Era seduta su quel divano da almeno un'ora, con gli occhi imprigionati nelle immagini orribili degli ultimi Hunger Games.
Orribili sì, eppure così famigliari.
Stava guardando ipnotizzata un ragazzo alto, magro, col viso pallido e una strana luce neglio occhi.
Trent Snow. SUO nipote.
Un misto di odio ed appagamento, per il destino che presto gli sarebbe toccato, le riempì l'anima.
Ma durò poco.
Una bambina si avvicinò a Trent. Avrà avuto circa 12 anni, era piccola, magra e con degli splendidi capelli biondi che le ricadevano lungo la schiena.
Si avvicinò al ragazzo e gli prese la mano.
"Ho paura Trent, ho paura!" escamò con la voce che le tremava.
"Tranquilla Sarah, ci sono io a proteggerti. Non permetterò a nessuno di farti del male. Dopotutto siamo alleati adesso no?"
Alleati. Rue. Finnick.
Quanti erano morti? E quanti sarebbero morti in qusta ennesima edizione che LEI aveva voluto, sperando di trovare solievo nella vendetta?
Ma non era solievo quello che provava. Nausea. Nausea e vergogna.

Mi chiamo Katniss Everdeen. Prim è morta. Per colpa di Snow. E della Coin. Ora qusti nuovi Hunger Games faranno giustizia.

La scena cambiò. L'abbraccio dei due ragazzi fu spezzato da un urlo. L'urlo di Trent. Una freccia l'aveva colpito alle spalle.
Mentre la bambina piangeva e tremava incontrollatamente, lui cadde a terra. Una ragazza uscì dal bosco. Alta, robusta e con un'orrendo ghigno stampato sulle labbra. Si avvicinò a Sarah.
Katniss chiuse gli occhi. 

Sono un mostro. Quanti altri bambini ho mandato a morire? Quanti altri innocenti?

Ma non potè evitare che l'urlo acuto e straziante la raggiungesse. Con un semplice SI aveva deciso tra la vita o la morte di bambini e ragazzi come lei.
Crollò a terra. Pianse. Pianse invocando il perdono di Prim e di Finnick. Di Trent, di Sarah e di tutti coloro che erano e sarebbero morti per colpa sua.

Sono un mostro.