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Autore: obscura_nox    06/03/2007    6 recensioni
Breve storia ambientata dopo il burial di Gojyo e Hakkai (Saiyuki Reload, volume 4), nella quale la loro amicizia si trasforma in qualcos'altro. Fan della 5x8 unitevi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cho Hakkai, Sha Gojio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mani sporche

Personaggi: Gojyo & Hakkai
Genere: romantico
Avvertenze: M/M
Disclaimer: i personaggi di questa storia appartengono all’autrice di Saiyuki, Kazuya Minekura.

Questo racconto è ambientato subito dopo il burial di Gojyo e Hakkai (Saiyuki Reload, volume 4).

- Vedo che hai anche aggiustato la porta, bravo!
Gojyo cercò nelle tasche la chiave senza risultati, doveva averla lasciata a casa prima di uscire oppure gli era caduta mentre era prigioniero della banda di ladri. Fortunatamente Hakkai aveva la sua e un attimo dopo si trovarono all’interno dell’appartamento.
- Preparo del tè – detto questo Hakkai si diresse verso la piccola cucina.
- Lascia, faccio io. Hai già fatto troppo per me oggi!
- No, lo faccio volentieri…vai pure a riposarti, hai avuto una brutta giornata!
Gojyo andò a sdraiarsi sul divano, del resto Hakkai aveva ragione: se non fosse stato per il suo intervento se la sarebbe vista davvero brutta. Banri era riuscito a fregarlo ancora una volta lasciandolo da solo nelle mani di quei banditi, doveva solo sperare di essere molto lontano, perché lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani se lo avesse rivisto! In ogni modo grazie ad Hakkai adesso era vivo.
Accese la tv e fece un po’ zapping tra i canali, ma non c’era nulla di interessante.
Pochi minuti dopo Hakkai tornò con due tazze piene di liquido fumante, una l’appoggiò sul tavolo, l’altra sul mobiletto a fianco al divano dove stava sdraiato il suo coinquilino. Si sedette poi su una sedia e sorseggiò il suo tè lentamente in silenzio.
A Gojyo sembrò più taciturno e malinconico del solito, nonostante l’amico tentasse di nascondere il suo stato d’animo dietro il solito sorriso, gli sembrò come se un nuovo peso si fosse insinuato nella sua anima già tormentata.
- Qualcosa non va, ‘Kai?
- Tutto apposto. Do un’ occhiata alle tue ferite, quella al lato della bocca mi sembra abbastanza brutta e…
- …non importa, non fanno tanto male! – tentò di sorridere, ma non riuscì a mascherare una smorfia di dolore.
Hakkai finì il suo tè, poi andò a prendere la cassetta del pronto soccorso e si sedette sul divano a fianco a Gojyo. Non c’è che dire, era un ottimo infermiere, mentre puliva e medicava le numerosi escoriazioni e contusioni che gli avevano provocato, Gojyo rimase sorpreso della delicatezza di quelle mani che poco prima avevano messo fuori combattimento una decina di uomini e demoni.
- Ti ho mai detto che hai davvero delle belle mani? – disse sfiorando le lunghe dita dell’amico. Hakkai trasalì leggermente e ritrasse la mano, quasi che quel contatto fosse per lui doloroso. Gojyo si accorse della reazione che qual gesto aveva suscitato e si trattenne dall’impulso di prendergli la mano e stringerla. Sapeva che Hakkai non amava particolarmente il contatto fisico, specialmente quando aveva qualche preoccupazione o riaffioravano i ricordi del passato.
Hakkai si affrettò a riporre le bende e il disinfettante nella cassetta e poi le riportò al suo posto in bagno, poi andò in cucina a preparare la cena.
Durante tutto il pasto non disse una parola. L’atmosfera era piuttosto pesante, Gojyo cercò di alleggerirla iniziando una conversazione, ma Hakkai liquidò ogni suo tentativo con un live sorriso e qualche monosillabo, cosicché dopo un po’ il rosso si arrese e finì di mangiare in silenzio.
- Vai pure a dormire, laverò io i piatti – la cosa era abbastanza scontata, ma Hakkai per qualche strano motivo terminava ogni pasto dicendo che avrebbe lavato i piatti. Gojyo andò a sdraiarsi sul divano.
- Sei sicuro di non voler dormire sul letto, date le tue ferite?
- No, tranquillo! Qui starò bene!
