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Autore: White Gundam    09/03/2007    11 recensioni
Questa canzone che ho scritto è dedicata al mio personaggio preferito di Saint Seiya. Ho immaginato questa poesia/canzone scritta da Mitsumasa Kido (Alman di Tule) al giovane cavaliere di Sagitter. NO YAOI (quando faccio riferimento all'amore per il fratellino parlo dell'amore fraterno)
Genere: Triste, Drammatico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eroe sì, ma a quale prezzo…
Morire a 14 anni, chiamato:
Reietto
Con la speranza di dare alla Terra un futuro migliore,
che fino all’ultimo metro di quella fuga strenuante
ti ha fatto battere il cuore.

Ormai sei la guida spirituale per ognuno,
ma a fianco a te in quel momento non vi era nessuno…

Il tuo maestro ucciso
da chi chiamavi migliore amico,
che anche te in un baleno
aveva tradito.
Mentre salvavi la bimba e volevi fuggire,
lui da tutti ti ha fatto inseguire,
gridandoti dietro:
Traditore
Riferito ad Athena, quella bambina
per cui tu più di tutti
provavi amore.

Ma non piangevi,
e non per fare il duro,
o chissachè…
Ma perché avevi una certezza dentro di te:
Son felice di morire,
se colei che voglio salvare,
sarà finalmente chi porterà alla Terra
giustizia ed amore.

Ma in fondo in fondo
anche se pensavi questo
sentivi un tuffo al cuore:
Athena non era l’unico
oggetto del tuo amore.

Sapevi che alla Nona Casa
invano t’aspettava un bambino di sette anni,
che d’ora in poi ti avrebbe riabbracciato soltanto nei sogni.
Un bambino che chiamavi fratello,
ma che in fondo era quasi tuo figlio…

Dei Cavalieri tu eri il più forte,
il più dotato,
ma quella notte a difenderti, non ci hai neanche provato…

Sapevi che in fondo,
loro avevano solo sbagliato,
e la loro fiducia era riposta
nell’uomo errato.

Ti sarebbe bastato scoccare una freccia
per fare nelle loro difese una breccia…
Ma ad uccidere hai preferito morire,
dare la tua vita piuttosto che doverla
anche ad uno solo levare,
perché benché sia il tuo lavoro,
la cosa che più odi è ammazzare.

E poi ti ho trovato tra le rovine di Grecia
quella mattina,
e stretta forte al petto
tenevi una bambina,
eri coperto di sangue e ferite,
ma non volevi esser curato:
Per me non c’è più nulla da fare,
è un’altra la persona da salvare!
E chiudevi per sempre gli occhi
nel sole di quella mattina
mentre mi affidavi la piccina.

E col sorriso che ti affiorava sulle labbra,
hai mormorato:
Athena è salva

hai mormorato:
Athena è salva

hai mormorato:
Athena è salva
   
 
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