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Autore: Liten D    22/08/2012    3 recensioni
Nessuno si aspettava una tragedia di questa portata.
Nessuno si aspettava più che la guerra, un giorno, sarebbe finita.
Qualcosa volò sibilando attraverso il brandello di cielo che riusciva a vedere.
Si rannicchiò contro la parete di terra. Per qualche secondo tutto ciò che sentì fu il fragore dell'esplosione.
Genere: Guerra, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'odore dei cadaveri in decomposizione avvelenava l'aria, rendendola irrespirabile.


Arthur sollevò un po' la testa,
l'umidità gli penetrava fin dentro le ossa e lo faceva rabbrividire. Si grattò la cute all'altezza della nuca. 

Eccolo lì, il bastardo!

Lo schiacciò tra l’unghia del pollice e quella dell’indice. Ebbe l'impressione che il prurito si fosse calmato, ma quello riprese subito. Più forte di prima. Grattò ancora.

Le dita scorrevano tra i capelli incrostati e sporchi di fango alla ricerca di quelle dannate bestiacce.


Dopo un paio di minuti rinunciò: era una battaglia persa in partenza. Si rassegnò al fatto che avrebbe dovuto imparare a sopportare la costante compagnia dei pidocchi, proprio come gli uomini del suo esercito.

Incrociò le braccia dietro la testa, a mo’ di cuscino.

Una deflagrazione più forte delle altre fece tremare il terreno.
Capì dalle urla che qualcuno era rimasto coinvolto nell'esplosione.

Il cadavere che aveva a fianco continuò a guardare il cielo attraverso le sue orbite vuote. A svuotarle, probabilmente, ci avevano pensato i topi.


Arthur deglutì. Aveva la gola secca. Avevano iniziato quell'attacco per andare in soccorso dei loro alleati francesi, ma tutto ciò che stavano ottenendo era un numero di perdite ancora maggiore.

Per di più non erano ancora riusciti a sfondare il fronte. Né ci sarebbero riusciti, ne era quasi certo. Qualche soldato passò correndo, schizzandogli il fango addosso. Fece una smorfia e si passò il dorso della mano sulla guancia. Francesi. Li seguì con lo sguardo finché non sparirono in un camminamento*.

Se il mese scorso avessero usato una tattica differente, forse sarebbero riusciti a spezzare il fronte. Ma ormai era impossibile. I tedeschi si erano organizzati e Arthur aveva la sensazione che questa battaglia si sarebbe protratta ancora per molto senza portare a niente.

Aveva senso continuare a combattere?

I sentimenti patriottici che avevano spinto la sua gente ad entrare in guerra si erano persi tra il fango e il sangue delle trincee da mesi, lasciandoli senza un ideale per cui combattere.

E anche la sua convinzione, ormai, iniziava a vacillare.

La paura di perdere lo status di grande potenza aveva portato lui, come le altre nazioni, ad entrare in un conflitto che nessuno di loro voleva, ma a cui tutti stavano prendendo parte.

Sembrava un'alternativa migliore al declassamento.

Sembrava.

Nessuno si aspettava una tragedia di questa portata.

Nessuno si aspettava più che la guerra, un giorno, sarebbe finita.

Qualcosa volò sibilando attraverso il brandello di cielo che riusciva a vedere. Si rannicchiò contro la parete di terra. Per qualche secondo tutto ciò che sentì fu il fragore dell'esplosione. Il terriccio gli piovve sulla testa.

Pensare che a sole settanta miglia c'era Londra. La sua Londra!

Il suo cuore, dove la vita continuava a scorrere tranquilla, quasi inconsapevole degli orrori vissuti dai suoi uomini impegnati al fronte.

Un sorriso si fece strada sul suo volto stanco. Gli sarebbe bastato prendere il traghetto sulla Manica.

Con un po' di fortuna, sarebbe arrivato giusto in tempo per il tè.





Postfazione:

Buona sera a tutti!!

Come qualcuno avrà capito dal testo, ho catapultato il povero Arthur in una notte relativamente tranquilla del 1916 -forse i più accorti riusciranno anche ad indovinare il mese ;)-, tra i soldati inglesi e francesi che hanno preso parte all'offensiva a sud di Ypres, nel settore del fiume Somme -teatro della famosa battaglia della Somme, appunto- durante la Prima Guerra Mondiale.

Avevo abbozzato questa storia tempo fa, inizialmente doveva essere parte di un testo molto più lungo, ma alla fine ho deciso di cambiare alcune parti e di lasciarla così com'era: un brandello. Trovo che si addica di più all'argomento trattato.

Avendo eliminato molte parti, non si nota molto, ma segnalo ugualmente che per scriverla ho: tratto ispirazione dal romanzo-diario "Im Westen nichts Neues" di Remarque -dai, credo che questo si noti lo stesso-; informazioni sulle trincee inglesi da "The Great War and Modern Memory" di Fussell; la teoria secondo la quale le nazioni preferirono un conflitto al declassamento -che poi arrivò lo stesso, visto che crollò l'eurocentrismo!- da "Cataclysm: the First World War as Political Tragedy" di Stevenson. 

Grazie a tutti quelli che hanno letto e a chi lascerà una recensione, o una critica.

Mhh, ok, penso di non avere nient'altro da dire...

Ah, no!

Non scappate! C'è ancora la nota!!

* Camminamento: i camminamenti, o trincee di comunicazione, sono i corridoi -più o meno perpendicolari-, che mettevano in comunicazione le linee trincerate (di solito tre: prima linea, linea di rinforzo e linea di riserva) delle trincee di combattimento. 

Bene, ora ho finito. Alla prossima!

  
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