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Autore: Ilovewrite    23/08/2012    3 recensioni
Sesta classificata al contest: Possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte.
Titolo: Prendi la tua fede e riponila su chi più ami
Nick Autore: Ilovewrite
Distretto: Once Upon a Time
Personaggi e Pairing : Jefferson, Belle, Grace/Paige (Cenni di Belle/Jefferson)
Genere: Sentimentale
Raiting: Verde
Introduzione: E se l’unico premio che gli spettava era la vendetta, doveva fare a modo suo.Lui stesso si sarebbe occupato di Regina, e lo avrebbe fatto nella maniera più crudele.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Belle, Jefferson/Cappellaio Matto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jefferson conosceva molto ben l’ospedale, e non fu per nulla di difficile per lui trovare una via d’uscita che non fosse quella principale o la porta d’emergenza

Sesta classificata al contest: Possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte.

Titolo:  Prendi la tua fede e riponila su chi più ami
Nick Autore: Ilovewrite 
Distretto: Once Upon a Time
Personaggi e Pairing : Jefferson, Belle, Grace/Paige  (Cenni di Belle/Jefferson)
Genere: Sentimentale
Raiting: Verde 
Introduzione:  E se l’unico premio che gli spettava era la vendetta, doveva  fare a modo suo.Lui stesso si sarebbe occupato di Regina, e lo avrebbe fatto nella maniera più crudele.

Ps: La mia Storia non è lunghissima, non spaventatevi se il cursore non smette mai di scendere xD

Prendi la tua fede e riponila su chi più ami.

 

Jefferson conosceva molto bene l’ospedale, e non fu per nulla difficile per lui trovare una via d’uscita che non fosse quella principale o la porta d’emergenza. La ragazza lo seguiva curiosa, confusa,  spaventata, ma non proferiva parola.

Jefferson si guardò attorno una volta riusciti ad evadere. Erano ancora le sette del mattino e le strade erano poco trafficate. Nessuno avrebbe fatto caso a quella ragazza e ai suoi stracci. Nessuno le avrebbe impedito di raggiungere Gold e quindi di aiutarlo nella sua vendetta contro Regina e i suoi imbrogli.

«Non ti sarà difficile» iniziò a spiegare Jefferson «Devi solamente percorrere la via alla nostra destra per pochi chilometri e troverai il negozio dei pegni».

La ragazza lo guardava con gli occhi socchiusi. La poverina era stata così tanto tempo chiusa fra quelle quattro mura da non essere abituata alla luce, nemmeno a quella più fioca.

«E’ lì che troverò il signor Gold? » domandò confusa.

«Esatto».

«E devo dirgli che Regina mi ha tenuto rinchiusa» ripeté la ragazza.

Jefferson annuì «Né più, né meno».

«Va be..va be..bene» balbettò lei tremando per il freddo.

«Affrettati» la spronò Jefferson dandole una leggera pacca sull’avambraccio, con l’intenzione di essere gentile «Prima lo troverai, prima sarai al sicuro».

 E prima potrai aiutarmi” pensò con una punta di egoismo.

La ragazza iniziò a fare qualche passo, poi si voltò di nuovo verso Jefferson.

«Grazie» mormorò abbozzando un sorriso.

Jefferson non ricambiò, perché da troppo tempo aveva disimparato a sorridere. Guardò allora allontanarsi l’ultima donna su cui aveva riposto fiducia, pregando di non aver compiuto l’ennesimo errore.

Una parte di lui si ritrovò a riflettere sulla prontezza con cui la ragazza si era dichiarata disponibile ad aiutarlo, e ad apprezzare la sua bellezza, i suoi capelli mogano, gli occhi chiari, un po’ spenti, ma comunque belli.

Qualcuno dentro di lui ringhiò feroce a quei pensieri e sostituì all’immagine della ragazza che lo ringraziava il volto di una donna che non c’era più e quello di sua figlia Grace.

