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Autore: PositiveNirvana    23/08/2012    4 recensioni
Texas,Contea di Collingsworth. Una serata normale, così pare, una notte come tutte le altre lì.
Non tirava un filo di vento, il paesaggio punteggiato da pochi alberi radi sembrava un cimitero.
Non c'erano animali, qualche faina e raramente qualche volpe si intravedevano zampettare verso le fattorie,
affamate di galline.
"Anche lui era affamato".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ore 23.30

Texas,Contea di Collingsworth. Una serata normale, così pare, una notte come tutte le altre lì.

Non tirava un filo di vento, il paesaggio punteggiato da pochi alberi radi sembrava un cimitero.

Non c'erano animali, qualche faina e raramente qualche volpe si intravedevano zampettare verso le fattorie,

affamate di galline. 

 

"Anche lui era affamato".

 

I bambini rimanevano fuori a giocare nei campi incolti fino alle 17.00, poi tassativamente i genitori li richiamavano in casa

velocemente; era fine autunno e l'inverno si stava avvicinando con passo sempre più incalzante, il buio arrivava sempre prima. Non ci si poteva fidare del buio, soprattutto a Collingsworth.

Gli abitanti, appena calava il silenzio e l'oscurità, chiudevano porte e finestre, le stalle e i pollai con più catenacci possibili.

Non si vedeva nemmeno una luce trasparire dalle facciate di quelle case.

Ognuno voleva essere invisibile, non avrebbe voluto esistere.

Anche Eric seguiva tutte le procedure nel suo piccolo prefabbricato che dava sulla strada principale.

Lui non si sentiva a disagio con le finestre aperte, passavano abbastanza macchine e di fronte c'era anche un piccolo Bed&Breakfast gestito da un'anziana coppia di signori per bene, marito e moglie che si erano sempre dati da fare per tirare su bene il loro unico figlio, Calvin.

Eric aveva sentito parecchie voci girare sul suo conto, non male voci, ma nemmeno belle dicerie.

Quando era piccolo, la madre non voleva che giocasse con lui, era parecchio manesco e cercava sempre di mordere gli altri.Così il povero Calvin si trovava sempre da solo sull'altalena che il padre gli aveva montato proprio accanto all'ingresso del B&B, e passava così le sue giornate. 

Eric spesso dalla sua cameretta lo spiava, scostava le tende di lino che profumavano sempre di pulito e gli faceva pena quel ragazzino con cui nessuno voleva mai giocare.

Spesso la madre di Calvin portava al figlio la merenda mentre dondolava sull'altalena, ma lui nella maggior parte dei casi prendeva il cibo, dava un morso veloce ma poi lo sputava per terra arrabbiato e si metteva ad urlare e scalciare.

Poi era strano, aveva sempre dei cerotti su tutte le dita delle mani perché se le rosicchiava. 

Eric lo aveva visto farlo una volta, si era letteralmente scorticato un dito, l'indice, e non era più guarito era rimasto così come lui l'aveva ridotto.

 

Da qualche giorno non lo si vedeva più in giro. Il B&B dei genitori era chiuso, non c'era più il solito via vai di gente.

"Chissà" pensò Eric dando uno sguardo veloce all'edificio mentre andava a chiudere il suo pollaio.

Non faceva molto caso al buio, non era uno di quei tipi terrorizzati dalle tenebre, anzi.

Le finestre erano sempre l'ultima cosa che chiudeva, in genere le lasciava aperte fin quando non andava a dormire.

 

Rientrò in casa e si diresse verso la cucina. Di solito prima di andare a letto si faceva una tazza di thè, lo aiutava a rilassarsi e a prepararsi al sonno. 

Mise l'acqua sul fuoco e nel mentre andò a mettersi il pigiama e a mettere un po' in ordine il salotto 

" se arrivano i miei e vedono tutto sto casotto poi mi ammazzano"

 

Sentì l'acqua bollire. Corse verso i fornelli e spense il fuoco. Aprì la dispensa per prendere la bustina di thè, ma non la trovava.. cercò in tutti i ripiani possibili. Poi girandosi confuso la vide sopra il tavolo.

"bah strano,non mi ricordavo di averla messa li, sto diventando come il nonno, mi perdo pure io"

 

Si sedette al tavolo e preparò la bevanda.

Mentre la beveva sentì dei passi pesanti provenire dall'ingresso.

-Mamma!!!- urlò -come mai siete già a casa?-

Nessuna risposta. Eric si girò verso la porta e vide una sagoma nell'ombra. Solo a quel punto si rese conto che non poteva essere sua madre.

Pareva essere un uomo, molto alto ma parecchio magro.

Era paralizzato dalla paura.

-Buono il thè?- chiese la sagoma con voce un po' beffarda. 

Eric non rispose, stava cercando di pensare a  mille modi per poter uscire da quella situazione assurda.

Non riuscì nemmeno a muovere un muscolo che l'uomo fece qualche passo verso di lui rivelandosi.

Aveva dei cerotti alle dita e l'indice destro deformato,portava un berretto di lana ed era vestito totalmente di nero.

"cazzo" pensò Eric.

Calvin si avvicinò con un ghigno stampato in volto.

-sai dirmi dove sono le posate?- chiese. 

Eric indicò semplicemente un cassetto alla sua destra.

-grazie! sai è da molto tempo che non mangio qualcosa, di decente, ho parecchia fame- ora si era fatto cupo e si avvicinava sempre più pericolosamente ad Eric con una forchetta ed un coltello in mano.

Con uno scatto Calvin ficcò il coltello nella cassa toracica del povero ragazzo che ora si stava accasciando a terra agonizzante.

Si sentì un piccolo tonfo.La tazza con il thè era caduta sul pavimento andando in mille pezzi e il liquido si era sparso sul pavimento.

Calvin non volle ucciderlo subito, si mise ad incidere il petto del ragazzo all'altezza del cuore e quando ebbe finito ne tirò fuori l'organo ancora palpitante.

Soddisfatto lo mise in un sacchetto e lasciò l'ormai defunto ragazzo a terra così come era tra i cocci inzuppato del proprio sangue e del thè ancora bollente.

 

Il suo macabro aggressore gli diede un ultimo sguardo e spense la luce

-Buon appetito-


Nota dell'autrice: Spero che vi sia piaciuto, le critiche sono assolutamente ben accette. Mi scuso per eventuali errori, ma è stata buttata giù senza poterla ricontrollare. Un Grazie a chi recensirà. 
                                      P.N.
   
 
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