Nota dell'autrice: Eccomi qui con un altra fiction spero che vi piaccia mi raccomando commentate.... un bacione vi voglio bene. (Kadyia)
LA PARTE NASCOSTA DI ME
La giornata era finita e il sole
era già tramontato.
Come tutte le notti ero sdraiato
sul mio letto. Il silenzio regnava sovrano nel monastero addormentato. La tenue
luce, di un lampione solitario,
penetrava dagli scuri semiaperti.
Come sempre mi ritornano in mente
crudi ricordi, che mi pugnalavano diritti al cuore.
Lacrime silenziose cominciavano a
rigarmi il volto.
Tra tutte le ombre che vorticavano
intorno a me, ne distinsi una più scura. Essa prese a muoversi venendo verso di
me, ma non ci feci davvero caso. Sprofondai il viso nel cuscino per soffocare i
sempre più frequenti singhiozzi.
Qualcosa o, per meglio dire,
qualcuno, mi sfiorò la guancia, asciugandomi le lacrime. Una voce mi giunse da quella macchia
oscura che mi era dinnanzi:
«Smettila! Non puoi andare avanti
così! Ti farai solo del male, se reprimi così i tuoi
sentimenti.»
Quell’informe chiazza nera
cominciò a trasformarsi. Davanti a me trovai un lupo bianco e
azzurro.
Il silenzio fu un attimo spezzato
da uno strano rumore. Un battito d’ali.
Facendo maggior attenzione, vidi
le due ali che spuntavano dalla schiena della creatura.
«E tu che ne
sai?»
A differenza del suo aspetto, la
sua voce aveva un tono dolce, ma allo stesso tempo freddo.
«Io sono te. La parte più nascosta
del tuo essere. Ricordi?»
«So benissimo chi sei, Wolborg,
non c’e bisogno che me lo ripeti tutte le volte .»
Una folata di vento mi fece
rabbrividire. Strano…Tutte le finestre erano chiuse. Come poteva entrare tutta
quest’aria?
Poco dopo le mie domande ebbero
risposta. Il mio bit si era alzato in volo sbattendo le sue ali di
ghiaccio.
«Allora perché non riesci a capire
che io sono parte di te e so quello che stai passando? Non capisco perché mi
devi sempre trattare da estraneo.»
«Quando ti mostravo, tutti mi
abbandonavano, tutti mi evitavano. E ora ti chiedi anche perché non ti esibisco
in giro?»
Cominciai a piangere più
forte.
«Non puoi continuare a nasconderti
dietro maschere, per poi rifugiarti nel mondo dei sogni. Devi vivere ciò che ti
viene concesso. Non devi continuare a rinchiuderti; farà male solo a
te.»
La mia voce era sommessa da vari
singulti.
«Tu che ne sai, si può sapere? Non
sai cosa mi ha spinto a nascondermi dietro questa bautta e perché mi devo
rifugiare nel mio mondo per continuare a vivere. Tutti non si mostrano mai per
quello che davvero sono. Il mondo è
un susseguirsi di attori che recitano false esistenze per non cadere nel nero
pozzo dell’oblio. Tu non riesci a capire come ci si senta a stare sospesi nel
vuoto con il solo appiglio delle proprie forze. Io non sono forte come credi,
anche se cerco di sembrarlo il più possibile. Alcune volte mi
viene
voglia di mollare l’appiglio a cui sono aggrappato e lasciarmi cadere nel vuoto
senza più la voglia di attaccarmi a qualcos’altro. A volte sembra così strano
sentirsi soli, essendo circondati da una folla; ma se non ti notano, sei
solitario ugualmente. Cerca di capire almeno tu. Tutti giudicano, sempre prima,
di conoscere le persone e se non sei come vogliono non ti prendono neanche in
considerazione. È per questo che mi nascondo dietro la maschera di ghiaccio che
ho creato. Non avrei la forza di contrastare il mondo.»
Due
zampe gelide mi cinsero le spalle cercando, in un qualche modo, di rassicurarmi
e di consolarmi, ma era tutto vano.
«Quello
che dici non è del tutto sbagliato. Però devi provare a guardare avanti senza
più voltarti, finché non sarai in grado di girarti e sorridere dicendo “com’ero
stupido a pensare in quel modo”. Devi capire che non sono tutti come quelli che
hai incontrato. Al mondo esistono tante persone che sapranno farti sentire a
casa. Solo che se continui a chiuderti così tanto in te
stesso…»
Con
una folata di vento aprì il cassetto e fece teletrasportare un fazzoletto sulla
mia mano. Mi asciugai le lacrime e
poi il lupo riprese il discorso là dove lo aveva
interrotto.
«Vedrai
presto tutto si sistemerà. Non pensare di esserci solo tu, con dei problemi, a
questo mondo. So che stai attraversando il periodo più difficile dell’essere
umano, l’adolescenza, e ti trovi in un posto che non facilita le cose, ma non
devi farti abbattere. Il sole sorge sempre; anche per te sarà così. Non avrai
più paura a mostrarti in pubblico; quelli che per te erano difetti enormi
passeranno in secondo piano e tutto sembrerà più bello. Un giorno, quando ti
fermerai a riflettere, mi guarderai
con occhi diversi. Non avrai più bisogno di parlarmi o di nascondermi. Avrai
qualcuno che ti vorrà bene e ti apprezzerà per quello che sei. Ora basta
piangere l’alba è ormai giunta. Domani quando varcherai quella soglia guarderai
il mondo con occhi diversi e capirai che stavi
sbagliando.»
Mi
asciugai le lacrime che ancora mi rigavano le gote; poi, con un filo di voce,
che era così fievole che non sapevo se stavo parlando oppure pensando,
dissi:
«Hai
ragione non avrei dovuto abbattermi così. Forse se, le volte precedenti,mi
avessi detto subito queste cose, al posto di cercare di consolarmi, avrei capito
prima. Comunque grazie di tutto amico mio, perché lo sei
vero?»
«Certo!
Non pensare che io sia solo una parte riflessa di te!»
Scoppiammo
in una fragorosa risata.
Un’ultima
solitaria lacrima, mi percorse il volto; che era tutto ciò che restava delle mie
paure.
Ormai
era giunta l’ora di andare agli allenamenti giornalieri.
Non
uscii dalla mia stanza con la mia solita repulsione per tutto; no, mi guardai in
torno e scoprii che tutto quello che mi era sembrato orribile era in realtà
un’illusione. Tutti quei mostri che mi guardavano con aria minacciosa si erano
trasformati in normali esseri umani che cercavano solo di
sopravvivere.
Camminavo
per i corridoi con una disinvoltura che non avevo mai provato. Guardai la mia
ombra.
Wolborg
era li, che mi sorrideva, e in un soffio di vento la sua voce mi
disse:
«Allora,
come ti sembra il tuo nuovo mondo? È uguale o migliore di quello che sognavi?
Avrai ancora vergogna di me?»
Nella
mia mente stavo rispondendo a quelle domande; tanto sapevo che mi avrebbe
sentito.
Sì,
tutto quello che avevo sognato si è avverato. Tutto ciò che mi circonda era come lo volevo, o quasi, a parte che non ero
libero come volevo, ma tutto questo è in secondo piano; naturalmente sotto un
certo punto di vista.
Se
voi siete come me, ricordatevi di non chiudervi, ma di guardare avanti senza
lasciarvi intimidire da niente.
Sì,
qualche volta fa bene rifugiarsi nel mondo dei sogni, ma non lasciarsi dominare
da esso.
Il
mondo non è, spesso, come lo pensiamo.
E
ora, grazie a Wolborg, l’ho capito anch’io.