Ichigo si fermò sotto la pioggia. Sentiva la sua presenza, riusciva quasi a vederla se non fosse stato che sapeva esattamente la verità: lei non sarebbe tornata, mai più. Lasciò andare l’ombrello che lo riparava dall’insistente pioggia, la stessa che Zangetsu aveva descritto dentro di lui. Forse anche adesso pioveva dentro la sua anima ma il suo fedele compagno non era più lì, dentro il suo mondo, per confermare la reale situazione.L’ombrello cadde con un tonfo su una piccola pozzanghera nel cortile della scuola. Avrebbe voluto che lei fosse lì, a stringerlo, a consolarlo e perchè no, anche ad insultarlo come faceva sempre. Le mancava da morire ma era giusto così. Che futuro avrebbero potuto avere lì? Ichigo lo sapeva e taceva, tenendo tutto il suo dolore dentro se stesso, non lasciando trasparire nulla. Improvvisamente sentì qualcuno stringerlo, aprì leggermente gli occhi che ormai erano due fiumi in piena e vide quella divisa nera con una fascia bianca alla vita. Due braccia esili e piccole lo stringevano con più forza di quanto avesse immaginato e riconobbe all’istante quella figura, senza vedere il viso. Senza dover alzare la testa arancione che in quel momento era protetta da quel corpo dalla pioggia malefica. Rukia era lì e lo stava proteggendo dalla sua tristezza, da quella orribile sensazione di abbandono che aveva provato nelle settimane successive dopo aver perso i suoi poteri di Shinigami. Era lì e lo stava abbracciando, forte e dolce come solo lei poteva fare.

-” Ru…rukia..?”- Sussurrò piano, come se quel nome, detto ad alta voce, avrebbe fatto sparire quel sogno splendido.

-“Ichigo, sono qui, sono tornata…non ti lascerò più a soffrire da solo, Ichigo”-  Era la sua voce ed era reale. C’era qualcosa di diverso in lei. I capelli, la determinazione a proteggerlo e una fascia al braccio.

-” Sei diventata un luogotenente?Da quando tu, mocciosetta, se un grado superiore al mio?”.- Ed ecco che la Rukia di sempre salì a galla e mollò un ceffone al povero Ichigo che si distese a terra con un gran sorriso sulle labbra mentre la pioggia, adesso non più angosciante, gli sfiorava il viso felice.

-“Come osi, tu?!?!?!?!?!?!Ho faticato per ottenere questo ruolo,Idiota!”- Non era realmente aggressiva. Sorrideva e piangeva, piangeva e sorrideva, non si capiva bene in realtà. Ma ecco subito la natura protettiva di Ichigo nei suoi confronti che scatta immediatamente, come una molla, come una trappola per topi e imprigiona quel topolino dal pelo nero in una morsa dolce e forte, proprio come quella del topo. 

-” Shh, sono qui, sono qui Rukia. Non ti lascerò andare mai più. Adesso ti sarà difficile liberarti di me.”- Ichigo la guardò negli occhi, quegli occhi che conosceva, che sapeva leggere meglio di qualunque libro, meglio di qualsiasi altra persona che li vedeva. Lentamente la avvicinò a se e la baciò, delicatamente, come se avesse paura che il suo visino dolce potesse andare in frantumi, come se lei sparisse da un momento all’altro. Rukia , per un primo momento, rimase rigida, occhi spalancati per la sorpresa. Era pur sempre il suo primo bacio. Poi, pian piano, si sciolse e si lasciò andare tra le braccia del suo Ichigo. Una cosa era certa, in quel momento…la pioggia, dentro Ichigo adesso era finita ed era spuntato il sole dove si trovava il volto di Rukia e tutto l’amore di Ichigo per lei.