Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: Aine Walsh    23/08/2012    7 recensioni
«Qual è il vero problema, Alex?» domandò lei con calma.
«Sicura di volerlo sapere?».
«Mi sembra evidente, dal momento che te l’ho chiesto».
Non serviva più a niente inventare scuse sopra scuse, tanto valeva dire la verità, anche se farlo non era tanto semplice.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Best Friend or what?
 


«Basta, non possiamo continuare così!» esclamò d’un tratto Alex sull’orlo dell’esasperazione, tirandosi a sedere nel bel mezzo del letto. Era notte inoltrata e lui era già sdraiato da qualche ora, senza però riuscire a prendere sonno.
«Cosa c’è stavolta, Pettyfer? Hai ancora caldo?» domandò sonnacchiosamente Dakota, distesa a pochi centimetri da lui, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
«No, guarda! Il letto è piccolo e tu lo occupi quasi per intero!» lagnò l’attore.
La ragazza aprì controvoglia un occhio e osservò: «A me non sembra» sentenziò lapidaria mentre si voltava dall’altra parte.
Alexander sbuffò rumorosamente.
«E’ da una settimana che non riesci a dormire. Che ti prende?».
«Niente. E’ solo insonnia, tutto qui». Solo insonnia, certo, continuò fra sé e sé.
Dakota si sollevò e gli lanciò un’occhiata indagatrice.
«Non credi che sia… Ehm… Compromettente?».
«Compromettente? Cosa sarebbe compromettente, scusa?» chiese lei scoppiando a ridergli in faccia.
«Questo. – disse lui in evidente imbarazzo – Il dormire insieme, dico».
«Cavoli, sei proprio andato. Eppure dovresti esserci abituato: lo facciamo praticamente da sempre».
«Non è questione d’abitudine, non c’entra. Qualcuno potrebbe sempre vederci, no?».
Dakota lo guardò accigliata, sentendo un minimo d’irritazione nascere dentro di lei. «Oh, certo. Sì, hai ragione. Tutti possono arrampicarsi su di un palazzo, sgattaiolare fino all’ultimo piano, entrare in un attico e vedere con chi passa la notte il padrone di casa. Eh già. E’ vero, il tuo ragionamento non fa una piega. Attento Pettyfer, i curiosi e i paparazzi sono anche in grado di volare!».
Il biondo si morse con forza la lingua, maledicendosi nel peggiore dei modi per quello che aveva detto. Tornò a sdraiarsi al fianco della sua migliore amica e si mise a fissare il soffitto, in assoluto silenzio.
«Qual è il vero problema, Alex?» domandò lei con calma.
«Sicura di volerlo sapere?».
«Mi sembra evidente, dal momento che te l’ho chiesto».
Non serviva più a niente inventare scuse sopra scuse, tanto valeva dire la verità, anche se farlo non era tanto semplice.
«Il mio problema sei tu, Dak. Aspetta no, fammi finire!» esclamò vedendo che lei aveva già aperto bocca per controbattere. La mora si zittì, ma restò a fissarlo con gli occhi sgranati.
«Sì, insomma… Sei tu il problema. Te ne vai via da qui quando hai appena undici anni, torni quando nei hai ventuno e sei così… Così… Diversa. In senso buono però, non fraintendere. E bella. E solare. E anche sexy, permettimi di dirtelo. Ci sono un miliardo di cose che vorrei fare con te, qui, su questo letto. Un miliardo di cose meno che dormire, sia chiaro…». Il ragazzo non ebbe il tempo di finire che si beccò una cuscinata (non troppo forte, a dire la verità) nel bel mezzo del viso.
«Povero piccolo Alexander Richard, tutti i film che ha girato gli hanno dato alla testa!» scherzò Dakota divertita.
«Sono serio! E anche sincero. Perché non vuoi credermi? Lo so, so che è una cosa da matti, che io e te ci conosciamo da una vita e che non dovremmo perché questo manderebbe tutto a puttane, però tu.. Io…».
La ragazza si mise in ginocchio e gli si avvicinò piano, intimandogli il silenzio mentre i suoi occhi scuri si perdevano in quelli chiari di lui. Alex le accarezzò piano una guancia, fece scivolare la mano dietro al suo collo e la attrasse a sé, avvicinando i loro volti fino a quando i loro respiri non si fondessero.
«Ce ne hai messo di tempo, eh?» sussurrò lei sorridendo.
Il ragazzo ricambiò il sorriso a fior di labbra e la baciò.
Non fu un bacio particolarmente lungo o passionale, fu solamente molto dolce e delicato, proprio come i due si aspettavano e desideravano già da qualche tempo.
Quando finirono si sorrisero ancora e ancora, imbarazzati e contenti, l’uno contro la fronte dell’altra.
«Quindi adesso siamo migliori amici o cosa?» chiese Alex allegro.
«Io opterei per il “cosa”» rispose la ragazza con lo stesso tono un attimo prima di stampargli un altro veloce bacio.
Lui la strinse ancora più forte a sé e fece aderire i loro corpi contro il materasso, mentre Dakota poggiava la testa tra la sua spalla e il collo, assaporando tutto il buono odore che quel corpo tanto familiare e tanto vicino a lei emetteva.
«E adesso cosa facciamo?» domandò maliziosamente Alexander.
La mora rise di gusto, rimbeccandolo: «E adesso dormiamo, Pettyfer!».

One, two, three, four, can I have a little more?

Tà dàààààààn! Questa è l'ultima storiella scema che la mia mente è stata in grado di produrre ._.
In teoria era già da un po' che avevo voglia di scrivedere qualcosa sul bell'Alexander, in pratica non sapevo che cosa scrivere però.
E poi l'occasione mi si è presentata la scorsa notte, per caso, durante quella fase del sonno quando sei più verso il dormire che lo stare svegli, avete presente?
Quella fase in cui pensi a un sacco di cose e l'indomani mattina ti ricordi appena.
...Se questa storia l'avessi scritta prima di addormentarmi sarebbe venuta meglio di così LOL
Ok basta, vi mollo e vi faccio contente.
Forse tornerò ad appestare questo fandom, ma... beh, visto il risultato, non ci giurerei molto.
Grazie a chiunque si sia preso la briga di aprire la pagina, leggere e anche di recensire (se lo avete fatto) :D
Tante cose,

A.

P.S.: Di solito le mie NdA sono più colorate, ma stavolta pare che l'editor mi abbia abbandonata :S


 
 
 
  
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