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Autore: andreabrumat    25/08/2012    5 recensioni
Doveva essere una serata tra amici. Blaine, Kurt, Rachel e Santana volevano solamente divertirsi e non si sarebbero mai aspettati di poter passare una tale nottata. (La storia è presa da una mia vecchia role, che non ho continuato)
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Kurt, Blaine, Santana e Rachel avevano voglia di divertisi. Decisero che si sarebbero incontrati la sera del giorno dopo alla discoteca vicino alla casa di Blaine.
Avrebbero dovuto...

 

“Dove sono?” Blaine tentò di aprire gli occhi, ma al minimo movimento sentiva un dolore allucinante. La testa gli stava scoppiando. Decise che se non li avesse aperti, non avrebbe mai capito dove si trovasse, e questo lo preoccupava. Pensò, che la miglior cosa da fare, sarebbe stato di concentrarsi, aprire gli occhi e cercare di alzarsi. L'angolo in cui stava piegato non era molto comodo e la schiena gli cominciava a fare male.
Piano, piano spalancò le palpebre. Dal buio più totale, cominciò a vedere delle luci, ma era tutto sfocato e continuava a non capire niente. Lentamente mise a fuoco la situazione. Capì di trovarsi in un bagno, ma non si ricordava il motivo per il quale fosse lì. “Perché mi trovo qua?” pensò.
L'odore in quello stanzino poco illuminato era veramente forte e decise di alzarsi e di andarsene da lì. Tentò varie volte, ma senza alcun risultato. Una gamba non lo reggeva, allora decise di cercare un appiglio sul quale fare leva. Sì appoggiò sulla prima cosa che trovò. Soltanto dopo un paio di secondi, notò che la mano era finita su qualcosa di umido. Rabbrividì, ma pensò che quella forse sarebbe stata l'unica soluzione per riuscire ad andarsene.
Con molta fatica Blaine riuscì ad alzarsi. Il dolore alla schiena cominciò a diminuire, ma una fitta allo stomaco lo colpì. Strinse i denti e cercò di andare avanti. Quando riuscì a stare in piedi, si guardò in giro per vedere dove si trovasse. L'unica cosa che notò, oltre al water, fu il sudiciume sparso per lo stanzino. Al solo pensiero che poco tempo fa era disteso lì per terra, si sentì male. La miglior cosa da fare sarebbe stata uscire da lì. Allora si avvicinò alla porta e la aprì. Subito la luce lo accecò e si coprì il volto con una mano. Dopo un po' di tempo notò che la luce proveniva da delle lampadine al neon. Non tutte funzionavano e il tutto rendeva il clima ancora più triste e squallido di quando non lo fosse già.
Blaine se ne andò subito da quel luogo. Aprì delle porte e si ritrovò in un autogrill. Blaine stava capendo sempre meno. Cercò la via più veloce per uscire da quel posto e quando vide delle porte, si dirisse verso di esse e le aprì. Quando uscì, si ritrovò in un parcheggio di un autogrill. Era senza macchina. Cercò il taccuino, ma non lo trovò, allora cercò il cellulare, ma non trovò nemmeno quello.
Cominciò a guardarsi: aveva i vestiti sporchi, i suoi pantaloni erano tutti macchiati, la sua camicia era strappata e c'erano anche delle macchie di sangue, puzzava, era senza portafoglio e senza cellulare. Tutto ad un tratto, gli venne in mente che quella sera sarebbe dovuto andare in discoteca con Kurt, Rachel e Santana. Decise che anche se si ritrovasse in condizioni pietose, avrebbe dovuto trovare qualcuno che lo aiutasse e che lo potesse condurre alla discoteca e chiedere aiuto ai suoi amici.
Subito dopo, Blaine vide un ragazzo che stava per entrare in una macchina, una Ford Del Rey. Lo guardò, e quando il ragazzo si accorse che Blaine lo stava osservando, gli chiese: “Ehi! Serve una mano?” lo chiese anche se gli pareva ovvio. Blaine si avvicinò a lui zoppicando e disse: “Sì... grazie. Sto cercando dei miei amici, ma penso che non siano qua. Dovrebbero trovarsi in una discoteca vicino casa mia.”. Il ragazzo sorrise e disse: “Vuoi che ti ci porti?” Blaine accettò. Quando salì in macchina si scusò per com'era messo e il ragazzo cercò di capire e disse: “Ah sì, non ti ho ancora chiesto come ti chiami! Io mi chiamo Adam.” Blaine rispose: “Piacere, Blaine.” tutto ad un tratto lo colpì una fitta alla schiena e si lascio sfuggire un leggero urlo di dolore. Adam si preoccupò: “Tutto bene? Cosa ti è successo?”.
Blaine avrebbe voluto rispondere a questa domanda, ma non aveva ancora nessuna risposta da dare.  

  
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