Piccoli dettagli.
Poche
piccole cose determinavano il buon inizio di un suo normale
lunedì.
Ed
erano tutte riconducibili ad una stessa maledetta persona.
Appena
si svegliava lo raggiungeva un fragrante odore di caffè e
pane
-croissant, Arthùr, sono croissant!-
La
sua fonte? La rana che armeggiava allegramente in cucina.
Subito
dopo, quando ancora mezzo addormentato teneva gli occhi semi-chiusi,
arrivava un dolorino languido al basso ventre.
Contro
chi doveva bestemmiare o chi doveva benedire per tutto ciò?
La rana,
che la notte prima gli era saltata nel letto.
Poi,
quando stufo di tutti quei brutti scherzi si tirava su di scatto con
l'idea di scacciare quel francese da casa sua e dalla sua vita, gli
pareva sempre che camera sua fosse stata attaccata da non so che
entità paranormale a cui piaceva molto fare dell'ironia.
O
dalla rana...
Così
trovava i suoi boxer appesi allo specchio a mo' di bandierina, i
vestiti gettati un po' dappertutto e dal comodino la sua carissima
regina che sembrava sempre guardarlo con aria di rimprovero -e
forse non aveva tutti i torti.
Così
dopo aver girato la foto di Elisabetta verso la finestra, in un
assurdo moto di vergogna, si rivestiva velocemente per poi scendere
silenziosamente le scale.
Di
lì a poco sarebbero giunti i momenti migliori e, senza
volerlo, già
gli pregustava.
Scendeva
silenzioso, apriva la porta di casa, raccoglieva il Times lasciato
sullo zerbino e rimaneva a guardare con aria rapita quello che solo
lui aveva il privilegio di vedere: Francis Bonnefoy, perfettamente
agghindato con un grembiulone rosa con su scritto “Embasse le
chef”, i capelli impeccabilmente raccolti in una bassa coda
e...
E
un piccolo fastidiosissimo brufolo che ogni giorno si premuniva di
coprire con il correttore, nascondendolo a tutti, persino ai suoi
migliori amici.
A
tutti meno che a lui.
La
Francia, il paese dell' amour, aveva un piccolo foruncolo da stress e
a chi lo comunicava silenziosamente quasi tutti i giorni?
Al
suo peggior nemico.
Avrebbe
potuto rovinare per sempre la sua reputazione, sarebbe bastato dare
la notizia a quel chiacchierone di Feliciano, ma non lo aveva ancora
fatto.
Perchè?
I suoi pensieri solitamente si fermavano lì perchè Francis gli faceva notare, lanciandogli improperi e puntando minaccioso un mestolo contro di lui, che non era molto gentile da parte sua rimanere a fissare come un deficiente il suo unico difetto.
Allora
si scrollava subito dal suo atipico momento di romanticismo e
iniziavano a beccarsi allegramente in quella particolare dimostrazione
d'affetto che utilizzavano da quando erano piccoli -da sempre, in
pratica.
Quasi
sempre finivano con lanciarsi il cibo come due bambini.
E
poi, grondanti di sudore e un po' stravolti, arrivavano in ritardo ad
ogni meeting.
In
ritardo, con la cravatta mezza slacciata ma con il sorriso sulle
labbra.
Gli
veniva voglia di sbattere la testa contro il muro ogni volta che ci
pensava, anni prima sarebbe stato di malumore tutto il giorno solo
ricordandosi che era lunedì, perchè ora no?
Maledetto, maledettissimo amore.
Buondì!
Storiella
da niente prima di lasciarvi per andare in vacanza...
Non
so se essere soddisfatta o no del risultato, si passa dal tema
piccoli dettagli a non so neanch'io cosa, però i personaggi
non mi
sembrano ooc e ogni tanto le cose più semplici sono le
migliori, ne?
Speriamo che sia perlomeno presentabile, via!:)
Bacioni,
Akai
PS.
Il ripetere rana all'inizio è voluto, mi sembra che ci stia
bene di
enfatizzare le cose :P