. A essere sincera non erano quei divanetti, i dolci o i caffè ottimi ad avermi attirato lì, no, lì c’era lui: Kim. Kim era il cameriere da Tiffany. Un ragazzo asiatico, probabilmente coreano. Alto con un fisico asciutto, i lineamenti del viso erano delicati e aggraziati ma non sembrava effeminato, anzi l’esatto contrario, capelli biondi, sicuramente tinti, medio - lunghi con la frangia che gli arrivava a coprire un po’ gli occhi neri, talmente profondi che avvolte mi sembrava si sprofondarci dentro.