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Autore: Sarugaki145    26/08/2012    4 recensioni
Il luogotenente Rukia si trova sulla terra con una sua allieva, Yuko, la quale coglie l'occasione per farsi raccontare la storia della Kuchiki sulla terra, che alla Soul Society sembra quasi una leggenda.
Il tutto prenderà poi un risvolto nostalgico, mostrando una relazione a tutti sconosciuta.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No happy ending.

 

-Senpai! Tra quanto torneremo sulla terra?-

La ragazza osservò la ragazzina che le si era avvicinata e che ora le tirava per la manica del kimono. Aveva due grandi occhi scuri, incorniciati da corti capelli scompigliati. Era una shinigami molto giovane e frequentava ancora l’accademia e proprio per quel motivo in quel momento si trovava con Rukia sulla terra.

La luogotenente della tredicesima compagnia era molto legata a quella ragazzina, che aveva salvato dal peggior quartiere della Seritrei, non appena si era accorta del buon potenziale presente in lei.

-Come mai ci tieni così tanto Yuko-chan?-

Chiese Rukia con aria materna, mentre accarezzava il capo della ragazzina. Quella rispose guardandola con quei due occhioni scuri, mentre le lunghe ciglia sbattevano rendendola molto simile ad un cerbiatto.

-Mi piace un sacco la terra! Sembra molto più interessante del nostro mondo! Ma è vero quello che si dice che tu hai vissuto sulla terra?-

La luogotenente le sorrise in modo stanco e rispose:

-Te l’ho già detto un milione di volte che è vero..-

-Ma non mi hai mai raccontato nulla! Tutte le volte rimandi per un motivo per l’altro!-

Rukia sbuffò stanca e non volendo sentire i capricci della kohai concesse:

-Dai, sediamoci qua che ti racconto un po` quello che è successo.-

Gli occhi di Yuko si illuminarono e si accomodò affianco a Rukia, incrociando le gambe e iniziando a guardarla interessata.

Fu così che il racconto inizio`, dal momento in cui Rukia aveva conosciuto Ichigo quella sera in cui aveva perso i poteri fino al loro ultimo saluto. Yuko rimase incantata ad ascoltare quella storia così particolare, che aveva quasi dell’inverosimile.

-Ma tra te e lui non c’è mai stato nulla?-

Rukia si tradì per un attimo, anche se la semioscurità non permise all’interlocutrice di esserne certa, i suoi occhi vennero attraversati da una luce per qualche secondo, una luce nuova.

Non era gioia, ma assomigliava piuttosto all’amarezza o perfino al dolore. Eppure era un dolore stemperato da una dolcezza che lei le aveva spesso visto negli occhi quando stava con le o con Byakuya. Era quella dolcezza che dedicava alle persone che considerava la sua famiglia e somigliava molto all’amore materno che aveva dedicato alla piccola Yuko.

Questo a Yuko non sfuggì e quindi insistette:

-Rukia-chan!! Dai dillo a me!! Per favore!!-

-Ti ho detto mille volte di non chiamarmi Rukia-chan ma Senpai quando sono in veste di luogotenente..!-

-Senpai non sviare il discorso! Parlami di te e di Kurosaki-

Quel nome pronunciato dalla bocca di qualcun’altro le sembrò strano, quasi estraneo. Non c’era quella dolcezza che lei si premuniva sempre di avere nel pronunciarlo, come per preservare quel magnifico ricordo che custodiva in fondo al cuore.

Non avrebbe mai potuto dimenticare la dolcezza di quel ragazzo e nemmeno voleva farlo. Si sforzava di vivere la sua vita come doveva viverla, con i suoi doveri e il suo ruolo. Era la vita che le era stata destinata, forse per un crudele e indesiderato gioco del fato. O forse per volontà o mancanza di coraggio.

Ichigo.

Voleva dire mille cose e nulla quel nome per lei. Voleva dire coraggio, determinazione, protezioni, ma voleva dire anche dolcezza, sicurezza, amore.