Era stato così facile disperato com’era credere a Regina, perché si aggrappava ad ogni falsa speranza di poter riavere indietro la sua unica ragione di vita.
Era stanco di passare le giornate a seguirla quando andava a scuola o a giocare al parco giochi, e di dover restare con le mani in mano ogni volta che inciampava o la vedeva triste. Quello che però non poteva sopportare era spiarla quando a fine cena si alzava per salutare i suoi genitori e prima di andare a dormire dava un grosso bacio sulla guancia all’uomo che credeva fosse suo padre. Quel piccolo gesto eliminava ogni barlume di raziocinio dalla sua mente, il suo cuore si riempiva di odio e lo portava a desiderare quanto di più orribile per quel povero uomo inconsapevole.

Doveva essere lui ad iniziare le giornate con lei, doveva accompagnarla a scuola, andarla a prendere, aiutarla a fare i compiti, portarla a giocare, prepararle la cena, rimboccarle le coperte, guardarla dormire, abbracciarla se per caso aveva un incubo.

Jefferson si ritrovò di nuovo a piangere e serrare i pugni.

“Maledetta Regina”.

“Maledetti i suoi inganni”.

“Maledetto io che ho ceduto”.

Quello che lei gli aveva fatto, quello che gli aveva portato via..era troppo. E se l’unico premio che gli spettava era la vendetta, doveva  fare a modo suo.

Non poteva aspettare che la ragazza arrivasse da Tremotino, non poteva contare su di lui, non poteva riporre la sua fede in lui. Aveva già fatto un patto col male, ed era stato fregato.

Oscuri e malsani pensieri si annidarono nella sua mente

Lui stesso si sarebbe occupato di Regina, e lo avrebbe fatto nella maniera più crudele.

Se il bambino era la cosa che più amava, lui glielo avrebbe portato via.  Le avrebbe inflitto un dolore tale da farle desiderare la morte, una morte che non sarebbe arrivata mai, perché lui l’avrebbe controllata, rinchiusa nella stessa cella della ragazza poco prima liberata, dimenticata dal mondo con l’unica compagnia del suo dolore. E, cosa più importante, Emma sarebbe andata via e niente avrebbe potuto spezzare la maledizione, e il ricordo del suo bambino avrebbe accompagnato Regina per l’eternità fino a condurla alla follia.

Una parte di lui riteneva quelle idee troppo macabre per fino se pensate su Regina, ma quella priva di ragione stava avendo la meglio mentre camminava per le strade della cittadina, progettando la peggiore delle vendette.

 

 

Cercava di camminare il più velocemente possibile. Se il ragazzino era già morto, avrebbe perso il piacere di vedere soffrire Regina a causa sua, ma se era ancora in una condizione precaria poteva essere lui a dare il colpo di grazia.

Eppure non riusciva a correre. Le sue gambe si stancavano in fretta, il respiro era affannato. Perché non poteva correre?

Già sfinito dopo pochi minuti, si rannicchiò in un angolo su un marciapiede, prendendosi la testa fra le mani.

“No, no, no! Io non sono un assassino! Io rivoglio solo mia figlia non mi importa niente di Regina. Voglio solo Grace! Cosa penserebbe lei di me?”.

“Ma lei merita tutto questo!”.

“No! Non puoi!”.

“Sono io che comando. Tu non esisti più. Sei come tutti gli altri: hai perso qualcuno, hai perso te stesso. Qui ci sono solo io”.

Si alzò di scatto, quando entrambe le sue voci tacquero e continuò a camminare verso la sua meta.

Nessuno sembrava quella mattina far caso a lui, ai suoi insoliti comportamenti, alle sue strane espressioni.

Quella mattina l’attenzione di tutti era rivolta chissà dove. Più Jefferson camminò, più se ne accorse. Gente che piangeva, altri urlavano, altri abbracciavano disperati le persone più vicine, altri avevano un espressione vacua, assente.

Si respirava un clima diverso quella mattina a Storybrooke. Nessuno sembrava più un burattino di cera. Ognuno, per la prima volta in quei maledetti anni, sembrava qualcuno.

«No.. » mormorò Jefferson confuso ed incredulo. Stava davvero succedendo quel che sospettava?

Altri passi, ed ebbe la conferma definitiva.

Biancaneve, la causa dei loro mali, era tra le braccia del suo principe, in una morsa così stretta da non poter distinguere i corpi dell’uno e dell’altro. Piangevano, sorridevano, si baciavano, il tutto senza sciogliere il loro abbraccio.                                                                                                                                                                        “La maledizione..è rotta” pensarono entrambe le voci della sua mente.

