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Autore: Faith hope and charity    25/08/2012    0 recensioni
Salve a tutti, sono Betta e questa è la prima storia che scrivo e pubblico :) Ha come protagonisti Nina Dobrev e Ian Somerhalder, visto che sono una grandissima fan di
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Correvo a tutta velocità tra le erbaccie che mi arrivavano fino alla vita. Cercavo di liberarmene ma non ci riuscivo. Inciampai tre o quattro volte, rifilandoci anche un bel taglio sul ginocchio, ma il dolore era niente in confronto a quello che subivo ogni giorno da più di un anno. Eccomi finalmente nel mio piccolo angolo di paradiso, dove venivo a rifugiarmi anche da bambina, quando i miei non volevano comprarmi un giocattolino nuovo. Vorrei che fosse ancora per questo, ma è solo un'illusione. Non riuscivo a capire perchè stavo ancora con lui, se tutto quello che ottenevo erano insulti e labbri gonfi. Avevo conosciuto Richard una mattina d'estate, al supermercato; mi fece passare davanti in cassa perchè lui aveva dimenticato di comprare le caramelle preferite della madre. Per ringraziarlo, lo invitai a prendere un caffè, e fu da allora che iniziammo a frequentarci e dopo un paio di mesi ci fidanzammo. Fu un inizio come tanti, risate, uscite a cena, karaoke e incontri in famiglia. Ma avevo progettato tutto troppo in fretta, non lo conoscevo per niente bene. Potevo mai aspettarmi che un ragazzo che va a fare spesa per la madre in realtà fosse un mostro? Nessuno se lo sarebbe aspettato, e neanche io. La prima volta che successe fu una sera d'inverno, gelida, come ogni sera qui ad Atalanta. Ero uscita fuori con le ragazze del cast, Candice mi aveva obbligata e io non so dirle di no! In realtà mi andava di uscire fuori, di svagarmi; la vita tra casa e set mi aveva stancata. Fu una serata tranquilla, peccato che a fine serata a Kat venne la brillante idea di fare un giro in discoteca: voleva vedere se riusciva a trovare Steven, di cui era follemente, ma segretamente, innamorata. Non l'avesse mai fatto! Mi ritirai alle 4 del mattino, per me fu una cosa normale visto che lo facevo quasi sempre prima di andare a convivere con Richard. Feci attenzione a non far rumore aprendo la porta, ma inaspettatamente lui era seduto sulla nostra poltrona di pelle nera, sveglio. Pensavo si fosse alzato per prendere un bicchiere d'acqua, ma ben presto capii che non si era mai addormentato. La cosa che però mi sconvolse di più fu che sul tavolino, vicino quella poltrona, c'era una bottiglia vuota di Bourbon che noi eravamo soliti comprare solo per gli ospiti. Non feci nemmeno in tempo a posare il cappotto che mi si avvicinò nervosamente. Pensavo volesse abbracciarmi affettuosamente come quando tornavo dal set , ma sulle mie labbra non riuscì ad affiorare neanche un sorriso che sentii un dolore atroce alla guancia. Mi aveva colpita. Riuscii a razionalizzare solo pochi secondi dopo , quando lui mi scaraventò a terra e disse: " Questa sarà la prima e l'ultima volta che farai così tardi " ; fu l'unica cosa che udii prima di perdere i sensi. A distogliermi da quei brutti pensieri fu la vibrazione del mio cellulare. Cercai di riprendere il controllo della mia voce, per renderla più normale possibile. Presi il cellulare dal taschino della mia giacca di jeans e risposi: "Pronto?". Una voce femminile, ma familiare come quella di mia madre rispose dall'altro lato. Era Julie, la produttrice del telefilm che mi aveva regalato il successo cercato fin da quando ero bambina. "Ciao Nina, ti volevo solo avvisare che domani ci sono parecchie tue scene da girare, ricordati che sono gli ultimi episodi della serie e quindi devi dare il meglio di te". Cercai di trovare le parole giuste, e l'ennesima scusa per saltare di un paio di giorni le riprese, " Scusa Julie, mi dispiace davvero molto, ma ho preso di nuovo l'influenza, non potrò girare domani e dopodomani. Scusami". Sapevo molto bene che la mia carriera era a rischio, ma non potevo andare con l'ennesimo labbro gonfio; quante altre volte avrei potuto inventare un'influenza o una caduta dalle scale? Presto o tardi si sarebbero accorti che mentivo. "Nina, non puoi fare così ogni volta. Domani c'è da girare il ballo con Ian, sono arriavati anche i costumi! Il tuo abito è bellissimo, blu elettrico, una favola! William si arrabbierà tantissimo sappilo. Ora devo anche dirglielo. La prossima volta dovrai dirglielo tu! Ora devo andare, sai com'è ci sono delle persone qui che a differenza tua lavorano. Ciao". Rimasi per un pò con il cellulare in mano, in silenzio, sapendo che lei aveva già riagganciato. Sapevo che dovevo parlarne con qualcuno, ma non sapevo con chi. Sapevo anche che dovevo lasciarlo, non poteva continuare a distruggermi la vita e la carriera, non poteva mettermi le mani addosso un'altra volta. Mi alzai da quella maledetta panchina, dove c'era l'ombra della bambina felice che ero. Mi avviai decisa nella direzione di quello che era stato il mio campo di battaglia per un anno, pronta a mettere fine alla mia relazione tormentata con Richard.
  
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