Il ricordo era come una boccata d’aria fresca dopo minuti interminabili di apnea: piacevole ma immensamente doloroso. Era vita, ma anche morte. E ora, a distanza di anni, lei sapeva dare un nome a quel volto, ma non una definizione.

All’inizio era stato uno scoprirsi più umana stando con lui, un crescere insieme e sostenersi a vicenda, ma ora era diverso.

Ora, Ichigo Kurosaki, era un segreto. Un segreto soffocato ma bellissimo, pronto a inondarla di felicità e nostalgia non appena l’avesse rammentato.

E fu con un sorriso nostalgico che Rukia iniziò a raccontare:

-Yuko, questa è una storia vera, non è come nelle favole, questa è la vita reale.-

***

-Cosa succederà quando te ne andrai?-

Chiese lui con un filo di voce, mentre una parte di lui già sapeva la risposta e non voleva sentirla.

-Finirà tutto, semplice.-

Rispose lei accoccolandosi meglio tra le forti braccia del ragazzo, che la tenevano stretta a se, con fare protettivo.

Ichigo sbuffò e affondando la testa nei capelli di Rukia biascicò:

-Come sei cinica.-

Lei si girò e guardandolo negli occhi con sguardo triste gli chiese con un filo di voce:

-Dimmelo tu, cosa succederà quando me ne andrò?-

Il volto di Ichigo si piegò in una smorfia e poi ribatté mettendo il broncio:

-Tu non te ne andrai. Punto.-

-Non fare il bambino.-

Ribatte` la ragazza sciogliendo l’abbraccio e mettendosi seduta sul letto.

-Sai benissimo che succederà Ichigo, sii realista. Presto o tardi verrò richiamata alla Soul Society.-

Gli occhi tristi dei due si incrociarono e si scambiarono una tristezza che alleggiava nell’aria.

L’arancio si sedette accanto a Rukia sul letto e abbracciandola disse:

-Verrò a trovarti, te lo giuro!-

Lei rise quasi in modo isterico e rispose:

-Ti dimenticherai di me. La vita di voi umani è breve, devi godertela al meglio Ichigo. Non siamo fatti per stare insieme, apparteniamo a due mondi diversi, tutto qui.-

Lui grugnì e poi con fare offeso rispose:

-Non è vero, non finirà così. E` il destino che ci ha fatto incontrare, quindi nulla potrà dividerci!-

Rukia questa volta scoppiò a ridere veramente, sentendo il cuore leggero grazie alle parole da bambino di Ichigo. Gli prese il volto tra le mani e gli baciò il naso, procurando una smorfia di fastidio nel ragazzo, che però ricambiò subito il sorriso.

-Adoro questo tuo modo di rendere le cose così semplici, sai?-

***

E l’adorava ancora. Avevano passato tanto tempo insieme, in cui lui l’aveva cullata in quella sua innocenza fanciullesca.

Ichigo aveva sempre avuto la capacità di far apparire tutto così semplice.

Rukia veniva portata alla Soul Society, ok lui l’andava a riprendere.

Inoue veniva rapita, nessun problema sarebbe andato a salvarla.

Un hollow voleva attaccare i suoi amici, beh l’avrebbe sconfitto per salvarli.

E probabilmente lei si era lasciata cullare da quel suo modo di pensare e si era ritrovata spiazzata dalla sua perdita dei poteri. Si erano salutati così, semplicemente, senza un bacio, un abbraccio, una promessa.

Aveva capito anche Ichigo che era tutto finito, che quella volta non sarebbe bastato correre a salvare qualcuno, cercare di difendere i propri amici o cose del genere.

Rukia sarebbe uscita totalmente dal suo mondo.

E chi erano loro due se non due ragazzi sognatori per opporsi a tutto quello?