 

Jefferson passò una manciata di minuti ad osservare la coppia.

Non c’era disagio tra loro, non sembrava si sentissero come degli estranei, non sembrava che i loro corpi, le loro menti fossero dominate da una lotta interna.

Corse via da lì.

Perché loro non erano impazziti come lui?

Perché il loro unico loro interesse era quello di non sciogliere l’abbraccio?

E Jefferson capì. Non avevano nient’alto in mente che la gioia di essersi ritrovati, e questo bastava a dargli la forza di non tener testa a due vite che volevano impossessarsi di un corpo solo.

Poi, un rumore sordo.

Jefferson guardò per terra e vide che pochi metri dietro alla sua ombra ve ne era un'altra, qualcuno in ginocchio. I capelli erano lunghi, la costituzione esile, e teneva per mano uno strano peluche.
L’uomo iniziò a tremare, e lentamente si voltò.

Il peluche era un malconcio coniglietto bianco con la giacca rossa piena di toppe ed una delle zampe stretta nella mano di sua figlia.

«Papà» boccheggiò Grace.

L’aveva vista felice, triste, arrabbiata, divertita, corrucciata e quant’altro, ma mai aveva avuto quell’espressione così disperata.

Jefferson trovò la forza di correrle incontro e sollevarla sulle sue spalle come aveva fatto l’ultima volta che l’aveva vista, quando lei gli aveva fatto promettere che sarebbe tornato per il loro thé.

La bambina soffocò i gemiti sulla spalla del padre ed anche lui riprese a piangere anche più di prima, più di quanto non avesse fatto in ventotto anni di lontananza.

«Tu.. » disse Grace ansimando «Tu.. » ma non riusciva a parlare.

«Shh, sono qui. Siamo insieme piccola mia» mormorò anche lui con la voce rotta dal pianto «E nessuno potrà separarci».

«Ho bisogno..ho bisogno di te» mormorò la bambina guardandolo coi suoi occhi imploranti.

«Non ti lascerò mai più».

Fu un attimo, lo stesso in cui strinse sua figlia. In quell’attimo, non più lungo di un battito di ciglia, tutte le voci dentro di lui tacquero. C’erano solo lui e sua figlia in quel matto mondo, e nient’altro. E tutto sarebbe andato bene.

 

NdA

 

La storia viene scritta per il contest “Possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte” indetto da Feel Good Inc e Ray08

Ho partecipato al contest insieme a KikiWhiteFly

Quando ho deciso di partecipare ho iniziato a buttare giù una mia solita Snow/James. Col passare dei giorni ho capito che avrei dovuto scrivere qualcosa di diverso, per le mie lettrici, per quelle persone che sempre recensiscono e hanno tantissima fiducia in me. E se davvero sono brava come loro mi credono, devo mettermi alla prova. E ho così deciso di scrivere su un personaggio sul quale non avevo mai fatto nessun accenno, e per quanto mi piacesse, non l’ho mai studiato come tutti gli altri. Ho letto moltissime storie che esploravano i sentimenti di Snow/James, Rumpel/Belle, Regina, Emma, e non ho ancora letto (o forse mi è solo sfuggito, in tal caso fatemelo sapere) nulla su Jefferson. Non so se la caratterizzazione si possa definire accettabile, essendomi concentrata (forse) esageratamente sul contrasto che domina la mente di questo personaggio, questo suo essere da un lato un bravo uomo, un ottimo padre, dall’altro un uomo folle, pieno di rabbia e odio. E per quanto riguarda l’accenno al pairing Belle/Jefferson vi assicuro che non era previsto, ma a volte i miei personaggi si fanno gli affaracci loro, litigano senza che io glielo chieda, fanno face, si prendono delle cotte..ma che modi sono? è_é

Chiedo scusa alle mie lettrici se le deluderò, ma tenevo tantissimo e questo contest e proprio per questo ho deciso di mettermi alla prova.

