Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Maknae_girl    23/08/2012    1 recensioni
. A essere sincera non erano quei divanetti, i dolci o i caffè ottimi ad avermi attirato lì, no, lì c’era lui: Kim. Kim era il cameriere da Tiffany. Un ragazzo asiatico, probabilmente coreano. Alto con un fisico asciutto, i lineamenti del viso erano delicati e aggraziati ma non sembrava effeminato, anzi l’esatto contrario, capelli biondi, sicuramente tinti, medio - lunghi con la frangia che gli arrivava a coprire un po’ gli occhi neri, talmente profondi che avvolte mi sembrava si sprofondarci dentro.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 Buonasera/giorno a tutti, questa è la mia prima efp, spero che sia di vostro gradimento. E' la storia di una ragazza che ama il mondo orientale e s'innamora del cameriere coreano. Sembra tutto perfetto chissà se veramente è perfetto xD Insomma un piccolo riassunto, buona lettura :*
Colazione da Tiffany:


Ero seduta fuori al mio bar preferito, con un libro in mano a studiare la letteratura coreana aspettando le mie amiche. Colazione da Tiffany, quel nome mi aveva attirato sin dal primo giorno d’università. Era un bar molto carino con un’aria accogliente, all’interno era molto spazioso, aveva dei tavolini bianchi e neri con delle sedie dello stesso colore, un bancone nero che metteva in mostra i bei cornetti appena arrivati, e non solo quelli. Al centro di quello spazio s’imponeva un bellissimo pianoforte bianco, dava un’aria di raffinatezza a quel posto. Fuori c’era un gazebo bianco con le finestre, al suo interno era tutto bianco dal pavimento ai tavolini e le sedie, al suo interno, però, c’erano anche dei divanetti neri che attiravano l’attenzione di tutti. Io ero seduta li, ogni giorno io e le mie amiche ci sedavamo lì, non era un posto esclusivo solo per noi ma, semplicemente, dal primo giorno che iniziai l’università mi misi la e conobbi le altre ragazze. Passavamo le mattine, prima dell’università, a ripetere con un caffè. A essere sincera non erano quei divanetti, i dolci o i caffè ottimi ad avermi attirato lì, no, lì c’era lui: Kim. Kim era il cameriere da Tiffany.  Un ragazzo asiatico, probabilmente coreano. Alto con un fisico asciutto, i lineamenti del viso erano delicati e aggraziati ma non sembrava effeminato, anzi l’esatto contrario, capelli biondi, sicuramente tinti, medio - lunghi con la frangia che gli arrivava a coprire un po’ gli occhi neri, talmente profondi che avvolte mi sembrava si sprofondarci dentro.
< < Il tuo caffè macchiato > > alzai gli occhi e vidi il suo sorriso, posava il caffè e lo zucchero sul tavolino davanti a me.
< < Ah, grazie > > risposi semplicemente, non ero in grado di mettere insieme una frase quando mi rivolgeva parola, quindi sorrisi. Posai il mio libro di letteratura e misi lo zucchero nel caffè ma notai che qualcosa non quadrava, lui, era ancora li, in piedi davanti a me.
< < ehm.. ti serve qualcosa?? >  > chiesi guardandolo negli occhi, credevo che mi sarei persa.
< < Non ci siamo mai presentati, nonostante vieni qua da due anni, quindi piacere Kim Jung > >  ebbene sì, era il terzo anno che venivo lì e non avevo concluso niente con lui, e ora, lui mi si piazza davanti porgendomi la mano e un sorriso, che se non era per il mio essere sempre fredda fuori, mi avrebbe fatto morire.
< < Honey Smith > >  Nel preciso istante in cui mi aveva stretto la mano, il mio povero cuoricino perse un battito, la testa mi girava ed io non capivo niente. Per una frase e una stretta di mano ero andata fuori di testa, ero patetica.        
Mentre io finivo il mio caffè lui si era seduto accanto a me. Mi girai verso destra per poterlo vedere in viso, quel viso che sembrava di porcellana.
< < Cosa studi?? > > domando prendendo in mano il mio libro di letteratura. < < Aaah, letteratura coreana, quindi vai all’università orientale!?! > > iniziò a lettere il capitolo che stavo leggendo, ovviamente in coreano. Sentire la sua voce pronunciare la lingua che amo di più al mondo mi fece incantare. Finito di leggere quella pagina mise il segno e torno a guardarmi, io mi avevo acceso una sigaretta e stavo già a metà.< < Immagino tu sia coreano, vero?? > > dissi la prima cosa che mi venne in mente con l’intenzione di creare una conversazione sensata, prima che il bar si riempisse di gente e lui se ne fosse andato, ma il mio cervello non ne voleva sapere di connettere. < < sì, sono coreano, di preciso vengo da Seoul. Tu invece?? Il tuo nome non mi sembra tanto italiano > > ogni parola che mi rivolgeva era accompagnata da un magnifico sorriso. < < io sono nata in Italia, però mio padre è inglese, quindi ecco il motivo del mio nome.> > gli spiegai sorridendo con un tono, di mia sorpresa,calmo. < < se non mi sbaglio Honey, significa miele, quindi quando sei nata sembravi uno scricciolo di miele?? > > un ragionamento da idioti, ma non capivo se lo era o se cercava argomenti per parlare. < < No, veramente il tuo ragionamento fa acqua da tutte le parti. > > risposi ridendo di gusto < < mio padre andava matto per il gruppo Honeyz e quindi mi ha dato l’onore di avere in nome della band ma senza la ‘z’ finale > > lui a tutta risposta si mise a ridere insieme con me < < certo che certi genitori sono originali > > disse sorridendo, di nuovo quel sorriso. < < Mi porti il conto?? > > Chiesi guardando l’orologio, ormai erano le otto, io dovevo andare all’università, e lui a lavorare. Non appena terminai la frase mi sembrò di vedere un po’ di delusione sul suo viso < < già te ne vai?? Non aspetti le tue amiche?? > > < < No, oggi devo aiutare l’insegnante, quindi devo andare e anche tu, non vorresti perdere il lavoro per aver impedito a una ragazza di studiare? > > dissi sorridendo, ora che dovevo andare cominciavo a sciogliermi un poco, poi il mio cervello me la pagherà. Lui mi guardò e andò dentro a portarmi il conto. Quando tornò, pagai e stavo per andarmene ma lui  mi fermo < < Aspetta, ti porto lo scontino > > tornò di nuovo dentro, attraverso il vetro della porta d’entrata vedevo che scriveva qualcosa. Dopo un minuto circa mi consegnò lo scontrino < < allora buona giornata ci vediamo domani > > < < A domani > > gli risposi semplicemente andandomene via. Quando guardai lo scontrino che avevo in mano lo girai e sul retro c’era una scritta: chiamami 3393****** :D cosi mi aiuterai a capire meglio il significato del tuo nome. J.


 
Ecco, questo piuttosto che il primo capitolo sembra il prologo T_T Vi domando perdono per gli eventuali errori e spero che mi darete consigli per migliorare <3 Aggiornerò il prima possibile.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Maknae_girl