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Autore: Tomi Dark angel    26/08/2012    3 recensioni
Sherlock ha sempre fatto affidamento sull'istinto e la ragione, ma quando i suoi occhi incontrano qualcosa di così irreale da apparire impossibile, i muri cedono e la ragione sconfina in territori mai sfiorati. Il mastino di Baskerville è davvero un'illusione o c'è del vero dietro i sussurri che riguardano una gigantesca bestia vomitata dall'inferno? E se la bestia fosse qualcosa di più di un semplice animale?
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Avviso: la storia in questione prende spunto dagli eventi finali del secondo episodio della seconda serie “A Hound Of Baskerville”. Detto ciò, se vi è piaciuta la storia e se alla fine ci arrivate, ci vediamo a fondo pagina!
 

Sono cinque le ombre che appaiono e scompaiono mentre le corse dei proprietari le porta a saltare da una zona illuminata a una oscura. Qualcuno ansima, bestia in gabbia braccata da quattro differenti segugi. Quattro mastini umani, differenti dalla bestia spettrale che aveva accresciuto il mito di un’illusione procurata da banale nebbia artificiale.

Frankland si volta senza fermarsi. Vede i suoi inseguitori sbucare aggressivi dall’oscurità, come generati da essa. Qualcosa si muove tra i cespugli, uno strisciare d’erba sinistra, ma lo scienziato non vi bada: sa di aver inalato la nebbia nociva, sa che da un momento all’altro il suo mondo potrebbe trasformarsi in un inferno illusorio.
Ansima, lo scienziato mentre avverte i primi brividi intorpidirgli le gambe.
Terrore.
Claustrofobia.
Panico.
Sa che sono venuti a prenderlo, sa che i mastini umani sono ben più temibili della bestia da lui generata. È per questo che Frankland accelera, pur sentendo alle sue spalle i richiami dell’uomo che lo ha smascherato, maledetto lui.
Sherlock Holmes. Un nome, un uomo, un genio. Dal primo momento che l’ha visto, Frankland ha pensato di trovarsi davanti a un piccolo spettacolo della natura, una benedizione per così dire: per lui, scienziato devoto all’intelligenza e al puro genio del ragionamento, quell’uomo era una nuova porta che si apriva. Eppure adesso, Frankland sa di aver sbagliato a coprirgli le spalle quando i dati di Mycroft Holmes si erano rivelati falsi. Ha commesso un errore che nella sua banalità si è rivelato fatale.
Niente più progetto, niente più nebbia.
Niente più Henry.
Niente più cavia.
Il mastino, il frutto del progetto H.O.U.N.D., resterà sepolto nei film dell’orrore e nei ricordi di chi si illude di averlo visto davvero. Frankland sa che, pur nella totale inconsapevolezza di esserlo, Henry continuerà ad essere una cavia, vivendo nelle memorie che per vent’anni gli hanno squarciato le meningi fino allo sfinimento. Fino alla pazzia.
Frankland si ferma, affonda gli scarponcini nel terreno erboso. Vede la rete stendersi per oltre due metri d’altezza, ma non ha dubbi su cosa preferisce tra il pericolo di un perimetro militare e un figlio consapevole di avere davanti l’omicida di suo padre.
Si volta, guarda la figura snella di Sherlock Holmes emergere dalle ombre con tale sinuosità da parere un prolungamento dell’oscurità stessa. Il pallore della sua pelle spicca come nebbia nel buio mefitico del perimetro non illuminato: un uomo così bello da sembrare opalescente come madreperla appena visibile dentro il guscio socchiuso di una banale cozza. Frankland pensa con nostalgia che se avesse avuto una figlia, avrebbe voluto vederle accanto quell’uomo. L’ha visto una volta, e ha capito che quegli occhi cristallini, profondi come maree inarrestabili, sono destinati a guardare più in là degli altri sguardi umani.
-FRANKLAND!!!-
Frankland si riscuote, si volta e scavalca la rete con la forza della disperazione. Atterra sull’erba, continua a correre per paura che anche i suoi inseguitori compiano il suo stesso gesto.
Poi, un piede dell’uomo cala, schiaccia di forza un pulsante che emette un ticchettio ansioso d’avvertimento. Frankland capta il pericolo e solleva uno sguardo sconfitto sugli uomini che lo fissano aldilà della rete.