Il racconto continuava, finché Yuko chiese con espressione evidentemente confusa:

-Era tutto così perfetto, allora perché è finita?-

-Perché era così che doveva andare..-

Mormorò Rukia accarezzandole il capo mentre gli occhi fuggivano nuovamente nei ricordi. Gli occhi della ragazzina di spalancarono e, non essendole bastata la risposta, chiese nuovamente:

-Ma perché?-

Rukia le sorrise tristemente, capendo che avrebbe dovuto far capire a quella fanciulla cose da grandi.

-Apparentavamo a due mondi diversi.-

Rispose semplicemente, con voce ferita, da cui l’amarezza trapelava in ogni sillaba.

-Ma vi amavate!-

Protestò Mel quasi arrabbiata, che non riusciva a capire data la sua giovane età tutte le implicazioni e complicazione che aveva dato il loro appartenere a mondi diversi.

-Si- Concesse Rukia – Ma l’amore non basta, non basta mai.-

Ci fu un lungo momento di silenzio, in cui i rumori della città risultarono amplificati nelle teste delle ragazze, ognuna impegnata nei propri ricordi.

-Ma tu lo ami ancora?-

Domandò Yoko con voce assente, mantenendo lo sguardo fisso sulla città in movimento.

-Si.-

Rispose Rukia prima che il suo cervello potesse frenare la lingua e dare una risposta differente.

Sul volto di Mel si dipinse un sorriso speranzoso, mentre le labbra sottili chiedevano, con una punta d’apprensione della voce:

-E lui ti ama ancora, vero?-

Gli occhi delle due si incrociarono e Rukia capì che Yoko non aveva bisogno di una risposta, ma piuttosto di una rassicurazione, perché potesse credere nell’amore come devono crederci gli adolescenti.

Rukia si fece quindi forza, prese un profondo respito e cercò di passare alla ragazza la morale che aveva imparato da quella vecchia storia:

-Vorrei poter concludere con un “e vissero per sempre felici e contenti”, ma sembrerebbe una favola e questa è la vita vera.

Vorrei poter dire che non ci sono state lacrime, paure, che io non mi sia sentita persa senza lui.

Vorrei poter dire che non mi fa male ripensare a tutto questo e che non desidero tornare indietro.

Vorrei dirti che ci siamo incontrati di nuovo e che tutto è tornato come prima.

Ma ti avevo detto che ti avrei raccontato della vita vera e quindi non posso mentirti ora.

Tutto quello che ho ricordato, rivissuto, tutte le parole, i luoghi, i momenti.. Sono reali, li ho sentiti nel mio cuore e ho cercato di trasformarli in parole per te.

Forse io e Ichigo eravamo le persone giuste nel momento sbagliato, o forse, se non ci fossimo incontrati in quel momento, sarebbe stato tutto incredibilmente banale.

Ma questo mi ha insegnato a credere che ogni cosa ha il suo tempo e che la vita ci dona le risposte quando meno ce lo aspettiamo, per farci stupire di lei e di noi stessi.

E, in cuor mio, so che un giorno tornerà il nostro tempo.

E qualsiasi tempo sia, sarà sicuramente splendido.-

Terminò quella frase con un profondo respiro, cercando di sorridere alla ragazza  che, allibita, le stava accanto.

E alla fine, quella maledetta lacrima, trattenuta troppo a lungo, scivolò sulla pelle liscia di Rukia.

Riusciva a sentire il suo respiro, la sua voce, i suoi baci, il suo respiro sulla pelle. Era questo che piangeva Rukia, piangeva e rideva, perché tutto era così bello, ma così triste. E così enorme che il suo cuore stentava a tenerlo dentro.

E fu proprio in quel momento che Rukia sentì quella voce che conosceva così bene.

Guardò Mel e le disse di iniziare ad avviarsi per tornare alla Soul Society, che il sole stava tramontando ed era meglio rientrare. Le disse che doveva controllare una cosa e non appena la ragazza si fu girata lei balzò in piedi e corse verso l’origine di quella voce.

Finché non vide un uomo accoccolato affianco ad un bambino mentre gli medicava un ginocchio sbucciato.

