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Autore: White Gundam    09/03/2007    6 recensioni
Un'ipotetica ultima lettera scritta dal cavaliere di Sagitter al fratellino, prima di salvare Athena. NO YAOI.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leo Aiolia, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lettera da Aiolos

E' notte, fratello, forse la mia ultima notte. Mi avrai visto agitato oggi, quando sono rientrato trafelato alla nona casa, ti ho guardato nei tuoi ancora limpidi occhi di bambino e ti ho ordinato di nasconderti nel tuo tempio, quello del leone, dove prima non eri mai stato dato che ti tenevo con me al tempio del sagittario. Ho visto la paura nei tuoi occhi e ho cercato di tranquillizzarti con parole vaghe, vane, prive di significato: "Tranquillo, non mi succederà niente... Tornerò presto okey?" ma lo dicevo con voce tremante, rotta dalla paura e dal fatto di non poter mantenere la promessa che ti avevo fatto in passato, alla morte dei nostri genitori, quando ti dicesti che ti avrei protetto io, per sempre; tu allora mi chiedesti, col viso rigato dalle lacrime appoggiato al mio petto: "Parola di cavaliere?", "Parola di cavaliere." risposi stingendoti a me.
Credimi Aiolia, vorrei poter restare qui, insieme a te, ma come ti ho insegnato nei molteplici anni dell'addestramento che ti sto impartendo, il primo dovere di noi cavalieri è proteggere Athena e propio lei oggi è in pericolo. Quella bimba dai capelli color viola pastello, che sta al Grande Tempio, protetta da Shion, il Gran Sacerdote; quella bimba che hai voluto accarezzare e tenere in braccio; quella bimba indifesa è la Dea Athena di cui tanto ti ho parlato e adesso è di fronte ad un pericolo mortale da cui io solo posso salvarla, in quanto soltanto io so chi la minaccia.
Sapevo che non avresti creduto alle mie parole sul fatto che sarei tornato presto, infatti mi hai stretto il braccio, come fai ogni qualvolta hai paura, ogni qualvolta cerchi aiuto, poi, con la voce intrisa di dolore e tristezza hai mormorato: "Non andare, ti prego...", non riuscivo a risponderti ne a staccare lo sguardo, mi sono limitato a coccolarti e a scompigliarti i capelli, mentre mute lacrime mi rigavano il viso e il mio cosmo era buio come la pece, intriso di paura e tristezza.

Ricordi Saga, il mio amico, il cavaliere d'oro dei gemelli? Tante volte è venuto da noi, ha giocato anche con te ben più di una volta. Tu sai che lui ed io eravamo stati scelti da Shion perchè uno di noi gli succedesse a Gran Sacerdote.
Infatti oggi, stamattina per l'esattezza, Shion ci ha convocati. Io e Saga abbiamo salito le scale che portano al Grande Tempio chiacchierando del più e del meno. Avvertivo ben un cosmo strano, ambiguo, inquieto ma, inizialmente decisi di non farci caso. Quando eravamo ormai alla scalinata che portava alla dodicesima casa, continuando a sentire quel cosmo che non riconoscevo in Saga, il mio amico, il mio compagno di mille avventure, decisi di chiedergli se fosse tutto a posto,dicendogli che avvertivo in lui un cosmo strano, oscuro, quasi minaccioso. Saga inizialmente continuò a camminare come se niente fosse, ma quando gli poggiai la mano sulla spalla per invitarlo a voltarsi verso di me, a rispondere alla mia domanda, si voltò verso di me sorridendo: “Ma no, figurati Aiolos, va tutto bene… Insomma, non ti fidi di me? Del tuo migliore amico?”. Quelle parole mi colpirono come se la mia freccia sacra avesse centrato il mio cuore, abbassai lo sguardo arrabbiato con me stesso per aver dubitato di una persona a cui avevo sempre donato tutta la mia fiducia. Poi sentii la mano di Saga sulla mia spalla e la sua solita voce tranquilla e pacata che mi diceva: “Su dai Aiolos: è uguale, l’importante è che continui fidarti di me, come io mi fido di te. Inutile piangere sul latte versato.”, annuii e continuammo a salire la scalinata come se nulla fosse successo.
Quando entrammo nella Tredicesima Casa, il Grande Tempio, il Gran Sacerdote ci stava aspettando, io mi inchinai, e anche Saga.
Il Gran Sacerdote ci invitò ad alzarci, poi, con la sua voce calma e pacata, ma sempre autorevole disse: “Per lealtà, forza, altruismo e fedeltà alla Dea nomino te Aiolos futuro Gran Sacerdote di Athena!”.
Io aprii la bocca, senza riuscire a spiccicare parola, ero incredulo e molto, molto emozionato; Saga strinse il pugno: “Perché non io? Anch’io possiedo queste stesse qualità!” chiese, con la voce difficilmente controllata. Il Gran Sacerdote rispose subito: “Perché in te Saga, io vedo, a fianco a quella buona una parte cattiva, oscura… Ma tuo compito sarà quello di aiutare Aiolos, accetti nobile Saga, Cavaliere d’Oro del sacro segno dei Gemelli?” Per un attimo una luce rossa pervase gli occhi di Saga, ma subito essi ritornarono blu, come gli aveva sempre avuti: “Certo, d’altronde anch’io ero sicuro che Aiolos era il più adatto a diventare Gran Sacerdote.”
Un ultimo inchino e poi si rivolse a me: “Sempre al tuo fianco, amico mio.”
Sorrisi e strinsi la mano che mi porgeva, ignaro di aver stretto la mano alla morte.

Perché purtroppo è la morte ciò che mi aspetta fratellino, ma non aver paura, veglierò ancora su di te, per sempre. Ora devo andare, ho avuto una premonizione, manca poco, se non vado ucciderà Athena, lui, Saga, la ucciderà!
Addio fratellino, abbi cura di te, ciò che ti serve te l’ho insegnato, addio Aiolia, perdonami, e ricorda che ti voglio bene.

Aiolos


Poi una macchia, probabilmente una lacrima e la lettera si chiudeva, Saga, che l’aveva intercettata la strinse forte, la spezzò e la gettò nel fuoco…
Quella notte sarebbe poi stata ricordata come “La notte degli inganni”, quella notte dove perse la vita un giovane Cavaliere di soli quattordici anni, un giovane chiamato Aiolos di Sagittarius.
   
 
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