Lorien era straordinariamente bella di sera, le stelle e le lanterne di carta di riso di varie dimensioni donavano a quel bosco un aria ancor più magica di quella che già aveva. Una Giovane elfa dai lunghissimi capelli platino, accarezzava il poggiolo della sua piccola dimora appollaiata su grosso Sicomoro e guardava silenziosa i suoi tre pargoli che giocavano alla luce della luna. L' ultimo dei suoi figli si chiamava Orophin era un bambino sveglio ma sin troppo impulsivo, il secondo dei suoi figli invece si chiamava Rùmil ed era sempre stato il meno incline allo studio ma molto abile con le armi e poi c' era Haldir, la luce dei suoi occhi,l' unica vera stella che illuminava le sue notti. Haldir, a differenza dei fratelli non le somigliava molto se non per gli occhi che erano identici ai suoi, già da quando era un bambino si potevano notare i suoi tratti, sin troppo marcati per la loro razza ma come cominciò a crescere, dimostrò di possedere tutte le qualità caratteristiche dei Nandorin. La giovane elfa amava tutti i suoi figli, ma per il suo primogenito aveva un' attenzione particolare, lo aveva partorito con fatica e quando venne alla luce era così piccolo e bianco da sembrare ad un passo dalla morte. Haldir però era forte e il suo carattere responsabile ed intransigente lo fecero scegliere, dai capitani della Dama Grigia, per l' addestramento speciale dei Galadhrim, quello che un giorno lo avrebbe fatto diventare a sua volta un capitano. La giovane elfa lo sapeva che suo figlio era destinato a grandi cose, poteva sentirlo nel suo cuore puro da elfa e non poteva più trattenerlo a se. -Haldir, vieni...-  gli disse in Sindarin, dal piccolo balconcino prima di rientrare in casa, e il ragazzo obbedì senza farselo ripetere. -Ditemi madre- l' elfa lo guardò con gli occhi che le pizzicavano e gli mise le mani sulle spalle -Tu sei il mio primo figlio, sei la mia luce e sei il mio cuore e sei diventato un uomo ormai...- Il ragazzo la guardò con un aria perplessa, senza capire dove sua madre volesse arrivare ma la lasciò continuare - i capitani dei Galadhrim vogliono sottoporti all' addestramento speciale sai che vuol dire questo? - Haldir scosse appena il capo invitando l' elfa a continuare - vuol dire che anche tu, a tua volta, diventerai un capitano e dovrai combattere in prima linea per Lorien, dovrai dare la vita per il tuo popolo... -A quelle parole Haldir sorrise e si gonfiò in petto fiero di se stesso - Non ho paura di dare la mia vita per Lorien, madre! - La donna abbassò lo sguardo e lo strinse a se - Io si... - Haldir rimase di sasso, sua madre non mostrava mai le sue emozioni ed ora stava persino piangendo mentre lo stringeva a se e come se non bastasse le sue parole gli rimasero nella testa, come una nenia che non riesci a smettere di cantare. 

I giorni passarono velocemente e giunse il tempo in cui Haldir e i suoi fratelli dovettero lasciare la loro casa per cominciare l' addestramento, l' elfa li guardò allontanarsi insieme ad altri giovani del villaggio dietro ad una carovana di cavalli bianchi e scalpitanti. Il cuore le si riempì di tormento perchè ogni madre elfa sa quale sarà il destino dei propri figli e lei conosceva il destino dei suoi figli: Sarebbero diventati i guardiani delle frontiere di Lorien e Haldir sarebbe diventato Capitano dell' armata elfica. Orophin e Rùmil sarebbero tornati quando ormai le sue membra sarebbero state stanche e pesanti ma Haldir... la sua stella non sarebbe mai tornata ad illuminare le sue notti.
                                                                                                                                                            " />