Tutto si fermò per qualche secondo, mentre una morsa alla gola le fece mancare il fiato. Avrebbe voluto piangere, ma lei, Rukia Kuchiki, non piangeva, si era potuta concedere solo quella lacrima. Non doveva neanche provare quei sentimenti così terribilmente umani che in quel momento invadevano il suo cuore.

Era diventato adulto il suo Ichigo, quello sconsiderato che si buttava nei pericoli senza pensare alle conseguenze, quello stolto che la prendeva in giro perché era una nana malefica, quello stupido ex sostituto shinigami.

Una donna si avvicinò ad Ichigo e al bambino, prendendo in braccio quest’ultimo. La testa arancione le sorrise e accarezzò il capo del bambino, prima di dare un semplice bacio sulle labbra della donna, per poi dedicarle un sorriso radioso.

Un debole sorriso le si dipinse sulle labbra, mentre il bruciore che aveva in gola raggiungeva gli occhi, appannandoli.

Ichigo Kurosaki era felice, quel sorriso lo dimostrava a pieno.

Si avvicinò piano ai tre che stavano incamminandosi verso casa e quando si fermarono sfiorò un’ultima volta la guancia di Ichigo, accarezzandolo e dicendogli addio per sempre, mentre una lacrima le solcava la guancia liscia.

Ichigo Kurosaki era felice anche senza di lei, se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe continuato a vivere la sua vita, come aveva fatto fino a quel giorno.

Il loro sogno l’avevano già vissuto lei e Ichigo, tanti anni prima, quando erano stati due innamorati immaturi e inesperti.

Erano stati bene, si erano amati, ma il loro tempo era finito con l’andarsene dell’adolescenza.

L’avrebbe ricordato per sempre, come lui avrebbe sicuramente fatto con lei.

Quei ricordi erano ancora vivi nella sua mente, quel loro amarsi in segreto per tutto quel tempo e quell’addio che si erano dati senza una lacrima, un abbraccio o un bacio.

Quel destino così beffardo che gli aveva uniti quella sera quando lei gli aveva passato i suoi poteri e poi gli aveva divisi facendoglieli perdere.

 

Se ne andò piangendo l’orgogliosa Rukia Kuchiki, se ne andò piangendo lacrime amare di un destino beffardo che le aveva fatto capire che non era ancora tempo per loro e che forse non lo sarebbe stato mai.

Ma doveva impararlo ora che era diventata una donna adulta, il lieto fine apparteneva solo alle favole.

 

 

 

 

This is the way you left me,
I’m not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it’s forever.
Then live the rest of our life,
But not together
.

 

 

 

 

Ichigo Kurosaki si toccò la guancia dopo che una brezza fresca gliel’aveva sfiorata, solo per un momento.

Quella sensazione gli ricordava una persona che apparteneva al suo passato.

Il ragazzo guardò per un attimo il cielo azzurro trattenendo il fiato, per poi, dopo aver deglutito e ripreso coraggio, tornare a prendere la mano della moglie ed allontanarsi con lei e il figlio.

 

 

 

 

 

*Angolo della disgraziata*

Premetto che mi e` venuta la depressione a scrivere questa storia..! Tanto che il groppo in gola veniva a me oltre che a Rukia. -.-“

Ma era da tempo che dovevo riuscire ad affrontare questo mio blocco in cui deve sempre esserci l’happy ending. Ovviamente non avrei fatto sposare Ichigo con Inoue neanche sotto qualsiasi tortura, quindi ho optato per la bella sconosciuta, di cui non è specificato il nome!

Ho scelto inoltre di “sperimentare” con Ichigo e Rukia questo finale per due ragioni: 1) ho scritto veramente tanto di loro e con questa penso di aver scritto veramente di tutto 2) ritengo che i lettori di questa sezioni siano più “maturi” di quelli di altre sezioni, in cui non avrebbero saputo apprezzare.

Nell’ultima “scena” Ichigo, dopo aver ricevuto la carezza di Rukia, guarda il cielo e per un attimo ripensa a lei, spero che si sia capito.

Grazie per la pazienza! :)

Sarugaki145__

 

  
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