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Autore: helly    24/08/2012    5 recensioni
Poi iniziò a piovere, e pian piano le gocce divennero grandine...
Ma non le importava che dopo la grandine tornava la pioggia, se c'erano quegli occhi a scaldarle il cuore. In quegli occhi, lei, ci credeva ancora.
Questa storia partecipa al contest di Soly Dea 'Di guerrieri, ninja & pirati'
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*sospira* Shalve, è da un po'che non ci si vede, eh! xD
Uhm, vediamo...cosa vi racconto? Allora, sono in montagna, a godermi il fresco! Peccato che tra una settimana sia già tutto finito, e si ritorna a casetta! Non che mi dispiaccia, ma...boh, qui è tutta un'altra cosa!
In questi giorni, mi sono messa lì che volevo scrivere qualcosa di carino ed intelligente, ma con i miei amici che continuavano a parlare di cose pOrn ogni sera, era impossibile concentrarsi, ma quando meno me lo aspettavo, quando proprio non credevo più che fosse possibile...beh...eccola che è arrivata lei, l'ispirazione *la sbaciucchia*...quindi è nata 'Hailstorm'...con cui partecipo al contest di Soly Dea! Beh, non potevo mancare, NONONO, un contest con le citazioni dei miei adorati Cold ahhhhhhhw **...spero solo di essere stata in grado di gestirla abbastanza bene, senza screditare la meravigliosa 'Paradise'.
Adesso, se vi va, vi racconto un po di Hailstorm! Ho voluto descrivere un po' il passato di 17 e 18, naturalmente l'ho fatto in maniera poco approfondita, mi sono concentrata di più nel descrivere gli avvenimenti cruciali che hanno segnato la loro infanzia, ed anche se sono un po' tristi, lo ammetto, non potevo tralasciarli.
Qui vediamo una 18 spensierata, piena di voglia di vivere, che poi a causa degli eventi si trasforma nella 18 che tutti noi conosciamo. Rivediamo le scene attraverso un sogno di 17, anche se secondo me lui lo definirebbe più come un incubo! LOL  So che quell'uomo verrà a picchiarmi, prima o poi! xD ma io lo aspetto a braccia apertissima SìSìSìSìSìSìSì...vieni 17! xD
Ahw, volevo dirvi un'ultima cosa... ** presto, molto presto, spero di poter iniziare una nuova raccolta 17x18, posso farcela, promesso! xD 
Bene, adesso me ne vado via...bye bye blackbirds (?) non so cosa c'entra ma...va bene! xD




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Autore (su EFP e sul forum): helly
Fandom: Dragon Ball

Titolo: Hailstorm.
Personaggi/pairing: C17, C18.
Citazione scelta: “When she was just a girl, she expected the world”.
Prompt scelto: Occhi.
Genere: Malinconico, Triste.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Missing Moment.
Introduzione:
Poi iniziò a piovere, e pian piano le gocce divennero grandine...
Ma non le importava che dopo la grandine tornava la pioggia, se c'erano quegli occhi a scaldarle il cuore. In quegli occhi, lei, ci credeva ancora.





 

 

 

 

Hailstorm.

 

Grandinava sul terreno, nella sua mente, e nei loro cuori.”

 

 

 

 

Era lì che l'aspettava, con un maglione rosso di tre taglie più grandi che si fermava sulle ginocchia e i calzini bianchi con l'elastico fatto di merletto. Sentiva l'odore dei cornetti appena sfornati, e le chiacchiere delle persone che si fermavano al bar per prendere un caffè.
Finalmente la porta si aprì e dalla soglia apparve un'uomo. La bimba gli corse incontro e si strinse alla sua gamba socchiudendo gli occhi.
«Papà, papà!» l'uomo le accarezzò i capelli, scompigliandoglieli appena, e poggiò poi sul tavolo una busta di carta bianca «Ecco i cornetti! Hai svegliato tuo fratello?» lei lo guardò a lungo, inarcando un sopracciglio «Posso averlo lo stesso il cornetto, se lo sveglio adesso?» sorrise, e lui non sapeva dire di no a quegli occhi azzurri e quel sorrisetto di chi ha già capito com'è che va il mondo.
Saltellando, la piccola corse nella stanza che condivideva con il suo fratellino. Una volta sul letto, s'inginocchiò di fianco a lui, mentre con la mano gli scuoteva la spalla «Sveglia, sveglia, ci sono i cornetti stamattina!» altri due occhi azzurro cielo si aprirono lentamente.
Neanche il tempo di sgranchirsi la schiena, che fu tirato giù dal letto, e in men che non si dica, erano tutti e tre riuniti al tavolo del soggiorno per fare colazione. «Io lo voglio con la cioccolata!» sghignazzò la piccola, «Lo volevo io, al cioccolato!» controbatté lui, ma infondo era abituato a dargliela vinta.
La biondina morse affannosamente il cornetto, macchiandosi le guance di zucchero a velo, e la punta del naso con la nutella che fuoriusciva un po' da tutte le parti «Mmmmh...che buono, secondo me è proprio così che iniziano le giornate della mamma, in paradiso!».
La loro madre, se n'era andata circa un anno prima, quando loro avevano appena cinque anni. Era malata da sempre, ma la sua forza d'animo l'aveva aiutata a trascorrere gli ultimi mesi della sua vita con il sorriso sulle labbra. Non si era mai mostrata debole dinanzi ai suoi figli, e nel poco tempo che aveva avuto per stare con loro, si era impegnata a raccontargli la vita, così per come andava vissuta, così per come andava presa. Si era impegnata a far apparire la sua malattia come un gioco, un gioco bellissimo, e aveva detto che quando un giorno non ci sarebbe stata più era perché aveva vinto. Si era anche premurata di raccomandarsi con il suo maschietto preferito, dicendogli di prendersi cura della sua sorellina, di non abbandonarla mai, di essere un po' il suo angelo custode.
E così fu.

