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Autore: Human Skeleton    23/08/2012    2 recensioni
Questa é il mio primo one-shot sulla coppia che amo di più: Damon e Elena. E se Damon avesse incntrato Elena molto prima di quanto tutti immaginano?
Non so se vi piacerà, io lo trovo una cosa molto dolce. D'accordo la smetto di annoiarvi XD
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OUR REAL FIRST MET

 

Sento un'improvviso peso sul petto. La donna ancora tra le braccia di Morfeo, si é girata verso di me, mugolando frasi incomprensibili, e ha appoggiato la sua chioma nero ebano e liscia come la seta, esattamente dove batte il cuore.

 

O meglio. Batteva. Di umano non mi é rimasto neppure quello. Ma non mi importa. Non più. Perché ora l'interruttore é spento. E non intendo riaccenderlo. Per cosa poi? Per una donna sola, in cerca di compagnia notturna? No. Certo che no.

 

Il mio cuore potrebbe ricominciare a battere miracolosamente solo per lei. La donna che mi ha fatto vivere Il paradiso e un minuto dopo mi ha buttato negli inferi dell'eternità. Katherine.

 

Il suo nome é come musica. Penetra nelle orecchie. Scende nel cuore. Risale nel naso, dove si ferma per un'attimo bruciando la pelle. Risaliva negli iridi color ghiaccio dove bruciava ancora di più. Volevo smettere di pensare a lei. Volevo che il suo nome smettesse di pizzicarmi gli occhi.

 

C'era un solo modo per far passare il dolore: farlo uscire fuori dal mio corpo. Ma come si fa? Non mi ricordo più. E' veramente ironico. Non mi ricordo più come si piange. Eppure nella mia vita ce ne sono stati di pianti. Gli ultimi che ricordo erano legati alla perdita delle due donne più importanti della mia vita: Katherine. Mamma.

 

Oh mamma, se solo sapessi quanto mi manchi. Se solo sapessi quanto mi mancano i tuoi bianchi e candidi sorrisi, i tuoi lunghi e mossi capelli color avorio, il tuo odore di violette... ma scommetto che non ti importerebbe. Perché per te il tuo bambino non c'é più. Il tuo bambino é morto quando ha ceduto alla sete assecondando il fratello che lo ha trascinato con sé nell'oblio. Al posto di quel bambino ora c'é un mostro.

 

Damon ricacciò indietro la lacrima che da lì a poco minacciava di scendere e sfigurare la sua pelle diafana e con essa i suoi pensieri tormentati. Pensieri troppo umani per essere presi in considerazione. Pensieri troppo umani anche per il solo avvicinarsi a pensarli.

 

Damon scivolò fuori dalle leggere lenzuola bianche di cotone. Isobel mugugnò un po', poi ritrovò una posizione comoda e continuò a dormire. Lui sperava che non si svegliasse. Non era abituato al discorso del mattino dopo. Della serie “Ci siamo conosciuti. Ci siamo piaciuti. Abbiamo scopato. E adesso?”

 

Lei, di sicuro, per quel vampiro non era nient'altro che uno svago notturno che sarebbe stato dimenticato solo qualche ora dopo, affogato in svariati bicchieri di bourbon. Certo che ero caduto proprio in basso. Non riuscivo a portarmi a letto nemmeno una neo-vampira. Forse di una donna della mia specie l'avrei trattata leggermente meglio.

 

Gli umani. Come potrei solo prenderlo in considerazione. Mio caro Damon, devi esserti preso una sbronza di quelle forti.

 

Apro la porta in ciliegio bianco e la richiudo delicatamente. Mi avvicino alla rampa di scale che porta al portone di ingresso.

 

Ma poi mi blocco. O meglio é questo odore afrodisiaco che mi blocca. Odore di sangue. Ma é diverso. Sembra così pieno di... Potere. Proviene dalla stanza ubicata solo a qualche metro dalla camera da letto della donna.

 

Non resisto devo seguirlo. In fondo con questa donna non ho concluso niente. Insomma non avevo proprio cenato. Dovevo recuperare il tempo perso. Dovevo nutrirmi. Tutti i miei muscoli erano tesi, pronti a scattare per raggiungere la preda e divorarla. Ma quando vide la sua futura preda si bloccò.

