me all’improvviso e mi sfilò la maglia, baciandomi il collo e ansimando.
- Adesso è il mio turno di assumere il controllo.
Mi liberò dalla biancheria intima e io feci lo stesso con lui; un secondo più tardi fu subito dentro di me. Alla fine della nostra favola ci stendemmo uno di fianco all’altro e lui mi cinse la vita con le braccia.
- Va tutto bene? Ti sento un po’ strana, Elena.
- Sì, certo, tutto benissimo.
Gli diedi un bacio per rassicurarlo, ma la verità è che non ne ero così sicura: avevo ammazzato un uomo da poco e ne avevo provato piacere, avevo fottuto dei soldi ad un povero barista che stava facendo semplicemente il suo lavoro e mi stavo comportando come se fossi una squillo di strada di bassa lega. Ehi, altro che andare bene, andava tutto a meraviglia secondo le mie nuove priorità: ero stufa di comportarmi come se fossi un cucciolo smarrito in cerca di coccole, riparo e protezione. Volevo diventare una leonessa, capace di badare a sé stessa e in grado di cacciare da sola le proprie prede. Avevo intenzione di trasformarmi da capo a piedi: “addio, vecchia Elena Gilbert, il giorno che sei morta tu sono rinata io.”


Katniss's corner:
Ehi! 
Devo scusarmi tantissimo con i miei lettori e recensori, perchè è più di un mese che non pubblico. Dovete sapere che ho avuto una sorta di blocco, non avevo più voglia di continuare a scrivere. Ma oggi  mi sono svegliata con delle aspettative diverse e mi sono messa a scrivere, yeee! (?)
Ora, spero che il capitolo vi piaccia e che non vi annoi. Ringrazio chi mi lascia sempre un commentino e anche i lettori silenziosi.
Peace&blood. (?)
  
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