 

 

«Ce la farà, ce la farà...papà è forte!»
Con gli occhi inondati di lacrime, le guance rosse e la voce affannata, correva per i corridoi dell'ospedale, trascinando dietro di sé suo fratello. Lui aveva le mani che gli tremavano, o per meglio dire, tremava tutto.
Sulla panchina fredda del pronto soccorso, erano soli.
«Andrà tutto bene, sta tranquilla!» cercava di rassicurarla, ma non sapeva neanche lui come. Non se l'aspettava, era stato colto alla sprovvista. Sua madre non gli aveva detto che un giorno anche il loro papà avrebbe rischiato di andarsene a causa di un'incidente stradale.
«Ehi bimbi, non c'è nessuno con voi?» la voce tremante dell'infermiera dai capelli rossi, gli fece mancare il respiro. «Mi dica del mio papà, la prego, la prego, mi dica di lui!» la bambina la fissava con gli occhi arrossati dalle lacrime. Lei le appoggiò una mano sulla spalla, facendo segno con l'altra al fratello di avvicinarsi. «Mi dispiace!» scosse la testa.
E poi, il buio...
Da quel giorno la loro vita era cambiata. Per evitare di finire in un orfanotrofio, erano scappati via. L'assistente sociale voleva separarli, e loro non ne avevano la minima intenzione.
«Staremo sempre insieme, sta tranquilla!» sussurrò lui.
«Ti prego, non abbandonarmi, non farlo anche tu! Se la mamma e il papà hanno vinto un premio, tu non partecipare a nessun gioco, ti prego, ti prego, resta con me!» le parole di sua sorella, in preda alla disperazione più totale, risuonavano nella sua mente. Non sapeva cosa fare, come comportarsi. L'unica cosa certa era che adesso erano sotto un ponte, ad attendere l'alba.
La mattina successiva, lei era già sveglia, ma aveva l'aria triste.
«Non ci troveranno, vero?» sibilò, mentre per l'ennesima volta lo svegliava.
«Non ci troveranno mai!» la rassicurò lui.
«Sai...» lo fissò, specchiandosi nei suoi occhi cerulei. «Non era così il mondo che sognavo! Adesso voglio andare anch'io in paradiso, con la mamma, il papà, e con te!» lui provò a sorriderle, nonostante un fiotto di calore gli stava pervadendo il corpo «Ti prometto che avrai il tuo paradiso!» a quel punto anche lei sorrise «Dici davvero?» adesso saltellava «Sì, però saremo solo io e te!» a quelle parole, assunse un'espressione interrogativa, poi gli schioccò un leggero bacio sulla guancia «Va bene! Per me va bene se siamo solo io e te, basta che la notte mi stringi forte, perché ho freddo, e la mattina devi portarmi i cornetti! Intesi?» a quel punto rise, anzi, risero insieme. Poi i loro occhi s'incrociarono. Il suo sguardo trasmetteva sicurezza, anche se aveva il cuore in tempesta. Lei ci credeva in quegli occhi che erano pronti a metter da parte tutto, sorridendo solo per lei.

 

 

 

17 si agitava nel sonno. Non riusciva a dormire. Troppi pensieri, troppe ansie, troppi ricordi.
«Diciotto!» urlò, alzandosi di scatto con gli occhi sgranati. Poi portò lo sguardo al suo fianco, e la vide dormire, così si rassicurò. Le accarezzò i capelli e si sistemò nuovamente di fianco a lei.
Non ricordava più nulla della loro infanzia, ma quei sogni strani che continuavano a disturbare il suo sonno, erano molto reali. Adesso era turbato. E se tutto quello fosse stato vero? Poteva ritenersi inutile, uno stupido. Se fosse stato vero che sua madre gli aveva chiesto di proteggere sua sorella, lui, non ci era riuscito, anzi, l'aveva fatta finire nelle mani di quel mostro di Gelo, restando inerme.
Adesso 18 non era più la bambina spensierata dei suoi sogni. Adesso era una donna, una donna fredda, piena di sogni spezzati e di malinconia, e tutto ciò era anche un po' a causa sua, pensò.
Quando si svegliò, lo trovò già in piedi, accanto al ruscello.
«Sei già sveglio, Diciassette?» quella poteva definirsi una delle rare volte in cui si era svegliato prima di lei, e questo non era un buon segno.
«Pensavo...» sussurrò con un fil di voce, che quasi veniva ricoperta dallo scroscio dell'acqua. Lei gli si sistemò di fianco, ed iniziò a fissarlo. I suoi occhi gli avevano sempre trasmesso tranquillità, sicurezza. Amava guardarlo, si sentiva sempre un po' più a casa, quando lo faceva.
«Tu credi nel paradiso, Diciotto?» sentì un nodo in gola, e poi al cuore «Il paradiso? Diciassette cosa c'entra?» il suo sguardo divenne interrogativo «Volevo solo sapere cosa ne pensavi!» scrollò le spalle, e lei deglutì «Il paradiso, Diciassette...non esiste!» farfugliò.
Poi iniziò a piovere, e pian piano le gocce divennero grandine...
Ma non le importava che dopo la grandine tornava la pioggia, se c'erano quegli occhi a scaldarle il cuore. In quegli occhi, lei, ci credeva ancora.
'Il paradiso esiste Diciotto, te lo dimostrerò. Avrai il tuo paradiso, in ritardo, ma lo avrai!' pensò, mentre l'acqua lo bagnava.












helly
 

   
 
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