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Autore: lia    07/03/2007    3 recensioni
Una breve storia nonsense che è bazzicata quasi per caso nella mia mente.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camera 18. Corridoio B. Piano 2.
Ringrazio fin d'ora tutti coloro che saranno così gentili da lasciare una recensione.
Lia


Vedo tutto. Vi conosco ad uno per uno. Leggo i vostri pensieri attraverso ogni gesto, ogni sguardo. Li conosco. Li registro nella mia mente. Li potrei ripetere a memoria, come una poesia. Ricordo ogni vostra notte insonne. Ogni sguardo impaziente che corre all’orologio per far fretta ai minuti. Vedo inquietudine nei vostri occhi, leggo paura. E subito distogliete lo sguardo. Ma io non chiudo gli occhi. Conosco ogni rumore, ogni scricchiolio, ogni fessura. Non ho bisogno di distogliere lo sguardo. E voi tornerete a guardare. Lancerete parole fitte come una raffica di frecce, ma nessuna andrà a segno. E io continuo a guardare. Penserete al grande mondo e alle sfide superate. Occasioni mancate sono la vostra gloria. Ogni giorno credete di affrontare il grande mondo, ma invece cercate solo di evitarlo. Gente muore per le strade e il vostro passo si fa più veloce. Correte verso un luogo, solo per cercarne un altro. Non potete fermarvi, dovete correre, correte. Dietro e intorno a voi solo vuoto. Non lo volete vedere. Ma io lo vedo. E voi vedete il suo riflesso nei miei occhi e ne avete paura.

Camera 18. Corridoio B. Piano 2.

Un uomo davanti alla porta socchiusa.
_Scusi, questo è il piano due?
_Si.
_Mi sa dire dove posso trovare il corridoio B?
Un uomo seduto su una vecchia sedia di legno e ferro, con una giacca bluastra a far da divisa, davanti alla porta socchiusa.
_È il suo primo giorno?
_Si.
_L’accompagno io, mi segua.
La porta si apre, qualche passo dopo un altro uomo dalla stessa divisa, sguardo triste, parlotta col primo e va a far la guardia alla porta.
Lettere sbiadite, numeri spigolosi vicino alle porte.
Camera 18.
L’uomo in divisa borbotta qualcosa e bussa alla porta, poi torna indietro e a lunghi passi ripercorre il corridoio, nemmeno si volta per vedere chi apre.
Solo, davanti a una porta chiusa. Sei, sette secondi. Posa la mano sulla maniglia, apre.
Un uomo, ha una divisa bianca, guarda altrove, non vuol vedere.
_Camera diciotto?
L’uomo dalla divisa bianca lo vede, ed è come se avesse aperto una finestra sul mondo. Muto gli passa accanto per raggiungere la porta e velocemente se ne va.
Nella stanza, solo, perché è lì? No, non è solo. C’è qualcuno in fondo alla stanza. Non si muove, non parla, non fiata, fissa. E in quei occhi dalla muta espressione c’è il vuoto.



  
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