Ps: Leggete la storia di Kiky  Never let me go

Il giudizio di Ray08 e Feel Good Inc

 

Sesto classificato - DISTRETTO 11: Once upon a time Punti totali 94.2 

Prendi la tua fede e riponila su chi più ami di Ilovewrite 

Sintassi e grammatica: 7,3/10 

Jefferson = manca il punto 
Annuì = // 
Due punti di sospensione anziché tre (x8) 
Manca lo spazio dopo i punti di sospensione (x5) 
Gentile = manca il punto 
Su cui aveva riposto fiducia in cui 
Disperato com’era = va tra due virgole 
Mente = manca il punto 
Per fino perfino 
Mia figlia = manca la virgola 
Più Jefferson camminò, più se ne accorse più Jefferson camminava, più se ne accorgeva 
Un espressione un’espressione 
Loro unico loro = svista 
Thé  
Ansimando = manca il punto 
Pianto= // 

Non è un risultato scoraggiante come potrebbe sembrarti, perché dei ventisette piccoli errori che ho rilevato, ben otto riguardano i punti di sospensione (che sono sempre tre, mai due) e altri cinque sono gli spazi omessi dopo i puntini stessi. E anche in molte altre occasioni si tratta solamente di punti o virgole dimenticati, soprattutto quando passi da un discorso indiretto a uno diretto. C’è poi una forma, disperato com’era, che starebbe meglio se posta tra due virgole. Altre piccole imprecisioni sono:su cui aveva riposto fiducia in cui aveva riposto fiducia; per fino perfino; un espressione un’espressione; loro unico loro che è ovviamente una svista, thé tè. Infine ti appunto la frase Più Jefferson camminò, più se ne accorse: poiché il camminare è un’azione progressiva, penso che più camminava, più se ne accorgeva sarebbe più corretto. 

Stile e lessico: 9,5/10 

Ho trovato un paio di ripetizioni che risultano abbastanza fastidiose. Ti consiglierei di rileggere la shot e, dove possibile, eliminare i vari Jefferson dato che spesso si capisce che il soggetto è lui senza esplicitarlo. Inoltre ti consiglierei di sostituire un po' di parole: solamente nella prima dieci righe ripeti i termini difficile, confusa, ragazza: usa qualche sinonimo per descrive al meglio gli stati d'animo di Belle ;) 

L’unico vero problema del tuo stile sta nelle ripetizioni superflue. Ad esempio, già solo nella parte iniziale il termine ragazza riferito a Belle ricorre davvero molto spesso, il che appesantisce un po’ la lettura; la forma giocare al parco giochi è analogamente fastidiosa. Più in generale ciò ricorre anche nel tuo utilizzo dei nomi propri – non è così necessario scrivere tante volte il nome di Jefferson, poiché il protagonista quasi assoluto dell’intera scena è lui e noi lettori sappiamo bene che non puoi star parlando di nessun altro. Al di là di questo, trovo il tuo modo di presentare la vicenda a dir poco ottimo; attraverso un buon lessico e una buona narrazione hai saputo trasmettere tanto la solitudine di Jefferson quanto la sua rabbia, tanto il suo bisogno di vendetta quanto la sua consapevolezza di non essere un assassino. Ti assicuro che tutto il disagio della sua ‘spaccatura’ traspare perfettamente. 

Caratterizzazione dei personaggi: 9.8/10 

Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai caratterizzato Jefferson: lui è diviso terribilmente sul cosa fare e questo rispecchia fedelmente la sua caratterizzazione nel telefilm! Mi è piaciuta quella punta di egoismo che fai emergere dai suoi pensieri mentre dialoga con Belle. Sono riuscita a figurarmi davanti gli occhi Stan che si piegava su se stesso, portandosi le mani alla testa a causa delle due voci contrastanti. Bellissimo anche il fatto che lui è pronto a tutto – anche ad uccidere Henry nel caso non sia già morto – solo per ottenere la vendetta verso la donna che ha, a tutti gli effetti, rovinato la sua vita. Non mi ha convinto pienamente quel “Jefferson si ritrovò di nuovo a piangere”, ma credo che sia solo una mia stupida opinione personale. Belle fa una piccolissima apparizione all'inizio e in realtà mi è dispiaciuto molto: avrei preferito che approfondissi un po' di più il personaggio! 

