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Autore: h o r o    26/08/2012    2 recensioni
Sono passati quasi dieci anni da quel 5 novembre, giorno in cui un uomo con la maschera di Guy Fawkes condusse l'Inghilterra alla rivoluzione contro un governo totalitario basato sulla paura del popolo e le ridiede la speranza per un futuro migliore, facendo esplodere il Parlamento...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 «Mamma, dove stiamo andando?» domandò la piccola Victoria, quattro anni da poco compiuti, tirando la manica della giacca della madre.
Procedevano lungo un buio cunicolo sotterraneo, un tempo una stazione della metropolitana, i loro passi rimbombavano nel silenzio, sovrastando il leggero gocciolare proveniente da un vecchio tubo fognario a poca distanza dalla banchina.
«Siamo quasi arrivati,» disse dolcemente la donna, stringendo nella mano destra quella della piccola e nella sinistra una rosa rossa. «tesoro, porta pazienza»
«Ma io sono stanca di camminare!» si lamentò Victoria, tirando su col naso. La madre sorrise tra sé e sé. «Non manca molto, ormai»
Continuarono a camminare e raggiunsero la fine della galleria. Victoria si guardò attorno un’ultima volta, in quel posto spaventoso che sapeva di umidità, polvere e tenebre.
«Mamma,» chiamò ad alta voce, «questo posto mi fa paura! E ho sonno!» aggiunse, tanto per puntualizzare.
La donna si fermò, e la guardò negli occhi con aria seria: «Devi fare la brava adesso. Oggi è un giorno importante, » spiegò «ti prometto che, se sarai brava, dopo faremo tutto quello che vorrai».
La bambina annuì con aria soddisfatta, già immaginandosi cosa avrebbe potuto chiedere alla mamma una volta lasciato quel brutto luogo; sul volto le si dipinse un sorrisino furbo.
La madre decise poi di prenderla in braccio e proseguì con passo fermo e sicuro.
Uscite dal tunnel raggiunsero una parte della città che Victoria non aveva mai visto: la statua di un uomo con la maschera di Guy Fawkes si elevava al centro della piazza deserta, illuminata dalla luce della luna. Le parole freedom forever “libertà per sempre” erano incise sul piedistallo con cura.
«Mamma, chi è questo qui?» chiese Victoria, sconcertata, mentre la donna la metteva giù. Guardò con attenzione l’uomo mascherato: era avvolto in un lungo mantello nero, al di sotto del quale si intravedevano dei pugnali; aveva un cappello calato in testa, i capelli lunghi e quella buffa maschera sorridente. Victoria lo trovava allo stesso tempo ridicolo ed inquietante, così rimase a scrutarlo da lontano, avendone quasi paura.
La donna invece avanzò fino al centro della piazza e depose la rosa ai piedi della statua, non dopo aver appoggiato le labbra sui petali. Guardò l’orologio.
«Buon 5 novembre, V» sussurrò piano. In quel momento, infatti, le campane di mezzanotte risuonarono e il giorno nuovo si sostituì a quello vecchio.
Nello stesso istante, coloro che non avevano dimenticato, lanciarono in cielo dei fuochi artificiali per festeggiare l’anniversario della liberazione.
Evey Hammond restò a guardare il volto coperto della statua con aria solenne, mentre sua figlia le si avvicinava saltellando.
«Perché ci sono i fuochi? Che belli!» chiese, ingenuamente, indicando affascinata un grande fuoco rosso a forma di lettera v.
«Sono per lui,» disse Evey con un sorriso «per ringraziarlo. E per tutti noi, per non dimenticare.»

Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della Congiura delle Polveri contro il Parlamento.
Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto.

  
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