- Allora, buona notte!
Hakkai finì di sparecchiare, poi spense la luce e andò in cucina.
Gojyo chiuse gli occhi e cercò di dormire. Il rumore dell’acqua che scorreva in cucina non lo disturbava, quasi lo rilassava. Gli sembrava di essere tornato bambino quando suo fratello lo portava al torrente, dopo una nuotata e un buon picnic, i due si addormentavano sulla riva, cullati dello scrosciare dell’acqua. Gojyo si appisolò leggermente in quel dolce ricordo, quando si svegliò gli sembrò ancora di essere là, ma ricordò di trovarsi nel suo appartamento. L’acqua in cucina continuava a scorrere.
Guardò l’orologio: aveva dormito per circa un’ora. Hakkai era solitamente velocissimo a lavare i piatti e quella sera avevano usato solo due scodelle e una pentola, non era possibile che non avesse ancora finito.
Si alzò dal letto e andò in cucina. Hakkai stava in piedi di fronte al lavello, l’acqua scorreva dal rubinetto aperto, i piatti tutti lavati perfettamente disposti sullo scolapiatti.
- Hakkai, si può sapere cosa stai facendo? – Hakkai non rispose, probabilmente non aveva sentito neppure l’amico entrare.
Gojyo gli si avvicinò e vide che continuava a sfregarsi le mani una contro l’altra sotto l’acqua come se fossero molto sporche, i suoi occhi erano vuoti.
- ‘Kai? Che diavolo fai? – gli posò una mano sulla spalla, Hakkai sussultò.
- Le mani, Gojyo, sto lavandomi le mani!
- Sono pulite le tue mani – chiuse l’acqua e prese l’amico per le spalle girandolo verso di se (come era magro!) – Vieni, andiamo a dormire!
- No! – gemette Hakkai e si accasciò a terra balbettando frasi sconnesse – il sangue…sono piene di sangue…non sono riuscito a salvarti…
- ‘Kai, guardami sono io, sono Gojyo! Sono vivo! – si inginocchiò al suo fianco e tentò di scuoterlo, ma senza risultati.
-…è tutto inutile…non sono riuscito a salvarti…le mie mani sono sporche, non posso più toccare nessuno… - il suo corpo tremava e sussultava, dai suoi occhi cominciarono a scendere rivoli di lacrime.
Gojyo era sconvolto, non aveva mai visto Hakkai in quelle condizioni. Prese il volto dell’amico tra le mani e lo costrinse a guardarlo.
- Non è vero ‘Kai, me…tocca me! I miei capelli, i miei occhi…sono del colore del sangue! Non mi puoi sporcare! - e in quel momento senza pensarci appoggio le labbra alle sue.
Quando si staccarono Hakkai sembrava essersi di nuovo calmato, lo guardò con l’espressione di chi si è appena svegliato da un incubo.
- Scusami ‘Kai, io non…
- Non è niente Gojyo. Forse è meglio che ora noi andiamo…che io vada a letto!
Si alzò lentamente, Gojyo lo aiutò e lo accompagnò fino al letto sorreggendolo. Si sedettero entrambe sul letto e stettero in silenzio per un tempo che sembrò ad entrambi lunghissimo. Alla fine fu Hakkai a parlare.
- Non avrei mai più voluto far del male a qualcuno…ma quando ti ho visto legato su quella sedia…mi è sembrato come se…mi sono ricordato…
Ma non riuscì a finire la frase, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
- Va tutto bene, ‘Kai, sono qui con te! – Gojyo lo strinse tra le braccia e cominciò ad accarezzargli la schiena, ma Hakkai si scostò da lui.
- No, non va bene nulla! Hai visto cosa sono stato capace di fare…sono divento un mostro!
- Non ho idea di chi fossi prima, ma quello che sei adesso mi piace moltissimo! – lo prese per le spalle avvicinandolo nuovamente a sé, poi lo baciò sulle labbra spingendo la lingua dentro la sua bocca. Hakkai si irrigidì, ma non oppose resistenza e infine ricambiò il bacio.
In silenzio e cercando di staccare il meno possibile le labbra l’uno dall’altro, si spogliarono rimanendo con addosso solo la biancheria intima.
- Posso dormire qui con te stanotte? – chiese Gojyo in un sussurro continuando a baciare e leccare il collo di Hakkai. Il giovane sorrise arrossendo lievemente.
- Certo che puoi!

Fine



Nota dell’autrice

La legge sulla privacy mi vieta di andare oltre, ma siete liberi di immaginare che passarono la notte copulando come due ricci! ;-)

obscura_nox
  
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