Nelle note ti scusi di esserti soffermata tanto sul contrasto interno di Jefferson, temendo di non avere così rispecchiato la sua caratterizzazione. Nulla di più sbagliato! Jefferson è contrasto, e non avresti potuto renderlo più IC di così. Ho amato particolarmente il suo fermarsi, il suo prendersi la testa tra le mani e il dialogo interiore che ne è seguito – ci hai giustamente ricordato che il Cappellaio Matto è matto perché si ricorda chi è, e non sopporta l’eventualità di poter essere una persona diversa. Anche l’iniziale decisione di fare del male a Henry per far soffrire Regina è tutt’altro che OOC, perché, ricordiamocelo, è proprio vero che Jefferson farebbe di tutto per riavere la sua Grace. Non ce l’ha forse dimostrato alleandosi con la stessa persona che l’ha scaraventato in questo mondo? Molto fedeli anche Belle, gentile persino nella confusione, e Grace; infine Biancaneve e il suo Principe – resi nell’incommensurabile gioia di essersi ritrovati – sono un perfetto tocco da maestro. 

Originalità: 10/10 

La tua storia merita sicuramente il punteggio pieno per quanto riguarda l'originalità! Jefferson è uno dei personaggi più interessanti di Once Upon a time ed è sempre una bellezza leggere qualcosa su di lui. Mi è piaciuto quell'accenno a Belle, anche se come detto prima avrei preferito che tu lo approfondissi, e mi è piaciuta molto l'ambientazione scelta. E' vero: la tua storia è un missing moment e in realtà non va ad aggiungere nulla al telefilm, però ho decisamente adorato il fatto che Jefferson sia diviso, e in qualche modo incompleto, fino all'arrivo di Grace, e che il suo abbraccio riesca a far tacere tutte le voci nella sua testa. 

Magari, leggendo questa storia, qualcuno potrebbe avere l’impressione che in fondo tu abbia ‘solo’ descritto il finale di stagione dal punto di vista di un personaggio secondario – senza rendersi conto di quante cose e di quanto canon tu abbia trasposto in questo tuo (apparentemente semplice) ripercorrere e arricchire l’ultimo episodio. Il fatto che Jefferson sia ‘matto’ perché nella sua mente convivono due diverse entità è una cosa che, al momento in cui la maledizione si spezza, inizia a riguardare tutti i finora inconsapevoli abitanti di Storybrooke: troppo spesso ci si dimentica di questo significante particolare. Con questa storia tu ce l’hai riportato alla memoria, ed è incantevole il modo in cui hai fatto sì che alla fine Jeffersonsalvasse’ Grace dalla sua personale confusione interna. La tua shot è tutt’altro che banale, perché va a scavare in posti visibili a tutti, ma nei quali nessuno si avventura mai. Bravissima. 

Gradimento personale (di ciascuna giudice): 4/4 + 5/5 

Sicuramente questa è una bella storia. Mi è piaciuto il modo in cui hai focalizzato l'attenzione del lettore sulla divisione di Jefferson e come ho detto prima ho adorato il fatto che sia Grace a farlo rinsavire! Mi è piaciuto il leggero accenno a Mary Margaret e David – ovviamente tu trovi sempre il modo di metterli insieme. Tuttavia non mi sento di darti il punteggio pieno perché sono sicura che avresti potuto fare un po' di più! Nel complesso però, davvero un buon lavoro!! 

Mentirei se dicessi qualcosa di diverso. Per quanto inizialmente mi fossi preparata a una storia introspettiva, e dunque relativamente semplice e poco originale, alla fine mi sono ricreduta. Per tutte le ragioni che ho spiegato altrove posso dire anzi che questa storia è una delle più complete tra tutte quelle che ho finora letto nel fandom. Hai dato la giusta importanza non solo al difficilissimo personaggio che hai scelto come protagonista, ma anche a quei tanti minuscoli dettagli di contorno caratteristici di un episodio che, alla fin fine, riguarda proprio tutti. E l’accenno Jefferson/Belle non è affatto sgradito! 

Bonus storia inedita: 1/1 

per un totale di 46.6/51 punti 

  
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