È allora che compare, visione diabolica vomitata dalle fiamme dell’inferno più nero. Lì, sulla terra degli incubi, un nuovo incubo prende forma e si stende alle spalle di uomini inconsapevoli, inghiottendo con la sua ombra le ombre dei piccoli esseri umani. Alle spalle dei mastini umani c’è qualcos altro, una figura alta più di due metri, massiccia e con il pelo nero. Si erge imponente e fiera, ombra tra le ombre e lo guarda con quelli che non sono occhi rossi come Frankland si sarebbe aspettato: due zaffiri di un blu profondo gli restituiscono uno sguardo umano, intelligente. Occhi colmi di emozione e di muta condanna.
Frankland scuote il capo, s’illude di trovarsi davanti al frutto del suo lavoro perfezionato. Eppure sa che non è possibile vedere così nitidamente il mastino, nemmeno se sottoposti a ore di inalazione diretta dell’HOUND. Quella cosa è vera, reale e tangibile, qualcosa richiamato dal parlare a vanvera di un demone che alla fine si è stancato di sentir usurpare il suo nome.
La bestia avanza, allunga il muso rilassato alla luce e Frankland capisce che quello non è un cane qualsiasi ma un lupo massiccio con zampe enormi e zanne lunghe come dita umane, affilate come coltelli.
Si vuole illudere, Frankland. Pensa che morire con un ultimo spasmo di speranza, illusoria come le illusioni da lui generate, non sia poi così male. Perciò lo scienziato pensa che quel lupo è la sua creatura, il culmine del suo progetto. Quel pensiero basta per farlo sorridere un’ultima volta.
Il piede si alza, la mina si attiva con un boato fragoroso.
L’esplosione è tale da spazzare via Frankland e un tratto di brughiera. I quattro uomini sono sbalzati all’indietro, rotolano nell’erba, graffiati e incisi da schegge maligne.
Henry arresta la sua caduta contro le radici di un albero, ferito da un sasso che lo colpisce alla tempia e sviene.
John Watson e Gregory Lestrade vengono spinti in aria e atterrano, chi su un fianco, chi sul deretano ed entrambi cadono a terra inermi, storditi dall’esplosione.
Sherlock Holmes rotola sulla brughiera, ma qualcosa arresta il suo corpo in caduta libera. Sente qualcosa penetrargli a fondo nel fianco e socchiude gli occhi per il dolore e la sorpresa. Affonda istintivamente le dita in qualcosa di vellutato, morbido come seta e infine lo vede: una creatura maestosa, signora della notte, non orribile come si era aspettato.
Al posto degli occhi rossi ci sono pupille chiare, colme di compassione.
Al posto delle zanne snudate in ringhi mefitici c’è un muso massiccio, lungo e rilassato.
Al posto del mastino gigantesco e terrificante degli incubi più neri, c’è un lupo enorme che gli passa una zampa sul corpo e lo sovrasta, sfiorandolo appena mentre i suoi occhi si chiudono e le ultime schegge feriscono non lui, ma la bestia che, contro ogni logica spiegazione, lo sta proteggendo.
Sherlock sviene, forse muore, non lo sa. Cade nel vuoto, consapevole del sangue che defluisce dal suo corpo, ma i suoi occhi chiusi non abbandonano nemmeno per un attimo l’idea che forse non tutto può essere sottoposto all’esperienza e alla ragione.
Cade Sherlock, cade nel vuoto. Capisce che forse non aprirà mai più gli occhi, ma a lui va bene così, ora che la sua ultima difesa di logicità è stata spazzata via e lui non avverte più motivi per esistere.
-Io non ho amici… a parte uno.-

Sherlock?
 

Angolino: Dunque, voglio essere sincera: questa storia nasce da un sogno che ho fatto dopo aver guardato la puntata alle 3 del mattino ed essermi addormentata sul divano subito dopo (fischietta) quindi per ora rimane una one-shot perché come tale è nata, ma avrei in mente un continuo perché, come potete vedere, il finale della storia è aperto a diversi fronti. Dipende da voi, se volete che ci sia un seguito o se preferite che rimanga così. Aspetto i vostri commenti, sono sempre un incentivo a continuare e a sollevare un po’ la mia autostima, recuperandola da sotto le scarpe insomma. Un ringraziamento speciale a chi commenta, se lo farà, e a chi legge e basta!

Tomi Dark Angel.
  
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