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Autore: Dave637    26/08/2012    1 recensioni
Dieci e mezza.
Abbassò svogliatamente l'orologio.
La stava aspettando impalato da più di un'ora sotto quello stramaledettissimo lampione.
Stava anche piovendo... e lui era senza ombrello.
Era il classico temporale estivo: pioggia fitta con gocce grosse come se venissero rovesciate tante tazzine da caffè. Non era frequente la pioggia a Roma, ma quando lo faceva era meglio restare a casa.
Si rassegnò definitivamente all'idea che quella sera lei non si sarebbe fatta vedere.
Si tratta di una vecchia storia che stavo scrivendo diverso tempo fa, consultandomi con un mio vecchio amico. Voleva essere qualcosa sulla falsa riga della serie
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci e mezza.
Abbassò svogliatamente l'orologio.
La stava aspettando impalato da più di un'ora sotto quello stramaledettissimo lampione.
Stava anche piovendo... e lui era senza ombrello.
Era il classico temporale estivo: pioggia fitta con gocce grosse come se venissero rovesciate tante tazzine da caffè. Non era frequente la pioggia a Roma, ma quando lo faceva era meglio restare a casa.
Si rassegnò definitivamente all'idea che quella sera lei non si sarebbe fatta vedere.
Sentiva l'acqua inzuppargli le ossa. Ormai era inutile aspettare ancora.
Si aggiustò alla meno peggio il colletto del giubbotto affinché lo riparasse un po' di più dalla pioggia che continuava a cadere incessantemente e, infilando le mani in tasca, si diresse lentamente verso casa.
Pierluca era discretamente alto, forse qualche centimetro meno della media, aveva gli occhi marroni, i capelli castani e un piccolo piercing al sopracciglio destro.
Camminava a passi lunghi per la città mentre la pioggia aveva iniziato a cadere ancora più fitta.
Non poteva esattamente essere definito piacevole ritrovarsi a percorrere Via del Babbuino in quella sera cupa, senza stelle e con l'acqua che ti entrava ovunque, quasi fossi in costante immersione.
Un'antica tortura prevedeva l'utilizzo di una goccia per portare alla follia le persone, in quel frangente Pierluca era martellato incessantemente da centinaia di gocce che lo colpivano sul volto e sul corpo. Rincasare era l'unica soluzione per porre termine a quella fastidiosa e inconcludente serata.
Pierluca viveva ormai da un bel po' di tempo da solo, nonostante avesse solo ventitré anni. Aveva ricavato un piccolo appartamento sopra il suo ambiente di lavoro: un'officina. Per la precisione si trattava di un'officina di elaborazioni, dove modificava praticamente ogni tipo di veicolo. Era una delle cose che gli riuscivano bene. Una delle poche.
Finalmente giunse a destinazione e, percorsa una breve rampa di scale, varcò la soglia di casa chiudendosi la porta alle spalle. Diede una scrollata al giubbotto, facendo cadere una miriade di goccioline che inzupparono il pavimento e lo appese all'attaccapanni dietro la porta.
L'appartamento non era particolarmente grande. Era formato solamente da un piccolo ingresso, una stanza da letto, un bagno e un soggiorno con angolo cottura. Non si trattava di una reggia ma, alla fine, non ne aveva bisogno. Andava a casa soltanto per dormire, fosse da solo o in compagnia. Ultimamente però, la compagnia era diventata esclusivo appannaggio di una persona.
Si chiamava Arianna, era poco più giovane di lui e si frequentavano da circa un anno e mezzo. Era poco più bassa di Pierluca, con bellissimi capelli castano scuro e degli ammalianti occhi verdi. Definirla attraente sarebbe stato tremendamente riduttivo e, come se questo non bastasse, era esattamente il genere di ragazza che vorresti presentare ai tuoi.
Era una DJ e quando non si trovava incastrata in locali tra casse e mixer, passava il suo tempo con Pierluca.
Era bella, amabile e intelligente. Aveva un unico e purtroppo non trascurabile difetto: tendeva a mettersi nei guai alcune volte. Diverse volte. Molto spesso.
Probabilmente quella sera non si era presentata proprio perché invischiata in uno dei suoi soliti guai. Come al solito sarebbe toccato a Pierluca rimediare al tutto. Ma ormai non ci dava più peso, ci aveva fatto il callo.
Come se non bastasse, la ragazza aveva un pessimo rapporto con i propri genitori, quindi cercava di stare fuori casa il più possibile... con tutte le conseguenze che ne derivavano.
Pierluca si avviò verso il bagno, spogliandosi lungo il corridoio e buttando i vestiti un po' dove capitava. Era infreddolito, aveva assolutamente bisogno di una doccia bollente. Restò per diversi minuti sotto l'acqua questa volta calda per poi infilarsi rapidamente sotto le coperte e abbandonarsi ad un sonno senza sogni.

  
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