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Autore: Tonfa_san    26/08/2012    1 recensioni
-Incapace di muoversi, nutrito artificialmente il minimo indispensabile perché non soccombesse a quella situazione. I Vindice erano persone orribili, Lui lo sapeva, l’aveva sempre saputo.-
Una flashfic sul periodi di prigionia di Mukuro presso i Vindice.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mukuro Rokudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Whoho! Ho scritto di nuovo, non ci credo. Non aspettavate altro, eh? (Ma anche no, ecco.) Well, come già detto questa flashfic parla della prigionia di Mukuro, spero che vi piaccia ç^ç Come al solito si accettano consigli, sono pur sempre una novellina in questo posto ùwù Buona lettura!

PRISONER


Incapace di muoversi, nutrito artificialmente il minimo indispensabile perché non soccombesse a quella situazione. I Vindice erano persone  orribili, Lui lo sapeva, l’aveva sempre saputo.
Da dentro quella teca non riusciva nemmeno a vedere l’esterno, totalmente in penombra. Da li non riusciva a far nulla, ma doveva scappare e ci sarebbe riuscito ad ogni costo. Per questo entrava spesso nel corpo di Chrome, per poter pensare, mancava poco che i Vindice gli impedissero anche di fare quello.
Passarono i giorni, interminabili per lui, uno identico al precedente, continuando a pensare a come evadere da quel posto. Sapeva che ogni volta che provava a fuggire le difese venivano intensificate e che sarebbe stato, di conseguenza, ogni volta più difficile della precedente.
Cercò di rilassarsi, allontanando quei pensieri dalla testa, concentrandosi sul distruggere le catene che lo tenevano imprigionato e la teca dov’era contenuto. Quella prigionia lo rendeva debole come non mai, ma una volta libero si sforzò di correre il più in fretta possibile, evitando di dover fronteggiare i Vindice, troppo forti per un Mukuro in quelle condizioni.
Ci volle più tempo del previsto, ma alla fine era fuori, ce l’aveva fatta di nuovo. Respirò a pieni polmoni, voltandosi per un attimo a fissare da lontano l’ingresso della prigione ben nascosta fra le montagne, chissà se ci sarebbe finito di nuovo dentro. Per il momento aveva altro a cui pensare, doveva ancora distruggere la mafia.

  
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