PRISONER
Incapace di muoversi, nutrito artificialmente il minimo indispensabile perché non soccombesse a quella situazione. I Vindice erano persone orribili, Lui lo sapeva, l’aveva sempre saputo.
Da dentro quella teca non riusciva nemmeno a vedere l’esterno, totalmente in penombra. Da li non riusciva a far nulla, ma doveva scappare e ci sarebbe riuscito ad ogni costo. Per questo entrava spesso nel corpo di Chrome, per poter pensare, mancava poco che i Vindice gli impedissero anche di fare quello.
Passarono i giorni, interminabili per lui, uno identico al precedente, continuando a pensare a come evadere da quel posto. Sapeva che ogni volta che provava a fuggire le difese venivano intensificate e che sarebbe stato, di conseguenza, ogni volta più difficile della precedente.
Cercò di rilassarsi, allontanando quei pensieri dalla testa, concentrandosi sul distruggere le catene che lo tenevano imprigionato e la teca dov’era contenuto. Quella prigionia lo rendeva debole come non mai, ma una volta libero si sforzò di correre il più in fretta possibile, evitando di dover fronteggiare i Vindice, troppo forti per un Mukuro in quelle condizioni.
Ci volle più tempo del previsto, ma alla fine era fuori, ce l’aveva fatta di nuovo. Respirò a pieni polmoni, voltandosi per un attimo a fissare da lontano l’ingresso della prigione ben nascosta fra le montagne, chissà se ci sarebbe finito di nuovo dentro. Per il momento aveva altro a cui pensare, doveva ancora distruggere la mafia.