 

La bambina era avvolta da un lenzuolo rosa confetto. Il suo viso piccolo e innocente si era contorto in una smorfia di spavento.

 

C-chi se-sei?”

 

Per quanto l'odore del suo sangue potesse inebriarmi e gettarmi sulle piccole vene pulsanti non volevo che sua madre si svegliasse e mi vedesse. Sarei costretto ad uccidere anche lei. E non voglio che si sparga la voce di un duplice omicidio. In fondo ormai mi sono abituato a questa città. Sono stanco di fare il giramondo. Potrei restare qua ancora per un po'.

 

Non preoccuparti, é solo un sogno. Anzi un'incubo.”

 

L'espressione di paura si dileguò dal volto della bambina.

 

Un'incubo? E perché?”

 

Espiro profondamente. Mi siedo su un divanetto bianco vicino alla finestra e lascio cadere il capo leggermente all'indietro.

 

Perché sono un mostro.”

 

La bambina mi guardò attentamente e poi sentenziò.

 

Non é vero! I mostri sono brutti, sporchi e fanno paura! Tu non fai paura.”

 

Io la guardai basito. Io... io non faccio paura? Do voce ai miei pensieri.

 

Io non fa... io non faccio paura?”

 

La bambina scosse energicamente la testa.

 

No. No, no.”

 

E allora cosa sarei?”

 

La bambina si mise seduta avvicinandosi a lui.

Un principe.”

 

Damon era sempre più allibito. E poi per quale misterioso motivo continuava a restare lì?

 

Un principe?”

 

La bambina prese il suo orsacchiotto lo strinse.

 

Sì, un principe. E' il mio sogno. Decido io.”

 

Damon avrebbe voluto andarsene. Ma c'era qualcosa che lo tratteneva in quella stanza, a parlare con quella bambina.

 

Sai non c'é bisogno che io sia brutto o sporco per essere considerato un mostro. Io lo sono nell'anima.”

 

Il viso della bambina si incupì.

 

Sai io ho fatto... e faccio delle cose molto brutte. Tu mi stai paragonando ad un principe ma non credo di averci qualcosa in comune.”

 

La bambina sbuffò.

 

Non é vero. Perché dici così? La mia mamma ma dice sempre che non importa quante cose brutte tu abbia fatto. Se cerchi di migliorare te stesso e di cambiare allora non potrai più paragonarti ad un mostro.Devi meritarti il perdono.”

 

La guardai con aria abbattuta.

 

E per chi dovrei farlo? Io sono da solo. Non ho più nessuno che tenga a me.”

 

La bambina lo guardò con aria triste.

 

Non é vero. Tu sei il principe del mio sogno. Io ti voglio bene. Io tengo a te. Io ti perdono. Io non ti lascio. Non importa cosa hai fatto, se stai facendo qualcosa per meritarti il perdono. Mi piaci adesso, così come sei. Troverai qualcuno che un giorno ti dirà tutto questo. Un fratello. Un amico. La ragazza che ami. Anche tu hai il diritto di essere amato. Tutti lo hanno. Nessuno é mai veramente solo. Nessuno.

 

Rimasi sempre più basito. Ora lo sapeva. Quella non era solo una bambina. Quella era una piccola bambina speciale.

 

Il sogno sta finendo.”

 

La bambina sbuffò nuovamente.

 

Uffa no! Tu ti scorderai di me e forse non ci rivedremo mai più!”

 

Damon si accorse che all'orsacchiotto mancava un occhio. Strappò un bottone della sua camicia e lo mise nella piccola mano della bambina. Quel contatto lo tranquillizzò. Quella bambina era veramente speciale.

 

Domani dirai alla tua mamma di cucire questo bottone sul tuo orsacchiotto. Così anche quando sarai grande ti ricorderai del principe dei tuoi sogni.”

 

Damon si avvicinò dalla finestra per uscire. Ma la sua voce lo fermò per un'attimo.

 

Ehi aspetta. Non ci siamo presentati. Io sono Elena.”

 

Damon si voltò con un leggero sorriso che gli increspava le labbra.

 

Io sono Damon. Buonanotte Elena.”

   
 
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